Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Fonissa    13/04/2017    0 recensioni
Stavo faticosamente salendo la collina. Ormai lo zaino mi pesava sulle spalle e il mio corpo chiedeva pietà. Ma il mio cuore, quello batteva a mille al sol pensiero di quello che ci poteva essere dietro quella collina. Arrivata in cima, la prima cosa che vidi fu il pino al mio fianco sul cui ramo brillava il vello d’oro. Guardai davanti a me e lo vidi: il Campo Mezzosangue.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
P.O.V. Nayra
“Quindi alla fine sei tornata. Sapevo che non potevi resistere per troppo tempo in mezzo alla strada. -esclamò Julio, per poi guardare oltre la mia spalla- chi sono quelli? Hai anche portato gente nuova a casa?”
Julio mi oltrepassò, dandomi una spallata che mi fece barcollare, per poi avvicinarsi ai miei amici, squadrarli pe qualche secondo e riportare lo sguardo su di me.
“Ti avevo già avvertito di non portare più quei tre idioti che ti vengono sempre dietro, e tu fai venire tutte queste persone?” disse, e riuscii a cogliere le sue intenzioni.
“La mamma diceva sempre che potevo portare chiunque volessi se mi faceva felice.” risposi, incrociando le braccia al petto e guardandolo fisso negli occhi. Ero scappata di casa seguendo solo una voce nella mia testa, avevo raggiunto il luogo dei miei sogni, che credevo essere solo fantasia, mi ero fatta nuovi amici, li avevo persi per poi ritrovarli, e dopo tutto ciò non mi sarei fatta affondare da mio fratello.
“Nayra, i nostri genitori sono morti, mettitelo in testa.”
“Scusami se a differenza tua io ci tenevo. Cosa vuoi saperne tu? Non eri a fianco a nostra madre quando stava morendo. Sai quali furono le sue ultime parole? Ricordatevi che vi voglio bene, a tutti e tre. Aveva incluso anche te, Julio, nonostante tu non ci fossi. E quando nostro padre cadde in depressione? Gli hai solo vomitato addosso insulti, e di nuovo, non eri presente. Sai chi l’ha trovato, ormai senza vita in mezzo a bottiglie di Vodka e liquore? Io, mentre tu eri fuori a fare chissà cosa.”
Non mi accorsi di star piangendo fino a quando non smisi di parlare. Le lacrime mi avevano riempito gli occhi, vedevo tutto sfocato. Le mani e le gambe mi tremavano, ma non volevo sedermi, volevo continuare a stare dritta davanti a lui, a guardarlo negli occhi e a vomitargli addosso tutto quello che avevo passato mentre lui diventava man mano come uno sconosciuto.
“Fai schifo, Julio. Sei una persona schifosa.” dissi alla fine a denti stretti, nonostante sapessi cosa stava per succedere. Ero preparata quando mi arrivò uno schiaffo dritto in faccia, ma non quando fu seguito da un pugno. Stavo per cadere all’indietro, ma Nico, che si trovava proprio dietro di me, mi sorresse.
“Nayra! Ti senti bene?” chiese, preoccupato. Mi aiutò a sedermi, visto che la testa mi girava, mentre il sapore amaro del sangue mi riempiva la bocca. Avevo il labbro spaccato e anche il naso stava sanguinando. Tayler corse verso il corridoio, probabilmente in bagno per prendere qualcosa dall’armadietto dei medicinali.
“Si, tutto bene.” risposi duramente.
“Che cazzo ti prende?”
Girai la testa di scatto sentendo Leo rivolgersi con rabbia a mio fratello.
“Leo, lascia stare, è inutile.” dissi non appena incrociai lo sguardo di Julio. Non aveva alcun rimorso, solo irritazione. Tayler tornò in quel momento, sedendosi al mio fianco.
“Cavolo, non posso medicarti con tutto questo sangue… ce la fai ad andare in cucina per pulirti?”
Provai ad alzarmi, ma le gambe prima mi tremarono, poi cedettero facendomi ritornare seduta sul divano, che ormai di stava macchiando di rosso. Dopo pochi secondi, Annabeth si avvicinò, prendendomi il braccio sinistro e mettendoselo intorno alle spalle, mentre Piper fece lo stesso con il destro. Insieme, riuscirono a farmi arrivare alla cucina, proprio a fianco al salotto, e mi mantennero ancora mentre Hazel mi aiutava a pulirmi. Mi sentivo inutile, un completo fallimento.
“Non ci pensare nemmeno, Nayra. Non sei inutile, ogni tanto bisogna farsi aiutare.” disse Tayler, come se potesse leggermi nel pensiero. Tanto che ero stordita, non mi accorsi nemmeno dei rumori che provenivano dal salotto.
P.O.V. LEO
“E tu cosa vorresti?” disse Julio ridacchiando. Ero più basso di lui e anche meno muscoloso, era ovvio che non mi considerasse un gran pericolo.
“Come fai a far del male così a tua sorella?”
“Leo, hai sentito Nayra -intervenne Percy, gli occhi che gli bruciavano di uno strano ardore che non avevo mai visto- questo tizio è una persona schifosa.”
“Nayra aveva tutte le ragioni del mondo per dire una cosa simile.” Esclamò Daniel, mentre teneva un braccio davanti a Drake, come per proteggerlo. Mi venne il dubbio che qualche volta Julio avesse alzato le mani anche sopra i Myer.
“Siete le ultime persone di cui mi interessa il parere. Andatevene da casa mia.”
“Ce ne andremo con Nayra.” Dissi deciso. Julio aggrottò la fronte.
“Non ve lo lascerò fare.”
“Perché? Non mi sembra ti interesse molto di lei.” Dichiarò Jason.
“Non sono cazzi vostri del perché.”
“Basta, ho perso la pazienza.” Esclamai. Ero stanco di ascoltare quell’idiota che diceva stronzate. Non mi importava se là fuori metà degli dei ci dava la caccia, ce ne saremmo andati tutti insieme e avremmo raggiunto il campo sani e salvi.
“Noi veniamo con voi. -Disse deciso Drake- non mi importa di quanti pericoli ci siano là fuori, non lasceremo né voi né Nayra da soli.”
“Allora è deciso. Ti consiglio di toglierti dai piedi.”  sussurrò Nico, la voce calma ma lo sguardo fermo.
“Come vorreste fare a batterm-“
Ormai ero arrivato al limite. Non lo feci nemmeno finire di parlare, gli afferrai velocemente il polso riscaldando le mani. Julio urlò, probabilmente gli avrei lasciato il segno. Frank e Percy gli tennero le braccia, impedendogli di reagire, poi fu questione di qualche secondo. Julio si ritrovò contrò il muro, Daniel e Drake che gli puntavano alla gola delle specie di spade ricurve, identiche. Daniel sembrava più deciso rispetto a Drake, che tremava ma non abbassava lo sguardo.
“Voi due, come…”
“Abbiamo sopportato abbastanza.” Disse i gemelli in coro.
“Lasciaci andare, è meglio per te.” Intervenne Piper, uscendo dalla cucina. Nayra aveva il labbro rotto e il naso gonfio, ma sembrava stare meglio. Si guardò intorno, poi i suoi occhi si fermarono sui due fratelli. Prima sembrò sorpresa, poi sorrise.
“Te lo ripeto, lasciaci andare insieme a Nayra, poi non ti daremo più fastidio.” Continuò la figlia di Afrodite, usando la lingua ammaliatrice. Julio sembrò rifletterci qualche secondo, poi annuì a occhi spalancati osservando le armi che Drake e Daniel ancora gli stavano puntando alla gola. Probabilmente non sarebbe servita nemmeno la lingua ammaliatrice per convincerlo.
“Abbiamo qualche minuto?” chiese Annabeth.
“Non penso, sarà meglio muoverci. Perché?” chiese Piper.
“Volevo dire a Nayra di prendere i libri, e magari qualcosa che le servisse.”
“Non ti preoccupare, Annabeth -esclamò Nayra con un sorriso furbo- ho la sensazione che troveremo tutto al campo.”
E così, pochi secondi dopo, fummo fuori casa Coopert.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Fonissa