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Autore: Miss Smoaky Arrow    03/04/2017    3 recensioni
“Ci sono due forze motrici fondamentali: la paura e l’amore. Quando abbiamo paura, ci ritraiamo indietro dalla vita. Quando siamo innamorati, ci apriamo a tutto ciò che la vita ha da offrire con passione, entusiasmo, e l’accettazione.” (John Lennon)
Raccolta di Olicity one-shot, non per forza correlate tra loro, ma con tema principale la "paura". Vedremo i nostri Oliver e Felicity affrontare alcune paure, di qualsiasi tipo. Accetto volentieri qualsiasi idea o prompt, se ne avete qualcuno, non abbiate timore, fatemelo sapere 😉. Sto cercando di mettermi alla prova e spero di poter soddisfare le vostre richieste.
Dal primo capitolo, Paura I
“Oliver! Ti prego!” l’urlo di Felicity lo aveva raggiunto come un pugno allo stomaco.
Era terrorizzata, la sua voce era alta e tremante. Sentiva chiaramente la paura nel suo tono. E il panico si impossessò di lui. Il mondo per un attimo cessò di muoversi. Sentiva l’eco del suo urlo rimbombare nelle orecchie.
Il suo cervello reagì in un secondo. Un solo pensiero.
Pericolo.
Felicity era in pericolo...
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti 😊 questa è il mio secondo lavoro, e in assoluto la prima volta che mi cimento nell’Olicity. Ho letto tantissime delle meravigliose fanfiction su questo sito e penso ci siano degli autori stupendi, senza contare che in generale in fandom è veramente straordinario. Giusto per chiarire, cito mooolto superficialmente alcuni fatti della quinta stagione, ma nessun grosso spoiler. Dato che sono una novellina spero che siate pazienti e se trovate qualche errore, vi prego perdonatemi. Sono veramente eccitata e un po’ in ansia, spero apprezzerete il mio lavoro.
Vi lascio al primo capitolo della raccolta, buona lettura.
 
PAURA I
 
 
Oliver Queen, dopo molto tempo poteva dire di essere completamente e irrimediabilmente felice. Era completo. Aveva tutto. Ai suoi occhi la sua vita non poteva essere più completa.
 
Dopo diversi anni di lotta per le strade, ma soprattutto con se stesso, aveva ottenuto ciò che in realtà ha sempre cercato. Una casa, amici fedeli, una famiglia e la possibilità di fare del bene per tutta la città. Se tanti anni prima qualcuno gli avesse detto che avrebbe portato giustizia non solo con arco e freccia, gli avrebbe riso in faccia.
 
Ma ora, lui era il sindaco di Star City.
 
Ormai al suo secondo mandato, Oliver era diventato più consapevole e fiducioso delle proprie capacità. Aveva dimostrato al consiglio, alla città e soprattutto a se stesso, che Oliver Queen era il sindaco che Star City meritava. In più quando il suo lavoro dietro la scrivania non bastava, andava al Covo, metteva il cappuccio e con la squadra a coprirgli le spalle, catturava ed portava in carcere, tutti quei criminali che continuavano a sfuggire alla polizia.
 
Si, Oliver Queen era un uomo soddisfatto e felice.
 
Tuttavia niente di tutto questo sarebbe possibile senza di lei. Felicity Smoak.
 
Lei era la sua luce. E dopo tutto ciò che era successo con Pandora e l’Helix, Oliver aveva realizzato, che anche lui era la luce di lei.
 
Lui era il suo eroe tanto quanto lei era il suo.
 
Nessuno dei due era perfetto, ma entrambi si completavano e si amavano. Erano semplicemente fatti l’uno per l’altro. Molto era successo tra di loro, ma erano riusciti finalmente a ricongiungersi, con grande piacere di tutta la squadra. Avevano parlato, e parlato e parlato. Avevano chiarito tutte quelle cose che erano rimaste in sospeso tra loro, trovando una soluzione per tutto.
 
E di certo nessuno fu sorpreso quando nemmeno un mese dopo, Oliver annunciò che le aveva fatto la proposta (di nuovo), e che lei aveva detto di sì (di nuovo).
 
La risposta sarebbe sempre stata .
 
Il giorno del matrimonio Oliver non poteva fare altro che sorridere e guardare con occhi pieni di amore quella meravigliosa donna che non poteva fare altro che amare.
La cerimonia fu qualcosa di intimo e molto romantico, solo amici e parenti stretti.
E quel giorno, Oliver era semplicemente felice.
 
Abitare con Felicity, non era una novità, non lo trovava strano o difficile. Anzi, essere con lei, nella loro casa, gli aveva dato quel senso di assoluta sicurezza che ormai da anni non provava.
 
Lei era casa, lei era luce, lei era felicità.
 
Ed era sua.
 
Oliver non avrebbe mai definito la sua vita definita “perfetta”. I cattivi continuavano ad attaccare la città, ladri e rapinatori non prendevano pause e i bassi fondi della città pullulavano di criminali. E anche in ufficio a volte il Sindaco Queen doveva affrontare problemi su problemi, che fossero amministrativi o politici. Ma di una cosa Oliver era certo, a casa si sarebbe ricongiunto con la sua bellissima e straordinaria moglie.
 
E anche quando capitava qualche litigata tra i due, entrambi sapevano che non ci sarebbe volto molto tempo perché trovassero il modo di fare pace, e la cosa di solito si concludeva tra gemiti di piacere e lenzuola sudate.
 
Sebbene avessero passato molto tempo insieme, Oliver amava quando scopriva qualcosa di nuovo di Felicity. Ad esempio dopo il matrimonio aveva notato che Felicity quando era nervosa per qualcosa aveva preso da lui il tic di strofinare tra loro il pollice e l’indice.
Oppure aveva scoperto che la donna amava cambiare la foto sfondo del cellulare almeno una volta al mese, di solito erano loro due insieme ma aveva visto anche foto buffe di lei con John o Lyla, oppure con qualche altro membro del team.
 
Tuttavia ciò che aveva scoperto una notte sei mesi dopo il loro matrimonio, lo aveva portato quasi sul punto di avere un infarto.
 
La giornata in ufficio era stata estenuante, e Oliver non vedeva l’ora di passare la serata a casa con sua moglie. Aveva mandato un messaggio al team dicendogli di prendersi una serata libera, e la notizia fu accolta da tutti con gioia. Erano giorni che pattugliavano incessantemente le strade alla ricerca di alcuni spacciatori che avevano portato in città una nuova e molto pericolosa droga.
 
“ Felicity? Sei a casa?” chiese non appena entrò in casa, poggiando le chiavi sul tavolino all’ingresso.
 
Era una domanda un po’ sciocca, sapeva che era a casa. Aveva ricevuto un messaggio da parte sua qualche ora prima, in cui lo informava che sarebbe tornata a casa prima dal lavoro, perché voleva mettere a posto la stanza degli ospiti. Nel giro di un paio di giorni sarebbe venuta a trovarli Donna (Dana) nella loro nuova casa per la prima volta, e Felicity voleva mettere tutto in ordine prima dell’arrivo della madre. Felicity non era molto entusiasta di quella visita, ma Oliver sapeva che in fondo la madre le era mancata molto. D’altro canto lui non vedeva l’ora di rincontrare la suocera, la trovava così vibrante e solare come sua moglie, e contemporaneamente rivedeva in lei quella figura materna che a volte gli mancava così tanto. Felicity lo sapeva, e per questo accettava di buon grado la complicità che si era creata tra di loro.
 
“ Oliver? Ciao! Si, sono qui in camera, scendo tra poco!” la voce proveniva da piano superiore, e sembrava un poco affaticata.
 
“ Ti serve una mano, tesoro?” si offrì lui.
 
“Direi di no, penso di aver fatto tutto, ma grazie! Era veramente un casino, sai? C’erano alcuni scatoloni ancora chiusi dal trasloco! E polvere!! Polvere e nient’altro che polvere! Penso di aver pulito qui dentro solo il giorno in cui ci siamo trasferiti! Ah e poi non crederai cosa ho trovato in uno degli scatoloni! Pensa … un tuo vecchio album di fotografie! Dopo dobbiamo sederci e sfogliarlo, Dio, tu e Thea eravate così carini da piccoli!! Comunque mi manca poco, perché non inizi ad ordinare qualcosa da mangiare” 
 
A quelle parole Oliver non poté fare altro che sorridere. La sua Felicity, sempre scoppiettante.
 
“ Okay, ma se vuoi posso cucinare qualcosa io”
 
“ Nooo, so che hai avuto una giornata pesante, ordina qualcosa e poi vai a guardare qualche roba di sport in tv, ti raggiungo tra pochissimo, promesso” rispose lei.
 
Anche se c’era un piano di distanza, Oliver sentiva come le si era ammorbidita la voce, si preoccupava per lui. In quel momento era tentato di andare da lei e baciarla senza senso fino a farle scordare qualsiasi polvere o foto, ma si trattenne. Pensò invece che sarebbe stato meglio ordinare il cibo, per farle trovare la sua pizza preferita non appena fosse scesa. Dopo la mattinata in ufficio, lei era tornata a casa a sistemare la camera, si meritava di certo una bella pizza ai peperoni, e lui le avrebbe servito il miglior dessert del mondo. Un sudato e molto piacevole dessert.
 
Sorridendo al pensiero della serata che li attendeva andò in cucina, per prendere il menù della pizzeria. Una volta che aveva fatto il suo ordine, si voltò per andare in sala ed aspettare la moglie, ma non aveva fatto un passo fuori dalla cucina quando…
 
“Oliver! Ti prego!” l’urlo di Felicity lo aveva raggiunto come un pugno allo stomaco.
Era terrorizzata, la sua voce era alta e tremante. Sentiva chiaramente la paura nel suo tono. E il panico si impossessò di lui.  Il mondo per un attimo cessò di muoversi. Sentiva l’eco del suo urlo rimbombare nelle orecchie.
 
Il suo cervello reagì in un secondo. Un solo pensiero.
 
Pericolo.
 
Felicity era in pericolo. 
 
Si girò, afferrò il primo coltello che vide sul balcone e in poche falcate raggiunse le scale.
 
“Felicity!” gridò a sua volta giunto in cima alle scale, non più di cinque secondi dopo averla sentita gridare. Aveva fatto le scale di corsa. Era teso e pronta ad attaccare chiunque avesse provato a farle del male.  Nella sua mente correvano diversi scenari, e uno peggio dell’altro. Internamente pregava di arrivare in tempo. 
 
“Felicity! Dove sei!?”
 
“Oliver…” questa volta era un sussurro. Ma lui lo sentì chiaramente e si precipitò verso la stanza degli ospiti. Girato l’angolo la scena che lo accolse lo destabilizzò.
 
Una Felicity tremante era in piedi nel corridoio di fianco all’entrata della stanza, con le spalle al muro, le mani sulla bocca e gli occhi chiusi. Oliver non ci capiva più nulla.
 
Dov’era la minaccia, l’aggressore? Nella stanza degli ospiti?
 
 Immediatamente Oliver corse davanti alla stanza, coltello in mano e pronto a combattere. Ma ancora una volta, nulla. La stanza era vuota, e a parte alcune scatole aperte sul pavimento, non c’era niente se non il letto e alcuni mobili. Confuso, e ancora in modalità Green Arrow, si girò verso Felicity, la quale non si era mossa di un millimetro. Piano le si accostò e fece per toccarle il gomito, ma con suo enorme stupore lei si allontanò spaventata, spalancando gli occhi. Quello che vide in quegli oceani blu erano lacrime e terrore.
 
Dopo aver sistemato il coltello nella cintura dei pantaloni, in caso dovesse utilizzarlo in seguito, Oliver alzò le mani mostrandole che non l’avrebbe toccata, ma tenendo gli occhi fissi sui suoi. Era preoccupato, non si era mai allontanata da lui in quel modo. Tremava come una foglia, ed era sul punto di piangere.
 
“Felicity?  Tesoro… sono io, Oliver… “ non fini la frase che lei si riprese dal suo stato di shock. Oliver notò che riprese lucidità. Tremava di meno, le spalle si erano leggermente rilassate, e nei suoi occhi vide che lo aveva riconosciuto. Tuttavia non aveva fatto un passo verso di lui.
 
“Felicity…” inizio lui in modo calmo e con tono pacato, non sapeva cosa stesse succedendo ma di certo doveva mantenere il sangue freddo “… tesoro, cosa è successo?” teneva ancora le mani in alto, immobile, e con voce poco più forte di un sussurro.
 
“Niente…” Oliver tutto si aspettava che questa risposta, e dopo un grande sospiro che le permise di riprendere il controllo di sé Felicity continuò “ … niente, non è niente”
 
“Fe-li-ci-ty?”
 
“Oliver, davvero non è nulla” sembrava più calma, ma le sue mani continuavano a tremare, e gli occhi continuavano a passare da Oliver alla porta della stanza.
 
Oliver non capiva più nulla, e la sua confusione diventò presto esasperazione.
 
“ Cosa. È. Successo? C’era qualcuno? Hai visto qualcosa?”
 
“Oliver, no … non… è sciocco…” gli si era avvicinato, con grande sollievo di Oliver, ma se mentre parlava lo guardava fisso, non appena fini la frase, i suoi occhi ancora umidi tornarono alla porta per un momento.  
 
Quelle parole calmarono anche Oliver, se era qualcosa di “sciocco”, probabilmente non era nulla di mortalmente pericoloso, ma se aveva spinto la sua forte Felicity ad urlare, tremare e sul punto di piangere, non poteva di certo essere nulla.
 
“Felicity, ti prego. Hey guardami. Nulla che ti possa spaventare è sciocca. Sono qui , qualunque cosa sia. Una minaccia mortale o meno. Ti difenderò da qualsiasi cosa, non importa cosa”
 
Sarà stata la determinazione negli occhi di lui, o la serietà nelle sue parole, ma Felicity si convinse a parlare, o meglio a sussurrare qualcosa.
 
“Ragno…”
 
Se Felicity non fosse stata meno di mezzo metro da lui, Oliver non avrebbe mai capito ciò che aveva detto.
 
“Ragno? Cosa vuoi dire?”
 
“c’è un ragno, nella scatola...” la sua voce era ancora bassa, e ora non lo stava più guardando. Oliver non sapeva cosa pensare. Lei si stava … vergognando?
 
“Felicity, amore della mia vita…. Hai paura dei ragni?” disse con calma mentre la abbracciava.
 
“Mhmmm si…. Sono orrendi, tutti neri, con otto zampe, sono insetti, o meglio aracnidi, ma sono pelosi…oh dio che schifo! Ogni volta che ne vedo uno, ho come l’impressione che centinaia di ragni mi camminino addosso, andando ovunque. So che da donna adulta non dovrei aver paura di loro, dovrei essere coraggiosa e non cadere nel solito stereotipo della donna spaventata dagli insetti ma io…” mentre parlava, Felicity teneva lo sguardo fisso sul pavimento e per un attimo la vide rabbrividire alle sue stesse parole. Ora finalmente la situazione gli era chiara. Aveva visto un ragno e si era spaventata, quando le si era avvicinato era ancora presa nella sua “illusione” e probabilmente il suo tocco l’aveva spaventata ancora di più. Oliver con un gesto delicato la costrinse ad incontrare i suoi occhi dove vi poteva chiaramente leggere terrore, agitazione e vergogna.  
 
“Felicity…” disse von un sorriso dolce. Ma subito lei abbasso il viso.
 
“… E non ridere di me! Non lo posso controllare, mi dispiace averti fatto spaventare ma mi fanno veramente orrore. Lo so che tu, con tutta la faccenda dell’isola, non avrai di certo paura dei ragni e degli insetti, ma io non riesco a sopportarli. Scusami, sono una vera idiota…”
 
Felicity era ormai più rilassata, e aveva appoggiato la testa contro il petto del marito. Oliver non poteva trattenere il sorriso, non perché pensasse che la moglie fosse veramente un’idiota, ma perché un misero ragno era una minaccia molto facile da gestire, ed era contento di poter aiutare la sua splendida amata a sentirsi più sicura. Rilasciando tutta la tensione, inizio a strofinare le braccia della sua ragazza.
 
“ Felicity, amore della mia vita, ora ascoltami attentamente. Nessuno può chiamare mia moglie “idiota”, nemmeno mia moglie stessa, perché sono più che sicuro che tu sia un genio certificato. E se pensi che io possa pensare che tu sia un’idiota perché hai paura di un ragno, non mi conosci affatto. Si, sull’isola ho affrontato anche insetti e ragni, e fidati dopo poco ho capito che quelli non erano le cose più spaventose…”
 
“Visto, sono un’id…”
 
“ … ma…” non permettendole di interromperlo “ … il mio compito come marito è quello è proteggerti e consolarti, non importa quale sia la minaccia. Per te affronterei un esercito di soldati, di mostri o di ragni. E il fatto che tu abbia paura di un ragno dopo tutto quello che hai visto da quando sono entrato nella tua vita, mi fa solo capire quanto tu sia straordinaria. Sei rimasta te stessa, dopo tutto ciò che hai affrontato. E sinceramente ti trovo ancora più adorabile, anche se cadi nel solito stereotipo della donna spaventata dai ragni. Perché tu, per me, hai affrontato innumerevoli minacce, e sei senza dubbio una delle donne più coraggiose che io conosca. “
 
“ Come fai a saper dire la cosa giusta sempre? “ ora lo stava guardando, e gli mostrava un sorriso splendente.
 
“Ho imparato da te. Ora mi vuoi dire cosa è successo?”
 
Lei stava bene, la “minaccia” era più che gestibile. E lui era di nuovo in se.
 
“ Stavo sistemando le ultime due scatole, quando all’improvviso è spuntato fuori un ragno gigante, ho perso la testa e ti ho chiamato…. E non ridere… era veramente gigante!” lui stava sorridendo, ma anche lei non poteva rattenere un sorriso, passata l’irrazionale paura, ora poteva lasciarsi andare.
 
“ Scusa, scusa… va bene, allora che ne dici se ci sbarazziamo del ragno?”
 
Ci ? Oh Oliver, io non rientro in quella stanza finché non sarà completamente Ragno-free” disse lanciandogli un’occhiataccia.
 
“okay, okay… dimmi dove l’hai visto l’ultima volta e mi occuperò di lui”
 
“ Sulla scatola più vicino alla porta, ma forse ora si è mosso… quindi controlla bene ovunque, anche sotto i mobili, e negli angoli! “ il suo tono era serio, ma Oliver non poteva che immaginarsi una piccola Felicity chiedere a Donna di controllare tutta la stanza per cacciare qualsiasi ragno. Pensò che forse un giorno anche lui avrebbe dovuto controllare la stanza di una principessa impaurita dai ragni. Il pensiero gli scaldò il cuore, ma aveva una missione da portare a termine.
 
“ va bene, tranquilla, mi assicurerò che muoia” disse mentre si allontanava verso la porta, ma si voltò, quando la donna lo richiamò
 
“ Oliver, aspetta… se non è indispensabile, non ucciderlo…. Solo… buttalo fuori dalla finestra, e assicurati che non ce ne siano altri!”
 
Oliver non era sorpreso, la sua Felicity non cambiava mai, sempre tentando di salvare tutti. A quelle parole, e alla vista di un sorriso timido sulle sue labbra, Oliver torno indietro e le diede un dolce bacio. Non indugiò molto sulle sue labbra, aveva un ragno da cacciare.
 
Entrato nella stanza, Oliver si diresse verso la scatola incriminata. Si accuccio davanti ad essa e la apri lentamente.
 
Ed eccolo lì, proprio su una vecchia coperta di Felicity. Un ragno grasso e, se Oliver dovesse essere sincero, anche abbastanza grande. Solo il corpo misurava circa 5 centimetri e le zampe altrettanto, era peloso e nero.  Non ne aveva paura, capiva che quell’esserino non avrebbe potuto far del male a nessuno, ma poteva ben intuire perché Felicity avesse timore. Mentre si muoveva per far scivolare il ragno sulla mano, si chiese distrattamente se ci fosse un trauma reale dietro questa paura. Si ripromise di chiederle se da piccola avesse avuto un incontro ravvicinato con qualche ragno realmente pericoloso.
Arrivato alla finestra aperta, fece cadere il ragno vicino ad uno dei rami dell’albero lì vicino.
 
“ Fatto?”
 
La voce di Felicity lo raggiunse quasi come un sussurro. Era allo stipite della porta, ma si teneva ben lontana dall’entrare.
 
“ Il ragno è andato. Dovrei controllare…”
 
“ Si! Si! Controlla… ecco… bravo” fece uno scatto e si allontanò nuovamente dalla stanza.
 
Oliver sbuffò una risata. Era adorabile.
 
Controllò qualsiasi angolo e sotto tutti i mobili. Non le avrebbe mentito dicendo di averlo fatto, per quanto la cosa potesse sembrare futile, voleva veramente che lei si sentisse sempre al sicuro.
 
“ Via libera. La stanza è Ragno-free”
 
Felicity si affacciò alla porta con un sorriso.
 
“ Sapevo di aver sposato un eroe. Grazie”
 
Per un momento non fecero altro che guardarsi negli occhi. Lei lo guardava con simpatia e amore. Per quanto stupida la sua paura potesse essere, era così felice che lui avesse assecondato le sue richieste. Era veramente un eroe. Meglio ancora, era suo marito, sempre lì per lei.
 
Dal canto suo, Oliver pensava alle sue parole. Sì, era un eroe. Ma in quel momento era semplicemente il suo eroe. Ciò che aveva sempre voluto.
 
“ Per te sempre, ti amo”
 
“ Ti amo anche io, oggi un po’ di più”
 
“Ah si? “ disse Oliver avvicinandosi lentamente a lei.
 
Improvvisamente l’umore era cambiato. L’aria era diventata carica di eccitazione e lussuria.
 
“Si, e penso che dovrei fare qualcosa per dimostrarti tutta la mia gratitudine” e fece un passo verso di lui.
 
Ormai erano ad un soffio l’uno dall’altro. I loro respiri si mescolavano. Oliver poteva sentire il dolce profumo dello shampoo della moglie, che si amalgamava con la fragranza che era unica di Felicity. Vide che gli occhi di lei continuavano a fissare le labbra. Voleva essere baciata e baciarlo senza fine. E di certo lui non voleva di meno.
 
“ Penso anche io, e quale dovrebbe essere la mia ricompensa? “ le labbra ormai si sfioravano. I loro respiri si mescolavano. I loro sussurri erano diventati quasi gemiti.
 
“ beh , stavo pensando che potrei indossare quel nuovo completino verde che…”
 
DRIIIIIIN DRIIIIN
 
Un sospiro frustrato fuoriuscì da entrambi e si allontanarono di pochi centimetri. Anche se non si erano baciati dovettero comunque riprendere fiato.
 
“La pizza” disse Oliver, continuando a guardarla.
 
“ Già, dovremmo scendere…”
 
“ Già “
 
Il viso di Oliver cadde. Voleva baciarla, ma soprattutto voleva fare altro. Solo alla menzione di quel dannato completino intimo verde, che lei aveva comprato la settimana scorsa, si era eccitato. Lo aveva visto solo nella busta della boutique, e già aveva iniziato a pensare a tutte le cose sporche che avrebbe potuto farle mentre lo indossava, e dopo averglielo strappato di dosso.
 
La risata di Felicity lo distrasse dai quei pensieri. Le sue pupille erano ancora dilatate, anche lei era eccitata, ma c’era anche un certo divertimento nei suoi occhi.
 
“Aww, non ti preoccupare… continueremo questo discorso, dopo cena… a letto” disse lei ammiccando.
 
“ti prendo in parola, Sig.ra Queen” rispose con un sorriso “Ora, andiamo. Il fattorino si starà domandando dove siamo”
 
Detto questo, superò Felicity e fece per uscire dalla stanza, quando venne fermato dalla mano della donna che gli prese la sua, facendolo girare. Non fece in tempo a girarsi completamente che lei lo stava baciando. Come prima quello era un bacio dolce, lento ma che trasmetteva amore, passione e gratitudine. Si staccarono subito, non durò molto.
 
Mentre continuava a fissarlo negli occhi, Oliver sentì la moglie sussurrare “ Grazie per avermi salvato”
 
Lui non rispose, non ce ne era bisogno. Continuava a fissare quegli splendidi occhi azzurri, sorridendo.  Sapeva che lei poteva leggere ciò che avrebbe voluto dire nei suoi occhi.
 
 Tu mi salvi ogni giorno.
 
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Quella notte dopo che Oliver le aveva strappato di dosso il completino verde che ormai era dimenticato ai piedi del letto, entrambi giacevano sotto le lenzuola avvinghiati. Uno tra le braccia dell’altra. In quel momento Oliver, mentre ascoltava il regolare respiro di Felicity, fece nuovamente una promessa a se stesso. L’avrebbe protetta da tutti e da tutto.
L’indomani avrebbe controllato ogni centimetro della casa, nessun ragno avrebbe più spaventato sua moglie.
 
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ANGOLINO DELL’ “””””AUTRICE”””””
Se siete arrivati fin qui, grazie grazie grazie!
Spero vivamente che la lettura vi abbia strappato un sorriso. Forse vi aspettavate qualcosa più angst, o pauroso, ma ho pensato che come prima volta sarebbe stato più facile per me scrivere un po’ di tenerezza.
Ho in mente un seguito, o meglio un antefatto, di questa one-shot, una spiegazione per la paura di Felicity, e in quella penso di metterci un po’ di angst in più.
Se avete qualche idea o prompt con tema la paura di qualsiasi tipo, vi invito a scriverlo nei commenti. I protagonisti saranno sempre Oliver e Felicity, ma sicuramente compariranno e avranno voce molti altri personaggi dell’Arrowverse. Sto cercando di uscire dalla mia zona di comfort, ho letto fanfiction sia in italiano che in inglese, e vorrei cimentarmi un po’ nella scrittura a mia volta.  Cercherò di accontentare chiunque voglia mandarmi un prompt. Il rating potrebbe cambiare, ma avviserò sempre in quel caso.  
Domandina… ho cercato di inserire un’immagine alla fine del testo, ma non so se si vedrà , sapete se è una cosa fattibile?
Vi prego fatemi sapere cosa ne pensate, anche due righe sarebbero molto più che apprezzate. Qualsiasi critica o commento è accettato di buon grado. Un bacione a tutti!
 
M.S.A.
 
p.s. E se qualcuno se lo sta domandando, sì, io ho un terrore paralizzante dei ragni, e l’idea di questa storia mi è venuta subito dopo averne trovato uno gigante in camera mia. Purtroppo non c’era nessun Oliver a consolarmi e mi sono dovuta “accontentare” di mio padre ☹ 😃.
  
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