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Autore: Angel_SG    03/04/2017    1 recensioni
E se la morte non fosse la fine? Se fosse solo l'inizio di qualcosa che non siamo riusciti ad ottenere nella nostra vita?
La felicità, per esempio?
Nella Tokyo di oggi si snodano le storie di quattro ragazzi apparentemente normali, ma che conservano senza saperlo un legame che trascende il tempo, sfida la logica e ti lascia quella sensazione che ti permette di sentirti a casa anche accampato per fare un semplice falò in spiaggia.
Quando il giovane Noctis arriva a Tokyo e incontra 3 bizzarri ragazzi, pensa di aver fatto delle semplici conoscenze: ma allora cos'è quel senso di pace e famiglia che sente ogni volta che sta con loro? E cosa significano quegli strani sogni che non lo lasciano dormire la notte?
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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“Che strano ragazzo”

 

 

 

Sento il mio respiro farsi affannoso, il cuore mi batte forte nel petto mentre cerco di capire dove mi trovo.

Le fiamme intorno a me sono vicinissime e sembrano inghiottire tutto quello che incontrano; mi guardo attorno cercando di apparire lucido e trovare una soluzione, ma la figura gigantesca che mi guarda dall'alto di quel trono, ridendo beffarda, sembra essere decisa a darmi del filo da torcere.

Ad un tratto un' esplosione mi getta a terra e la luce delle fiamme mi acceca, tanto che non riesco a vedere niente attorno a me, sento la presenza di qualcuno vicino che mi chiama.

 

-Noct! Stai giù, ci pensiamo noi a distrarlo.

 

Non so chi sia la persona che mi sta parlando, ma il suo tono è familiare e d'istinto sento una sensazione di piacevole calore nel petto.

 

-Noctis, presto da questa parte!- dice una voce che proviene dalla mia sinistra, cerco di seguirla sbirciando qualcosa tra le fiamme, ma un ulteriore vampata mi fa stringere gli occhi e perdo il senso dell'orientamento.

 

Mi sento afferrare e trascinare al riparo dal fuoco.

 

-Sta arrivando!!- urla una voce accanto a me.

 

Mi stringo forte alle persone che mi si sono radunate intorno e, in mezzo a quel caos infernale, mi sento comunque a casa.

Un esplosione più forte delle altre mi fa tremare le gambe.

Il fumo mi riempie i polmoni e capisco che ho poco tempo per intervenire, prima che accada l'irreparabile.

Mi alzo dal mio nascondiglio, ignoro il calore, il dolore e la paura...e mi lancio verso il mio nemico.

 


Apro gli occhi di scatto e sollevo la testa, guardandomi intorno spaesato.

-Signore, va tutto bene? - mi chiede una ragazza in uniforme.

Ci metto qualche secondo a capire dove mi trovo, poi vedo mio padre che dal sedile accanto mi guarda circospetto.

-Noctis, era un incubo, smettila di agitarti!

L'aereo...certo, siamo in volo per Tokyo, l'hostess mi guarda come fossi un mentecatto e d'istinto mi irrigidisco.

-Vuole un bicchiere d'acqua? - sorride.

-No, grazie – dico con freddezza, asciugandomi il sudore dalla fronte.

Lei se ne va offesa dal mio tono, ma francamente non m'importa.

-Potevi essere più garbato! - mi rimprovera mio padre con il suo solito sguardo di disapprovazione.

Mi volto dall'altra parte, cercando di ignorarlo.

-Sei ancora un ragazzino! - e per lui la discussione si chiude là.

 

Figurati se si lasciava scappare l'occasione! - Penso tra me e me, ma non dico nulla, perchè non ho davvero voglia di iniziare un'altra estenuante discussione con mio padre.

-Piuttosto allacciati la cintura...atterreremo a Tokyo fra poco...

-Tzè...- mi sistemo meglio sul sedile, senza la minima intenzione di seguire i suoi ordini.

-Piantala Noctis...questo viaggio significa molto per me e per la mia società...

-Wow...erano tipo...- fingo di guardare un orologio che non ho al polso – dieci minuti che non parlavi di affari...record! Magari ogni tanto potresti anche provare ad essere un po' meno altruista...non provarci neanche a pensare a cosa potrei volere io! - e tanti cari saluti alla pace e alla tranquillità.

 

-Che diavolo dici? La società un giorno sarà tua...

-Non l'ho chiesto io, così come non ho chiesto di fare questo stupido viaggio, ma figurati se tu chiedi mai qualcosa...- lo interrompo cercando di mantenere un tono di voce moderato, visto che i nostri vicini di posto sembrano molto infastiditi.

-Non mi sembra il luogo in cui parlarne...- dice a denti stretti, con espressione dura.

-No, hai ragione, magari la prossima volta ne discutiamo di fronte ad un bel gelato – sì, ammetto che il sarcasmo ed io abbiamo una lunga storia di amore e affetto.

-Noctis insomma...- cerca di parlare ma ancora una volta lo interrompo.

-Che palle! - sbuffo esasperato allacciandomi la cintura – Contento?- chiedo aprendo le braccia.

Lui mi guarda deluso e io mi volto verso il finestrino.

Lo sento prendere fiato per dire qualcosa e penso sia un altro attacco, ma mi sorprende.

-Magari...potresti provare a vedere il lato positivo dei cambiamenti...una volta tanto.-

Chiudo gli occhi e prendo un profondo respiro, senza rispondergli e la discussione si chiude così.

 

Quando atterriamo, fuori dall'aeroporto ci aspetta un taxi, salgo portando con me lo zaino dove sono riuscito ad infilare tutta la mia roba.

Mio padre mi ha comunicato solo 10 giorni prima che ci saremmo trasferiti a Tokyo e non ho neanche voluto fare lo sforzo di portare tutto con me: ho preso qualche vestito e l'ho infilato nel borsone.

Quella mattina, prima di partire, ho guardo la mia camera un' ultima volta, sapendo che non ci avrei più messo piede e mi sono chiuso la porta alle spalle.

 

Sento il taxi fermarsi, e deduco di essere arrivato alla nostra nuova casa; non sembra avere niente di particolare, anzi è piuttosto anonima...e la cosa mi piace.

Quando entro le mie sensazioni si enfatizzano, ci sono a malapena i mobili più indispensabili, la mia stanza è al piano di sopra; il precedente inquilino ha dipinto le mura di un celeste che ricorda quello del cielo, il tetto è a spiovente e si abbassa leggermente verso i lati opposti della camera; poi vengo colpito dalla finestra: la apro e vedo che c'è lo spazio sufficiente per sedersi fuori, si vede il mare e, anche se non lo ammetterei neanche sotto tortura, riconosco che il posto mi piace.

Vengo attratto dall'insegna di un negozio di okonomiyaki e subito il mio stomaco brontola in risposta.

Un bussare alla porta mi distrae dai miei pensieri e mio padre entra in camera.

-Prego accomodati! - ok forse non ce la metto esattamente tutta per andare d'accordo con lui.

Stavolta mio padre sembra ignorare la mia frecciatina.

-Stasera ho una cena con i dirigenti...-

-Divertiti! - dico senza neanche guardarlo, lo supero ed esco dalla stanza.

 

Per strada getto delle rapide occhiate al quartiere dove ci siamo trasferiti e mi rendo conto che non è il classico quartiere residenziale nello stile di Regis Caelum, ma è comunque molto più borghese del mio modo di essere.

Quando finalmente arrivo al negozio apro la porta e sento il campanello che annuncia l'arrivo dei clienti.

Mi siedo al primo tavolo libero che trovo ed apro un menù: accanto alle portate piccanti c'è un minuscolo disegnino di una fiamma e questo mi riporta al sogno che ho fatto sull'aereo; è da almeno una settimana che faccio sogni sempre più strani e così realistici, che appena mi sveglio ho bisogno di qualche minuto per ricordarmi dove mi trovo e che sono al sicuro.

Le mie elucubrazioni mentali vengono interrotte dal suono dello scatto di una macchina fotografica.

Probabilmente devo avere uno sguardo molto sconvolto o molto stupido, mentre guardo il ragazzo che, polaroid in mano, mi ha appena scattato una foto e adesso la sta scuotendo al vento.

-Un momento da immortalare...Dio non credo di aver mai visto nessuno con una faccia così corrucciata nello scegliere qualcosa da un menù.

Me lo dice sorridendo e un parte di me è tentata di prendere la polaroid e ficcargliela in gola.

-Ero sovrappensiero...mamma non ti ha insegnato che non si importunato gli sconosciuti? - certe volte mi stupisco da solo delle mie freddure.

Lui alza le spalle e ride apertamente, come a dire “Non m'importa”.

-Sei nuovo da queste parti, vero?- ora il suo sguardo è diverso, mi fissa con curiosità.

Annuisco soltanto, deciso a tornare al mio menù...peccato lui non sia dello stesso avviso.

-Non sei uno di tante parole...- si siede di fronte a me.

-Accomodati pure, eh? - il mio tono vorrebbe essere sarcastico, ma in realtà trovo la situazione ai limiti del comico.

-Grazie dell'invito! - mi risponde ridendo e si passa una mano tra i capelli biondi.

Una parte di me vuole mandarlo al diavolo, mentre un'altra non riesce ad alzarsi da quella sedia.

-Prompto Argentum! - mi tende la mano sorridendo e, per quanto voglia mantenere la mia espressione di ghiaccio, sorrido leggermente mentre gliela stringo.

-Noctis Lucis Caelum...- dico pronunciando il mio nome completo.

-Altisonante come nome! Cosa ti porta qui, Noctis? - mi chiede incrociando le braccia sul tavolo e poggiandoci sopra il mento.

-Mio padre ha degli affari qui...e ha deciso che dovevo trasferirmi con lui...- Perchè poi io stia raccontando tutto ad un perfetto estraneo, resta un mistero.

-Non sembri esserne molto entusiasta...-

-Cosa te lo fa pensare? - chiedo più curioso che seccato.

Lui non risponde, si limita ad indicare la foto che ha poggiato sul tavolo e non posso fare a meno di dargli ragione...ho un espressione terribile.

-Le tue foto contribuiscono all'autostima della gente...te l'hanno mai detto? -

Lui scoppia a ridere.

-In verità si...più di una volta...e con lo stesso tuo tono sarcastico! - mi schiaccia l'occhio e io rido divertito.

Prompto lancia uno sguardo all'orologio e si alza di scatto.

-Cavolo devo scappare...bè allora...benvenuto a Tokyo...ci si vede in giro Noct!

Mi dà una pacca sulla spalla e sento una strana sensazione di familiarità, vedo la mia foto sul tavolo, la afferro al volo e mi volto verso la porta.

-Hey tu...- il biondino si ferma e si volta verso di me – Hai dimenticato questa...-dico indicando la foto.

-E' tua...tienila pure – mi fa un cenno con la mano e si chiude la porta alla spalle.

Che strano ragazzo- penso.

Quando torno a casa un'ora dopo, sistemo la mia camera per la notte, nella parete sopra la scrivania c'è una cornice in sughero con le puntine colorate; prendo la foto e la fermo con la puntina verde.

Faccio qualche passo indietro e mi fermo a guardare la foto ancora una volta...penso al ragazzo di nome Prompto e mi viene da ridere, quel tizio è più fuori di un balcone.

Quando vado a letto sono già pronto a rivivere i sogni che da più di una settimana mi tolgono il sonno, ma non accade; dormo sereno fino alla mattina dopo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

Buongiorno a tutti!!

Per chi non mi conoscesse sono Angel, è la prima ff che scrivo su final fantasy xv e ho passato tanto tempo a chiedermi se postarla o meno (leggi: ero terrorizzata dall'avviare un'altra long-fic), ma alla fine mi sono decisa.

Andando per ordine:

La storia nasce dalla profonda sensazione di annichilimento che è nata dopo la fine di ffxv...lacrime e lacrime...e mi sono affezionata così tanto a questi 4 ragazzi che non riuscivo a lasciarli andare...e partendo dal presupposto che spero la morte non sia mai una fine, mi sono chiesta: Perchè la loro storia deve finire così? Perchè non dare anche a loro un piccolo lieto fine?

E così è venuta fuori questa storiella.

La storia inizierà con dei capitolo molto leggeri, ma sarà anche una storia di avventura ( parlo così perchè i primi 6 capitoli sono già pronti quindi sono un bel pezzo avanti).

Sperando che a qualcuno piaccia, segua e recensisca, la storia verrà aggiornata settimanalmente ogni lunedì, in modo tale da riuscire ad avere sempre un capitolo pronto da parte per non avere ritardi.

Mi auguro con tutto il cuore che la storia vi piaccia.

Smetto di scrivere, sennò le note si fanno più lunghe del capitolo.

Alla prossima...e per dirla alla Noctis...

“Walk Tall...my friends”

Angel_SG

  
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