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Autore: SolfatoDiLinfa    02/04/2017    0 recensioni
Sembrava un pomeriggio come tutti gli altri. Sia per Abby, che per Brianna. A modo loro, se la cavavano discretamente, l’una in famiglia e l’altra con il solito sorriso arrogante stampato sul volto, anche nelle situazioni più disparate. Nessuna delle due si sarebbe aspettata un’aria così irrespirabile, il cielo così oscuro. La paura e il pericolo tanto vicini da riuscire a percepire il loro fiato sporco sulle guance, un loro bisbiglio più forte di un urlo.
Abby la studentessa, la ragazza perfetta, colpita da eventi più grandi di lei. Brianna, una sottospecie di criminale, quella che sa cosa fare in ogni momento, ficcata in un caos che non sempre è in grado di controllare.
Dal testo (cap.5): «Su, in piedi ragazzina» le sussurrò all’orecchio. «L’apocalisse è iniziata»
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Hey! Vi rubo solo un secondo, prima di lasciarvi alla lettura di questo capitolo.
Partiamo dal fatto che mi dispiace. Ho impiegato oltre un mese e mezzo per aggiornare la storia, e non ho alcuna scusa convincente da presentarvi.
Si sono alternati giorni troppo felici perché volessi dedicarmi alla pubblicazione del capitolo, altri troppo complicati perché avessi anche solo voglia di alzarmi dal letto. Ho scritto pezzi che tuttora ritengo davvero belli, anche se magari ancora incompiuti, altri che non ho potuto fare a meno di cestinare subito dopo averli terminati, da quanto li ritenessi insoddisfacenti.
E non ha nemmeno senso parlarne (allora perché l'ho accennato? ipocrisiaaa), sono solamente fatti personali e molto probabilmente banali ma che hanno segnato queste mie ultime settimane, e di certo influenzato la mia inesistente costanza nel portare avanti un progetto.
Ora che sto meglio mi sento pronta a riprendere in mano la storia, prometto che mi impegnerò a fondo in questa storia.
Vi auguro una buona lettura! A presto :*


 
Capitolo 12: E luce fu
 

Brianna, per la prima volta negli ultimi giorni, era spaventata. Non dagli zombie, non dai topi, non da qualsiasi cosa sarebbe successa non appena avesse aperto la porta di casa, munita di scopa per difendersi e candela. Aveva paura che Abby la lasciasse sola. L'aveva ferita, lo sapeva. Lo sapeva in quel momento, come prima di pronunciare quelle terribili parole. Ma non c'era altro modo per evitare che la seguisse.

Il corridoio era silenzioso e, ovviamente, buio. Molto buio. La luce della candela non faceva altro che proiettare ombre strane sulle pareti, e di certo non dalle forme simpatiche. Brianna socchiuse la porta alle sue spalle, incamminandosi velocemente verso la centralina. Non era altro che un insieme di piccole leve, distinte dal numero di appartamento. Non sapeva nemmeno a cosa servissero realmente, "salvavita" dicevano, interrompevano i contatti quando necessario. Comunque, l'importante era che trovasse quella benedetta centralina e alzasse quelle dannate leve. Voleva solo darsi una mossa per tornare nel suo appartamento, e scusarsi con Abby. Inoltre, si sentiva terribilmente a disagio, lì fuori con quei larghi boxer.

Svoltò l'angolo e, dopo pochi passi, spalancò lo sportello del pannello.
Come sospettava, erano tutte abbassate. Ci mise diversi secondi per scorrere con il dito tutte le leve, fino a trovare le due del suo appartamento. Impiegò un attimo per concedersi un ghigno soddisfatto, ma dovette immobilizzarsi subito dopo. Rimase in ascolto per alcuni secondi, prima di capire cosa fossero quei suoni acuti che percepiva: squittii. Possibile che i topi fossero arrivati fino al 28esimo piano del grattacielo? "" risposero i suoi occhi, dopo aver avvistato almeno una decina di ratti a qualche metro di distanza. Puntavano verso di lei e squittivano con malignità. Gli occhi rossastri e luminosi erano più potenti di qualsiasi candela, e sembravano davvero illuminare il corridoio.
Brianna avrebbe comunque preferito il buio.

Con un movimento lesto, alzò i due interruttori, sperando che servissero a riportare la corrente dove ora stava Abby. Oh, Abby. Doveva tornare da lei. Doveva farsi perdonare.
 
La ragazza scattò, ma dopo pochi passi andò a sbattere contro il muro. Il corridoio era finito. Prese a pugni la porta che si trovava di fianco, sperando di romperla in qualche modo. Non aveva nemmeno il suo coltellino con sé: scassinarla sarebbe stato impossibile.

«Ok, ok» sussurrò sciogliendo le spalle e brandendo la scopa, saltellando sul posto per scaldarsi. Non aveva via d'uscita. «Fatevi avanti»
Nel frattempo, altri topi erano arrivati, per unirsi ai festeggiamenti. La fissavano tutti con i loro sguardi molesti, pronti all'attacco.

«Cos'è, avete paura?» Brianna si chiese perché cazzo stesse facendo ironia. E perché stava parlando con quelle bestiacce? Era più forte di lei. «Anche io ne avrei, fossi in voi»
I primi due ratti saggiarono il terreno. Si lanciarono verso di lei a mo' di kamikaze come aveva già visto fare, e la ragazza riuscì a colpirli con la scopa, scagliandoli addosso alla porta che prima aveva colpito. «Non sapete fare di meglio?»
Le bestie esitarono. Anzi, decisero di esitare. Sembravano così organizzate, così coscienti. Si avvicinarono lentamente.

«Hey, via... Sciò!» Brianna sbatté la scopa a terra, ma non riuscì ad intimorirli. Anzi, più i secondi passavano, più la distanza tra lei e dentini velenosi diminuiva, più lei si sentiva messa alle strette. Più la sua capacità di difendersi precipitava verso lo zero. Schiacciò due topi che stavano in testa al gruppo, ma tutti si avvicinavano compatti. Quando si concesse alla sconfitta, una piccola luce arancione balenò verso di lei. Fu come osservare la scena fuori dal suo corpo e al rallentatore. Si sentì uno spettatore, seduto su di una poltroncina del cinema come aveva fatto solo poche volte nella sua vita. In un certo senso, fu straordinario. Percepì un piccolo click e poi tutto, di fronte a lei, divenne una grande fiammata.

Chiuse gli occhi per istinto, parando il volto con le braccia. Quando si decise a sciogliere la posizione di difesa, i ratti se ne stavano a terra, carbonizzati e fumanti. In fondo al corridoio, a pochi passi da lei, Abby teneva in mano una bottiglietta di deodorante spray. Fissava la carneficina e l'accendino, ancora a terra tra i piccoli cadaveri. Aveva usato la fiamma per dar fuoco allo spruzzo del deodorante e, Brianna dovette ammetterlo, probabilmente salvarle la vita. Probabilmente.

La mora si rivolse di nuovo verso la centralina, accendendo la luce del corridoio, e seguì la compagna, ancora imbronciata, nell'appartamento.
«Grazie» sussurrò, non appena si trovarono al sicuro.
 
«Ne parliamo domani. Non ce la faccio, adesso» rispose l'altra, prima di gettarsi da una parte del letto e addormentarsi. Era così bella, arrabbiata e non. Quando dormiva, e pure da sveglia. Si era dimostrata quasi utile, pensò Brianna, sottovalutando scherzosamente la situazione in cui si era appena cacciata. Se non fosse stato per Abby, a quell'ora si sarebbe già trasformata in un mostro.
Sorrise tra sé e sé, adagiandosi di fianco alla compagna.
   
 
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