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Autore: Nerd_Girl_97    10/04/2017    0 recensioni
Kion e Vitani sono due esseri completamente diversi: uno è un principe di sangue reale e il nuovo capo della Guardia del Leone, mentre l'altra è una leonessa esiliata. L'unica cosa che li accomuna è un'insana rivalità, ma se questa cosa si trasformasse in qualcos'altro, che accadrebbe?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiara, Kovu, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Vitani
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno strano scherzo del destino

Capitolo 1 Un incontro sgradevole
 
Era un giorno come tanti, nelle Terre del Branco, tutti gli animali facevano tranquillamente le loro cose, ignari dell’intruso che si avvicinava pian piano verso di loro.
Una misteriosa figura strisciava in mezzo all’erba alta, calpestandola ad ogni suo passo e lasciando un’enorme scia dietro di sé. Continuò ad avanzare verso un punto in cui pascolava con tutta calma un branco di zebre; il suo stomaco brontolava al solo vederle; erano ormai parecchi giorni che non riceveva un pasto decente, ma lei non ci fece caso: presto, avrebbe potuto mettere qualcosa sotto i denti!
Ad un certo punto si era fermata ad una minima distanza tra lei e loro: aveva messo gli occhi su una zebra giovane e ben formata, l’ideale bocconcino da arraffare! Così, affilò gli artigli e assunse la posizione d’attacco.
Stava quasi per attaccare quando qualcosa, o qualcuno, la inchiodò violentemente a terra, sollevando un gran nuvolo di polvere, intorno a loro.
“Finalmente ti ho preso, Janja!” Disse la voce della cosa che l’aveva atterrata:
“Janja?!?” Pensò la povera malcapitata, alquanto confusa:
“Credevi che avresti continuato a farla franca?” Proseguì la misteriosa voce, con aria di sfida. “Beh, ti sbagli di gross…”
Quando la nuvola si fu diradata del tutto, lei riaprì pian piano gli occhi e vide di fronte a sé un cucciolo di leone maschio della sua età, più o meno, dal manto dorato, con un ciuffo di criniera rossa sulla testa e con il marchio di un leone che ruggisce sulla spalla sinistra. Era lui, lo aveva riconosciuto subito: era il principe Kion!
Lei si ricordava perfettamente di lui, ma in modo poco piacevole, dato che la prima volta in cui si erano visti, fu quando il giovane principe aveva aiutato la sua cara amica iena a sbarazzarsi di lei e della sua famiglia! E anche Kion la riconobbe, infatti, appena la guardò meglio, strabuzzò gli occhi dallo stupore.
“Aspetta un momento!” Disse, dopo essersi riavuto dallo stupore. “Tu non sei Janja, sei Vitani, la figlia di Zira!”:
“Wow, sei davvero perspicace, principino!” Disse Vitani, in tono sarcastico.
A quella frase, Kion, dominato dall’ira che provava nel ripensare al loro ultimo incontro, si irrigidì talmente tanto che la tenne ben bloccata a terra, per non farla scappare: infatti, conficcò per bene gli artigli nella sua pelliccia, cosa che fece non poco irritare la sua avversaria, che cominciò ad emettere smorfie di dolore.
“Ahi!! Ma sei impazzito?!? Mi stai facendo un gran male!” Disse lei, con un tono rabbioso:
“SILENZIO!!! Sappi che non mi lascio addolcire dalle tue smorfie di dolore, vere o false che siano!” Disse lui, non volendone sapere di mollare la presa.
“Wow! Devo ammettere che per essere più piccolo di me, è davvero forte!” Pensò Vitani fra se e se, molto colpita.
“Ora, dimmi!” Continuò Kion, stavolta con tono minaccioso. “Che cosa sei venuta a fare qui, straniera?”:
“Straniera?!?” Vitani si era sentita molto offesa nel sentirsi chiamare a quel modo. “Straniera io?!? Guarda che l’unico vero straniero qui, sei tu, mio caro principino!!! Ti ricordo che una volta queste terre erano la casa della mia famiglia, prima che tuo padre, il Re, ce le rubasse!!”:
“Hai detto bene, ERANO la vostra casa!” Disse Kion, non lasciandosi minimamente intenerire dalla sua storia. “E poi, mio padre non ve le ha rubate, ma se le è giustamente riprese, poiché erano sue di diritto!”:
“Tuo padre non è altro che un falso e un ladro!!”:
“ORA BASTA!!!” Urlò Kion, molto infastidito dalle sue parole di offesa nei confronti di suo padre. “Smettila con questi giri di parole e rispondi alla mia domanda: COSA – SEI – VENUTA – A – FARE – QUI?”:
“Pfui, non era evidente? Cercavo di cacciare una zebra!”:
“A voi esiliati non è permesso cacciare nelle Terre del Branco, perciò ti ordino di andartene immediatamente, se non vuoi fare una brutta fine!”:
“Così dovrei tornarmene nelle Terre di Nessuno? Dove io e tutti gli altri leoni moriamo di fame? No, che non lo faccio, caro il mio principino! Non me ne andrò da qui, finché non avrò addentato quella zebra!”:
“E invece tu te ne vai, anche a costo di usare le maniere forti!”:
“E cosa intendi farmi, micio spelacchiato? Sputarmi una palla di pelo in faccia?”
Kion era così arrabbiato che avrebbe tanto voluto farle vedere quanto fosse potente il Ruggito degli Anziani per farle abbassare la cresta e metterla in fuga, ma si ricordò che non poteva usare il ruggito contro un essere così piccolo e indifeso, soprattutto contro una femmina!
Ma provò comunque a metterle paura.
“Se non farai quello che ti dico, sarò costretto a utilizzare il mio potente ruggito!!!”
Vitani non sembrò affatto terrorizzata dal suo avvertimento, anzi, scoppiò a ridere.
“Oh, certo! Il tuo ruggito! Il tuo “potente” ruggito!”:
“Guarda che è davvero molto potente!”
A quel punto, Vitani, ricordandosi che la più grande paura di Kion era l’idea di diventare come Scar, decise di sfruttare questa cosa a suo favore.
“E quindi intendi davvero usarlo contro di me? Contro una povera e indifesa leoncina? Non solo sei presuntuoso, ma sei addirittura un gran prepotente!”
Sebbene la tentazione di usarlo fosse così tanta, Kion cercò comunque di mantenere la calma per non rischiare di diventare ciò che aveva giurato di combattere e provò a controbatterla a parole, ma non ebbe il tempo di parlare, che ricevette a tradimento una sonora zampata sulla faccia, che lo fece cadere a terra.
“Ah! Ci sei cascato, proprio come mi aspettavo!” Disse Vitani, correndo via da lui. “Mi sarei intrattenuta volentieri per vedere il tuo “Potente ruggito”, ma sai com’è. Il pranzo mi aspetta!”:
“Oh no, tu non avrai proprio niente, mia cara!” Disse Kion, rimettendosi in piedi e cominciando a correre verso di lei.
Vitani corse velocemente verso la zebra che aveva puntato poco fa, ma proprio mentre stava per spiccare un salto per attaccarla, una scia gialla e a pois neri le corse davanti, facendola cadere a terra.
“Ci hai provato, ma ti è andata male!” Disse Fuli, il cucciolo di ghepardo femmina.
La leoncina, non appena riprese i sensi, si trovò circondata da lei, da Beshte, il cucciolo di ippopotamo, da Banga, il cucciolo di tasso del miele, da Ono, il cucciolo di airone e da Kion. Formavano tutti e cinque un cerchio intorno a lei, che le impediva di fuggire.
“Sei in trappola!” Disse Ono:
“Ormai non puoi più fuggire!” Disse Beshte:
“A meno che non ti arrendi!” Disse Banga:
“Io arrendermi? Già mai!” Disse Vitani, con un chiaro tono di sfida:
“Allora sarai costretta ad assaggiare la nostra furia! Io ti avevo avvisata!!” Disse Kion:
“Non mi fate paura, nessuno di voi!!”:
“Te ne faremo fra poco, carina!” Disse Fuli:
“Ben detto, Fuli! Avanti, Kion, usa il Ruggito!” Disse Ono:
“Già, fai capire alla signorina qui presente che con noi non si scherza!” Disse Banga:
“Veramente, ragazzi, io... non posso! Ho promesso a me stesso che non avrei mai utilizzato il ruggito per fare delle cose brutte!” Disse Kion:
“Ma Kion, usarlo contro un leone straniero, ergo un probabile nemico delle Terre del Branco, non mi pare affatto una cosa brutta!” Disse Banga:
“E invece lo è, Banga! Lo è eccome! E io mi sono promesso di non utilizzarlo per queste cose per cercare di non diventare come Scar! Per questo non posso usarlo contro di lei... Oh! Ehi, ma... dov’è andata?”
Solo in quel momento la Guardia del Leone si accorse che Vitani era scappata. Ma niente poteva sfuggire alla vista di Ono, il quale la avvistò subito mentre correva, in direzione delle Terre di Nessuno.
“Kion, sta andando verso le Terre di Nessuno!” Disse:
“Vado a fermarla!!!” Disse Kion, preparandosi all’inseguito.
Ma Fuli lo bloccò, dicendoli:
“Perché? Dopotutto, se ne sta andando, non era quello che volevi?”:
“Si, ma adesso mi è venuta una gran voglia di darli un’importante lezione: ovvero, che chiunque si fa beffe di me o della Guardia del Leone, non la passa mai liscia!!!”:
“Vuoi che ti aiutiamo a riprenderla?” Chiese Beshte:
“No, non importa! Lo farò da solo!”:
“Se è quello che credi, allora buona fortuna!” Disse Fuli, non tanto convinta.
Kion si lanciò all’inseguimento di Vitani. L’inseguimento durò per qualche minuto, lei stava sempre davanti a lui, sfrecciava sopra e intorno agli alberi e alle rocce, cercando di far perdere le sue tracce.
Ad un certo punto, Kion riuscì ad avvicinarsi a lei e a fermare la sua corsa, prima che potesse attraversare il fiume che divideva il confine delle Terre del Branco con le Terre di Nessuno. Lui la bloccò nuovamente a terra, ma stavolta Vitani lo sorprese ribaltando la posizione, facendo stare lui sotto e lei sopra, ma non si limitò solo a questo: cominciò a morderlo e a graffiarlo con tutta l’energia che aveva in corpo. Kion, per quanto fosse ben deciso a tenerle testa, non riusciva a rispondere per bene ai suoi colpi. Cominciò pian piano a esaurire le forze e alla fine, lei gli dette il colpo di grazia lanciandoli una zampata in faccia, quella zampata fu talmente micidiale che riuscì a farlo stramazzare al suolo, ormai totalmente privo di forze, oltre a farli uscire un rivolo di sangue dalla faccia.
Vitani gli si avvicinò e gli disse, con tono sprezzante e superbo:
“Sei davvero un sciocco, se pensavi di potermi battere! E ora, addio, principino!”
Detto questo, salì su un tronco e una volta arrivata alle Terre di Nessuno, sparì tra le rocce.
Kion la vide mentre spariva in quella zona arida e capendo di aver fallito nel suo intento, chiuse gli occhi per concedersi un po’ di riposo e per cercare di dimenticare quello che gli era appena successo. Ma venne risvegliato poco dopo dalle grida dei suoi compagni, che si avvicinarono a lui e cercarono di tirarlo su.
“Kion, ma che ti è successo?” Chiese Banga, notando il sangue che gli rigava la faccia:
“E’ stata lei a fartelo, vero?” Chiese Fuli, piena di collera. “Ma perché non ci hai permesso di aiutarti a fermarla! Se avessimo lavorato insieme, ora non ti ritroveresti in questo stato!”:
“Si, hai ragione Fuli. Mi dispiace davvero tanto!” Ammise Kion, con aria talmente dispiaciuta da intenerire il cuore del ghepardo.
Infatti, lei subito dopo lo guardò con un’aria comprensiva e disse:
“Ragazzi, portiamo Kion da Rafiki! Lui guarirà le sue ferite!”:
“Ma Fuli, e quella Vitani? La lasciamo andare via così?” Chiese Banga, a dir poco sconcertato:
“Non ha nessuna importanza, Banga! L’unica cosa che importa davvero è portare al più presto Kion a farsi curare!”:
“Oh, giusto.”
E così, la Guardia del Leone fece dietrofront verso la Rupe dei Re, lasciandosi alle spalle le ombrose e desolate Terre di Nessuno.

Note dell'autrice: dopo l'uscita dell'episodio "Lions of the Outlands", mi resi conto che tante cose che avevo inserito nella mia fan fiction non tornavano. Perciò, per rendere la mia storia coerente con quell'episodio, la modificai in alcuni punti, quindi in realtà questo non si tratta di un incontro, ma di un re - incontro, ma non suonava bene come titolo del capitolo e così l'ho lasciato invariato.
E... niente! Spero che vi piaccia comunque!
   
 
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