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Autore: DarkDemon    01/04/2017    4 recensioni
Song-Fic | Otayuri | Via del Campo, Fabridio De Andrè
Via del Campo c'è una graziosa,
gli occhi grandi color di foglia,
tutta notte sta sulla soglia,
vende a tutti la stessa rosa.
Si offriva a tutti come la stessa rosa, la stessa, perché nessuno l'aveva mai colta.
Via del Campo c'è una bambina,
con le labbra color rugiada,
gli occhi grigi come la strada,
nascon fiori dove cammina.
Avrebbe passeggiato nell'animo di quel ragazzo, facendo sbocciar fiori dove avrebbe posato il piede.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Otabek Altin, Yuri Plisetsky
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Via del Campo c'è una graziosa,
gli occhi grandi color di foglia,
tutta notte sta sulla soglia,
vende a tutti la stessa rosa.

 

Yurio non era compreso. Circondato da persone che mai lo capivano fino in fondo, forse solo suo nonno si salvava. Fermi tutti alla sua facciata, a come appariva: un volto grazioso, in contrasto con lo stile punk dei suoi abiti e del suo modo di fare.
Gli occhi color di foglia, della tonalità delle prime timide gemme primaverili, accesi di una luce fredda, colmi di superbia.
Ma forse la tigre russa non ci aveva mai nemmeno provato realmente: alla fine la gente lo vedeva così, nessuno metteva in dubbio che sotto sotto, forse, ci fosse altro. E andava bene, teneva alla larga i curiosi.
Nessuno aveva mai provato ad approfondirlo, a capire, a sapere se sotto quella pelle di tigre esistesse un Yuri Pelisetsky più... umano.
Si offriva a tutti come la stessa rosa, la stessa, perché nessuno l'aveva mai colta.


Via del Campo c'è una bambina,

con le labbra color rugiada,

gli occhi grigi come la strada,

nascon fiori dove cammina.
 

Otabek non ci aveva mai pensato, non l'aveva mai notato.
Ma quando aveva rincontrato quegli occhi, quelli di un soldato, nonostante i tre anni di differenza che lo rendevano il maggiore tra i due, Altin si era sentito come un bambino indifeso. Come da piccolo. Yurio non era cambiato, o forse si; i germogli che gli brillavano negli occhi erano ancora più seri, ancora più gelidi. Otabek aveva sempre considerato i propri occhi piuttosto intimidatori, dello stesso colore dell'asfalto, grigi, come la strada, solida e dura.
Ma aveva accettato la sfida, mosso dalla curiosità aveva colto quella rosa. Avrebbe passeggiato nell'animo di quel ragazzo, facendo sbocciar fiori dove avrebbe posato il piede.
Facendo crescere i germogli delle sue iridi fino a poter scrutar foglie estive, nei suoi occhi.
E forse anche una piccola rosa sarebbe nata in una crepa dell'asfalto.

 

Via del Campo c'è una puttana,
occhi grandi color di foglia,
se di amarla ti vien la voglia,
basta prenderla per la mano.

 

Era stata senza dubbio un gesto avventato, impulsivo, mosso in parte da una sorta di pietà nei confronti del ragazzo dagli occhi color di foglia. Eppure Otabek si era sempre considerato maturo e riflessivo.
Quasi come un ordine, fu la sua proposta per Yurio, accettata con una specie di timidezza nello sguardo, completamente inattesa e nuova per il maggiore. La fuga veloce tra le vie di Barcellona, come la sfrenata corsa di Ade verso gli Inferi, con Persefone, vittima del suo amore, ospite nel suo carro nero.
Ma mentre gli dei scendevano, loro salivano, tutti e quattro ad una meta comune: un giardino, dove entrambe le coppie sarebbero giunte ad un accordo.
E chi avrebbe mai detto che entrare in intimità con quel soldato sarebbe stato così facile, che sarebbe bastato prenderlo per la mano.

 

E ti sembra di andar lontano,
lei ti guarda con un sorriso,
non credevi che il paradiso,
fosse solo li al primo piano.

 

E per quanto lo negasse a se stesso sì, il suo cuore aveva fatto una piccola capriola nel sentire la piccola e fredda mano di Yurio stringere la sua, in una risposta affermativa alla sua flebile domanda. E in quello sguardo serio Otabek fu quasi sicuro di scorgere l'ombra di un sorriso, forse negli occhi, un piccolo luccichio. La situazione era così strana, così aliena, come se il tempo si fosse fermato, e loro due fossero andati lontano, pur restando sempre li. Se quello che provava era la sensazione che tutti definivano come se fossero in Paradiso allora voleva dire che il Regno dei Cieli era dannatamente vicino. Anche se Barcellona si stendeva ai loro piedi, baciata dal sole morente, quello non era nemmeno il primo piano del cielo.


Via del Campo ci va un illuso,
a pregarla di maritare,
a vederla salir le scale,
fino a quando il balcone è chiuso.

 

Eppure aveva trovato coraggio, lui, Otabek Altin, che mai si sarebbe definito codardo, ma nemmeno impulsivo, nemmeno avventato. Ma quel piccolo soldato lo aveva messo fin troppe volte in soggezione, stuzzicando al contempo la sua fantasia e curiosità, portandolo a seguirlo, non solo una volta, l'intenzione di parlargli che premeva nel petto, in cui il cuore batteva anche troppo forte, per i suoi gusti. Finiva, però, sempre allo stesso modo, lo osservava salir le scale degli Hotel, fino a quando non lo vedeva sparire dietro la porta chiusa della camera.
E si sentiva un illuso, e si sentiva uno stupido.

 

Ama e ridi se amor risponde,
piangi forte se non ti sente.
Dai diamanti non nasce niente,
dal letame nascono i fior.
Dai diamanti non nasce niente,
dal letame nascono i fior.

 

Eppure ce l'aveva fatta. Erano amici.
Molti ragazzi a quindici anni erano ancora gemme grezze, opache.
Yurio era un diamante, brillante, e più che lavorato. Splendido, ipnotico, ti rendeva incapace di distogliere lo sguardo da lui.
Ma lo era solo la sua corazza, e dai diamanti non nasce niente.
Però lui puntava al suo cuore, nascosto ed incompreso, era di fredda terra, ormai arida.

Ed Otabek colse la rosa, unica testimone della sua natura, camminò nel suo cuore, e dal letame nacquero i fiori.



Angolo Autrice

Okay... *dondola le braccia*
Ehm... ciao!
Approdo per la prima volta su questo fandom, con un genere di storia
che non ho mai scritto! Yee! Quindi potrebbe essere una cacata, e grazie per essere
giunti fin qui, spero che la storia sia stata di vostro gradimento.
Baci

Ebe

   
 
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