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Autore: LordPando    03/04/2017    1 recensioni
ALERT! STORIA INTERATTIVA CHE PERÒ AVRÀ ANCHE PERSONAGGI DA ME INVENTATI, DUNQUE…
Bene. Bene. Bene.
Questa è l’introduzione, l’incipit, il proemio di una fanfiction sull’opera di Cassandra Clare: Shadowhunters. La mia è una storia di amore e morte, di OC (original crachters) e di individui di dubbia morale, è una storia di lotta per il potere e la felicità e per alcuni della morte. Alla fine si troveranno le schede da mandare a me come messaggio privato.
Ma ora occhio, che andiamo ad incominciare!
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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—Va bene, ora tocca a me.
  —Spara.
  —È vero che scambiate i bambini mondani in culla?
  —Sì… anche se così non è per alcuni rami della specie. Pensa ai satiri… nemmeno il mondano più cieco non si accorgerebbe che suo figlio ha le gambe da capra. Ma adesso è il mio turno… Davvero voi Nephilim fate esperimenti sulla resistenza dei vampiri all’acqua santa?
  —Santo cielo, NO! Che cosa te lo fa pensare?
  —È che ne hai una macchia sulla tenuta, ne ho riconosciuto l’odore!— disse il ragazzo allungando una mano verso il seno di lei, che presentava davvero una macchia. La ragazza gli diede uno schiaffo sulle dita e strillò.
  —PORCO!— Poi si guardò attorno. Erano in un vicolo delle zone centrali di New York e si facevano domande sulle rispettive razze. La conversazione era stata iniziata da Delner che aveva fatto un commento sull’irritabilità degli angeli che veniva trasmessa ai loro figli. Lottie l’aveva guardato male ed avevano continuato a punzecchiarsi sull’argomento, fino a che non erano arrivati a qual punto. La zona che sorvegliavano era tranquilla, ma di tanto in tanto Lottie si guardava attorno con aria sospetta. Delner non sapeva che cosa cercasse con quelle occhiatine indagatrici fino a quando, dopo qualche minuto, la ragazza non lo guardò, e disse: —Pokerino?
  —Gli Shadowhunters giocano a poker?
  —Tu conosci il poker?
  —Faccio parte del Popolo Fatato… come faccio a non conoscere il poker?
  —Non lo so. Quello che mi interessa ora è se ti va di fare un giro di poker.
  —Certo che voglio fare un giro di poker, ma ei sicura che a due sia divertente?
  —Giocare a poker con una fata è sempre divertente.
  —In realtà tecnicamente io non sono una fata.
  —In realtà tecnicamente noi saremmo sul lavoro… vuoi giocare, sì o no?
  Il satiro le fece un sorrisino malizioso e le prese da una tasca che lei aveva sul fianco un mazzo di carte. —Ovvio.— disse, e prese a mischiare. Entrambi cercavano di guardare l’ultima certa, ma prima che Lottie potesse rendersi conto di qual era, Delner aveva già messo il piatto iniziale. Come da regolamento la Shadowhunter mise un quantitativo di monete pari alla metà di quelle poggiate lì dal suo avversario.
  —Carte.— disse Lottie, mentre il satiro distribuiva cinque carte a testa. La ragazza le guardò una a una: Jack di quadri, Jack di picche, Nove di picche, Donna di cuori, Donna di fiori. Una doppia coppia… non prometteva nulla di buono. Ma sapeva come imbrogliare: —Che punteggio hai in mano?
  —Una coppia.— disse Delner con voce distratta, poi di morse il labbro con foga.
  —Apro io.
  —Di quanto?
  —Cinquanta.
  —Accetto.— disse il membro del Popolo Fatato con un sorriso. Tornò a fissare gli occhi della ragazza. —Quante carte?
  —Una.— disse lei, sicura.
  Di solito con una coppia in mano si cambiavano due carte, ma il suo avversario si dichiarò servito (non cambiò carte). Strano.
  —Allora… vuoi scommettere altro?— chiese la ragazza.
  —Trenta.
  —Ci sto.— disse, con voce che cominciava a tremare.
  —La parola all’apertura.
  La ragazza incrociò le dita mentre poggiava a terra le carte. I due Jack, e le due donne. —Ho vinto.— disse con tranquillità. —Mi hai rivelato il tuo punteggio.
  —Hai perso: ti ho mentito.
  —Non puoi, sei una fata.
  —Posso: sono un mezzosangue. Un mezzosangue con in mano un poker di Re.
  —Vedere.
  Il ragazzo mostrò le carte e prese i soldi mentre la Shadowhunters lo fissava interrogativa. –che hai da guardare?— le chiese.
   —Voi fate non vi fate problemi sul sangue di qualcuno?
  —Sono i Nephilim che discriminano in base a questo… anche se in certi casi è davvero utile.
  —Io ho sempre pensato che fosse orribile.
  —Sì, ma pensa ad un branco di lupi mannari che entrano nella Città di Diamante. Prenderebbero armi sante e farebbero strage di vampiri. Se questo succedesse sarebbe guerra fra le varie specie di Nascosti e bisognerebbe scoprire con chi è più utile allearsi! Dunque la guerra diventerebbe su scala molto più larga, ed il mondo invisibile potrebbe essere scoperto dai mondani… sarebbe un guaio, non trovi? Ed invece non succederà mai, perché solo chi ha del sangue di angelo può entrare nella Città di Diamante. Chiaro?
  —Limpido, ma non si scatenerebbe la guerra se i mannari non cercassero di uccidere i vampiri… mentre cercano di farlo solo per via del sangue!
  —Non capisco il tuo ragionamento…
  —È perché non vuoi ammetterlo…
  —Io non voglio ammettere che ci sono difetti nella TUA razza? Già solo che tu ne faccia parte è uno sbaglio!
  —Potrei anche offendermi… ed in questo caso le cose non si metterebbero bene per te.
  —Parli come Zoe.
  —Rimangiati quello che hai detto!— strillò Lottie con gli occhi che cominciavano a riempirsi di lacrime.
  —Ops… ho fatto una gaffe. Scusami…
  Il membro del Popolo Fatato abbracciò la Nephilim, mentre lei sei sforzava di non scoppiare a piangere come una fontana, cosa che succedeva una volta su due che le veniva ricordata la morte di sua madre.
  All’improvviso i due vennero raggiunti da una voce di Nephilim. —Ma che bel quadretto… voi non eravate incaricati di sorvegliare questo punto di strada?
  —Forse… ma prima ho due domande da fare.— disse il membro del Popolo Fatato. —La prima è che Rei sarebbe dovuta rimanere in casa di Bradford…
  —E la seconda?— Chiese quest’ultima, che stava lì con accanto il proprio parabatai.
  —Chi è il ragazzo affianco a te?
  Phineas lo guardò come se non capisse di cosa stesse parlando, poi si rese conto di non essersi presentato. —Piacere! Sono Phineas Graymark, parabatai della magnifica ragazza al mio fianco,-
  —Non farti strane idee, Graymark.
  —Sai di non essere il mio tipo. Comunque, dicevo… siamo qui perché pensavamo che Jamie e Brad sarebbero bastati a difendere una casa che non sarebbe nemmeno stata attaccata! Non trovate?
  —Le ultime parole famose…— bofonchiò Lottie fra i denti.
  —Je pense que n’est pas gentil que tu as dit…
  —Parli francese?— chiese la ragazza quasi allibita. —Qui…
  —Me l’ha insegnato mio fratello… Roger Graymark.
  —ROGER? Quel Roger Graymark? Sai per caso se ultimamente ha avuto contatti con Alexandre Applegray?
  —Oui… Est-ce que tu sais qui est-il?
  —Certo che lo so… è mio cugino!
  —Tuo cugino? Mio fratello esce con tuo cugino?
  —Ragazzi… mi dispiace interrompere il vostro entusiasmante discorso,— cominciò a dire Delner. —Ma teoricamente siamo sul lavoro!
  —Stavate giocando a POKER!— Esclamò Rei quasi indignata. —Anche se sono d’accordo con lui. Potreste fare fra un po’ l’albero genealogico? Ho un brutto presentimento… non so il perché!
  —Curioso, detto da una ragazza con i capelli rosa.— disse con noncuranza Delner, fissando la chioma della mezza fata. —Anche se provo per te un moto di solidarietà… anche io sono in parte fata, ma nel mio caso servo il Popolo Fatato ed è di fata il sangue dominante. Mentre di fronte a me vedo una Shadowhunter…
  —Complimenti, ottimo intuito. Ma che cos’hai contro i capelli rosa?
  —Non ha nulla contro i capelli rosa.— si intromise Lottie. —Vero?
  —Nah… penso solo che sia curioso che una persona non abbastanza lungimirante da capire che sarebbe stata orribilmente con i capelli rosa possa avere un qualsiasi tipo di presentimento.
  —Questo è un colpo basso!— strillò Rei indignata. —I miei capelli rosa sono meravigliosi!
  —Je pense que mi state ignorando.— disse Phineas.
  —Non parlare metà in una lingua e metà in un’altra… Ce n’est pas bien.
  —Pourquoi?
  —Parce-que…
  —Siete pregati di parlare in una lingua nota ai presenti, s’il vous plait.
  —Allora vedi che il francese lo parli anche tu!
  —Penso che potrei mettermi a parlare in lingue demoniache a voi sconosciute, se non la smettete.— Sbuffò Delner. Alzò gli occhi al cielo e poi si guardò intorno. —Ho sentito un rumore!
  —Che cosa?— chiesero gli Shadowhunters, subito all’erta e tirando fuori le armi.
  —Non lo so… ma mi pareva un ululato.
  —Un ululato a basso volume?
  —Esattamente… c’è un Lupo nelle vicinanze, forse due… e non credo bene intenzionati.
  —Che cosa te lo fa pensare?
  —Siete Shadowhunters, i Nascosti vi odiano per principio!
  —Anche tu?
  —Io lavoro con voi e conosco gli Shadowhunters come sono veramente, ma se non lo facessi sono sicuro che sarei anche io così. Siete odiati i modo particolare dagli immortali, perché spesso molti di voi non ricordano lee offese fatte centinaia di anni prima… mentre noi immortali ricordiamo tutto. Sempre.
  Silenzio. Tutti si erano resi conto del peso di quelle parole ma non osavano continuare a parlarne rischiando di abbandonare la guardia. Otto paia di orecchie erano tese fino a quando non si udì rumore di un ringhio: Lupi. Quella era la conferma. Lottie iniziò immediatamente a far capire che non aveva intenzione di negoziare lanciando uno dei suoi coltelli. L’arma attraversò l’aria ed andò a conficcarsi in un muro del vicolo che vedevano dal tetto su cui stavano. Il colpo causò un nuovo ululato e la comparsa di un quintetto di lupi sul tetto. Appartenevano evidentemente allo stesso branco perché guardarono l’animale più grosso e questi fece un cenno con il capo. Trasformiamoci. I cinque presero rapidamente forma umana e si mostrarono come un gruppo piuttosto pericoloso, ma evidentemente della stessa famiglia (avevano gli stessi occhi castano chiaro), cosa che li rendeva contemporaneamente più vulnerabili e più affiatati. Lottie sbuffò.
  Il primo era molto alto, quasi un metro e novanta, e con un fisico da palestrato. Indozzava una camicia candida e dei pantaloni di tuta blu scuri, come gli altri. Quella strana uniforme gli dava un’aria ancora più simile, così gli Shadowhunters e Delner cercarono di assimilare il più possibile le differenze fra i Licantropi. Ognuno di loro aveva una pettinatura diversa: il primo portava i capelli neri a spazzola; il secondo li aveva tinti di un rosso quasi innaturale ed erano “strategicamente” scombinati; il terzo li aveva grigio-scuro e tirati all’indietro, raccolti in una coda bassa e indossava gli occhiali da sole; il quarto li aveva biondi e con un ciuffo sparato in alto mentre il quinto li aveva quasi bianchi e cortissimi. Lottie li fissò tutti con intensità, cercando di capire se qualcuno di loro fosse o fosse parente dell’assassino di sua madre. Nulla, nemmeno di vagamente simile. Sbuffò, mente prendeva dal cinturone il proprio aegis, un pugnale temprato in sangue di angelo. A quella vista uno dei lupi ringhiò, ma fu fermato del primo.
  —Che cosa volete da noi?— chiese quest’ultimo, anche noto come Prectnell Heberswalde.
  —Sapere che cosa ci fate qui.— fece immediatamente Phineas. Aveva tirato fuori il suo spadone e lo stava puntando al collo del quinto lupo –Ecne Heberswalde. All’improvviso, però, si sentì il trillo di un telefono. Quello di Rei. La ragazza rispose immediatamente, e la prima cosa che gli latri sentirono u un gridolino. Passò qualche secondo, in cui tutti i presenti erano tesi: sei i Lupi avessero attaccato, avrebbero vinto. Ma non lo fecero. Aspettarono, aspettarono, aspettarono.
  Quando chiuse il telefono, Rei era pallida come un cencio. —Hanno attaccato casa di Brad, non so chi sia morto e chi no. L’unica cosa che ho udito è stato uno strillo e lo stregone che diceva: «Ci stanno attaccando, tornate.» Poi nulla.
  Immediatamente tutti si fecero seri, le inimicizie per un momento placate. Chi attaccava la casa di uno dei più famosi stregoni di New York e… che rapporto avevano quei Nephilim e quel membro del Popolo Fatato con lui? I Lupi non lo sapevano.
  Non ci volle molto che Delner spiegasse quello che stava succedendo e del potenziale nuovo nemico ai Licantropi, ed immediatamente questi ultimi decisero di aiutare, cosa accolta con calore da tutti tranne che da Lottie. Poco dopo, però, Nephilim e Nascosti si erano decisi a correre verso la casa…  almeno lo avrebbero fatto. Purtroppo, sentirono alle loro spalle una voce suadente ma inumana… la voce di uno fra i più famosi demoni Asmodei. Aknàthon, signore degli elementi. Padre demoniaco di Drake. Uno fra i peggiori nemici di Shadowhunters e Nascosti, quando compariva… e casualmente, era comparso in quel momento. Tutti imprecarono, mentre il demone parlava.
  —Sapete… io non credo proprio che andrete a soccorrere i vostri amici. Mi hanno dato un buon pranzetto di ricordi purché venissi qui… ed io non sono un ipocrita! Nono! Io adesso assolverò il mio compito da bravo bimbo e banchetterò con le vostre carni!
  —L’unico sangue che vedrai sarà il tuo!— gridò il terzo lupo –Ashnow Heberswalde- mentre si scagliava sul demone e veniva gettato malamente a terra da una folata di vento.
  —Non si fa così! Nono! Non si attacca senza il mio via! Potete te cominciare…— disse, mentre bloccava in un cerchio di fuoco i presenti. —…ORA!
  Sembrava un bambino che si apprestava a spacchettare un regalo, ma un’espressione di falsa preoccupazione si dipinse sul suo viso quando vide che stava venendo attaccato.
  —Ops!— fece, mentre bloccava con folate di vento i Nephilim. —Come farete ora?
 

Spazio autore

Ebbene, il nemico si è fatto notare… e dispone di mezzi davvero potenti! Come vedete in questo capitolo sono tornati i vostri OC… e spero anche che questo –sudatissimo- capitolo vi sia piaciuto, se sì o anche se volete dare critiche recensite…. Per favore! Mi fate felice! Ora vi lascio che sono di corsa e… ciao!
LordPando
   
 
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