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Autore: Ladyhawke83    07/04/2017    4 recensioni
Rating verde
Personaggi Vargas Isabeau
Parole 1654
Ecco la mia ultima fatica, una One shot scritta su prompt della pagina Facebook Efp Fandoms!
Il tema centrale è l'inclusione e la differenza culturale ed etnica.In questo caso il rapporto è tra druidi e maghi tra i quali non corre reciproca stima. Vargas e Isabeau sono una coppia e il loro legame sfida le convenzioni.
Per chi conosce già le altre mie storie sa quanto io ami questa coppia, per tutti gli altri spero che impariate ad apprezzarla. Il mio cuore sarà sempre di parte per il mago mezzelfo Vargas.
Buona lettura!
Ladyhawke83
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The magician's promise'
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Rating verde
Personaggi Vargas Isabeau
Parole 1654


Ecco la mia ultima fatica, una One shot scritta su prompt della pagina Facebook Efp Fandoms!
Il tema centrale è l'inclusione e la differenza culturale ed etnica.In questo caso il rapporto è tra druidi e maghi tra i quali non corre reciproca stima. Vargas e Isabeau sono una coppia e il loro legame sfida le convenzioni.
Per chi conosce già le altre mie storie sa quanto io ami questa coppia, per tutti gli altri spero che impariate ad apprezzarla. Il mio cuore sarà sempre di parte per il mago mezzelfo Vargas. 
Buona lettura!
Ladyhawke83 


 
Ago della bilancia

Schierarsi, scegliere, prendere una posizione netta, questo Vargas aveva sempre cercato di evitare. Egli preferiva di gran lunga stare nel mezzo, come un ago della bilancia che non pendesse mai per nessuna parte, troppo preoccupato di perdere l'approvazione dei suoi stimati colleghi maghi.
In quel frangente però, non avrebbe potuto evitare di esporsi, lui e Isabeau si trovavano in una situazione difficile e fragile, lui non poteva certo tirarsi indietro, non dopo le visioni che aveva avuto sul suo futuro.
"Non se ne parla! È inaudito! Come puoi pensare che anche solo uno di noi possa accettare una -come lei- qui in Academia? Questa è una scuola per maghi rispettabili, per di più questa donna oltre che essere una druida è, per giunta, troppo -vecchia- per stare qui" A parlare era stato Rufis, l'assistente del Gran Mago Ianis, il mentore di Vargas.
"A chi avete dato della vecchia, signore?" Intervenne Isabeau, contravvenendo alla promessa di tacere, fatta a Vargas poco prima che giungessero in Academia.
Il mago mezzelfo si girò verso la giovane druida, fulminandola con lo sguardo, gli occhi scurissimi ridotti a fessure e la linea della bocca contratta in una smorfia di disapprovazione. Lei lo ignorò volutamente e, per tutta risposta, lanciò uno sguardo di sfida al mago in tunica color porpora che aveva di fronte.
"Quanti anni ha? Venti? Trenta? Con questi druidi e i loro sotterfugi non si capisce mai l'età, non metterla certo a studiare con dei ragazzini!" Rufis non nascose l'atteggiamento ostile e pregiudizievole nei confronti di Isabeau che, ai suoi occhi, era solo una creatura inferiore.
"E poi lei si porta appresso quel moccioso figlio, di padre ignoto, non possiamo certo occuparci anche di questo bambino, non credi Simenon? Che reputazione avrebbe l'Academia se si sapesse che ore accogliamo chiunque, compresa la prole bastarda?" Rufis non si risparmiò certo in quanto a coloriti epìteti verso la giovane donna e suo figlio.
"Me ne assumo completa responsabilità e poi il bambino non è un bastardo, è figlio di un mio carissimo amico, lo sai. Alla sua morte lui mi ha fatto promettere che me ne sarei preso cura e così farò" Vargas non poteva certo ammettere davanti a quello stolto di Rufis che Nak'ell, in realtà, era suo figlio ed era anche in pericolo.
"Se non siamo graditi ce ne andiamo subito, in fondo non c'è da fidarsi dei maghi" esclamò Isabeau al limite della sopportazione.
"Dove credete di andare donna? Vi ricordo che siete sotto la mia custodia e vi consiglio di tacere una buona volta!" Vargas la fermò per un braccio, non voleva essere così duro con lei, ma doveva pur darsi un tono davanti al collega per non destare sospetti. Nessuno doveva sapere della loro relazione, ne andava della sicurezza del piccolo mezzelfo, figlio di quell'amore proibito.
"E  sia mago. Adesso almeno diteci dove alloggeremo d'ora in poi" Isabeau si arrese alla stretta del mezzelfo dai capelli corvini.
"Vi ci accompagnerò subito, ma prima dovete sapere che ogni sistemazione qui nella scuola richiede un prezzo da pagare. Dovrete lavorare all'interno dell'Academia, e dimostrare di essere sufficientemente in gamba da affrontare i corsi per diventare una maga a tutti gli effetti" Vargas si attenne scrupolosamente ai dettami della scuola, essi prevedevano infatti una collaborazione attiva da parte di ogni alunno che avesse la fortuna di entrarvici.
"Il lavoro e lo studio non mi spaventano, almeno non quanto i giudizi affrettati..." la giovane druida dai capelli color biondo cenere si immaginò per un attimo che genere di lavoro avrebbe potuto svolgere lei, in mezzo a ragazzini nobili e viziati come quelli che aveva incontrato poco prima, ovviamente non ci riuscì, quindi si limitò a rivolgere un'occhiataccia al mago Rufis, il quale non si scompose minimamente, irrigidì solo lievemente la mascella.
"Su venite, non ho tempo da perdere" Vargas incitò Isabeau a seguirlo per illustrarle la nuova sistemazione, che per i mesi a venire sarebbe stata la sua nuova, quanto soffocante, casa.
Druida e mago, si avviarono attraverso un ampio chiostro, per poi inoltrarsi nell'ala est dello stesso, dove erano situati i dormitori.
Nak'ell, un bimbo mezzelfo sui tre anni, stava giocando allegramente nel prato del cortile maggiore, quando fu richiamato dalla madre. Diligentemente lasciò il merlo con il quale stava "parlando", per correre da lei. La gioia e l'innocenza nei suoi occhi smeraldo erano evidenti, i capelli neri mossi dal vento della corsa, lasciavano intravedere un visetto lentigginoso, contornato da due orecchie appuntite e un sorriso luminoso.
Isabeau lo abbracciò brevemente, sotto gli sguardi curiosi e indignati degli altri allievi, e lo sgridò dicendogli che non era opportuno che parlasse con gli animali davanti a tutti. Nak'ell, che non capiva perché dovesse nascondere quel suo talento naturale, si mostrò deluso, ma non disse una parola, era troppo intimorito dall'alta figura accanto  sua madre. Quel mago dagli occhi scuri e severi gli metteva paura. 
"Eccoci" disse Vargas una volta che, dopo alcune interminabili scalinate, i tre giunsero ai dormitori degli allievi. 
Il mago fece scattare la serratura con il solo gesto della mano e la porta si aprì verso l'interno, rivelando una stanza accogliente e luminosa.
Vargas si richiuse l'uscio alle spalle, una volta che furono entrati, ignorando gli sguardi sorpresi e scocciati dei suoi giovani alunni.
"Ho scelto proprio questa stanza, perché è la più luminosa, da qui si gode una vista particolare, si vede il grande salice del cortile... Spero sia di vostro gradimento" Vargas cercava di essere gentile con la giovane druida, ma lei si pose a braccia incrociate davanti alla finestra e lo squadrò seria in viso. "Pensate forse che un bell'alloggio con vista, basti a cancellare gli insulti che ho appena subìto dal vostro collega Rufio, o come diavolo si chiama?".
"Rufis" la corresse lui "Sapete benissimo che io non la penso come lui" Ammise Vargas accorciando la distanza tra lui e Isabeau.
Il piccolo Nak'ell, intanto, si era addormentato sul pavimento, proprio accanto al letto, un'abitudine che aveva mantenuto fin da quando era solamente un neonato. La madre gli rivolse uno sguardo poi tornò a rivolgersi al mezzelfo che le stava di fronte.
"Ma non avete comunque preso una posizione al riguardo..." lo rimbeccò Isabeau, mentre Vargas con delicatezza sollevava il corpo del figlio addormentato e lo adagiava sul letto.
"Sapete che non posso espormi, qui ho un ruolo da difendere".
Lui aveva assunto quell'atteggiamento duro e chiuso che ormai Isabeau aveva imparato a riconoscere.
"Lo posso capire, ma non lo posso accettare. Noi siamo la vostra famiglia, non meritiamo forse un trattamento migliore che essere trattati come gli ultimi degli ultimi?" Isabeau sentiva un certo groppo salirle in gola, non tanto per Vargas, quanto per tutta la "categoria" dei maghi, da sempre ritenutisi superiori a qualsiasi altra razza o persona, a torto ovviamente.
"Sapete che i pregiudizi sui druidi sono duri a morire, si dicono molte cose su di voi, perlopiù falsità. Io stesso, a suo tempo, ho faticato a capire, ma grazie a Dio sono rinsavito in tempo" dicendo questo il mago si avvicinò a Isabeau sfiorandole il viso con la mano. Fu un gesto semplice, ma che scaldò il cuore della druida che arrossì lievemente e sorrise abbassando lo sguardo su di lui.
"Non riesco mai a tenervi il broncio per più di qualche minuto... non so come ci riusciate, ma vi fate perdonare sempre tutto!"
"Sono pur sempre un mago e ho i miei trucchi. Ricordate il nostro primo incontro nel bosco? Ecco, si dà il caso che io tenti spesso di ammaliarvi magicamente come allora..."
"E ci riuscite sempre?" Domandò lei maliziosa, conoscendone perfettamente la risposta.
"Questo dovreste dirmelo voi..." disse il mago avvicinando pericolosamente il viso a quello della druida. Isabeau chiuse gli occhi e si lasciò sfiorare le labbra da quelle di lui, in un fugace contatto che sapeva di pino silvestre e di proibito.
Vargas si staccò da lei quasi subito, come pentito di quel suo gesto, e le lasciò un vortice di sensazioni addosso.
 Isabeau non l'avrebbe mai ammesso, ma aveva paura, paura di quel sentimento, ma anche di quella nuova vita lontana dai suoi luoghi cari, da casa, era in un ambiente ostile ai druidi, non per scelta, e con un bambino a cui badare.
"Devo andare ora" disse lui a mezza voce soffiando il respiro caldo sul viso di lei.
"Siate puntuale domani" disse avviandosi fuori dalla stanza.
"Puntuale? E per cosa?" Chiese Isabeau un po' perplessa.
"Per le mie lezioni, è ovvio. Da domani farete parte della mia classe nel corso di -Evocazione-". Una punta di soddisfazione pervase le ultime parole pronunciate dal mago prima che la porta di chiudesse alle sue spalle, lasciando Isabeau e il piccolo Nak'ell da soli nella stanza.
"E così dovrò studiare la magia Alta? Sarà interessante..." pensò Isabeau fra sé e sé, prese una coperta dal baule accanto al letto e coprì il piccolo, che nel frattempo era rimasto addormentato come un sasso.
"Amore mio ci aspettano tempi difficili, speriamo almeno che tuo padre sappia quello che fa" sussurrò la giovane, senza aspettarsi risposta dal bambino, poi si sedette e iniziò a sfogliare uno dei libri che le aveva prestato Vargas, sulla copertina il titolo in caratteri dorati recitava "Manuale di Evocazione". Sorrise ripensando al mezzelfo come insegnante, lei sapeva che sarebbe stata per lui un'allieva tutt'altro che diligente.
   
 
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