Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: esmoi_pride    12/04/2017    1 recensioni
Ambientazione medieval fantasy. Nuvian Vaughan è un aspirante alla Torre dell'Ordine dei Maghi della Notte.
Nuvian stava cercando qualcuno di straordinario da tutta la vita. Lo ritrovò in mezzo al comune e banale 'nulla'.
Storia scritta per il gioco "Obbligo, verità o salvataggio" indetto da un gruppo FB di EFP.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Nuvian Vaughan. Sete, morte, sesso, lacrime.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 
Qualcuno di straordinario.










Nuvian Vaughan sfogliava le pagine del Libro delle Tre Lune.

Era un libro teologico che raccontava la storia delle tre figlie della dea benevola. Gli occhi erano calati sul libro. Le dita morbide, che non sembravano conoscere sforzi, scorrevano pazienti sulla carta.
Quel libro… gli ricordava cose che non avrebbe voluto ricordare.

Era quel libro che stava leggendo quando incontrò una persona importante.

Era una notte come tante, di un giorno qualsiasi. Alla fine dei suoi studi magici, dopo aver conversato con i superiori, si era accomodato a una locanda per leggere qualcosa di più leggero.
La storia narrava di come una delle Lune fosse stata sedotta dal figlio del dio maligno. Lui aveva intonato un canto per lei. La fanciulla scese dal cielo per la curiosità e ascoltò le affascinanti parole della creatura. Lui la attirò a sé e giacque con lei, corrompendola.

Nuvian premette le palpebre e inspirò dal naso, in silenzio.
La luce bluastra del camino magico della Sala degli Iniziati gli colorava il viso di una luce fredda.

Faceva male.

Nuvian indagava le pagine del libro quella sera di tanti giorni fa, ma non riusciva a capire in che modo, di preciso, la Luna era stata corrotta. Cosa l’aveva sporcata? Il desiderio di conoscenza? L’inganno? La lussuria? Trovava tutta la storia piuttosto semplicistica, e questo riusciva solo a renderlo ancora più scettico nei confronti degli dei di quanto lo fosse già.

Judas si inserì nella sua intima conversazione con il libro recitando le ultime frasi della storia. Si trovava accanto a lui, non se n’era neanche accorto. In una squallida locanda, una qualsiasi. Un giorno come un altro.

Faceva male sapere che l’unica persona in grado di comprenderlo era anche la persona da cui avrebbe dovuto tenersi alla larga.
A Nuvian non importava rischiare. Lo avrebbe fatto senza ripensamenti, con la giusta posta in gioco. Il potere… la conoscenza. Mosso dal caos, e lì, davanti a lui, con il suo sguardo languido, Judas era tutto ciò che Nuvian non sarebbe mai dovuto essere. Corrotto. E Nuvian… sapeva di essere come lui.

Ma faceva male. Faceva tanto male. Nuvian cercò di avere ben chiaro in testa che a Judas non importava niente di lui. Lo aveva usato, aveva mangiato la sua anima, goduto del suo corpo come un giocattolo. Lo avrebbe preso e dato in pasto al suo drago se il drago l’avesse voluto.

Capì che avrebbe dovuto allontanarsi da lui l’ultima volta che lo vide. Dopo avergli detto il suo nome – un presagio nefasto, eco di scritti firmati da testimoni straziati – Judas lo aveva inchiodato a un albero della foresta. Non lo lasciava, lo stava spaventando. Quando lo lasciò finalmente, Nuvian era terrorizzato. Voleva solo che se ne andasse. Chiunque fosse, voleva che se ne andasse. La sua unica chiave per capire se stesso, probabilmente… la sua unica occasione di essere libero.

L’aveva cacciata via urlandogli contro. E lui se n’era andato.

Nuvian rimase solo nella foresta, con il freddo della sera appena giunta ad afferrarlo.
Tra le sue mani si sgretolavano le catene che lo tenevano a Judas in un palmo, e la sua libertà nell’altro.
Insieme.

Nuvian chiuse le pagine del libro con un sospiro rassegnato. Il suo sguardo stanco e malinconico scivolò sullo scaffale della libreria sul quale allungò la mano per riporre il tomo.
Abbassò gli occhi sul suo vestito da Iniziato. Beh… però ne aveva fatti di progressi. Non era più un semplice Neofita. Stava andando avanti.
Forse quella che stava seguendo non era la strada giusta. Forse… non avrebbe mai incontrato qualcuno che vedesse dentro di lui e capisse chi lui era veramente. Avrebbe potuto passare il resto della sua vita fingendo di essere qualcun altro.
Prese un nuovo respiro.

Non importa, si disse.
Non ho bisogno di qualcuno che mi guardi dentro.

Si alzò in piedi.

E poi non è detto.
Magari… magari un giorno starò meglio.

L’idea riuscì a rasserenarlo maggiormente. Sentì il rumore della porta che si schiudeva. Voltandosi, il servitore invisibile porse a Nuvian una pergamena ripiegata. La aprì.
Nel leggere la lettera sbuffò, e sul suo viso comparve una smorfia divertita.
Era il suo rivale di magia.

Nuviàn,

poiché dalla superiore saggezza degli Elfi siete sempre affascinato, ve ne darò adeguata misura questa sera, al Salone, se essa sarà però accompagnata da una gradita tazza di thè al tiglio.

Awarthad Elemmiire.

Awarthad era un elfo come gli altri, in apparenza.
Nuvian l’aveva incontrato un giorno, nel giardino della Torre. Era ospite del supremo Shalafi, e stava passeggiando tra una siepe e l’altra. Nuvian non sapeva chi fosse, ma non riusciva a stancarsi di ascoltare le sue storie.

Aveva una figura minuta, pelle abbronzata e lunghi capelli neri. Non dava l’impressione di essere stato un Signore dei Cieli se non per il suo sguardo profondo, troppo complicato perché un giovane umano come Nuvian potesse contrastarlo. Ma a Nuvian non importava quanto fosse distante da lui. Ascoltava ciò che Awarthad poteva dirgli, e si sentiva felice quando lui gli storpiava il nome con quel suo accento elfico.

Era ancora vivida nel suo cuore la gioia che provò quando Awarthad tornò a Torre per chiedere di entrarvi definitivamente. Finalmente un rivale degno di lui… Awarthad meritava il suo rispetto e la sua ammirazione. Ed era bello ascoltarlo dire sciocchezze elfiche che Nuvian non riusciva mai a comprendere appieno. Ancora più bello era cercare di capirlo, magari un giorno ci sarebbe riuscito.
Anche Awarthad cercava di comprendere Nuvian, e così di comprendere anche gli umani. Avevano entrambi qualcosa da darsi, in fondo. Più volte Nuvian era rimasto sorpreso da quello che Awarthad gli raccontava sugli umani, e più volte aveva scoperto doti in se stesso che senza di lui non avrebbe colto.

Nuvian richiuse la lettera e la ripose in una piega del vestito, ma il suo sorriso non era ancora scomparso.
Guardò il pavimento decorato dal tappeto, la poltrona accogliente. Diede un’occhiata al caminetto. Inspirò e sentì odore di casa. Si accorse di provare del piacevole calore nel petto, che quasi lo soffocava.

Sì, si disse.
Credo che vada bene così.

“Andiamo, Drammatica.”
Il servitore invisibile lo seguì mentre lui spariva oltre la porta, verso la mensa.









Ciao a tutti. Vi ringrazio per aver letto questa one-shot! Si tratta della terza di una serie di one-shot facenti parte della mia raccolta "Nuvian Vaughan. Sete, morte, sesso, lacrime". Se il personaggio di Nuvian vi ha incuriosito, vi invito a leggere le altre sue piccole storie! Grazie ancora <3


 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: esmoi_pride