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Autore: engel_k    06/06/2009    2 recensioni
-Bill?...- - Si?...- - Tu scomparirai vero?...- - Si…- - Sei un sogno…creato…dalla mia mente ormai inebriata della tua presenza lontana e inesistente…- - Devi lasciarmi andare…- - Non puoi rimanere?...non posso rimanere? Non possiamo rimanere per sempre qui? Intrappolati in tutto questo?...in questo mondo così perfetto?...- - Un mondo non reale…- - Il mondo che voglio…-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tua presenza inesistente

 

 

“Il sogno di una vita, scomparve in un attimo, arrivò il momento dell’ultima canzone, e non potei fare a meno di non piangere. Qualche minuto prima però un piccolo frammento di quella giornata si scolpì nelle mie membra, proprio come un intaglio nel legno.

Ci fu un attimo in cui entrai nei tuoi occhi color nocciola e mi sentì protetta, al sicuro, in un mondo dove niente poteva farmi del male perché tu eri li, a vegliare su di me come un angelo custode.

In quell’attimo restai immobile, a contemplare la bellezza del tuo viso senza imperfezioni.

Non sentivo più le urla delle ragazze intorno a me.

Non sentivo più la transenna in ferro sventrarmi.

Non sentivo più le spinte.

Non sentivo più niente, se non la tua voce e la tua presenza.

Dieci secondi. Solo dieci. Ma in quel breve asso di tempo tu, senza neanche accorgertene mi hai dato la vita.

Per tutto il concerto ebbi la possibilità, di poterti guardare, di potermi immergere nelle note di quelle canzoni cantate dalla tua voce angelica, di poter elogiare il tuo sorriso e di potermi nascondere nei tuoi sguardi veloci diretti a chissà quale punto di quell’enorme sala.

D’un tratto però mentre ancora ti stavo lodando, sorridi urli un CRAZIE MILE , e corri via.

Scompari dietro la luce accecante, portando via la tua, che quella sera aveva illuminato la mia anima che da tempo ormai era avvolta dall’oscurità della solitudine, portata dalla tua perenne mancanza nella mia vita.

Sapevo bene che non ti avrei mai più rivisto, che non avrei mai potuto dirti tutte quelle cose che pensavo di te, pensieri e parole che avrei dovuto sempre tener nascoste nel luogo più remoto del mio cuore, un luogo simile all’inferno, dove brucio, soffro, ma continuo ad avere la speranza di una realtà migliore in cui queste ferite scompaiono e in cui tu sei la cura.”

 

-Che fai?-

Inaspettatamente compari alle mie spalle. Appoggi il tuo mento sulla mia spalla e mi da un bacio dolce sul collo, facendomi sussultare, come sempre, stiamo insieme da sette mesi, ma ancora sento quel brivido avvolgermi ad ogni tuo gesto, ad ogni tuo tocco proprio come la prima volta.

-Leggo delle lettere che scrivevo qualche anno fa…-

- Fammi leggere…-

- Non se ne parla neanche! Sono cose molto personali…-

-Da quando hai segreti con me?...-

-Tutti abbiamo dei segreti!-

-Anche noi?...Dai fammi leggere…-

Comincia a guardarmi con quei occhi da cane bastonato, poi mi prende il mento con le dita costringendomi a guardarlo fisso negli occhi.

- Bill, No.-

- Va bene…mm…Amore ascolta, devo andare a comprare qualcosa per i VMA di quest’anno , vieni anche tu?-

- Certo!... ma per favore…evita di andare a Gucci!... cambia marca!-

- okok…se lo dici tu…dai vatti a preparare…-

- ok…Vado a farmi una doccia…tu sei gia pronto vero?-

- Si vede?-

- Molto…-

Poso la lettera nel cassetto della scrivania e mi dirigo verso il bagno.

Mi metto sotto il getto dell’acqua fredda, immergendomi nei miei pensieri.

Stare con Bill non è mai stata cosa facile.

Io ho 20 anni e lui 26.

Lui mi conosce da 6 anni, io lo conosco da 9.

Sono sempre stata una fan del gruppo di cui è il cantante i Tokio Hotel.

Sin dall’età di 12 anni, sono stata stranamente, scioccamente e incondizionatamente innamorata di lui. Per anni l’ho amato in silenzio, piangendo di nascosto chiusa nella mia camera da adolescente tappezzata dei suoi poster.

E poi, la svolta.

All’età di 19 anni ho trovato lavoro presso la sua casa discografica, la Universal.

Non avevo un compito molto importante, organizzavo le interviste, gli incontri e quanto altro  di una piccola band tedesca.

Mi pagavano poco, ma quel lavoro mi serviva per tirare avanti gli studi di psicologia che facevo presso un’università di Milano.

Ogni giorno entrando nel grande palazzo della casa discografica speravo di incontrarlo, di poterli dire almeno “ciao” anche se, dopo aver frequentato il liceo linguistico avrei potuto fare con lui una discussione molto lunga.

Ogni giorno andavo a lavoro vestita in modo impeccabile, come se dovessi andare a chissà quale festa di lusso, e invece lo facevo solo perché speravo di incontrare lui, quel ragazzo che alla fine mi era sconosciuto ma che in una maniera o nell’altra si era portato via tutto l’amore che viveva in me.

Lui. Bill Kaulitz.

Poi un giorno, finalmente, lo incontrai.

I Tokio Hotel vennero in Italia per organizzare il nuovo tour e a me venne affidato il compito di seguirli, dire che fu un onore è poco.

Ero sempre con loro, giorno per giorno, ma soprattutto ero sempre con lui.

In poco tempo diventammo amici, tanto da sentirci anche dopo la sua partenza.

Una sera ci incontrammo ad un afterparty in cui io dovevo accompagnare la band che seguivo, e lui era li.

Cominciammo a parlare, a discutere, e senza ricordarmi quando come e perché, mi ritrovai tra le sue braccia, con le nostre labbra unite in un bacio appassionato.

Dopo quella sera, bhe…si puo immaginare cosa sia accaduto. (no, non lo abbiamo fatto, ma ci amiamo ugualmente, io soprattutto…abbiamo deciso insieme che lo faremo in una situazione speciale, in cui non ci saranno parole, ma solo un silenzio che parla di noi.)

E adesso eccomi, eccoci qui.

Insieme.

Io perdutamente innamorata di lui, come se gia non lo fossi abbastanza, e lui di me, anche se non so quanto.

 

Chiudo il getto dell’acqua uscendo dalla corrente dei miei ricordi e ritornando al mondo reale.

Mi metto l’accappatoio ed esco dal bagno, ritrovando Bill seduto sul letto a sventolarsi con la mia lettera.

Piange.

Come piange?.

Dovrebbe ridere.

 

- Bill…l’hai letta…-

- Ero troppo curioso…-

- E perché non ridi?...-

- Tu…Mi amavi gia all’età di…12 anni?...ma come…soffrivi, piangevi per me…ma continuavi ad amarmi…e continui a farlo…-

- L’amore è questo…si sopporta di tutto…-

Ti alzi e ti avvicini a me…

Mi togli il cappuccio, e metti una mando dietro il mio collo attirandomi a te e avvolgendomi in un bacio che non lascia via d’uscita.

Ti stacchi ma non mi molli, metti una mano sul mio fianco attirandomi ancora di più a te, mi baci il collo, il mento le guance, il tutto dolcemente, come in un ballo di danza classica.

Ci guardiamo negli occhi, e diventiamo complici.

Riprendiamo il bacio intenso interrotto poco prima.

Mi spingi verso il muro, e continui a baciarmi, ma adesso con più foga, con più passione.

Ed io ti seguo, mi lascio prendere dalle tue stesse emozioni.

Ti voglio, ora…

Prendo i lembi della tua maglietta, tu mi lasci fare, e in un attimo sei a torso nudo.

Mi prendi in braccio con tutta la forza che hai, e mi metti sul letto, per poi avventarti su di me, come un leone affamato, affamato d’amore.

Mi togli l’accappatoio gettandolo in chissà quale punto della stanza, non smetti mai di baciarmi, resti incollato alle mie labbra ed io alle tue, quasi dipendessi da esse.

Non ci sono parole, ma solo gemiti, respiri affannati, e passione, che ormai scorre famelica tra le mie vene iniettate del tuo profumo e della voglia di possederti.

Dopo pochi minuti siamo sotto quel lenzuolo bianco, riscaldato dai nostri corpi ardenti di passione e d’amore.

Allacciamo i nostri corpi, posso sentire il tuo calore dentro di me, il profumo drogarmi, le tue labbra sulle mie, le tue mani sul mio corpo.

Mi aggrappo con le unghie alla tua schiena, per poi agganciarmi ai tuoi fianchi.

Ti spingi sempre più forte dentro di me, facendomi gemere di piacere, inarco la schiena e mi avvicino sempre di più a te, continuando quella danza, cominciata con un normale bacio, e che si conclude con un altro, ancora più dolce, più vero, e pieno d’amore.

 

Ti stacchi mettendoti al mio fianco, respiri in modo affannoso, ti volti verso di me, io guardo il soffitto, ma tu prendendomi per un fianco mi fai girare, incollando di nuovo i nostri corpi sudati e stremati ma con dentro una felicità immensa.

Mi guardi negli occhi, sorridi.

- …Ti amo…-

-…Ti amo anche io…da nove anni.-

- …Sei pazza.-

- Di te…-

- Mai quanto me…-

E mi avvolgi di nuovo in un bacio, portando  in me quel brivido, quella gioia, quei sogni, quelle emozioni che ti portasti quando ero solo una ragazzina,  e che adesso mi stanno investendo con tutta la loro potenza. Eppure...certo…ora ho capito tutto.

 

-Bill?...-

- Si?...-

- Tu scomparirai vero?...-

- Si…-

- Sei un sogno…creato…dalla mia mente ormai inebriata della tua presenza lontana e inesistente…-

- Devi lasciarmi andare…-

- Non puoi rimanere?...non posso rimanere? Non possiamo rimanere per sempre qui? Intrappolati in tutto questo?...in questo mondo così perfetto?...-

- Un mondo non reale…-

- Il mondo che voglio…-

Un altro bacio…e cominci a scomparire…

-No…ti prego resta…ti prego! Non andartene! Rimani!...-

 

Tac.

In un attimo vengo catapultata nella realtà.

Sono nel mio letto. Ma tu non ci sei.

Non c’è quella lettera, non c’è quella realtà perfetta, quel mondo che per un attimo mi ha avvolto in una giostra di emozioni positive.

Solo che adesso …piango.

Perché tu, non ci sei, e non ci sarai mai.

Vivrai solo nei miei sogni, e solo per un tempo limitato, perché tu, tanto scompari sempre, come un miraggio, come la nebbia d’inverno.

Di te avrò sempre e solo, dei frammenti, frammenti di vita creati dalla mia mente contorta e completamente devota a te.

Viaggi sempre nei miei pensieri, inondandoli della tua presenza inesistente, ma che sento ardere dentro le mie vene come fuoco vivo…

 

Alla prossima Bill, al prossimo magnifico sogno che poi quando svanisce, lascia un senso di vuoto straziante che porta dritti all’inferno di un amore platonico.

  
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