Complete
I
September
1, 1979
Non
aveva mai trovato l'arredamento così interessante come in
quel
momento. Solitamente non era un ragazzino che si lasciava prendere
dall'imbarazzo ma dopotutto nemmeno lui era più tanto sicuro
di come
fosse fatto. Non era timido, era schivo. Non era depresso, era
malinconico. Non era incosciente, era un tipo di vedute aperte.
Di
vedute talmente aperte da frequentare ancora quella gentaglia dopo
tutto il male che gli avevano fatto provare. E cosa faceva in quel
salottino borghese? Guardava la consolle, la libreria e addirittura
lanciava qualche sguardo orripilato alle tende. Orrende tende viola
che gli davano l'impressione di essere chiuso in una bara. Si sentiva
soffocato, stretto da quelle quattro pareti della stanza che
sembravano avvicinarsi sempre di più mano a mano che
passavano i
secondi.
«
Non vuoi dire niente?» Sua cugina lo fissò
invitandolo nella
discussione che si stava svolgendo tra sua madre e la zia. «
Non
vuoi dire davvero niente?». Se non avesse conosciuto
Bellatrix
talmente bene, avrebbe potuto scambiare il tono con cui gli si stava
rivolgendo per una supplica.
«
Cosa devo dire?» Alzò lo spalle sapendo che
qualsiasi cosa avesse
detto non sarebbe mai stato preso in considerazione o addirittura
ascoltato.
Se
fosse stato solo con la madre e la zia si sarebbe difeso un minimo,
ma adesso che gli occhi color pervinca di sua cugina lo fissavano,
sbattendo le ciglia di tanto in tanto, non sapeva cosa dire. Si
sentiva indifeso, esposto agli attacchi non-verbali di Bellatrix.
Sentirsi
così ormai non era una novità, semplicemente
doveva imparare a
convincersi che prima o poi avrebbe vinto anche una sola delle loro
sfide di sguardi.
«
Si sta discutendo del vostro futuro, Sirius. Gradirei una maggiore
partecipazione.» lo rimproverò sua zia Druella.
«
Non potete costringermi a fare qualcosa che non voglio.»
Rispose
prima di ricominciare a guardare le tende che ora sembravano ancora
più vicine.
«
Sirius, ne abbiamo già discusso ampiamente. Se non vuoi
essere
diseredato farai quello che vogliamo io e tuo padre.» Sirius
posò
lo sguardo su sua madre Walburga. « Comunque di questo tuo
futuro e
possibile matrimonio con Bellatrix se ne riparlerà
più avanti.
D'altronde adesso avete solo undici anni e domani comincerete
Hogwarts, quindi penso che per ora rimaniamo d'accordo
così.»
Anni
più tardi, Sirius Black non era più un ragazzino
facilmente
emozionabile. Non era più un bambino che non si sapeva
difendere.
Aveva diciassette anni e aveva appena chiuso con la sua intera
famiglia. Sapeva che non l'avrebbero diseredato per la sua decisione
di non sposare Bellatrix. Pensavano ancora che potesse esistere un
qualsiasi ente celeste in grado di poter cambiare l'atteggiamento
indisponente del loro primogenito.
Illusi,
pensò Sirius osservando le figure altere dei suoi genitori
che
accompagnavano il loro secondogenito alla stazione di Kings Cross per
cominciare un altro anno nella scuola di stregoneria di Hogwarts.
Il
suo sguardo s'incrociò per una frazione di secondo con
quello del
padre. Gli fece un gesto di saluto decisamente ironico e gli diede le
spalle salendo sul treno accompagnato dai suoi amici.
I
malandrini erano ormai l'unica cosa simile ad una famiglia che gli
rimaneva. Loro erano unici e non li avrebbe mai cambiati con nessun
altro. Forse avrebbe fatto anche meno del russare di James,
però.
«
Ciao Sir.» venne salutato freddamente non appena messo piede
sul
treno. Sua cugina Narcissa era diventata ancora più bella di
prima,
pensò. Peccato che non erano mai andati d'accordo. Avevano
caratteri
troppo contrastanti per poter affrontare una conversazione senza
cadere nell'imbarazzo o senza beccarsi occhiate sarcastiche a
vicenda.
«
Cissy.» La salutò lui freddamente. Lei
l'oltrepassò a testa alta
senza rivolgere nessun tipo di sguardo agli -discutibili, a suo
parere- amici del cugino. Vide distintamente la figura di Bellatrix
accostarsi alla sorella. La differenza tra le due era decisamente
palese. L'una bionda, dalla carnagione alabastrina e l'altra dalla
pelle più scura e una folta capigliatura corvina. Tra di
loro non
c'era mai stato spazio per Andromeda, la sorella senza particolari
qualità, che fungeva da collegamento tra di loro.
Bellatrix
guardò intensamente suo cugino e senza salutarlo
proseguì la sua
strada affianco a Narcissa.
«
Wow, Felpato. » commentò James con una mano che
era andata
autonomamente a spettinarsi i capelli.
«
Ogni anno il saluto che rivolgi alle tue cugine è oltremodo
entusiasmante.»
aggiunse Remus facendo ghignare Peter.
«
Ho litigato con Bellatrix.» Disse Sirius come se quella frase
andasse a sistemare tutte le questioni lasciate in sospeso. «
Furiosamente» aggiunse dopo un attimo di silenzio senza
riuscire a
smettere di fissare il punto in cui sua cugina era andata.
«
Tu e Bellatrix vi odiate proprio eh?» Chiese retorico Peter
senza
ottenere risposta.
Non
si odiavano. Il loro rapporto andava ben oltre quello stupido
sentimento. Sirius era convinto che Bellatrix fosse la sua
metà
mancante. Solo con lei si sentiva completo.
«
Perché avete litigato? » gli chiese James curioso
prendendo posto
nel primo scompartimento libero del treno.
Sirius
lo seguì e poggiò stancamente il bagaglio sulla
rastrelliera.
«
Non saprei.» rispose. « Un attimo prima
c'ignoravamo
tranquillamente e un attimo dopo mi stava insultando.»
«
E non è un comportamento normale?» chiese James
estraendo da una
tasca un pacchetto di caramelle e le offrì agli amici.
«
Non è normale. Non mi ha mai tolto il saluto! Nemmeno quando
i miei
mi hanno cancellato dall'albero genealogico.»
«
Ah.» fu l'intelligente risposta del suo amico.
« Sei
un arrogante pezzo di merda.» Commentò
accoccolandosi sul petto del
cugino.
« Ci vai sempre piano con i complimenti, eh?» Le
domandò
retorico mentre una mano saliva ad accarezzare i capelli della
ragazza in un gesto intimo che sembrava così usuale.
« Sempre e
comunque.» L'ombra di un sorriso le stava nascendo sulle
labbra
carnose che si andarono a posare sulla fronte di Sirius.
« Non è
normale che tu mi piaccia così tanto.»
Affermò lui tirandosi a
sedere sul divano di casa sua. Lei si spostò e raccolse le
ginocchia
al petto, mordendosi di tanto in tanto il labbro inferiore.
«
Non dovrebbe essere così. E' sbagliato.»
« Solo perché non
voglio sposarti per ordine dei miei genitori, non significa che non
ti voglia per me.» Aggiunse. « Voglio sposarti
senza imposizioni,
Bella.»
« Sei nel torto.» Alzò gli occhi da
terra per posarli
in quelli del cugino. Gli occhi color pervinca risaltavano ancora di
più su quella pelle leggermente olivastra e Sirius si
trovò a
fissarla troppo a lungo. La rete che lei tendeva l'aveva intrappolato
di nuovo. Non c'era via di fuga da quegli occhi che rendevano il suo
sguardo così attrattivo. Come al solito, inspiegabilmente,
posò le
labbra sulle sue e senza chiudere gli occhi la baciò. Non
riusciva a
staccarsi da lei.
Maledizione,
pensò cupo.
II
Liar
in the glass
Hiding
(hiding) behind a mask (only lasts til)
till you see the
reflection of a liar in the glass
Liar
in the glass – Eyes set to kill
Si
era sempre reputato un ottimo mentitore. Aveva imparato sin da
bambino a utilizzare la sottile arte della menzogna pur di scampare
alla giusta punizione per le sue marachelle, ma con il passare del
tempo aveva perfezionato la sua tecnica. Un giovane facoltoso e
fascinoso, ma oltre all'apparenza che mostrava attraverso le sue
bugie quotidiane, cosa c'era?
La
sincerità è un sentiero senza deviazioni che
porta direttamente
alla propria rovina, pensava guardando quei ragazzi che poco lontano
da lui cercavano di giustificarsi.
«Non
è stata colpa mia! - una ragazza dai lunghi capelli neri
stava
letteralmente gridando, il viso stanco solcato dalle lacrime
– io
non volevo!»
Vide
il ragazzo tradito darle le spalle, affranto e deluso. Oh,
se gli piaceva causare la fine delle storie d'amore.
«Sarai
contento ora che gli ho raccontato tutto!»
urlò la ragazza rivolta a lui asciugandosi con un gesto
secco le
lacrime.
«No,
abbiamo chiuso.»
e le diede
le spalle sbattendo la porta che portava ai dormitori.
Era
riuscito a incontrarla solo poche volte durante quella caldissima
estate. I coniugi Black avevano abbassato la guardia durante una
delle sedute spiritiche a cui adoravano prendere parte. Bellatrix
aveva sfruttato l'occasione per scappare da Sirius che l'aspettava
nella Londra magica. Appena lo vide in lontananza capì
subito qual
era il vero motivo per cui si era sentita di convocarlo: farla
finita. Quella loro storia malsano doveva finire e quale modo
migliore per farlo se non trasformandosi nell'algida Bellatrix. Mise
da parte il suo lato passionale e con freddezza gli disse: «
Abbiamo
chiuso.»
L'ennesimo
drink della serata gli stava scendendo giù per la gola. I
suoi amici
l'avevano spesso rimproverato per il suo vizio d'inghiottire ogni
singolo alcolico alla goccia, ma non poteva farci niente. Era
più
forte di lui. Non faceva in tempo nemmeno ad appoggiare le labbra al
bordo del bicchiere che il liquido era già sparito. Si era
divertito
nel ferire quella ragazzina, ma adesso doveva solo trovare un nuovo
modo per divertirsi. Hogwarts era piena di cuori spezzati a causa sua
e non gli andava d'assistere ai piagnistei di un'altra bambina
ferita. Voleva una vera donna, capace di tenergli testa. Si
tratta di un desiderio troppo ambizioso per un semplice ragazzo di
diciassette anni?, si chiedeva incapace di darsi una risposta
sincera. Aveva mentito talmente tante volte che ormai era piuttosto
bravo anche a fingere a se stesso. Per colpa di una bugia, ora si
trovava solo davanti al camino della Sala Comune proprio mentre tutti
gli altri festeggiavano l'ennesima vincita di James, l'amico
vincente.
«Smettila
di bere. Il tuo fegato collasserà, prima o poi.»
L'avvertì una
voce alle sue spalle che riconobbe subito. Non si girò a
guardarla,
sapeva esattamente chi era e che cosa voleva.
«Non
ho bisogno di una madre, Evans. - affermò con voce resa
grave
dall'ingente tasso alcolico ingerito – Se mai ne
avvertirò il
bisogno, te lo farò sapere.» L'ultima parte
l'aveva sibilato.
«Come
vuoi, Black. Resta qui a distruggerti.» Sibilò la
ragazza chiamata
Evans con voce maligna.
Il
ragazzo si girò infastidito: «Stare con uno dei
miei migliori amici
non ti dà il via libera per cercare d'impicciarti.»
«Non
capisci la differenza che c'è tra l'impicciarsi e il volerti
aiutare, Sirius.» Vide la ragazza alzare le spalle e girarsi.
Sirius
si girò verso il camino e afferrò un altro drink
dal vassoio
sistemato di fianco a lui. La sua vita faceva schifo e dicendo questo
era consapevole di non mentire.
«
Voglio sposarti senza imposizioni, Bella.»
Bellatrix
si svegliò di soprassalto. Pensò di aver avuto un
incubo anche se,
dentro di sé, era convinta che il suo era solo un ricordo
sopito
nella memoria. Non sapeva il motivo per cui si era messa a pensare al
cugino, ma sicuramente non era perché ne sentiva la
mancanza. Il
loro era sempre stato un rapporto fisico e l'unico legame che c'era
tra loro era stato reciso dai genitori del ragazzo nel momento stesso
in cui avevano tolto il nome di Sirius dall'albero genealogico.
Eppure non poteva fare a meno di sentirsi come se le mancasse
qualcosa, quel qualcosa che Sirius aveva capito molto tempo prima.
Natale, 1977. Una data
come le altre per i membri della sua famiglia. Per lei, invece, aveva
segnato l'inizio di un legame.
La noia era il
sentimento che meglio descriveva l'atmosfera in casa Black. Le
ragazze cercavano di far finta di essere interessate alla
conversazione che qualche parente Black alla lontana stava tenendo.
Dopo l'ennesimo discorso farcito di politica, Bellatrix si
alzò con
permesso e se ne andò in giardino per prendere una boccata
di aria
fresca. La neve quell'anno non era ancora venuta ad innevare le
strade e il cielo in quel momento minacciava pioggia. Senza
preoccuparsi del vestito, si sedette sul primo gradino della veranda.
Dopo qualche secondo in completa solitudine, sentì dietro di
sé il
caratteristico rumore dei passi e qualcuno le si sedette accanto.
Sirius le rivolse un sorriso storto, a metà tra l'ironico e
il
rassegnato.
« Il ribelle di
famiglia, quello che abbandona i pranzi e le cene a metà o
non si
presenta neppure, non dovrei essere io?» le chiese
retorico.
Bellatrix sorrise pacata e lo guardò dritto negli
occhi.
« Non ci tengo a usurparti il trono.» Gli
confidò.
«
Ci tieni così tanto al parere della famiglia?» le
chiese
cominciando a frugarsi nella tasca interna della giacca alla ricerca
di qualcosa. La ragazza pensava di conoscerlo e avrebbe scommesso
cinquanta a uno che si trattava della sigarette aromatizzate.
«
Lo sai, Sirius, quanto odio affrontare questo genere di discorsi con
te. E poi, toglimi una curiosità, perché non dici
mai “la mia
famiglia”?».
Sirius tirò fuori un pacchettino dalla tasca e lo
porse a Bellatrix. Lei lo fissò un attimo pensierosa: non le
era mai
capitato di non indovinare qualcosa che riguardasse il cugino.
«
Non è la mia famiglia, è solo la famiglia nella
quale sono
cresciuto. Questo è il regalo per te.»
La ragazzo lo afferrò
e, lentamente, cominciò a scartarlo. All'interno
trovò una cosa che
la lasciò decisamente spiazzata.
« Perché?»
« Te lo
meriti, io no.»
« Non pensavo che i tuoi genitori te l'avrebbero
consegnato nonostante tutto quello che gli hai fatto passare.
L'anello dell'erede è molto importante per la nostra
famiglia.»
Ragionò velocemente Bellatrix cercando una ragione logica.
« E
io lo sto dando a te perché per me non ha significato
alcuno.»
La
ragazza, animata da un certo fervore, con l'aiuto di Sirius, lo
infilò all'anulare destro e fissò lo stemma
ancora stupita: un
serpente avvolto attorno a un piccolo uccello.
« E perché non
tuo fratello?»
« Perché tu sei l'unica che continua a credere
in questa famiglia, Bella.»
Le diede un piccolo bacio sulla
fronte e si alzò in piedi rientrando in casa.
« Buon Natale.»
sussurrò la ragazza al vuoto davanti a sé non
riuscendo a smettere
di guardare l'anello.
III
Beyond
the veil
This
time the victim is you
Poison lips, the ones you kiss
I swear
my love for you is true
Young blood spills
Young
Blood spills Tonight – Eyes set to kill
La
ragazza aspirò una boccata di fumo dalla sigaretta alla
vaniglia che
teneva mollemente tra l'indice e il medio. Espirò piano il
fumo,
osservando le spirali che si andavano a creare. Con un gesto
impercettibile, tolse un po' della cenere che si era formata sulla
punta rovente facendola finire nel portacenere nero che il suo
interlocutore le aveva fatto trovare sul tavolino. Davanti a
sé, un
bicchiere di un liquido ambrato la stava tentando. Fece schioccare la
lingua, seccata. Appoggiò il mozzicone quasi finito sul
bordo del
portacenere e guardò mentre si consumava lentamente.
Passò
un'unghia laccata di nero sul bordo del bicchiere e, con un gesto
veloce, lo afferrò e se lo portò alle labbra. Il
liquido le bruciò
la gola mentre scendeva per raggiungere il suo stomaco. Represse un
brivido. Con noncuranza appoggiò un gomito sul tavolino di
fronte a
sé e lasciò che il suo mento di posasse sulle
nocche della propria
mano. Alzò lo sguardo e notò come il suo
interlocutore fissava
rapito i suoi gesti.
Chiuse gli occhi per riaprirli lentamente.
Sapeva che le sue lunghe ciglia avrebbero donato al suo sguardo un
che di sensuale. Anche lui era caduto nella sua trappola. Di
nuovo.
Sapeva di avere dalla sua parte l'arma del fascino e voleva
usarlo fino al momento in cui la vecchiaia non gliel'avrebbe portato
via.
Gli aveva concesso un incontro, l'ultimo probabilmente, prima
di lasciare Hogwarts definitivamente. Il settimo anno era trascorso
lentamente senza la compagnia di colui che le aveva sempre scaldato
anima e corpo, tuttavia l'attrazione magnetica che la spingeva verso
di lui era solo un quarto di quella che lui provava nei suoi
confronti.
Per la prima volta dopo moltissimo tempo si erano
trovati finalmente faccia a faccia e Bellatrix, quasi quasi,
pensò
che forse era meglio se tutto ciò non fosse mai successo.
Parlare
con lui la faceva sentire quasi come una traditrice nei confronti
della famiglia.
Sporco traditore, pensò passandosi
inconsciamente una mano sull'anello dell'erede.
«
Non perdi mai le cattive abitudini.» Commentò
Sirius indicando sia
la sigaretta che il bicchiere vuoto.
« Non fare il moralista con
me.- disse Bellatrix, sprezzante come sempre -Bevi e fumi
più di
me.»
«
Ho smesso. Ci ho dato un taglio con quello schifo.»
Bellatrix si
permise un'espressione di scetticismo.
« Non ci credere. Mi ha
aiutato Lily.»
La risata cristallina di Bellatrix invase la sala
del piccolo bar: « Cambiato gusti, Black? Ora ti piacciono
immacolate e fedifraghe?».
« Se non ti conoscessi così bene
penserei che sei gelosa. Invece so benissimo che ti brucia per aver
perso il tuo giocattolino.» Sirius spinse lontano da
sé il suo
boccale di Burrobirra e appoggiò le braccia sul tavolino.
Allungò
le dita fino a che non toccò il braccio della ragazza.
« O mi
sbaglio, Bella?».
La ragazza sorrise melliflua e si lasciò
prendere la mano.
« I miei giocattolini rotti, una volta che non
li uso più, sono di tutti. Cosa me ne faccio di un
giocattolo che ho
smesso di usare molto tempo fa?».
Sirius la conosceva abbastanza
da classificare quel comportamento e quella frase come una
schermatura, un modo per ripararsi da eventuali altri attacchi.
«
Sei cambiata rimanendo sempre la stessa.» commentò
Sirius
tracciando con un dito il contorno delle linee sul palmo della mano
della cugina.
« Tu sei sempre innamorato di me.»
« Già.
Sono completo solo quando so di poterti avere.» Ammise con
un'alzata
di spalle.
« Allora avevo ragione a dire che sei un giocattolino
rotto adesso. Ti mancano le parti necessarie per funzionare
correttamente.» disse intrecciando la sua mano con quella di
Sirius.
« Può darsi. Ma cosa mi mancherà mai?-
chiese retorico -
Possiedi forse tu il mio cuore?»
Bellatrix sogghignò: « Oh no.
Quello me l'hai dato tantissimo tempo fa e io l'ho già
venduto. Non
ci ho guadagnato granché però.»
Questa volta fu il turno di
Sirius per sogghignare.
« Mi mancano i tuoi baci per essere
completo.» ammise dopo un attimo di silenzio. Strinse ancora
più
forte le dita della cugina e sentì ricambiare subito la
stretta.
«
I miei baci?»
« I tuoi baci.» Ripeté.
« Ma i miei baci
sono velenosi e se mi baciassi non riusciresti più a farne a
meno.»
« Hai ragione - il ragazzo le si rivolse con un sorriso -
ma se questo può permettermi almeno per un momento di non
pensare al
futuro, allora, perché no?»
Incurante delle persone che si
trovavano al bar in quel momento, Sirius si sporse in avanti e stessa
cosa fece Bellatrix. Catturò le labbra della ragazza e
presto
divenne vittima di quel tanto agognato bacio. Più sentiva le
labbra
morbide premere sulle sue e più non voleva staccarsi.
A
malincuore si staccò, si alzò in piedi e si
preparò per
andarsene.
« Ciao Bella.»
Le diede le spalle e sparì
velocemente fuori dal locale.
Bellatrix sorrise al vuoto davanti a
sé.
« Chissà in che occasione ci rivedremo,
Sir.»
«
Voglio sposarti senza imposizioni, Bella.»
____________
Ora
per scrivere questa storia sono partita dalle stesse parole di
Sirius: “Non vedo mia cugina Bellatrix da quando avevo la tua
età.”
Ma che è successo in quell'ultima occasione che hanno avuto
per
vedersi? E,
ovviamente, la mia fantasia ha cominciato a navigare... Spero che
questa storia sia stata di vostro gradimento (L).
Se vi va di recensire ne sarei oltremodo lusingata x°D
Grazie a tutti quelli che leggeranno e commenteranno <3