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Autore: dolcecarmensita    02/04/2017    2 recensioni
Serena ha ventotto anni. Vive tranquillamente con i genitori e il suo gatto Biagio. Si divide tra la gestione della sua libreria e quella molto più difficile delle sue amiche. Ma un giorno tutto potrebbe cambiare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ANCORA TU
 
Sono al pronto soccorso da due ore. Martina mi ha abbandonato su questa scomodissima sedia della sala d’attesa quasi subito con un’asciugamani premuta sulla gamba sinistra e con la raccomandazione di tenerla il più sollevata possibile. Non voglio neanche immaginare quale sia il mio aspetto dopo il viaggio in treno di questa mattina. Come se non bastasse, non so come farò una volta che mi avranno medicato ad andare via. I miei sono partiti e quando li ho sentiti poco fa, ho omesso di dire dove mi trovo per non agitarli inutilmente. Mio fratello Daniele mi ha avvisato che sarebbe rientrato nel pomeriggio dalle vacanze e mi ha promesso che sarebbe rimasto con me qualche giorno prima di ritornare al lavoro. Ho provato a chiamarlo diverse volte ma non mi ha mai risposto. Ho avuto l’ennesima conferma che l’ultima telefonata della mia vita non dovrò mai farla a lui, sarebbe sprecata. La mia unica speranza è Irene. Ho un forte mal di testa. Il continuo via vai di persone e l’odore pungente di disinfettante di certo non aiutano. Intanto, la signora Adalgisa che fino a qualche minuto fa era seduta accanto a me è stata chiamata. Non ho ben capito cosa avesse, forse qualcosa agli occhi, ma so che era qui in attesa da quattro ore ed era agitatissima. Con lei c’era sua figlia che non riusciva a calmarla in nessun modo. Un quarto d’ora dopo finalmente qualcuno si ricorda di me. L’infermiera, una donna giovane dai capelli corti rosso mogano, alta e robusta, mi chiama e una volta entrata nella stanza mi aiuta a salire sul lettino. Cerca di rassicurarmi dicendo - Signorina, il dottor Carrano sarà qui a momenti e si occuperà di lei. Stia tranquilla, è bravissimo, ha ricucito spesso le ferite dei miei figli!-
Se non me l’avesse detto, non avrei mai immaginato che questa donna avesse dei figli. Il nome del dottore non mi è nuovo, ma sicuramente mi starò confondendo con uno dei miei fornitori. Una voce maschile attira la mia attenzione. Spero proprio sia il medico perché non ne posso più di stare in ospedale, mi mette ansia. Appena capisco a chi appartiene quella voce, rimango basita, pietrificata, sconvolta. Di tutti i dottori che ci sono a Napoli ma questo proprio qua doveva lavorare?
Quasi si strozzava con il suo caffè e dalla sua espressione stupita deduco che mi abbia sicuramente riconosciuto. Mentre viene verso di me, la mia ansia aumenta sempre di più e sto iniziando anche a provare terrore.
- Signorina Di Maio, ma che bella sorpresa vederla qui!- afferma con un sorriso, leggendo la mia cartella.
- La sorpresa è tutta mia. Le possibilità di incontrarci in questa circostanza erano davvero poche, non trova?- ribatto inarcando un sopracciglio.
Lo osservo infilarsi i guanti in lattice e devo ammettere che con la sua divisa blu e il camice bianco è molto affascinante.
Si avvicina alla mia gamba e il suo profumo, Armani Code misto all’odore della sua pelle mi avvolge. Sposta l’asciugamani, inizia a disinfettarmi e divertito mi chiede - Ma cos’hai combinato? Hai forse lottato contro qualcuno?-
Non avevo visto bene l’opera d’arte e non immaginavo di avere un taglio del genere. Indispettita, gli rispondo - Da quando siamo passati al tu? Non ho lottato proprio contro nessuno! È stato il mio gatto a farmi cadere.-
Sta per scoppiare a ridere mentre la mia voglia di strangolarlo aumenta e ribatte - E così hai un gatto! E dimmi è nero? Sai, tutte le streghe, soprattutto quelle dai capelli rossi, ne hanno uno di quel colore.-
È ufficiale vuole essere ucciso da me. Un vero sfacciato, screanzato, insolente! - Ah, ah molto divertente davvero. Stai attento, potrei farti il malocchio! Hai intenzione di fare qualcosa con la mia ferita o vuoi lasciarla così?-
Questa volta mi guarda seriamente - Calmati streghetta. Ora inizio a medicarti, ci vorranno dei punti.-
Sbianco mentre l’infermiera di prima gli prepara tutto l’occorrente. Martina mi aveva avvisato di questa eventualità ma sono terrorizzata da qualsiasi tipo di ago. Voglio scappare via. 
- Cosa? Dei punti? E chi dovrebbe fare questa cosa? Tu con quelle mani così grandi? Già lo so mi lascerai una grossa cicatrice. Non c’è un tuo collega che possa sostituirti? Senti, ci ho ripensato, voglio andare via.-
Sto per alzarmi  e scendere dal lettino ma mi blocca con il suo fisico imponente.
- Non mi dire che hai paura! Non fare i capricci, anche mia nipote di tre anni è più coraggiosa di te! Quando cade a stento piange! Dai, dopo ti do un bacino sulla bua e una caramella come con i bambini.-
Oddio ma questo è veramente cretino!
- Ma che cosa hai bevuto prima di entrare qui? Povera piccolina, tre anni e già deve avere a che fare con te. Non la invidio proprio.-
Inarca un sopracciglio - Mi dispiace contraddirti, ma quella bambina mi adora! Ora tieni a bada questa tua lingua biforcuta e fammi lavorare. Ti prometto che non ti accorgerai di nulla.-
Sbuffo sonoramente. Per il mio bene, decido di tacere e di stare buona. Ho anche messo la mano sugli occhi per non guardare. Se ci fossero le mie amiche ad assistere a questo spettacolino, mi prenderebbero in giro a vita.
Quest’uomo ha mantenuto la sua promessa, non sto avvertendo alcun dolore. Improvvisamente la sua mano tocca la mia per spostarla dal mio viso. Non ha più i guanti e al contatto con la sua pelle sento quasi una scarica elettrica. I suoi magnetici occhi blu catturano i miei. Per un’istante ho l’impressione che mi stia fissando le labbra. Sono sicura di essere arrossita. Ho la lingua incollata al palato e non riesco a dire neanche una parola. Il medico si schiarisce la voce dicendo - Qui ho finito. Sono stupito del tuo silenzio, sei per caso diventata muta? Ora ti prescrivo dei farmaci e tra qualche giorno potrai ritornare per rimuovere i punti. Hai già il mio numero se hai bisogno di qualcosa, chiamami.-
Mi riprendo dal mio imprevisto e fastidioso  mutismo e gli rispondo incrociando le braccia al petto - Sono sicura che avrai ancora mie notizie. Credo che il mio avvocato ti contatterà.-
Mi sorride – Ho avuto modo di parlarci proprio ieri, sai è molto più simpatica di te, streghetta.-
Alzo gli occhi al cielo. Sta diventando davvero irritante. Un'altra infermiera viene a chiamarlo per il paziente successivo e va via insieme a lei.
Sono nuovamente in sala d’attesa e la comodità della seduta non è affatto cambiata. Sospiro alla vista dell’ingombrante medicazione bianca e sento un leggero pizzicore. Neanche Irene è disponibile a portarmi via da questo posto. Ora anche il mio cellulare sta per abbandonarmi come hanno fatto tutti questo pomeriggio. Quando sto per arrendermi e chiamare un taxi, compare nuovamente il mediconzolo. Non indossa più la divisa ma una polo scura e un paio di jeans a mio parere illegali perché il suo fondoschiena risalta in modo spaventoso. Per la seconda volta in poche ore si avvicina a me chiedendomi - Cosa ci fai ancora qui? Il tuo fidanzato per non sentire le tue lamentele ha deciso di farti rimanere in ospedale?-
Che odioso! Irritata gli rispondo - Non ho nessun fidanzato per mia fortuna. Il fatto è che ho un piccolissimo problema. Non c’è nessuno che sia libero da potermi riportare a casa e sono esausta.-
Il moro si siede accanto a me, fruga tra le sue tasche e mi porge una caramella. Sorridendo mi dice - Prima non ho avuto tempo. Ecco la caramella piccola bambina capricciosa.-
La mia mano traditrice si muove da sola e si allunga verso la sua e una nuova scossa percorre il mio corpo. Gli sorrido anch’io come una perfetta imbecille e rispondo - Grazie. Vuoi per caso addolcirmi? Il bacino però scordatelo. Questa situazione è già abbastanza imbarazzante.-
Ridacchia e ipnotizzandomi ancora con il suo sguardo dice - Ascolta, il mio turno oggi è finito. Sono libero, potrei accompagnarti a casa se vuoi.-
- Non mi fido molto della tua guida visto il nostro precedente ma credo di dovermi sacrificare dato che voglio stendermi sul mio letto e riposare. È stata una giornata interminabile.-
Raggiungiamo la sua auto, con molta lentezza a causa mia, mi aiuta a salire e dopo avergli indicato la strada, siamo finalmente sotto casa mia. Sono stupita, ha guidato benissimo e non credo glielo dirò mai. Si è fermato a tutti gli stop e mi chiedo come abbia fatto a travolgermi quel giorno.
Nell’abitacolo si è creata una strana atmosfera. Nessuno dei due pronuncia una sillaba. Non capisco cosa mi stia succedendo ma quasi non voglio scendere. Decido di interrompere il silenzio e anche la vicinanza a quest’uomo. - Allora dottore io andrei. Grazie per il passaggio.-
- Niente dottore. Nico, è questo il mio nome. Mi raccomando non farti problemi a chiamarmi se hai bisogno di qualcosa.-
- Certo, Nico. Spero di non avere fastidi con la gamba. Credo che ci sentiremo sicuramente, sai per la questione dell’incidente.-
- Stai tranquilla per questo Serena.-
- Bè allora a presto e grazie ancora.-
- È stato un piacere.-
Scendo dalla sua auto e lentamente mi avvicino all’entrata di casa. Mi saluta con un cenno della mano, gli sorrido e rispondo allo stesso modo. Lo guardo mentre va via e non so per quale motivo sento che già mi manca battibeccare con lui.
 



********
Buonasera a tutti! La nostra Serena incontra nuovamente Nico ed è proprio lui il medico che la cura. I due si punzecchiano continuamente ma c'è anche una leggera attrazione. Ringrazio chi mi legge silenziosamente e chi mi incoraggia ogni giorno. Un abbraccio alla prossima!
  
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