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Autore: darken_raichu    09/04/2017    1 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Fiume Draak, nave di Crult, 29/07/4783, circa le 18
«Cos…» disse Rose, indicando Part «Lui non può essere un inviato dei Non Affiliati. L’ho salvato come schiavo!»
«In realtà, ‘Capitano’, i nostri leader avevano qualche problema con il tuo comportamento, quindi hanno infiltrato me nella tua ciurma in mezzo agli schiavi. Io gli riferivo quali zone di fiume stavi per attaccare e loro si assicuravano di non essere in zona.»
«E lo ammetti così?»
«Beh, non è che avrebbe molto senso dire “Oh no Capitano, è solo un caso.” Dato che sono stato scoperto, Arceus sa come, tanto vale che metta le carte in tavola. Posso portarvi da loro, e farvi avere un colloquio con il mio Capitano. Quello vero. E da lì, dovreste arrivare ai Non Affiliati.»
«Prima ho alcune domande da farti. Come facevi a comunicare con i Non Affiliati?»
«Infilavo un messaggio in una bottiglia e lo gettavo in acqua. Ci sono almeno tre membri dei Non affiliati che ci seguono sin da quando mi hai raccolto, a distanza di sicurezza. Recuperavano la bottiglia e controllavano il messaggio. Io non li ho mai visti, ma dal fatto che il Capitano Rose non ha mai combattuto contro di loro, deduco che i miei messaggi sono arrivati a destinazione.»
«Per chiarire, quanto tempo è che non vedi i tuoi compagni?» Chiese Wamps, squadrandolo.
«Rose, da quanto tempo sono nella tua ciurma?» Chiese Part, a quel punto abbandonando del tutto il ‘Capitano’.
«Tre anni.»
«Esattamente.»
Wamps lo fissò, poi scoppiò a ridere a pieni polmoni. Rise di gusto, poi si interruppe bruscamente e si girò verso Crult «Davvero? Il tuo grande piano prevede di seguire le istruzioni di uno che non vede la sua ciurma da tre anni? E che non ha contatti con loro? Per quel che ne sappiamo potrebbe non raccoglierle nessuno le sue stramaledette bottiglie! Potrebbe benissimo darsi che la sua ciurma sia stata distrutta!»
«Oh, no, sono certo siano ancora in giro.» Disse Part «Il mio capitano è molto forte, e ogni tanto se ne sente parlare ancora.»
«E chi sarebbe?»
«Lickilicky il Tormentatore.» Rispose Part.
I presenti rimasero in silenzio. Tra i Non Affiliati, c’erano soprattutto pirati forti, ma anche tra di loro Lickilicky brillava per la sinistra fama che si era fatto.
«E tu credi di poterci portare da lui?» Chiese Crult. Part annuì. «Bene, come potete vedere abbiamo un piano.» Proseguì il Tentacruel «Tutti d’accordo a partire?»
«Io non sono d’accordo.» Disse Wamps «Il tuo intero piano dipende dal fatto che lui sia davvero in grado di portarci da un pirata che non sappiamo come ci accoglierà. Questa è una follia!»
«E allora cosa vuoi fare?!» Chiese Zong, battendo il braccio sul tavolo «Non abbiamo scelta! Se la prossima volta ci trovassimo nella stessa situazione dello scontro con Girafarig, moriremmo. Tutti! Tu, io, Crult, Rose, tutti! Quindi chiudi quella fogna, e decidi una volta per tutte se vuoi restare con noi, o provare a scappare e probabilmente farti ammazzare!»
Tutti i presenti fissarono Zong. Il pokémon non era mai stato particolarmente comunicativo, quindi l’idea che proprio lui si schierasse con tanta forza contro Wamps era sorprendente.
Wamps sorrise «Oh, ma guarda, a quanto pare anche il pezzo di ferro riesce a dire qualcosa di intelligente ogni tanto. Sì, se me ne andassi morirei sicuramente. Ma dimmi, cosa mi assicura che non accadrà anche qui? Cosa mi assicura che, dopo il disastro che avete combinato l’altra volta, l’aiuto per nulla certo di un gruppo di pirati minori ci permetterà di vincere?»
«Quindi cosa vuoi fare Wamps? Combattere con noi, o scappare e quasi sicuramente morire?» Chiese Crult.
Wamps ridacchiò «Bene, se la metti così è facile. Il problema è che quasi sicuramente morirò anche con voi. Alla fin fine, cosa mi dice che sia la scelta giusta.»
Rose lo fissò, poi parlò «Wamps, taglia corto, sono stufa di sentirti lamentare come un neonato. Sei tu quello che non fa altro che parlare di cosa significa essere un vero pirata. Dimmi, i veri pirati valgono così poco da scappare con la coda tra le gambe quando qualcosa va storto?»
«Non osare…»
«Oso, Wamps! Non hai fatto altro che ripetermi che sono solo una finta piratessa da quando ci conosciamo, ma tu cosa sei allora, adesso che scappi alla prima difficoltà? Quante generazioni sono che la tua famiglia terrorizza questo fiume, o il mare intorno a Laghia, o qualunque altra costa riescano a raggiungere? E adesso tu vuoi fuggire? A questo punto avremmo fatto meglio a chiedere a tuo frate…»
«SILENZIO! Non provare a nominarlo! Mai!» Disse Wamps, per poi alzarsi ed uscire sbattendosi la porta alle spalle.
«Non avrai esagerato, Rose?» Chiese Crult.
«Tanto se ne sarebbe andato comunque, se non l’avessimo convinto in qualche modo. E io conosco Wamps. Il suo orgoglio è l’unica cosa che lo tiene a galla. Essere un pirata per lui è più importante di ogni altra cosa. Perciò, ho toccato le due cose a cui tiene di più, la sua famiglia e il suo ruolo. Non se ne andrà ora.»
«Ne sei certa?»
«Certissima.»
Crult sospirò «Bene. In tal caso, prepariamoci a partire. Fate passare il messaggio a tutte le navi. Abbiamo un Tormentatore da incontrare.» Disse Crult, per poi rivolgersi a Part «E spero per te che non sia una menzogna, perché in quel caso ti butterò con piacere nel fiume.»
Part annuì. “Non sono certo uno sciocco, vecchio.” Pensò, seguendolo fuori dalla stanza.
 
Fatia, guardia di confine, 31/07/4783, circa le 17
Raichu sospirò contento, vedendo apparire davanti a loro il posto di guardia per entrare a Fatia dalla strada di Arceus. Dietro di esso, scorreva un larghissimo fiume, quasi la metà dell’enorme Draak, che a giudicare da quanto proseguiva dritto dal momento in cui si staccava da esso fino al lontano orizzonte a nord doveva essere artificiale.
“Quindi è quello il Canale delle Fate.” Si disse Raichu, pensando alle spiegazione dategli da Eelektross.
Fatia era un paese piccolo, aveva spiegato il pokémon la sera prima, circondato su tutti i lati da grandi guerrieri. Ad est la gigantesca Normalia, che potrebbe farne un sol boccone. A sud, oltre il Draak, la petrosa Mineralia, con la sua struttura politica così peculiare che la rende imprevedibile. E ad ovest la terra di Draghia, con i suoi Signori della Guerra e il suo esercito rinomato come il più potente al mondo. Per sopravvivere tra queste grandi forze, gli abitanti di Fatia si erano dovuti arrangiare in molti modi. Anzitutto, essi avevano ignorato completamente il problema militare. Non potendo competere in termini di numero con nessuno dei confinanti, avevano deciso di non formare un grande esercito, ma solo una punta di diamante di circa 2000 soldati, composta dai più grandi guerrieri del paese, a cui si aggiungeva una polizia interna che però svolgeva solo compiti secondari come pattugliare le città e le campagne interne del paese. Poi si erano concentrati sul mantenere rapporti pacifici con i vicini. Gli abitanti di Fatia erano quindi dediti all’arte. Pittori, scultori, scrittori, ma anche giardinieri o registi teatrali, Fatia aveva fatto di sé stessa la gemma artistica di Pokémos.
“E questo ha permesso loro di sopravvivere quasi indenni per tutto questo tempo.” Aveva concluso Eelektross “Qualcuno potrebbe definirli sprovveduti, ma non lo sono affatto. Hanno costruito un enorme canale, il Canale delle Fate, per assicurarsi che un eventuale esercito di Normalia sia costretto ad attraversare gli stretti ponti o passare a nuoto. A ovest le colline sono fortificate e ben difese, e a sud ci sono posti di guardia sul Draak. Il loro piccolo esercito è sparso, ma si dice che un soldato di Fatia equivalga a cinquanta soldati normali.”
E arrivato al posto di guardia, Raichu realizzò che era tutto vero. L’architettura di quell’edificio di confine, che altri paesi avrebbero reso un semplice blocco di mattoni o pietra, qui era arricchito da incisioni e murales raffiguranti numerosi Pokémon di tipo Normale e Folletto stringersi la mano in segno di amicizia. Le quattro grandi colonne di marmo sui lati davano all’edificio un’imponenza inaspettata. E una volta entrato, la guardia che li salutò cordialmente diede a Raichu un’impressione di forza diversa da tutte le altre.
L’Azumarill li osservò tutti, poi annuì «Bene, bene, direi che non ci saranno problemi. Anche se loro sono al limite» disse indicando Trubbish e Gliscor «direi che non ci sono problemi a farvi passare. Aspettate qui mentre preparo i documenti.»
«Cosa intendeva?» Chiese Gliscor ad Eelektross.
«Fatia» spiegò Eelektross a bassa voce «pone al vero centro del proprio essere la bellezza. La considerano la loro fonte di sopravvivenza. Per questo la Bellezza è un requisito fondamentale in questo paese. Perché credi che abbia fatto mangiare a tutti Bacchekiwi in quantità negli ultimi giorni? Potrebbero benissimo vietarci di entrare a palazzo se fossimo giudicati anti-estetici.»
«Odio già questo paese.» Rispose Gliscor.
«Oh credimi, per noi ladri ha i suoi lati positivi. La loro polizia è molto facile da raggirare.»
«Mi piace già di più.» Concluse il pokémon, mentre Azumarill rientrava nella stanza con i documenti.
«Ottimo, allora, vediamo. I vostri nomi e il luogo di provenienza per favore.» Disse, provvedendo poi a stilarne una lista. Si interruppe un momento quando arrivò ad Eelektross «Ci è stato chiesto di tenere d’occhio gli Eelektross. Invierò un rapporto sulla sua presenza nel paese, ma sappia che nel concreto questo non dovrebbe comportare nulla. Tuttavia, devo anche sapere da quale città di Elettria viene e che lavoro svolge.»
«Electronvolt. Mi occupo di gestione di una Compagnia commerciale.»
«Capisco. Cosa la porta a Fatia?»
«Affari di stato.»
L’Azumarill annuì riportando diligentemente il tutto, poi mise il foglio da parte rispetto aglia altri. Prese i nomi dei pokémon rimanenti, e concluse porgendo loro alcuni documenti. Lasciapassare, spiegò rapidamente. Poi fece loro cenno di proseguire.
Arrivato sul ponte, una volta uscito dalla casa, Raichu rimase a bocca aperta. Sui due lati erano disposte, una dopo l’altra, statue a grandezza naturale dei Guardiani di Fatia, i Tapu. Aveva sentito parlare del Guardiano del Nord, il Guardiano del Tuono, famoso ad Elettria perché era l’unico Loro a non essere stato visto praticamente mai nel paese dei Pokémon Elettro, ma era la prima volta che vedeva davvero come appariva Tapu Koku. Gli altri tre erano il Guardiano del Sud e le Guardiane dell’Ovest e dell’Est, Tapu Bulu, Tapu Lele e Tapu Fini. La statue erano talmente perfette che Raichu si aspettava di vederle scuotersi e andarsene. Inoltre, l’intero ponte era finemente intarsiato con un motivo vegetale così realistico che le foglie sembravano vere.
«Come possono produrre cose del genere?» Chiese Emolga, altrettanto ammirato.
«Con molto tempo e molta fatica.» Rispose Eelektross «E soprattutto, con la ricchezza che viene dalle colline a ovest, dove si trovano molti tipi di pietre da costruzione e pietre preziose. Quelle che mancano, le comprano a Mineralia. E comunque, cercate di non farvi impressionare troppo da cose come questo ponte, Fatia ne è piena. Altrimenti potreste non farcela arrivati a Fairydan. Quella città è così bella che girano storie di viaggiatori morti all’istante colpiti dalla bellezza della capitale. Non so se siano vere, ma ad ogni buon conto cercate di non farvi soprendere così tanto.»
Raichu annuì, poi il Gruppo proseguì la marcia. Il pokémon si guardò intorno mentre camminava. La zona circostante la strada di Arceus era disabitata, probabilmente per non dare la possibilità a un eventuale nemico di avanzare non visto oltre il fiume. Per lo stesso motivo, lungo la Strada di Arceus, ogni cento metri, si trovavano le statue di Pokémon Fuoco illuminate da Pietrefocaie. Eppure, notò il pokémon, alcune delle statue davano innegabili segni dell’età. A un Charizard mancavano ambo le corna, e dell’edera aveva avvolto interamente un Heatmor. Un Rapidash senza una zampa era addirittura crollato, e parecchio tempo prima giudicando dall’erba che lo avvolgeva e dalla sporcizia che lo ricopriva. Il realismo del pokémon lo rendeva agghiacciante, dato che sembrava quasi un Rapidash morto in mezzo all’erba.
«Immagino che persino nel paese della bellezza qualcosa stia andando per il verso sbagliato.» Commentò Eelektross «Quando sono passato di qui, quattordici anni fa, una visione del genere sarebbe stata inaccettabile. Esisteva un corpo apposito per la manutenzione delle statue di tutto il paese. Mi pare assurdo che non stiano lavorando, quindi l’unica spiegazione è che dev’esserci qualcosa che non va nel paese.»
Raichu annuì, e il Gruppo procedette mestamente lungo la Strada di Arceus, camminando tra le statue malconcie.
 
Ditto e Persian osservarono i presenti. Erano una cinquantina. Tutti ben allenati ed esperti, e tutti pronti a combattere.
«Ottimo, qualcosa che va per il verso giusto.» Commentò Persian, leccandosi la pelliccia della mano per pulirla «D’accordo, vi hanno già spiegato tutto, dico bene?»
«Sì!» Esclamarono all’unisono i presenti, mettendosi sull’attenti.
«Eccellente. Ricordate, se fanno resistenza potete combatterli catturarli o anche ucciderli, se necessario. Altrimenti, mantenete la calma e lasciate fare a noi.» Rispose Ditto.
«Siamo in una botte di ferro…» Borbottò uno Spinda, anche se sfortunatamente per lui la frase si sentì chiaramente.
«Ti ho sentito Spinda. Adesso ascoltate, tutti quelli che ci hanno provato prima di noi hanno fallito miseramente. Ma per noi sarà diverso. Noi riusciremo a prenderlo.»
«E come pensi di superare la guardia di confine?» Chiese Spinda «Se passiamo tutti insieme, si faranno delle domande.»
«Per questo speravamo arrivaste prima che loro passassero il confine, ma evidentemente al comando della squadra c’era qualcuno di troppo lento. Adesso dovrete passare a piccoli gruppi, facendoci perdere terreno. Ci divideremo in squadre da dieci, e avanzeremo verso la capitale. Il nostro infiltrato nel Gruppo ci renderà noti eventuali cambiamenti.»
Spinda borbottò nuovamente qualcosa, stavolta a voce troppo bassa per essere udito, poi ritornò tra le file dei presenti. Persian sogghignò. Spinda mal sopportava i due, cosa che loro ricambiavano, quindi era semplicemente fantastico che per una volta fosse colpa sua se non erano riusciti a portare avanti il piano come stabilito.
Poi, il pokémon si girò e fece cenno a Ditto. E i due si avviarono verso l’edificio, seguiti da sette altri pokémon.
 
Electronvolt, Palazzo Reale, 31/07/4783, circa le 19
«Quindi sono finalmente tornati tutti e due?» Chiese il Re a Milotic.
«Sì signore. Polid è stato trovato ferito, ma ora finalmente sta tornando anch’egli. Frogadier ne sarà felice, era molto preoccupato. Colyst è rimasto tutto il tempo con lui, e ora lo sta scortando. Non si direbbe, ma tra loro c’è un forte cameratismo.» Rispose Milotic.
Kingler fissò la Pokémon, il nuovo Ammiraglio che negli ultimi venti giorni aveva lavorato con efficienza ed abilità. Sia Azumarill che Blastoise avevano dato parere positivo alla sua promozione, perciò ora sarebbe stata ufficializzata.
“Grazie ad Arceus non dobbiamo ripetere tutta questa storia un’altra volta.” Pensò il Re, osservando l’antica reliquia portata a palazzo da Milotic. La Coda di Manaphy, la collana d’argento che si diceva fosse stata forgiata per la prima regina di Laghia da Manaphy stesso, dall’acqua della corrente del sud. Che questo fosse vero o meno, la collana era un oggetto antichissimo e uno dei grandi tesori di Laghia. Per questo, era d’uso che gli Ammiragli lo nascondessero. Tuttavia, Re Kingler aveva deciso che era inutile perdere altro tempo per nasconderla, in un momento così critico. Perciò la teneva nelle proprie stanze, finché Milotic non avesse potuto assentarsi per nasconderla a propria volta.
«Molto bene. In tal caso, potremo tenere a breve la cerimonia. Adesso però c’è l’altra questione. Azumarill e Blastoise saranno qui a momenti. Ho aspettato a lungo prima di coinvolgerli perché ero titubante, ma ora non ho dubbi.» Disse il Re. Subito dopo, Blastoise ed Azumarill bussarono alla porta e a un richiamo del re entrarono. I due si fecero avanti e si sedettero accanto a Milotic.
«Per quale motivo ci avete convocato, maestà?» Chiese Azumarill. Al Re non sfuggirono le ampie occhiaie del Pokémon. Sapeva che Azumarill si era sobbarcato buona parte del lavoro di organizzazione delle truppe della Marina lungo il Volt, i suoi affluenti e anche nella difesa delle coste dai pirati. Un lavoro titanico, solo in parte allegerito dall’arrivo di Milotic e da Blastoise, già impegnato ad organizzare le collaborazioni dei soldati a terra con le altre forze e la loro suddivisione sul territorio.
«Non temere Azumarill, sono certo che tu e Blastoise abbiate il vostro daffare. Perciò ho preferito evitare di disturbarvi finché ho potuto. Ma ora è il momento che vi mostri questo.» Disse, presentando loro un documento di carta di Baccalga, quindi molto resistente all’acqua. Sopra di esso era riportato un messaggio nella grafia che i due Ammiragli riconobbero con un sussulto come quella di Empoleon.
«Che cos’è, maestà?» Chiese Blastoise, indicando il documento.
«Questo è un messaggio scritto da Empoleon per il suo successore. In esso confessa di essere stato al servizio dell’Organizzazione e di non essere pentito di ciò che ha fatto e farà per loro. Anche se forse non pensava di finire in questo modo. Vi riporta anche i nomi dei due capitani che hanno tenuto contatto con lui, Samurott e Carraco. Il che lo renderebbe un documento utile all’Alleanza, il problema sono le due parti finali.»
Kingler sospirò «La prima, è che rivela di avere un figlio. Questo comporta che la linea di sangue dei vecchi re non si è estinta. Se questo ragazzo sa di poter vantare un diritto al trono e crescesse nelle mani sbagliate, saremmo completamente alla sua mercé. Tuttavia, il vero problema è l’altro.»
«Cosa dice signore?»
«Che c’è un altro traditore nelle alte sfere della Marina di Laghia. Uno dei Vice Ammiragli – non specifica se uno dei suoi sottoposti o uno dei vostri – è una spia dell’Organizzazione.»
Azumarill e Blastoise fissarono il re, interdetti «Ma vostra maestà, se questo è vero non solo è molto grave per noi…»
«Ma significa anche che l’intera Marina di Laghia rischia di perdere la faccia davanti all’Alleanza, esatto. Abbiamo già fatto una figura tremenda quando abbiamo dovuto ammettere che uno dei nostri Ammiragli ci aveva tradito. Se ora emergesse che anche uno dei Vice ha fatto lo stesso, saremmo definitivamente svergognati. Perciò lo chiedo a voi tre, anche tu Milotic: dovremmo nascondere questa scoperta, o portarla all’attenzione dell’Alleanza?»
  
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