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Autore: Wanheda_Skaikru    08/04/2017    1 recensioni
Si guardarono in silenzio. Le parole erano finite.
Andarsene o rimanere per sempre.
Magnus gli accarezzò la guancia con la punta delle dita, mentre Alec tratteneva il respiro. La sua felicità era in bilico.

[Malec]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I met you in the dark.
 
 

“I met you in the dark
you lit me up,
you made me feel as thought
I was enough.”

 
 
 
 
Alec indugiava davanti al portone. Era sotto casa di Magnus, alle tre di notte, dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro all’Istituto. Anche lo stregone era stato lì: un gruppo di demoni stava sconvolgendo la città ed era stata richiesta la sua magia. Lui non si era rifiutato ma non sembrava neanche particolarmente contento. Ultimamente la loro relazione sembrava andare avanti a fatica: un po’ perché il lavoro da fare era tanto, un po’ perché la presenza di Alec era sempre più richiesta all’Istituto. O c’era dell’altro?
Il ragazzo non indugiò oltre e aprì il portone con le chiavi che possedeva ormai da mesi. Cercò di fare meno rumore possibile, ma appena arrivò trovò Magnus che lo aspettava sulla soglia.
«Alexander.»
Lo chiamava con il suo nome completo solo in occasioni particolari.
A quanto pare quella lo era.
«Sono le tre di notte.» continuò Magnus, fissandolo. Il suo atteggiamento non prometteva nulla di buono.
«E quindi?»
Alec sollevò il sopracciglio, come a voler sottolineare le sue parole. Non si sarebbe fatto intimidire da nulla; quella notte avrebbero risolto i loro problemi o avrebbero preso strade diverse.
«Entra.»
Lo stregone si fece da parte e il ragazzo entrò, senza degnarlo di uno sguardo.
Si fece largo fra le poltrone e si stravaccò sul divano. Voleva mostrare più sicurezza di quanta in realtà ne avesse.
Magnus rimase a fissarlo in piedi, come se fosse un ospite indesiderato e avesse fretta in buttarlo fuori.
«Dobbiamo parlare, Magnus.»
«Sono tutto orecchi.»
Lo stregone prese un bicchiere già mezzo pieno e iniziò a sorseggiarlo tranquillo, come se niente potesse turbarlo.
«Cosa sta succedendo?» iniziò Alec, senza giri di parole.
«Non capisco a cosa tu ti stia riferendo.»
Alec lo fissò. Finiva davvero così?
Dopo tutto quello che erano stati costretti a fare per riuscire a stare insieme, per farsi accettare dai Lightwood, da tutti gli Shadowhunters, dai Nascosti, dopo tutte le guerre che avevano affrontato e vinto, poteva finire così?
«Alexander» disse improvvisamente Magnus «Io non vado bene per te.»
Eccola, la scioccante verità.
Magnus credeva di non andar bene per lui. E come biasimarlo?
Mesi prima in molti erano convinti che un Lightwood non potesse accompagnarsi con uno stregone. Neanche se si trattasse di Magnus Bane.
Ma loro erano stati la prova che nessuno può dire cosa fare a nessuno, e che a volte basta seguire il cuore. Magnus ci aveva creduto, e anche lui.
Quando era giunto il punto di rottura? Quando aveva smesso di crederci?
«Io… non capisco.» ammise il ragazzo, abbassando la testa a guardare le proprie mani intrecciate.
«Certo, non puoi. Ti basti sapere che uno stregone non può essere all’altezza di un Lightwood, a maggior ragione se questo Lightwood sei tu.»
«Non eri di questo parere quando sei venuto ad interrompere il mio matrimonio.»
Sul viso di Magnus si fece strada un’espressione di dolore, ma lui la mascherò subito.
Fece un sorrisetto sprezzante e si voltò a guardare il suo fidanzato.
Era disperato.
Aveva gli occhi di fuori, le mani strette come a voler tenere tutti insieme i pezzi del suo cuore in frantumi. La postura rigida gli diceva quanto Alec fosse a disagio in quel momento, quanto stesse soffrendo. Per colpa sua.
Ma un dolore passeggero poteva essere sopportato. Alec si sarebbe innamorato di nuovo, magari non di una donna, ma avrebbe trovato uno Shadowhunter alla sua altezza, degno del nome della sua famiglia.
Sarebbe stato felice, alla fine.
«Tu non capisci.» disse ancora Magnus, e si alzò per prendere una boccata di aria fresca sul balcone.
A volte l’immortalità gli pesava sulle spalle più di qualsiasi altra cosa. I dolori, le delusioni, gli amori perduti sembrano troppo insopportabili, troppo pesanti. Gli era concesso di vivere per sempre, e per sempre avrebbe sofferto.
Dopo Alec niente sarebbe stato più lo stesso.
Continuava a ripetersi che era giusto, che lo stava facendo per salvarlo.
Ma chi avrebbe salvato lui?
«Magnus, non ho idea di quello che ti stia passando per la testa. Ma non mi importa.»
Alec lo raggiunse. Le loro spalle si sfiorarono e un brivido scosse la schiena dello stregone.
«Avresti una vita infelice con me.»
«Prima di te ero infelice! Come fai a non vederlo?»
Magnus lo osservò attentamente, indagando i suoi occhi, cercando risposte.
«Mi preoccupo del tuo futuro, Alec.»
Il ragazzo gli si avvicinò un altro po’. La distanza fisica era minima, quella dei loro cuori, invece, era tanta.
«Tu sei il mio futuro.»
Si guardarono in silenzio. Le parole erano finite.
Andarsene o rimanere per sempre.
Magnus gli accarezzò la guancia con la punta delle dita, mentre Alec tratteneva il respiro.
La sua felicità era in bilico.
Lo stregone gli si avvicinò a poco a poco, le labbra che quasi si sfioravano.
«Sei sempre stato tu quello che mi salverà.»
Alec gli afferrò la testa e lo baciò.
Le loro labbra si divoravano, cercavano di convincere l’altro a restare, restare per sempre.
Magnus tirò dentro il ragazzo e finirono sul divano. Niente avrebbe potuto più dividerli, questo gli stava dicendo Alec con i suoi baci infuocati. Le sue mani, tanto ferme quando impugnava l’arco, in quel momento tremavano leggermente, mentre liberava Magnus dalla maglietta. La sua lingua seguì il collo dello stregone, mentre le dita esploravano il petto, si infilavano nei capelli, per poi finire sui pantaloni. Magnus gli sorrise e in un attimo lo spogliò, avventandosi voracemente contro la runa sul suo collo, lasciando piccoli baci umidi.
Alec sfiorò la parte più segreta di Magnus e lui non riuscì a trattenere un gemito.
Si persero l’uno nella pelle dell’altro, conoscendosi come solo due anime profondamente unite possono.
Era tutto così giusto in quel momento, tutto al suo posto.
L’amore come poteva essere una cosa sbagliata?
Magnus sorrise guardando Alec dormire accanto a lui.
Aveva già trovato la sua salvezza.
   
 
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