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Autore: lallaharley    05/04/2017    1 recensioni
Tom Orvoloson Riddle ritiene che la morte sia un'alta figura con i capelli corvini e gli occhi grigi ed evanescenti, un tempo color del cielo che soltanto ripetute coltellate da parte di un uomo reso cieco dall' amore hanno potuto spegnere. La morte per Tom ha un nome: Helena. Un nome dolce, banale e armonioso. Mortale.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Helena Corvonero, Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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La Morte. Una costante dell'esistenza di ogni essere umano, mago o babbano. Una costante che Tom Orvoloson Riddle (altresì chiamato Lord Voldemort) ha cercato di evitare come la peste, riducendo la sua vita ad una battaglia persa in partenza. "La morte non ha un volto" gli hanno sempre detto, ma lui non la pensa così: lui ha incontrato la morte, l'ha baciata e toccata. Tom Orvoloson Riddle ritiene che la morte sia un'alta figura, con lunghi capelli corvini, con occhi grigi ed evanescenti, un tempo del color del cielo che, stando ai racconti degli antichi, la sera riflettevano il colore del tramonto, animati da una passione e da un fuoco che solo ripetute coltellate da parte di un uomo reso cieco dalla follia hanno potuto spegnere. La morte per Tom ha un nome: Helena. Un nome dolce, banale e armonioso. Mortale.


1 Settembre 1937

Tom Riddle sta varcando per la prima volta la soglia della Sala Grande. Non gli piace ammetterlo ma è  molto nervoso: ha sentito parlare, sul treno, delle Casate di Hogwarts( Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde) , ma non è allo Smistamento che si rivolge la sua ansia. Si sente spaesato e non gli piace, sente di dover dimostrare a quei piccoli babbei dei suoi nuovi compagni chi è il capo, proprio come aveva fatto all'orfanotrofio. Ma in questo luogo non può sfruttare il vantaggio dell'essere più "speciale" degli altri bambini. Perso nei suoi pensieri Tom quasi non sente il vicepreside chiamare il suo nome, ma, evitando una brutta figura, si avvicina subito al Cappello parlante. Ha il tempo di sentire il fruscio del tessuto che si posa sul suo capo e subito sente urlare : "SERPEVERDE". Tom è confuso: il cappello, per la frazione di secondo nel quale è stato posato sulla sua testa non ha emesso un fiato, neanche un sussurro , anche se i bambini che erano stati smistati prima di lui sembravano aver intavolato vere e proprie conversazioni con questo. Tom si avvicina al tavolo dei Serpeverde e comincia a guardarsi intorno e la prima cosa che nota sono i fantasmi: erano proprio come quelli che la signora Cole descriveva la sera ai bambini cattivi per spaventarli. Fluttuavano nell'aria erano trasparenti e a prima vista intangibili. Soprattutto uno tra questi attirò la sua attenzione, una signora dal portamento austero con lunghi capelli ed un abito d'altra epoca. Questa si volta casualmente verso di lui e Tom può così notare che non si tratta di una signora adulta ma bensì di una ragazza di al massimo 25 anni. Tuttavia Tom viene subito disturbato da un altro bambino del suo anno che vuole attirare la sua attenzione, un irritante Abraxas Malfoy che gli vuole raccontare ogni aneddoto della sua giovane vita da purosangue. E così Tom si dimentica della donna dai lunghi capelli.


31 Ottobre 1940
Nel giorno di Halloween del suo quarto anno Tom si ritiene più che soddisfatto. In questi tre anni è già diventato il cocco dei professori e uno studente brillante. Ma tutto ciò è solo una facciata: si mostra gentile con i suoi compagni di scuola per ottenere favori, è diventato uno studente modello per poter manipolare i professori e il preside che sembra letteralmente pendere dalle sue labbra. Soltanto Silente sembrava avere ancora dei dubbi su di lui:lo teneva costantemente d'occhio, chissà come, ogni volta che cercava di uscire indisturbato dal dormitorio se lo trovava sempre alle calcagna. Quel giorno però Tom stava ammirando il paesaggio dalla torre di Astronomia con aria pensosa. Pensava alla sua Hogwarts, al suo regno e ai suoi nuovi " seguaci"  che lo avevano preso come punto di riferimento per le sue idee sulla preservazione del sangue puro. Quelle piccole pedine gli sarebbero servite per portare  a termine il suo piano di eliminazione dei sanguesporco. Poi improvvisamente sentì una dolce voce femminile intonare quella che sembrava una ninnananna. Si voltò e vide lo spettro di Corvonero che fissava il vuoto e le cui labbra si muovevano intonando quella dolce melodia. La donna si girò di scatto e sussurrò:
" Buonasera Tom."
Il ragazzo rimase interdetto: come faceva quella ...cosa... a sapere il suo nome? E perché gli aveva parlato?
" Mi piacerebbe poter ricambiare il vostro saluto ma purtroppo non conosco il vostro nome" rispose pacatamente.
Lo spettro fluttuò intorno a lui e sorridendo disse
" Il mio nome è in parte ciò che tutti nominano e tu sei abbastanza intelligente da capirlo".
Detto questo se ne andò. Tom sorrise, avendo già capito la soluzione di quell'indovinello. Corvonero, una casa che lo aveva sempre affascinato, ritenendo che fosse la casa più adatta a lui dopo Serpeverde. La costanza nello studio, lo spasmodico desiderio di conoscenza lo avevano caratterizzato sin dall'infanzia se non fosse per l'altrettanto spasmodico desiderio per il potere che lo rendeva un Serpeverde esemplare. Tuttavia restava da capire perché quella donna gli avesse rivolto la parola e a quale scopo: forse perché era incuriosita dallo studente perfetto di cui ovviamente aveva sentito parlare, o forse perché c'erano segreti ancora più oscuri che la sua discendenza nascondeva?
Nonostante tutte questi dubbi Tom non diede più tanto peso alla vicenda, accantonando l'episodio in un angolino della sua mente, occupata per il momento da problemi più importanti.

31 Dicembre 1941
La scalata verso il potere continua. I professori ormai succubi dell'affascinante prefetto non sono in grado di riconoscere l'aura oscura di potere che Tom ha ormai fatto calare sulla scuola e quei pochi (in realtà uno) che hanno intuito i suoi intenti non parlano.
Ma c'è una cosa che ormai ossessiona Tom, un pensiero che non lo lascia mai, che ogni volta che vede le sue piccole pedine gli fa ribollire il sangue di rabbia e di risentimento. Tom non è un purosangue. Il suo vile padre era uno sporco babbano il che fa di lui un ... mezzosangue. Il suo odio verso questo uomo, in questi ultimi anni, è diventato incontrollabile, non solo perché lo ha abbandonato ma anche perché  macchia letteralmente la sua persona. Se solo riuscisse a trovare qualcosa in grado di riscattare il suo nome di fronte a quei piccoli babbei dal sangue puro!
Tutti questi pensieri turbano una giornata che gli altri ragazzi avrebbero definito importante:il suo compleanno. Ovviamente non ha mai provato interesse per quel giorno ma il pensiero di passarlo da solo ( letteralmente poiché quell'anno era l'unico alunno ad essere rimasto ad Hogwarts) era comunque opprimente. Quando si ritrovò nella Sala Grande per cena ebbe una sorpresa. Vide di nuovo la Corvonero (come soleva chiamare il fantasma).
" Buonasera Tom"
Il ragazzo le rivolse un sorriso "È sempre un piacere incontrarvi Madame". Lei sorrise a sua volta e disse " Deve essere triste passare il compleanno da soli"
Tom era interdetto. Quella donna non la smetteva mai di stupirlo : per la barba di Merlino come faceva a sapere addirittura il giorno del suo compleanno!
Ricomponendosi Tom chiese: "Da quanto tempo non festeggiate un compleanno Madame?" Lei si fece immediatamente triste e pensosa " Da un po' " 
Affascinato da quella figura tanto vicina quanto lontana non poté trattenersi dal chiedere " qual'è il vostro nome?" " ti ho già risposto un anno fa" .
Ovviamente. " il vostro primo nome."
Lei lo guardò incuriosita, come se fosse indecisa se rivelargli quel particolare oppure no " Helena" sussurrò. " Vorrei parlarti in privato nel luogo del nostro primo incontro a mezzanotte". Detto ciò fluttuò via lasciando Tom più confuso che mai. I suoi vecchi dubbi erano riaffiorati. Doveva anche ammettere che la donna era di una bellezza mozzafiato, una bellezza che soltanto da ragazzo, e non più da bambino, poteva apprezzare. Helena Corvonero, chissà quanti amanti avrà avuto in vita, pensò sogghignando.
Si presentò puntuale all'appuntamento e la trovò lì, ad ammirare il panorama.
"Ti starai chiedendo perché ti ho chiesto di venire qui, non è così?"
" Effettivamente,Madame, non lo capisco". Disse Tom con voce sincera.
"Tu... gli somigli." Disse con voce tremante. " A chi Madame?"
"A lui... a Salazar. Nel modo in cui ti comporti, nella tua grazia composta, nella tua immensa intelligenza, nei tuoi occhi vedo lo sguardo da serpente di Salazar" .
Questo sì che è interessante, pensò Tom.
" Ne vado fiero Madame... Helena... è per me un grande onore ricordarvi il grande Salazar Serpeverde" .disse Tom con tono lusingato.
" Tu non capisci, ragazzo, tu porti dentro il fuoco dei Serpeverde, e c'è un' altra cosa che devi sapere."
"Cosa?" Tom stava diventando sempre più impaziente di scoprire ciò che quelle labbra evanescenti stavano per rivelare.
" Salazar era un rettilofono".



15 Giugno 1942
Tom ha appena chiuso, per l'ultima volta la Camera dei Segreti.
Dopo la conversazione con Helena dell'anno precedente aveva scoperto di essere l'ultimo erede di Salazar Serpeverde. Era stata una gioia immensa e selvaggia scoprire di avere un sangue così nobile nelle vene. Non aveva sbattuto ciglio quando aveva ucciso quella sudicia sanguesporco piagnucolona, ma era stato costretto a chiudere la Camera a causa della minaccia di chiudere la scuola.
Incontrava Helena una volta al mese sulla torre di Astronomia e le chiedeva di raccontargli aneddoti su Salazar. Lei rispondeva volentieri a queste sue domande, trovando sempre più facile ricordare aneddoti sulla sua vita passata.
"Cosa ti manca di più dell'essere viva?" le chiese un giorno.
Lei sembrò esitare, tuttavia rispose spostando lo sguardo verso il lago nero:
"Non so... forse la possibilità di poter toccare le cose, sentire gli odori, assaporare i sapori del cibo. Possono sembrare piccole cose, ma una volta perse, diventano letteralmente piccole ancore di salvezza e oggetto di rimpianto".
Tom sorrise e disse: 
"È forse un suggerimento a godermi le piccole cose della vita?"
Lei rise. Oh la sua risata... sembravano i trilli di tante piccole campane. "So che sei molto impegnato con i tuoi piani per conquistare il mondo magico, ma sei comunque ancora giovane. Zio Godric ti avrebbe detto, dandoti una sonora pacca sulla spalla: goditi la vita ragazzo, che si vive una volta sola".
Tom si sentì leggermente a disagio nel sentir nominare il fondatore da lui più odiato. Non si stupì tuttavia sul' accenno ai suoi piani. Helena mostrava i segni di un' intelligenza fuori dal normale. Il ragazzo non aveva ancora avuto l'occasione, e il coraggio, di chiederle la causa della sua morte, anche se si era fatto delle idee: la macchia di sangue sul suo abito parlava chiaro. Tuttavia, qualche giorno più tardi le chiese:
" Come è stato morire?". Lei si rifiutò di rispondere e Tom cominciò a covare, segretamente, una paura insensata per essa.



 25 Dicembre 1943
Era il giorno di Natale del suo ultimo anno. Tom ha finalmente scoperto la via della grandezza: l'immortalità. Precisamente non sa da cosa sia nata questa idea. Forse dalla insensata voglia di primeggiare su tutti, anche sulla morte.
Adesso si fa chiamare Lord Voldemort.
Ha tanti seguaci addestrati da lui stesso. L'erede di Salazar sta compiendo il suo dovere.
Sta diventando un maestro delle arti oscure, rendendo sua l'antica magia degli horcrux.
Il diario e l'anello sono solo i primi.
Adesso vuole sfruttare per l'ultima volta il suo ascendente su Helena, per scoprire dove si trova il famoso diadema della madre Rowena e renderlo suo.
"Che fine ha fatto il diadema di tua madre?" le chiese dunque.
Lei volse lo sguardo e disse:
" te l'ho detto tante volte... l'ho nascosto quando l'ho rubato."
"Se mi dicessi dove lo hai nascosto... potrei renderti onore ed usarlo per i più nobili scopi. Per diventare il grande mago che renderebbe giustizia alla grande Helena Corvonero, facendola diventare il personaggio più amato della storia".
Ci vollero poche altre moine per spingerla a rivelargli il nascondiglio.
Quella notte stessa Tom si mise in viaggio. Doveva agire in fretta e tornare ad Hogwarts prima che sorgesse il sole o avrebbe destato dei sospetti. " una piccola foresta in Albania... nel tronco di un albero".
Ed infine eccolo lì. Un piccolo diadema con pietre blu e il motto dei Corvonero inciso sul davanti. Dopo aver attuato il rito per trasformarlo in un horcrux, Tom tornò, stremato al castello. Non appena varcò la soglia, si ritrovò davanti Helena.
I suoi occhi brillavano della luce della luna e Tom capì che ella non voleva sapere ciò che avesse fatto del diadema.
'L'hai distrutto?"
"Si" fu l'unica risposta di Tom.
Era stato questo l'unico desiderio di Helena, che lui distruggesse il diadema.


30 Giugno 1943

Era la fine della sua avventura ad Hogwarts. Tutti i professori si erano congratulati con lui per gli ottimi voti conseguiti dei M.A.G.O e profetizzavano grandi prospettive di carriera.
Tom pensava soltanto all'inevitabile addio che avrebbe dovuto dare ad Hogwarts, alla sua casa.
" Ma guarda, sto diventando sentimentale!" Si disse sogghignando.
Tuttavia ritenne che il modo migliore per salutare Hogwarts, fosse porgere i suoi ossequi ad Helena.
Così ritornò per l'ultima volta sulla torre di Astronomia.
" Buonasera Tom"
"Buonasera Helena"
Lei lo guardò triste " sei venuto a dirmi addio?"
"Si" disse il ragazzo " è stato un onore conoscerti. Ma io devo andare avanti, devo andare per la mia strada".
" Qualunque essa sia?"disse lei, al suo cenno di assenso ella continuò " allora addio Tom" .
Il ragazzo cominciò ad andarsene quando la voce di lei lo fermò 
" Goditi la vita Tom perché potresti perderla troppo presto".


1 Settembre 1956

Lord Voldemort era tornato ad Hogwarts per chiedere un posto da insegnante. Come aveva previsto tuttavia, quel vecchio zotico di Silente aveva rifiutato. Tuttavia il vero scopo di quel viaggio era stato un altro. Aveva bisogno di un posto dove nascondere il diadema e il posto giusto era la Stanza delle Necessità. Gli sembrava anche giusto che, dopo tutti quei secoli, quel cimelio tornasse finalmente a casa.
Così si avviò verso la sua meta e, dopo averlo nascosto, si diresse verso l'uscita.
Improvvisamente sentì una voce da dietro :
" Allora sei tornato" 
Voldemort sorrise mestamente al suono di quella voce che non sentiva più da anni.
"Certo mia cara".
"Vieni sulla torre". 
Disse lei sbrigativa e l'uomo decise di accontentarla. Si ritrovarono così nel luogo dei loro incontri, con il meraviglioso panorama che entrambi adoravano.
" Mi avevi detto che lo avevi distrutto" disse lei senza preamboli.
"Teoricamente l'ho fatto mia cara" .
" Lo hai profanato! Con la magia oscura! Come hai osato sciocco mortale! Tu non hai neanche idea del danno che hai provocato".
Oramai era diventata una furia, ma l'uomo non si lasciò intimidire. Non sarebbe stata un fantasma isterico a spaventarlo.
" Ma cosa ti importa? Tanto mi avevi chiesto di distruggerlo!" disse con tono innocente.
Lei lo guardò allibita, come se lo stesse vedendo per la prima volta.
"Erano tutte menzogne non è vero? La tua gentilezza, le tue attenzioni le tue moine. Non ti è mai importato niente di me, solo di fare i tuoi sporchi comodi".
" Adesso state dimenticando le buone maniere Madame" disse lui con tono insolente " comunque non vi illudete, mi avete sempre affascinato. Ma ammetto che la nostra... relazione... ha fatto più comodo a me che a voi".
Lei adesso lo guardava fredda, come se tutti i sentimenti dentro di lei si fossero congelati.
"Un giorno, prima che diventassi questo mostro, mi chiedesti come è morire. Bene.
Adesso te ne darò una prova."
Detto questo si avvicinò fluttuando a lui e quasi arrivò a "sfiorare" il suo volto.
" La morte è la fine di tutto, il tuo battito che si spegne, il corpo che diventa freddo e dolore... oh tanto dolore Tom... che tu non puoi neanche immaginare... e poi il freddo".
Improvvisamente le sue labbra toccarono quelle dell'uomo che nel frattempo era diventato di pietra. Nel momento in cui esse si toccarono Lord Voldemort assaporò la morte. Era fredda e lui stesso sentì il suo battito che si fermava e in quel momento ebbe paura... della fine.
Si Helena aveva avuto la sua vendetta. L'uomo fuggì, fuggì via dalla morte e da Helena.




...... Piton gli ha rivelato la profezia. Già sente la voce di Helena che gli sussurra " Sto arrivando Tom". Deve fare qualcosa.



.... È intrappolato in una foresta in Albania " allora è questo che si prova nel'essere uno spirito eh Helena?" Nei suoi pensieri la donna sogghigna.


..... Finalmente è tornato ad avere un corpo, adesso può tornare ad avere il potere
"Questa volta ho vinto io Helena!" Lei nei suoi pensieri sussurra " Per ora, Tom".



2 Maggio 1998

Poco prima dell'arrivo di Potter nella foresta proibita, Lord Voldemort si concede un momento di riposo dallo stress della battaglia. Per un momento dimentica qualunque cosa e si ritrova nella torre di Astronomia a contemplare il panorama. Gli manca così poco... è così vicino all'immortalità. Tuttavia un leggero fruscio lo distoglie da questi pensieri. Non ha bisogno di voltarsi per capire che la figura che lo sta osservando ha un lungo abito, dei lunghi capelli setosi e degli occhi ardenti. Lord Voldemort chiude gli occhi, sapendo che non sopravviverà, alla fine lo ha trovato. Ma combatterà fino alla fine per evitarlo, non le darà questa soddisfazione.
Nel frattempo lei lo osserva, non riuscendo a conciliare l'immagine del bel bambino che aveva conosciuto con questo mostro. Sogghignò tra se e si preparò a salutarlo e a dirgli finalmente addio.
Lord Voldemort sussultò quando sentì quella voce cristallina che oramai aveva dimenticato sussurrare, senza malizia:
"Buonasera Tom".






Note dell'autrice:
Salve! Questa è una delle mie prime fanfiction e la prima su Harry Potter. Che dire... mi ha sempre affascinato il personaggio di Tom Riddle e del suo rapporto con Helena. 
Spero di aver scritto un qualcosa di decente e leggibile. 
Alla prossima
lallaharley 
   
 
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