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Autore: Heartspowl    14/04/2017    2 recensioni
Una veloce One Shot sulla mia OC, Kaguya Uzumaki, sorella di Naruto. :3
"Non avrebbe mai voluto far riemergere quei ricordi. In quel momento, capii perché la sua mente aveva deciso di relegarli in un cassetto e buttare la chiave.
Capii che non si sarebbe mai, mai più tolta quelle immagini dalla testa."
Genere: Angst, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Tsunade
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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HELP ME, SENSEI.



Polvere, fumo, fiamme e cenere.
In questo fu ridotto il suo villaggio.
Dalla collina che dava su quella piccola zona -oramai non più- abitata, in cui da poco i lamenti e gemiti strazianti di dolore degli abitanti erano cessati, coperti dalle macerie delle loro stesse abitazioni, Kaguya teneva per mano Kuji, entrambe con le lacrime che rigavano le loro soffici guance.


Kaguya rischiò di cadere rovinosamente all'indietro, se le braccia possenti e svelte di Kakashi non fossero state dietro di lei, consapevoli dell'imminente perdita di equilibrio della ragazza, pronte a sostenerla. 
La tecnica dell'Inversione della Memoria, speciale tecnica che la ragazza possedeva in modo innato e che aveva imparato a controllare grazie ad un duro allenamento con il ninja Copiatore, che permetteva di condividere i propri ricordi (anche quelli più remoti e dimenticati) con la persona scelta, consumava un'immensa quantità di chakra. 
L'uomo la prese in braccio, come uno sposo prende la consorte all'uscita della Chiesa dopo la cerimonia che li unirà a vita, e la posò delicatamente sulla sedia in legno posta affianco alla scrivania dell'Hokage, mettendola nella posizione più comoda possibile, grazie al cuscino datogli prontamente dalla gentile Shizune. 

"Che casino." 

Tsunade si poggiò alla scrivania, aprendo lentamente gli occhi e sospirando rumorosamente, fissando le iridi al soffitto in legno. Tamburellò con le dita sulla guancia, lo sguardo perso, per poi incrociare quello di Kakashi. Notò subito una punta di preoccupazioni negli occhi del ninja; una preoccupazione che solitamente nascondeva, ma che in quel momento trapelava dalle sue pupille come glielo avesse esplicitamente dichiarato. 
La donna si morse il labbro. 
"Akatsuki. Il biondino, Deidara, è passato sul suo villaggio e ha buttato giù una bomba. I genitori hanno spinto le bambine fuori casa prima che questa collassasse su di loro, in fiamme, urlando loro di rifugiarsi in fretta dalla nonna a Konoha. Di certo tutto ciò è stato possibile perché Kaguya possiede il chakra della Volpe che le ha permesso di fuggire velocemente, ed i suoi genitori adottivi lo sapevano.. ma non hanno fatto in tempo a spiegarle la verità. 
Akasuna no Kaguya ritornerà presto ad essere Uzumaki Kaguya, da un giorno all'altro." 

La ragazzina dai capelli arancioni strinse gli occhi, creando un misto di ansia e paura negli animi dei tre presenti. 
Rassicurati dal fatto che, dopo un mugugno, i suoi occhi non si aprirono e il suo diaframma si mosse lentamente, Shizune decise di portarla all'ospedale e farla riposare il tempo necessario. 
Una volta uscita, Kakashi si voltò nuovamente verso l'Hokage.
"Tsunade-sama, al suo risveglio si ricorderà tutto. Sarà sicuramente presa da depressione e sete di vendetta."
L'interlocutrice annuì, consapevole. Si alzò e si mise a fissare il volto di pietra del Quarto, dalla grande finestra che si impossessava di tutta la parete dell'ufficio.
"Probabilmente ne avrai due sotto l'ala da controllare, Kakashi. Sasuke cerca vendetta da Itachi e nulla ci assicura che non cercherà di andarsene. Dobbiamo metter in conto la possibilità che scappino assieme, volendo vendicarsi entrambi di due membri dell'Akatsuki. E mi raccomando, non dirle che è la sorella di Naruto, è troppo rischioso. Possiamo solo sperare che l'Akatsuki non ne sia al corrente e che l'attacco di Deidara fosse solo un atto dettato dalla noia di quello psicopatico. Nella speranza che non lo sappiano, la sua identità deve restare un segreto, o meglio, un dubbio per tutti."
I suoi occhi rimasero fissi sul viso di pietra, che paradossalmente sembrava ricambiare il suo sguardo preoccupato. 
Il sensei annuì, ed uscì.
"Te lo prometto, Minato. Tua figlia è nelle mie mani."

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I suoi genitori soffrivano.
 Le guance di sua madre erano rigate dalle lacrime, gli occhi rossi e gonfi e il sangue che colava sulla sua fronte e macchiava i capelli castani, mentre la supplicava di essere forte e di raggiungere sua nonna a Konoha. 
Di prendere Kuji e portarla in salvo.
Di vivere.
Una massa di chakra arancione l'aveva avvolta, le pupille che formarono un'ellisse perfetta, verticale, e senza rendersene conto si trovava sulla collina, con Kuji che le stringeva la mano, che tremava e strillava terrorizzata.
L'intero villaggio era in fiamme, mentre in cielo svolazzava lentamente una creatura bianca, dalle grosse dimensioni;
E un ragazzo, biondo dai capelli lunghi legati in una coda di cavallo, con addosso una divisa nera a collo alto decorata da varie nuvolette rosse, che rideva divertito.

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Kaguya spalancò gli occhi, urlando.
Si mise immediatamente seduta, con la bocca aperta, per poi iniziare a dondolare mettendosi le mani nei capelli e scoppiare in un pianto disperato.
Uno di quei pianti strazianti, quelli che cominciano con dell'iperventilazione e la voce che si rifiuta di uscire; quelli che ti lasciano paralizzata, mentre tremi, con la vista che inizia ad offuscarsi, in attesa che le corde vocali si scaldino abbastanza da farti emettere i primi suoni indefiniti e, poi, le urla ed i singhiozzi.
Si raggomitolò su sé stessa, senza smettere di dondolare lentamente, cercando di soffocare i singhiozzi contro le sue stesse braccia. Si strofinò inutilmente gli occhi contro gli avambracci, mentre i capelli le cadevano sul viso e si bagnavano delle sue lacrime. 
Non avrebbe mai voluto far riemergere quei ricordi. In quel momento, capì perché la sua mente aveva deciso di relegarli in un cassetto e buttare la chiave. 
Capì che non si sarebbe mai, mai più tolta quelle immagini dalla testa.

Le urla non passarono inascoltate nell'ospedale. Prontamente, le infermiere chiamarono Kakashi, come quest'ultimo aveva detto loro di fare in caso la ragazza si fosse svegliata.

Il sensei si precipitò nel reparto, ma esitó ad aprire la porta. Nessun suono.
Rimase un secondo a drizzare le orecchie, cercando di capire se la ragazza si fosse addormentata, se fosse sveglia, se soffocasse i singhiozzi o se, nel peggiore dei casi, fosse fuggita dalla finestra. Incapace di darsi una risposta, aprì cautamente la porta, facendo entrare solamente la testa per visualizzare la situazione e comportarsi di conseguenza.

La ragazza, stesa in posizione fetale, faccia verso la soglia della stanza, aveva gli occhi aperti... ma lo sguardo perso, e qualche ciocca di capelli umida, appiccicaticci sulle sue guance. 
"Sensei..."
La voce debole della ragazza si udì flebilmente nel locale. La sua espressione era statica, fredda, alcuna emozione. 
Fu solo quando Kakashi si avvicinò che notò quante lacrime continuavano a segnare il suo viso, scendendo velocemente, senza alcuna minima intenzione a fermarsi. 
Kaguya aveva terminato la voce, la voglia, ma la sua anima avrebbe pianto ancora per giorni interi.
L'uomo si sedette sul letto, affianco a lei, e cominciò a levarle con calma quei setosi fili arancioni dalle guance, da quelle tre cicatrici che segnavano la presenza del Kyuubi. 
Non proferì parola per una decina di minuti buoni, senza esser degnato del minimo sguardo da quegli occhi azzurri, esausti; da quelle iridi che trasudavano lo specchio di un'anima a pezzi.
Poi, d'un tratto, la ragazza si girò, mettendosi a pancia in su, e gli rivolse la prima occhiata.
"Come si chiama, sensei?"
"... non te lo posso ancora dire, Kaguya."
"Non posso vivere sapendo che abusa dell'ossigeno del mio stesso pianeta."

Kakashi sospirò, comprensivo.
"Allora facciamo così. Ti alleni con me, diventi una kunoichi coi fiocchi... e poi andiamo assieme da quel bastardo."
La ragazza si rimise seduta, asciugandosi gli occhi con una mano. 
"Promesso?"
Il sensei le passò una mano tra i capelli, accarezzandole una guancia con il pollice, e sorrise.
"Promesso. Ma non azzardarti a voler far tutto da sola."





Note dell'autrice:
Ultimamente sono produttiva xD
Son passata dal periodo Hitomi, la mia OC di Kuroko no Basket, al periodo Kaguya Uzumaki! Quindi la mia mente continua a produrre immagini e momenti della sua vita e a me viene voglia di scriverli, e ve li dovete sorbire u_u
In caso non si capisse bene, sì: ad inizio fic Kaguya usa una tecnica speciale per mostrare a Tsunade le immagini che la sua memoria ha memorizzato, ma che il trauma ha nascosto e tentato di cancellare. Spero sia abbastanza chiaro xD 
Spero vi sia piaciuta e alla prossima ç3ç

  
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