Capitolo 2
Prospettiva di Inazuma
Da quando lascio vivere le persone che invadono il mio territorio ?
Cosa diamine mi è preso ?
Pazienza, tanto quello non durerà molto in questa zona.
Ma perché è venuto in questo lato del pianeta?
Cerca rogne?
O forse cerca la morte?
Proprio non lo so…
Meglio lasciar perdere.
Devo procurarmi qualcosa da barattare. Peso che per il caricatore di una FN Five seven una decina di pesci dovrebbe bastare.
Meglio muoversi ad andare a pescare.
Esco da casa e mi dirigo verso il lago.
Mi posiziono sulla riva e aspetto che passino dei pesci. Appena ne passa uno lo afferro con uno scatto fulmineo. Certo però che non è facile pescale con la flebile luce delle stelle.
Dopo averne pescati 15 stacco una pianta rampicante da un albero e li lego insieme.
Mi fermo, per pochi secondi, ad osservare la foresta e ammiro li veto che , pigramente scuote le foglie degli alberi illuminati dalla tenue luce delle stelle, poi mi giro e ritorno nel mio rifugio.
Una volta dentro mi getto a peso morto sul letto lasciando scivolare i pesci sul pavimento.
Ad un tratto sento riecheggiare un potente ruggito che viene subito seguito da una leve puzza di bruciato che , cautamente, si è infiltrata tra le macerie.
Mi guardo il braccio sinistro e un ghigno si disegna sulle mie labbra.
-Niente fuori dal normale.-
È l’affermazione sussurrata che fuoriesce dalle mie labbra prima di cadere in un sonno profondo.
Mi risveglio poco dopo l’alba e, pigramente, raccolgo i pesci e la mia adorata pistola e mi dirigo verso il luogo dei baratti.
Per raggiungerlo bisogna passare per la foresta. Mentre cammino osservo i giochi di luci ed ombre formati dalle foglie e dai raggi solari.
Poi giungo ne punto dove la foresta è andata incendiata e la supero con passo tranquillo, come se lì non fosse accaduto niente.
Giunta alla meta noto una live fila di uomini, donne e bambini.
In questi luoghi dove si compiono i baratti è molto raro che ci si uccida, si è in troppi e si rischia troppo.
Una volta, proprio qui, feci scoppiare io stessa un rissa ed uccisi 5 uomini, molto più massicci di me, e 2 donne. 7 morti in pochi minuti. Ricordo ancora il puzzo di sangue di cui erano impregnati i miei vestiti ed il rosso scarlatto a dipingermi mani e volto mentre l’adrenalina scorreva a fiumi nel mio corpo.
Da quel giorno tutti mi temono ed evitano.
Appena la gente nota la ma presenza la gente si scansa intimorita, lasciandomi la possibilità di raggiungere il bancone con l’uomo che gestisce i baratti.
Guardando bene noto che non si sono scansati tutti.
Non ci vuole molto a notare che il ragazzo è basso e ha lunghi capelli rossi.
Mi avvicino al bancone ed Yromo, il mercante, mi vede ed il suo volto diventa cinereo.
Il ragazzo si gira e punta i suoi occhi ossidiana nei miei .
È il ragazzo di ieri, Kōya.
È vistosamente sporco di cenere con i vestiti bruciacchiati e con il volto e le mani leggermente ustionati.
Non riesco a reprimere un ghigno.
Prospettiva di Kōya
(Durante la notte)
Un fruscio mi sveglia.
Mi guardo cautamente intorno per capire la sua provenienza.
Mi fermo e sbircio fra gli aggrovigliati rami del rovo.
Vedo delle figure indistinte nel buio che si muovono rapide. Con tutta probabilità si sta svolgendo un inseguimento.
Dal buio emerge una figura colossale.
Un ruggito.
Poi il caos.
Scoppia un incendio e le fiamme divampano mentre fumo e cenere mi accecano.
Cerco di allontanarmi dalla crudele morsa del fuoco, fa tremendamente caldo.
Sento gli animali emettere gemiti e guaiti dilaniati dalla paura e dalla sofferenza.
Uscito dal rovo corro nella direzione del lago, ma le fiamme mi sbarrano il cammino.
Intorno a me si sente forte il tanfo della carne bruciata viva.
Ad un tratto inizia a piovere. L’acqua va a soffocare le lingue di fuoco che devastano la foresta.
Continuo a correre finché non sino sicuro che l’incendio non sia stato spento totalmente.
Dopo di che mi getto stanco sul prato bagnato e fisso il celo annuvolato mentre la pioggia fredda da sollievo alle mie lievi ustioni.
Dopo poco la pioggia inizia a cadere ed, a prendere il suo posto, giunge un insopportabile caldo afoso, ma non ho le forze necessarie per alzarmi e cercare un luogo più fresco. Dopo il caldo che ho provato durante l’incendio questo non è così male.
Per l’alba i mei capelli ed i miei vestiti sono asciutti, vado a toccarmi il viso e mi rendo conto che nonostante la pioggia sono ancora sporco di cenere, così come i miei capelli ed i miei abiti.
Osservo meglio i miei vestiti e noto i danni che le bruciature dei sui miei vestiti, non li hanno rovinati poi molto.
Inizio a girovagare e, nel mentre, controllo le condizioni delle mie bacche.
Nel mio girovagare mi imbatto in un banco per il baratto. Mi ci avvicino, ho intenzione di scambiare i Berī con del filo da pesca e qualche amo.
Ci sta un po’ di fila ,ma nulla di esagerato. Aspetto pazientemente.
Mentre aspetto mi guardo intorno. La gente è tranquilla e si respira aria di pace e nell’aria si sente l’odore di cibo e polvere da sparo si mescolano.
Dopo poca attesa finalmente tocca a me. Inizio subito a trattare con educazione con l’uomo che ho davanti e dopo poco riesco ad ottenere tre ami e due metri d lenza.
Mentre l’uomo armeggia con il filo sento la gente spostarsi alle mie spalle.
Pochi secondi dopo l’uomo alza lo sguardo e osserva qualcosa dietro di me, lo vedo sbiancare rapidamente ed immobilizzarsi. Ad un tratto inizio ad alternare lo sguardo da quello che stava alle mie spalle a me. Poi sento dei passi avvicinarsi.
Decido di voltarmi ed incontro due iridi verde fumoso a me familiari.
Un singolo nome risuona nella mia mente. Inazuma si trova a pochi passi da me ghignante.
-Yromo… cosa fai li impalato?- dice con voce tranquilla e gentile, in contrasto col suo ghigno. -muoviti a servire Kōya- la voce della bionda adesso ha assunto un tono severo.
L’uomo si affretta ad arrotolare il filo e poi lo deposita in una scatola insieme agli ami che ,rapido, mi porge.
Infilo la scatola nello zaino, ora vuoto.
Svelto mi allontano e , con la coda dell’occhio noto che Inazuma sta iniziando delle trattative coll’uomo che, mi sembra, si chiami Yromo.
Mentre
mi allontano un uomo mi si avvicina guardingo, pronto a scattare nel
caso di
pericolo.
-Sai ,sei la prima persona che Lei
chiama per nome,
oltre al mercante. – Scuoto la testa e mi allontano.
Orientandomi a stento riesco a
ritrovare il luogo dove
ho raccolto le bacche ieri. Mi accuccio vicino al cespuglio e inizio a
raccogliere i piccoli frutti rotondeggianti.
-Cosa fai con quelle bacche?-
Alzo la testa per vedere chi sia il
mio interlocutore
e mi ritrovo davanti Inazuma, anch’essa accovacciata , che mi
squadra con
sguardo ricco di curiosità e un’espressione
infantile, completamente opposta a
quella che ho visto poco prima.
-Mi sembra ovvio, le mangio-
Le rispondo tranquillamente ,
mentre sul mio volto si
dipinge un tenue sorriso.
-Perché? Sono
commestibili?-
Continua a domandare con voce ricca
di interesse.
-Si, è una pianta molto
comune, cioè che si trova un
po’ ovunque. Sono una fonte di cibo quasi sempre sicura.-
Dico con voce saccente. Sul volto
della ragazza c’è un’espressione
che ricorda quella di un bimbo appena gli regali del cibo, stupita e
gioiosa.
La osservo più
accuratamente, indossa una canotta nera
di un materiale elastico e antiproiettile, molto aderente, lasciando
poco all’immaginazione,
e dei pantaloni in pelle nera, anch’essi che lasciano poco
alla fantasia. Devo
ammettere che da delle belle forme piene e… e… E
COSA DIAVOLO VADO A PENSARE!!!
NON SONO PENSIERI ADATTI DA FARE!!! SOPRATTUTTO CON GENTE CHE NON SI
CONOSCE!!!
Spero di essere rimasto impassibile.
Decido di passarle delle bacche
invitandola con gli
occhi a mangiarli. Le assaggia i Berī accettando il mio muto invito.
-Wow, devo dire che sono davvero
buonissimi!-
Afferma piena di allegria. Quanto
può cambiare il carattere
di una persona in dieci minuti?
-Come si chiamano questi frutti?- -Berī.-
Ci alziamo cominciamo a camminare.
Ma una domanda mi
frulla nella testa.
-Com’è
possibile che tu non li abbia mai assaggiati?- -Non
ne ho mai capito di piante. Mi sono sempre limitata a pescere e non
guardarmi
con quella faccia , non sto scherzando. –
Dice sghignazzante la bionda mentre
si gira per
posizionarsi davanti a me inizia a camminare all’indietro.
-Io invece non so cacciare e non
sono bravo a pescare,
perdo spesso l’amo-
Rifletto ad alta voce. Lei mi fa un
sorriso sghembo e
mi chiede come sia possibile che non fossi ancora morto e le rispondo
con una
scrollata di spalle.
Raggiungiamo l’hotel
crollato in cui vive ed mi chiede
,ordina, di andare a raccogliere della legna mentre lei va a cercare
qualcosa
da mangiare.
Ci rivediamo nello stesso punto di
prima del tempo.
Accendiamo il fuoco ed mettiamo ad arrostire la carne che si
è procurata Inazuma
mentre stiamo seduti sulle macerie.
Inazuma
Nome: Dal giapponese 稲妻 lampo
Sesso: femminile
Età:19 anni
Altezza: 1,85 metri
Aspetto: Corpo formoso ma minuto anche se non troppo, occhi verde fumoso e capelli biondi legati in una coda alta, labbra sottili e pelle ambrata.
Abbigliamento: Monocromatico nero costituito da canotta anti-proiettili ed elastica Aderente e pantaloni in pelle anch’essi aderenti con stivali da caccia.
Carattere: E’ una persona al primo impatto fredda, cinica, spietata, irrazionale, calcolatrice, intuitiva e sanguinaria, ma se la si conosce meglio si rivela essere anche Simpatica , gentile, affettuosa, leale, onesta ,ingenua, buona, prudente e generosa.
Tecnica di sopravvivenza: Non evita MAI lo scontro diretto, caccia e pesca con grande facilita e negli scontri diretti preferisce sparare colpi a bruciapelo.
Parenti vivi:???
Segni particolari: Il braccio sinistro è totalmente ustionato.
ANGOLO AUTRICE
Ssj13: Salve, scusate per aver aggiornato dopo, ma avevo molti impegni con la scuola e…
Inazuma: Tutte scuse.
Ssj13: Ma che stai dicendo?
Inazuma: Che hai fatto tardi perché ti scocciavi di copiarlo al computer.
Ssj13: Non è vero!
Kōya: Invece si.
Ssj13:Tu zitto!
Kōya e Inazuma: Ammetti le tue colpe!
Ssj13: Si, si, come volete…
Inazuma: Ho voglia di ammazzarti…
Ssj13: Bene gente, fatemi sapere cosa pensate della storia e ringrazio anche solo chi legge. Ora però temo di dover scappare. Alla prossima. Ed ,Inazuma, Posso sapere cosa ho detto di sbagliato?
Kōya: Non ti risponderà, pensa a scappare.