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Autore: Defiance    15/04/2017    5 recensioni
[Post 4x08][Bellarke]
Dal testo:
""Potremmo morire, domani" sussurrò Clarke con voce rotta, ma quasi supplichevole "vuoi davvero stare da solo durante quella che potrebbe essere l'ultima notte della tua vita?"
Lo sguardo del ragazzo si addolcì."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: "I personaggi non mi appartengono. La storia è stata scritta senza nessuno scopo di lucro."


We Could Die Tomorrow
 
 


 
 
 
  Bellamy osservò quella stanza lussuosa e spaziosa. Si sentiva terribilmente fuori posto, - la sua abitazione sull'Arca era persino più piccola di quella camera -, non capiva come la gente potesse aver bisogno di tanto sfarzo per stare bene. Per la sua famiglia la cosa importante era sempre stata avere dell'acqua e qualcosa da mangiare, un paio di vestiti magari. Sopravvivere. Era già perfettamente allenato quando era giunto sulla terra, aveva lottato fin da bambino per vivere un giorno in più. Per tenere sua sorella in vita un giorno più.
Tutto sommato, Arca o Terra, non era cambiato nulla.
Stava passando in rassegna una serie di oggettini inutili, tutte le rimanenze di una vita ormai passata e dimenticata, quando qualcuno bussò alla porta.
Si era appena fatto la doccia, era ancora a torso nudo.
"Un attimo" gridò e mise su una maglietta, - Clarke gli aveva trovato degli abiti puliti da qualche parte in quella casa.
"Avanti"
Una ragazza bionda e formosa fece capolino nella stanza. Era avvolta in una vestaglia azzurra, sembrava stanca. Il suo sguardo era perso nel vuoto, la conosceva abbastanza bene da sapere che era nervosa.
"Clarke, stai bene?" Mormorò avvicinandosi lentamente a lei.
Non rispose, la giovane Griffin. Continuò a guardarlo, mordendosi il labbro inferiore.
Bellamy iniziò ad avvertire una punta di panico crescere nel suo stomaco: c'erano problemi con il bunker? Qualcuno le aveva fatto qualcosa? I ragazzi del DNR erano scappati e tornati di nuovo ad Arkadia? Non avrebbero fatto in tempo a riportarli indietro, non senza morire anche loro. Ormai non avevano più scelta.
Il giorno dopo si sarebbero diretti verso Polis, dove li attendevano cinque anni rinchiusi sottoterra.
Garanzie di sopravvivenza? Nessuna.
"Clarke?"
Cercò di attirare la sua attenzione, ma ancora una volta lei non disse nulla. Il maggiore dei Blake scattò e fu subito di fronte alla fanciulla. Posò le mani sulle sue braccia, una presa forte e delicata al contempo e la scosse leggermente.
Clarke puntò i suoi occhi in quelli di Bellamy, uno sguardo così intenso da pietrificarlo e, senza distoglierlo, slegò la cinta che legava la sua vestaglia; la lasciò cadere per terra, rivelando un vestitino da notte corto, a bretelle, una scollatura che metteva pericolosamente in risalto il suo seno prosperoso.
Bellamy schiuse le labbra, sorpreso.
"C-Clarke..."
Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla Griffin. Era come ipnotizzato e paralizzato allo stesso tempo.
Clarke gli si avvicinò ulteriormente e afferrò l'orlo della sua maglietta; iniziò a sfilarla.
"Clarke, cosa stai facendo?"
Non seppe mai da dove prese il coraggio di chiederlo. Poteva sentire il suo stesso cuore battere violentemente, quasi a volergli perforare il petto. Notò che anche il respiro della bionda era accelerato e che le sue mani tremavano leggermente. I suoi occhi lasciavano trasparire la sua insicurezza e tutte le emozioni che stava provando: paura, speranza, desiderio, stanchezza, sofferenza, solitudine, bisogno, desiderio.
Non aveva mai avuto problemi a farsi vedere vulnerabile da lui. Era Bellamy e Bellamy era la sua roccia. Bellamy era la persona di cui si fidava di più al mondo, la persona senza la quale non avrebbe potuto vivere, la persona di cui aveva più bisogno.
"Potremmo morire, domani" sussurrò Clarke con voce rotta, ma quasi supplichevole "vuoi davvero stare da solo durante quella che potrebbe essere l'ultima notte della tua vita?"
Lo sguardo del ragazzo si addolcì.
"E tu vuoi davvero passare quella che potrebbe essere l'ultima notte della tua vita con me?"
La giovane Griffin abbozzò un tenero sorriso.
"Non riesco a pensare a nessun altro con cui vorrei essere in questo momento"
E Bellamy la baciò.
 
 
 
I raggi del sole li svegliarono probabilmente per l'ultima volta.
Nel migliore dei casi, avrebbero dovuto aspettare altri cinque anni prima di poter rivedere l'esterno.
Prima di poter tornare a vivere.
Sull'Arca si era trattato principalmente di sopravvivere e quando erano giunti sulla terra si erano illusi di poter cominciare a vivere. Si erano sbagliati, almeno fino a quel momento, ma ci speravano ancora.
Speravano ancora di poter essere felici un giorno.
Nonostante fossero svegli, rimasero immobili per qualche minuto, in silenzio. Clarke appoggiata al muscoloso petto di Bellamy, - che a dispetto delle emozioni provate durante la notte si muoveva in maniera regolare - e lui che le accarezzava il braccio, tracciando ghirigori incerti con la punta delle dita.
Non c'era imbarazzo tra di loro, tale era la portata del loro rapporto, maggiore l'intimità a cui erano abituati. Due persone che comprendevano l'una i silenzi dell'altro, i reciproci sguardi, abbracci, mani intrecciate, gesti che dicevano tutto senza effettivamente pronunciare parola alcuna... E loro che si capivano. Loro che erano disposti a sacrificare la propria vita per l'altro, loro che si amavano da sempre senza mai aver trovato il coraggio di dirselo.
Bellamy chinò lo sguardo e scrutò la fanciulla che stringeva tra le braccia. Sembrava rilassata, come se non stessero affatto per affrontare la fine del mondo. Non poté fare a meno di sorridere.
Era così bella, così forte, così coraggiosa.
E da quella notte era anche sua. O almeno lo sperava.
Aveva ancora paura di non essere sveglio, di trovarsi in un sogno e di vederlo dissolvere via al mattino: ciò che aveva in quel momento, era tutto ciò che avesse desiderato per sé da quando l'aveva conosciuta.
"Stai bene, Principessa?" Trovò la forza di domandare, sforzandosi di dare alla sua voce un tono sicuro, ma non riuscendo a celare un pizzico di incertezza.
Clarke alzò il capo e lo guardò. Sorrise.
"Non sono mai stata meglio in vita mia"
La visione di Bellamy appena sveglio, con gli occhi arrossati e i capelli arruffati, il suo petto esposto alla luce del sole, le sue labbra gonfie dei baci che si erano scambiati la notte prima le fece sentire le farfalle nello stomaco.
Era così fottutamente sexy.
E se n'era accorta subito, ma all'inizio non gli avrebbe dato mai la soddisfazione di fargli sapere che lo trovava attraente. E quindi si era sforzata per non farglielo capire, finché non era diventata un'abitudine che aveva impedito al loro rapporto di svilupparsi oltre per troppo tempo. Così tanto tempo che forse, proprio quando erano riusciti finalmente a stare insieme come volevano, c'era la possibilità di non averne più.
Bellamy si sporse in avanti e la baciò, dolcemente. Il cuore di Clarke riprese a pulsare. Ripensò al modo con cui l'aveva fatta sua solo poche ore prima, accarezzandola e sfiorandola con dolcezza, rivolgendole sguardi riverenti di tanto in tanto e toccandola quasi con devozione. Si chiedeva ancora come delle braccia e delle mani tanto forti potessero muoversi così delicatamente sulla sua pelle. Ripensò a quanto l'avessero sorpresa le continue domande per accertarsi che fosse sicura di quello che stavano facendo, non credeva fosse quel tipo di ragazzo. O meglio, le altre le avevano detto che non era quel tipo di ragazzo e questo la fece sentire un po' speciale.
Lentamente, il giovane Blake si spostò sopra di lei e lasciò che le mani della bionda vagassero sul suo corpo. Di nuovo.
Fianchi, petto, collo, viso.
Clarke si sollevò per baciarlo, ma dovette aggrapparsi alle spalle del ragazzo, quand'egli decise di percorrere con le dita la sua spina dorsale, cosa che le procurò non pochi brividi.
"Bellamy..." sussurrò, quasi una preghiera contro le sue labbra.
Iniziavano a sentirsi i primi rumori provenire dagli altri piani della casa, si stavano svegliando tutti.
Bellamy si voltò a guardare verso la porta, ma Clarke prese il suo viso tra le mani e lo spinse a pochi centimetri dal suo.
"Ho chiuso a chiave" lo rassicurò.
Un piccolo sorriso gli comparve sul volto, poi tornò ad occuparsi di lei, consapevole che il tempo stesse per scadere, che dopo avrebbero dovuto sbrigarsi.
 
 
 
Clarke era sgattaiolata nella sua stanza prima che sua madre salisse a controllare la situazione.
"Sono pronta" la tranquillizzò la bionda, afferrando un paio di zaini e incamminandosi verso la porta.
"Che c'è?"
Sua madre la scrutava indagatrice.
"Niente. Sembri diversa"
"Oh, è solo la fine del mondo, ho sentito che ad alcuni fa questo effetto" rispose ironicamente lei, poi passò oltre e raggiunse gli altri.
Mentre aspettavano che Murphy ed Emori fossero pronti, Clarke parlottava con Raven della probabilità che il bunker non funzionasse, cosa che avrebbe portato l'umanità all'estinzione.
Avvertiva, però, lo sguardo di Bellamy sopra di sé e quel pensiero la fece rabbrividire e arrossire.
Non pensava che lasciarsi andare ai suoi sentimenti avrebbe avuto quelle conseguenze. Era la prima volta che le succedeva qualcosa del genere.
Avevano fatto la doccia insieme, poi si erano divisi per andare a sistemarsi. Non avevano avuto bisogno di dirsi nulla, tra di loro non era mai stato necessario. Sapevano che la loro storia sarebbe stata seria quando avevano deciso di lasciarsi andare, non dovevano specificarlo. Come non era necessario che definissero il loro rapporto con qualche etichetta. Lo sapevano, lo sentivano e basta.
Non avrebbero desiderato nulla di diverso.
L'unica cosa di cui avevano discusso era se dirlo o meno agli altri, decidendo di mantenere il segreto per un po'. Se non altro, sarebbe stato eccitante fare tutto di nascosto.
Bellamy le si avvicinò e posò una mano sulla sua spalla. Clarke sussultò leggermente e lui dovette essersene accorto perché lo vide chiaramente trattenere un sorriso.
"Possiamo andare"
 
 
 
Le porte del bunker si chiusero con un tonfo.
Avevano fatto un appello, c'erano tutti.
I DNR non erano scappati, erano lì, salvi come tutti gli altri.
Bellamy si ergeva accanto a Clarke, la fronte incurvata.
"Credi che funzionerà?" Domandò, voltandosi a guardarla.
"Non abbiamo fatto tutta questa fatica per poi permettere alla Terra di farci fuori così facilmente, no?"
La scrutò e per un attimo rivide la ragazzina appena uscita dalla navicella e piena di speranze, entusiasta di essere sulla terra.
Un sorriso spontaneo comparve sul suo viso, poi si chinò quanto bastava per sussurrarle una cosa nell'orecchio.
"Brave Princess"
Clarke non poté fare a meno di sorridere a sua volta.





Angolo Dell'Autrice
Salve a tutti!
Questa è la prima volta che scrivo una FF su The 100, ed è la prima
volta che pubblico qualcosa dopo un anno in cui sono stata completamente priva
di ispirazione. Ci hanno pensato i Bellarke a farmi ritornare all'opera.
Non voglio annoiarvi ulteriormente, spero solo che la storia vi sia piaciuta.

Ringrazio chiunque leggerà questa fanfiction e se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate :)
A presto,

Bell

 
  
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