Hayate.
Quel nome le si era infisso nella mente.
Hayate,Hayate,Hayate.
A null’altro riusciva a pensare Kasumi se non a lui. E come avrebbe potuto,altrimenti?Hayate era suo fratello,il suo unico e adorato fratello. Bhe,non esattamente l’unico ma Kasumi rifiutava di pensare a lei come sorellastra. Quella lei,il cui nome era Ayane,adesso la cercava per ucciderla. Lo stava facendo perché Kasumi aveva abbandonato il clan a cui,suo fratello prima di lei -ora scomparso-,era destinata a comandare. L’avevano avvertita tutti: “Kasumi non farlo. Diventerai una shinobi,e dovremo ucciderti. Non costringerci a farlo. Non essere la sciagura dopo Hayate.”
Ma erano state proprio quelle parole a convincerla: “Non essere una sciagura dopo Hayate.”
Suo fratello non era una sciagura. Suo fratello,anche se scomparso,c’era,era vivo,e lei doveva trovarlo. Ayane anche l’aveva avvisata. “Qui tutti cospirano ad ucciderti se te ne vai,e,ricordati,io sarò la prima a farlo”.
A Kasumi,in ogni modo,non importava più di tanto.
Distratta dalla conclusione dei suoi pensieri distorti,non si accorse dell’ombra che la seguiva. Ben presto si ritrovò circondata da un gruppo di ninja mascherati che correvano insieme a lei. Di certo non avevano intenzioni amichevoli: avevano il solito pugnale in mano,e uno sguardo assassino negli occhi. La stavano squadrando,si rese conto Kasumi,per controllare le sue forze e il metodo migliore per ucciderla.
Non ci sarebbero riusciti,pensò lei e accelerò il passo,superandoli di qualche metro. La cosa migliore per un ninja era avere qualcosa su cui sostenersi,e il bosco era un posto ideale. Avvantaggiava sia lei che i nemici,si rese conto. Mise un piede sull’albero e dandosi la spinta,volteggiò in aria,atterrando esattamente sulla testa di un suo nemico. Gli sferrò un calcio alla nuca,e saltò in aria per evitare i vari shuriken che le avevano lanciato.
Un vortice di vento le sferzò i capelli e il viso,e Kasumi si sentì improvvisamente libera. Ma la sensazione durò poco perché dopo fu costretta a correre più velocemente di prima,cosciente che,se si fosse fermata,l’avrebbe presa. Ed uccisa. Così non avrebbe più rivisto Hayate.
Il pensiero di Hayate le diede forza. I piedi sembravano non toccare terra,il fiato si addensava nell’aria. Sentiva i suoi nemici addosso. Pensò di poter fuggire fin quando non si ritrovò in una marmaglia di alberi. Ci avrebbe messo troppo tempo ad attraversare per quel boschetto. Non c’era altra soluzione.
Si girò per fronteggiare i nemici.

Accipicchia quanti ne erano,pensò Kasumi,girandosi. Troppi per lei. Afferrò il manico della katana e la sfoderò,facendola roteare.
Per mio fratello,si disse e piroettò il pensiero intorno,pensando che fosse abbastanza forte da poter scuotere le chiome degli alberi e le menti dei ninja.
Saltava,sferrava,fendeva l’aria con la lama affilata della spada senza mai colpire affondo,senza mai uccidere. Solo ferire. Con salti agili e aggraziati evitava tutti gli altri colpi. Poi,quando sentì che le forze l’abbandonavano,ripeté il salto sull’albero per schivare gli shuriken ed addentrarsi nel bosco. Ma qualcosa andò storto.
Sentì una lama affilata tagliarle qualcosa. Fa che non siano i capelli...,pensò,ma,quasi a rassicurarla,la folta cascata dritta di ciuffi rossi come il tramonto le ricadde sul volto,coprendole la vista per un istante.
Roteò in aria per poi afferrare il ramo di un albero. Capì di essere atterrata ma non c’era tempo per le costatazioni. Iniziò una corsa sfrenata verso Hayate,toccando a stento con i piedi la strada che l’avrebbe portata a lui.



Angolo autrice
Questa piccola minuscola sconsiderata fic mi è venuta in mente mentre provavo la Raijin di HayatinoXD(ke poi nn mi è riuscita")