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Autore: michi TheRose    09/04/2017    1 recensioni
"È meglio vivere un secondo acceso che un’eternità spenta." Questo è ciò che lo shinigami Ryuk ha sempre pensato nel rimpiangere la sua natura di dio della morte e nel contemplare la bellezza di una vita mortale. Forse essere un dio non era poi così entusiasmante, ma l'umano di certo non poteva capirlo e ha fatto la sua scelta. Ma forse anche Ryuk aveva una scelta.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ryuuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli umani sono veramente stupidi: non hanno la minima idea di quanto siano fortunati ad essere mortali. 
Disdegnano la morte senza riuscire a vedere quanto questa sia in grado di rendergli bella la vita, il solo sapere di avere una durata vitale scritta in fronte colora la loro esistenza di sentimenti; ne ho visti di belli e brutti da quando sono disceso in questo mondo, ma mai in tutta la mia eternità ne ho provato uno.
Al contempo loro venerano quelli come me, desiderano vivere in eterno come un dio, senza sapere quanto possa essere monotona la vita di uno shinigami.
Essere al di sopra del tempo, padrone della vita e della morte è una condanna che ti rende incapace di vivere e incapace di morire.
Per questo ho lasciato cadere il quaderno della morte nel mondo degli umani, volevo vedere che uso ne avrebbe fatto un qualsiasi mortale e, come prevedevo, gli umani sono uno spasso.
Il giovane Light ha raccolto il quaderno e decidendo di usarlo è finito nella mia trappola. Convincere quell’umano ad uccidere è stato più semplice del previsto, non credevo che la vita umana, nonostante la sua precarietà, fosse tanto scontata per i mortali.
È bastato un nonnulla d’inesauribile potere a farlo precipitare, a dargli il desiderio di salire al di sopra di tutto e tutti, ad illuderlo che ci sarebbe riuscito, quando in realtà non ha fatto altro che capitolare sempre più in basso, arrivando a non provare nulla di fronte alla morte, ad usare chi gli è affezionato pur di essere un dio.
Tanta astuzia e pure altrettanta stoltezza in un solo individuo.
Non mi è mai importato della sua sorte, ma solo che mi rendesse uno spettatore divertito e ci è riuscito magnificamente, peccato che non possa durare in eterno.
Non gli è mai dispiaciuto compiacermi, non ha mai rimpianto di avermi incontrato, di aver toccato il quaderno, di aver scritto il primo nome.
Non l’ha mai fatto perché in fondo anche io ho reso la sua vita interessante: quando c’incontrammo per la prima volta mi confessò che anche la sua vita prima di scoprire il quaderno della morte era noiosa. Avrei immaginato che la definisse con qualsiasi attributo fuorché noiosa perché mai avrei immaginato che uno shinigami e un umano potessero avere in comune proprio questo. 
Con ciò fui quasi tentato di andarmene prima che desse il via alle danze, ma le cose si fecero immediatamente interessanti. Light non si è mai accorto di questa somiglianza tra noi, oppure ha sempre scelto di ignorare la monotonia a cui sarebbe stato destinato se fosse diventato davvero il dio di un nuovo mondo, forse valeva la pena di sacrificare tutto il grigiastro per godersi pochi momenti colorati.
Erra a giocare con la vita degli altri pensando che nessuno stia facendo lo stesso con la sua e che nessuno mai si ribellerà, nessuno mai lo scoprirà.
Con il mio giocattolo come arma si è sentito sempre più un dio, io al contrario stando in mezzo agli umani mi sono sentito sempre più simile a loro.
Tuttavia l’amara verità è una soltanto: entrambi possiamo credere di esserci scambiati le vite, ma anche se lui usa il mio quaderno e io mangio solo mele di questo mondo, l’unico dio tra noi due sono io. Sarò l’unico che potrà uscire vivo dal nostro gioco!
Esiste però un modo per uccidere uno shinigami e mai prima della morte di Rem mi è passato per la mente che potrei farlo: allungare la durata vitale di un umano, rinunciando ai miei anni. 
Da quando mi sono reso conto che la durata vitale di Light potrebbe essere la mia, se solo lo volessi, qualcosa è cambiato in me. 
Provo qualcosa.. credo che gli umani la chiamino paura.
Temo di morire, ma non riesco a non desiderare di spegnermi per sempre, perché quando sulla fronte di Light vedrò il numero 0 dovrò tornare a vivere un eterno nulla. 
È meglio vivere un secondo acceso che un’eternità spenta.
Ogni volta che immagino di morire e sento che lo farò, finalmente mi sento vivo anche se impaurito. 
Mi sento umano.. 
Il dilemma mi tiene in bilico tra vita e morte, tra paura e desiderio.
Bramo il sonno eterno, ma poi vedo palesarsi una data fluttuante sopra la mia testa, eguale a quella di Light, allora vengo assalito dalla paura e dico no. 
Così la mia durata si sfuma fino a scomparire ed io torno ad essere eterno e grigio.
Un dio ha tutto, ma non ha niente, un umano non ha nulla, ma ha tutto.
cosa devo scegliere? 
Cosa voglio essere? 
Umano o shinigami?
   
 
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