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Autore: Namieee    15/04/2017    5 recensioni
“E da cosa ti eri travestita, insettina?” la provocò mentre correvano.
“Muh, non te lo dico”
“Perché?”
“Perché sì, punto” per nulla al mondo gli avrebbe detto da chi si era vestita, anche se in realtà l'aveva vista, ma non l'avrebbe di certo sentito da Ladybug.
*
Di combattimenti e sentimenti, ecco come i due eroi parigini passeranno la serata più oscura dell'anno.
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Finalmente è finito!" disse Marinette alzando davanti a se la tuta che aveva preparato per la festa di quella sera.
Di fatti la sua scuola aveva organizzato un ballo per la sera del 31 ottobre per festeggiare la notte più inquietante dell’anno.
"Bravissima Marinette! Però dovresti sbrigarti, manca un'ora" l'eroina guardò lo schermo del telefono ed entrò in panico.
"Potevi dirmelo prima Tikki!" disse iniziando a correre su e giù per la camera con tanto di mani tra i capelli.
Nel giro di cinque minuti si era vestita e stava già passando al trucco.
"Maledizione, dove sono le orecchie?" la piccola kwami si avvicinò con il cerchietto tra le zampette porgendolo alla protetta.
"Grazie! Sai non sono ancora sicura di questo travestimento... sembra quasi uno scherzo del destino" pensò a quando Alya le aveva proposto di travestirsi da Ladybug.
Erano a pranzo e l’acqua le era andata di traverso per l’improvvisa uscita della sua migliore amica.
Non era l'ideale andare al ballo della scuola nei panni del suo alter-ego, il rischio di essere riconosciuta era troppo alto.
Scherzando, tossendo, aveva risposto che a quel punto poteva fare Chat Noir in versione femminile.
Inutile dire che si era messa all'angolo da sola e a nulla era servito dire che era una battuta.
Così negli ultimi giorni si era barricata in casa per creare e realizzare il costume sapendo di non avere scampo dalle grinfie dell’amica.
Cercava, però, di guardare il lato positivo, ci sarebbe stato anche Adrien, magari avrebbe apprezzato il travestimento.
"Chat Noir sarebbe felice di vederti nei suoi panni" disse Tikki ridacchiando.
"Peccato che non vedrà mai la 'sua Lady' in queste vesti. Grazie a dio. Piuttosto chissà che cosa penserà Adrien!" ribatté la ragazza sistemandosi la maschera nera sul volto.
Era così strano vedersi negli abiti del suo partner.
E non era l'unica a pensarla così, di fatti a pochi isolati di distanza a casa Agreste, il sedicente modello stava anche lui fissando la maschera sul volto.
"Se solo Ladybug potesse vedermi! Sono sicuro che cadrebbe ai miei piedi all’istante" disse il ragazzo rimirandosi allo specchio.
"Sì... ti piacerebbe" gli rispose Plagg mentre si gustava un pezzo di Camembert godendosi la scena.
In tutti i suoi millenni non aveva mai assistito a qualcosa di questo genere.
"Non rovinare i miei sogni!" ribatté il biondo scocciato.
"Probabilmente si rifiuterebbe di combattere con te finché non si sarà dimenticata dell'accaduto" continuò il kwami per poi trangugiare l'ultimo pezzo di formaggio.
"A volte sei proprio insopportabile!" concluse aprendo leggermente la giacca del costume per far entrare il piccolo esserino.
Pronti per uscire entrambi i ragazzi, con i loro piccoli amici ben nascosti, si diressero verso la scuola.
Adrien si fece lasciare qualche metro prima della scuola, tanto per non far subito scoprire chi si celava sotto la maschera, peccato che, nello stesso momento, Marinette svoltò l'angolo e lo vide scendere dalla macchina.
La ragazza spalancò gli occhi, incredula.
Il ragazzo dei suoi sogni era vestito dal suo alter-ego.
E stava incredibilmente bene.
Dannatamente bene.
Sentiva già le campane che suonavano per le loro nozze.
Doveva immortalarlo e in seguito appenderlo in camera sua... Magari avrebbe fatto stampare una gigantografia.
"Quello è Adrien?" chiese Tikki sbucando dalla borsetta che per quell’occasione era nera.
"Oooh non è bellissimo?! Siamo anche vestiti a tema! Lo sento, stasera è la serata giusta! Ci metteremo insieme e poi ci sposeremo e subito dopo avremo tre pargoletti! E un cane... o è meglio un gatto?! Oooh avremo una vita perfetta!"
"Forse prima dovresti parlaci visto che si è girato da questa parte"
"Coooosaaa?!" Marinette era talmente presa dal suo viaggio mentale che non aveva notato che il biondo la stava osservando.
Dal canto suo, Adrien, stava cercando di capire chi fosse la ragazza vestita da Chat Noir dall’altra parte della strada.
'Non è possibile che sia la mia Lady... però è esattamente come me la sono immaginata nei miei panni'
Al solo pensiero che dietro quella maschera nera si celasse la vera portatrice del miraculous della coccinella sentì in cuore fermarsi per un istante.
Nel frattempo Marinette continuava a stare ferma all'angolo, cercando di capire se tornare sui suoi passi o andargli incontro.
"Lui non sa che sei Marinette, potresti giocare di vantaggio" le propose Tikki.
Era un'idea allettante, ma non voleva celarsi nuovamente sotto una maschera.
Lo faceva già tutti i giorni.
D'altronde era andata in pallone anche altre volte in cui era l'eroina parigina e si era ritrovata il ragazzo davanti.
'Per poco, poi gli dirò che sono io'
Con questo pensiero si avvicinò al ragazzo che stava continuando a formulare teorie varie.
'Non ha senso che la ragazza che è Ladybug sia qui. Però... cavolo non posso credere a un mio sogno!’
"Buonasera, my lord" disse la corvina accennando un sorrisetto e interrompendo i pensieri del biondo.
Ringraziò tutte le divinità in ascolto per non aver balbettato come una stupida, evitando così l’ennesima figuraccia.
Adrien si sentì sprofondare e subito dopo le guancie si tinsero di rosso.
Cercò di emergere dal suo stato di tilt generale.
Non c'era motivo di agitarsi per una sua suggestione, no?
E allora perché quel sorrisino gli sembrava famigliare?
Forse la conosceva?
"Buonasera gattina, questo look ti dona particolarmente" rispose in fine stando al gioco, poi fece un profondo respiro per cercare di stabilizzare il battito impazzito.
'Mi ha fatto un complimento e ha detto gattina! Mi ha chiamato gattina!' pensò Marinette ridacchiando per l’agitazione.
In realtà pregava che il ragazzo non sentisse il battito accelerato del suo cuore e insieme cercava di calmare i neuroni impazziti.
"Grazie… tu sei purrfetto ehm perfetto...cioè volevo dire ottima idea quella di vestirsi da Lad… cioè Lordbug!" ribatté la ragazza che voleva sotterrarsi per la figuraccia appena fatta.
Avere Chat Noir come compagno d'armi si stava rivelando un male.
Più passavano i minuti più il cervello di Adrien si convinceva che davanti a lui c’era una probabile Ladybug.
Voleva crederci, era stanco di non poter dare un volto alla persona che amava.
Allora perché non toglierle la maschera?
Quelle che indossavano, al contrario di quando erano trasformati, erano finte.
Alzò così la mano per sollevarle la maschera facendo mozzare il respiro di Marinette la quale, intuendo quello che voleva fare, si scansò abilmente.
Il suo corpo si era mosso da solo, malgrado bramasse il tocco del ragazzo sopra ogni cosa.
"Non così in fretta, insettino" disse muovendo l'indice con un sorrisino divertito, l'aveva fatto d'istinto senza pensarci due volte.
Un po' come faceva con Chat Noir quando rispondeva alle sue battute.
"MARINETTE!!" la corvina spalancò gli occhi incredula.
'Vai con l'ennesima figuraccia della serata' si voltò verso la sua migliore amica Alya, vestita per l'occasione da strega, la quale le aveva appena fatto saltare la copertura.
La castana si avvicinò ai due amici mentre Adrien cercava di metabolizzare la cosa.
'Aaah ma è solamente Marinette ecco perche mi sembrava famigliare... Però come ha agito poco fa, non credo lo dimenticherò facilmente'
Marinette fulminò l'amica con lo sguardo, stava andando così bene, era pure riuscita a dire cose, se pur stupide, in linea con il suo personaggio senza balbettare. Più o meno.
"Ahahah Marinette, allora sei tu! Non ti avevo riconosciuta... gattina" disse Adrien passandosi una mano tra i capelli, nervoso.
'Ti ho anche scambiato per la portatrice del miraculous della coccinella' pensò tristemente.
Ancora una volta la ragazza che era sempre al suo fianco contro il male sarebbe rimasta un'incognita.
Marinette dal canto suo ridacchiò nuovamente.
‘Potrei anche abituarmi a questo soprannome’
I tre amici si avviarono così verso la scuola trovando Nino poco distante vestito da Franken Stein.
A organizzare la festa era stato Léonard Girard uno studente del secondo anno molto portato per l'organizzazione degli eventi, girava voce che la figlia del sindaco, ovviamente, avesse tentato di mettere bocca in quello che il ragazzo stava facendo.
Fortunatamente era riuscito a fare di testa sua creando un’atmosfera inquietante nel cortile della scuola.
Il gruppetto di amici si guardava attorno stentando a riconoscere quell’ambiente che frequentavano tutti i giorni.
Léonard aveva ricreato un cimitero, con tanto di lapidi finte, cancelli, un mausoleo da dove faceva capolino il palco per il gruppo che avrebbe suonato e un altro più piccolo dove aveva situato la zona rinfresco.
L’area si stava riempiendo di studenti e insegnanti di cui alcuni iniziarono già a scendere in pista, mentre altri si proiettarono sul cibo.
“Che ne dite di immortalare questo momento?” chiese Nino indicando la postazione del fotografo.
“Assolutamente si!” rispose Alya trascinando Marinette seguite a ruota dai due amici.
Una volta giunto il loro turno si piazzarono davanti all’obbiettivo.
Inutile dire che Alya la fece andare a finire vicino ad Adrien rendendo Marinette più nervosa di quanto non fosse già.
‘Non guardarlo. Non guardarlo’ si ripeteva la giovane eroina nella testa.
S’impose di tenere gli occhi sulla macchina fotografica e sorrise.
Non poteva di certo dire di non essere felice.
Quando il fotografo fece cenno che aveva finito Alya e Nino si scambiarono uno sguardo d’intesa.
“Bene adesso i nostri due eroi preferiti” annunciò la castana lasciando il posto ai due amici facendo però sobbalzare entrambi a sentire quelle parole.
Poi si ricordarono che non erano davvero trasformati e si rilassarono all’istante.
Per lo meno Adrien lo fece, Marinette no.
“Sembra proprio che dobbiamo fare una foto insieme, gattina” disse Adrien, ammettendo a se stesso che ci stava prendendo gusto a chiamarla con quel soprannome.
“G-g-già. Posa classica da super eroi?” propose.
“Vada per la posa eroica” entrambi si posizionarono e il fotografo scattò.
‘Questa la devo proprio stampare, ci farò una tenda, si assolutamente’ pensò Marinette avvicinandosi ad Alya che le sorrise complice.
“Ehi Marinette, alla fine i tuoi hanno portato i dolci?” le chiese facendo cenno verso il banchetto.
La castana stava tentando di farsi perdonare dalla sua amica avendo notato il debole di Adrien nei confronti di tutto quello che era dolce.
“Certamente” rispose non capendo a pieno la motivazione per cui le aveva fatto quella domanda.
Il biondo sorrise e chiese al gruppetto se gli andava di iniziare a mangiare qualcosa.
I due fecero strada tra la folla mentre Alya tirò lievemente il braccio di Marinette.
“Ragazza, hai una pasticceria, prendilo per la gola” le consigliò facendo sorridere la corvina.
Mentre i quattro amici si erano fiondati sul buffet dall’altra parte della stanza Chloè, vestita da quella che a detta sua doveva essere una vampira, stava riempiendo d’insulti e minacce Léonard per non aver seguito le sue direttive.
Alcuni compagni di classe del ragazzo cercarono di placare l’animo indignato della bionda ma senza successo, andando così ad infierire sulle emozioni di Léonard.
Alla fine il ragazzo scappò via andandosi a rifugiare nella prima classe che trovò sul suo cammino.
Quell’anima inquieta non passò inosservata agli occhi di Papillon.
“Un giovane così promettente... va mia piccola akuma, vola ed oscura il suo cuore” disse la misteriosa figura lasciando andare la farfalla completamente nera la quale andò a depositarsi nella cartellina che il ragazzo stringeva al petto.
Subito si trovò sotto l’impulso di Papillon pronto ad ascoltare le parole del suo contratto.
“Directeur, sono Papillon, da adesso potrai trasformare Parigi nella migliore festa dell’orrore che si sia mai vista ma a una condizione: che tu mi porti i miraculous di Ladybug e Chat Noir” sentenziò l’oscura voce.
“Come desideri Papillon” fu subito circondato da un potere nero come la pece che trasformò in suo corpo in un fumo denso anch’esso nero.
Si diresse verso la festa, dove tutti erano ignari del pericolo incombente, anche i due giovani eroi.
Essi, infatti, erano rimasti da soli in quanto i rispettivi migliori amici avevano deciso di ballare insieme.
La tensione tra i due era palpabile, almeno per Marinette che non sapeva bene come comportarsi.
Non era di sicuro il tipo da festa e la presenza di Adrien, oltre che renderla immensamente felice, la rendeva nervosa.
Stava cercando un modo per iniziare una conversazione intelligente quando Adrien le si parò davanti facendole morire le parole in gola.
“Stavo pensando... ti va di ballare?” le chiese, anche se inizialmente pensò di aver capito male.
“C-c-certo!” rispose con un po’ troppa enfasi.
‘Oh mamma mia! Sto per ballare con Adrien! Bene Marinette niente panico, sciogliti un po’ ed evita altre figuracce!’ pensò per poi seguire il ragazzo che nel frattempo l’aveva presa per mano.
Non c’era stato un motivo in particolare che l’aveva spinto a fare quella richiesta, l’aveva chiesto e basta.
La condusse al centro della pista e iniziarono a muoversi a tempo di musica.
Per lo meno Adrien lo fece, Marinette si sentiva un tronco d’albero e i suoi neuroni avevano proclamato lo stato di panico generale.
Tempo zero e il cantante annunciò l’inizio di un lento.
Proprio mentre il modello la stava per stringere a se Directeur trovò Chloè le puntò la cartellina contro, poi ci soffiò sopra, un fumo nero circondò la ragazza cedendo al suo potere, diventando così uno zombie.
Iniziò a trasformare quante persone poteva mentre i due eroi erano ancora ignari del pericolo.
Tikki si sporse dalla borsa della sua protetta per vedere che cosa causava il cattivo presentimento che aveva e vide i ragazzi mutare.
Doveva attirare l’attenzione di Marinette su quello che stava succedendo.
Muovendosi rapidamente nella borsa riuscì nel suo intento.
‘Tikki non ora’ pensò la corvina, in quel momento uno dei suoi più grandi sogni si stava avverando e non avrebbe permesso a nessuno di rovinarlo.
Si perse negli occhi verdi del ragazzo, il mondo attorno a lei sfumò via, era tutto così perfetto; poi qualcuno urlò.
I due eroi si staccarono di scatto cercando di capire cosa stava accadendo, probabilmente anche quella sera avrebbero dovuto combattere.
‘La solita fortuna’ pensò sconsolata l’eroina improvvisamente arrabbiata con il suo nemico per scegliere sempre il momento sbagliato.
"Qualcuno deve essere stato preso di mira da Papillon" disse riscuotendosi dai suoi pensieri, doveva portare in salvo Adrien e trasformarsi.
Anche il biondo arrivò alla medesima conclusione, solamente nei confronti dell’amica.
Mentre correvano verso l'uscita della scuola Marinette s'accorse che Alya stava riprendendo con il telefono quello che succedeva, molto probabilmente era in live sul suo Ladyblog.
Una strana figura nera le era sempre più vicina.
Capì che si trattava della persona akumizzata.
"Marinette!" si voltò verso Adrien il quale cercò di rimanere fermo in mezzo alla folla che usciva in preda al panico.
"Vai Adrien! Devo recuperare Alya!" gli rispose tornando sui suoi passi.
‘Poi verrò a difenderti. Difenderò tutti’ pensò la ragazza.
"È la tua occasione" disse Plagg al modello uscendo leggermente dalla giacca.
Lasciò Marinette indietro, come Adrien non poteva fare più niente.
Si fermò al primo angolo deserto.
"Plagg, trasformami!" subito l'esserino nero venne assorbito dall'anello facendo iniziare la trasformazione. Nel frattempo Marinette stava strattonando l'amica.
"Alya dobbiamo andare via di qui! Tra poco arriveranno Ladybug e Chat Noir a far tornare tutto a posto, ma fino ad allora è pericoloso" la riprese cercando di trascinarla fuori.
'Sempre se riesco a trasformarmi' pensò.
Due ragazzi zombificati le puntarono, così la castana decise di seguire il consiglio dell'amica.
Corsero verso l'uscita ma Marinette si ritrovò bloccata da Directeur il quale aveva preso forma umana, il suo corpo pareva fatto di fumo.
Fece cenno ad Alya di scappare nonostante la ragazza volesse intervenire.
"Oh vediamo in cosa potrei trasformarti... si in un lupo mannaro, tanto le orecchie ci sono già" pensò ad alta voce.
L'eroina si voltò per vedere se riusciva a sfuggirgli, ma si trovò completamente circondata.
'Maledizione dov’è quel gattaccio quando serve?!'
Directeur fece per puntarle la cartellina contro quando una figura in tuta di pelle nera si piazzò davanti parando il colpo con il bastone.
"Scusa l'attesa, principessa!" disse Chat Noir spingendo via con l'arma il ragazzo akumizzato.
"Giusto in tempo, Chat Noir" gli rispose sorridendo, non era mai stata così felice di vederlo.
L'eroe, roteando il suo bastone, riuscì ad aprire un varco per passare attraverso tutti i vari mostri che ostacolavano la strada.
Prese Marinette per mano e correndo arrivarono all'uscita dell’edificio, le sirene della polizia li abbagliarono per un secondo.
Era riuscito a portare la sua amica fuori da quel delirio.
"Grazie mille per avermi tirata fuori dai guai" disse all’eroe con una certa rapidità, doveva toglierselo dai piedi il prima possibile per potersi trasformare.
"Quando vuoi, principessa" ribatté accennando un inchino.
"E gran bel vestito, mi sento davvero lusingato" proseguì sorridendo sornione.
'Quando ha finito di flirtare magari posso intervenire a dagli una mano' pensò Marinette ridacchiando civettuola appoggiando apparentemente il gioco dell’eroe.
"Grazie! Penso che ora tornerò a casa, tutto quello che è appena successo mi ha leggermente scosso" lo liquidò muovendosi verso la strada che l’avrebbe condotta a casa.
"Va bene, io vado a caccia di cattivi, sperando che Ladybug arrivi presto" concluse Chat Noir rientrando nel cortile con un cenno di saluto verso l’amica.
'Sto arrivando, dammi un secondo' pensò la ragazza cercando un punto dove poteva eseguire la trasformazione.
"Presto Tikki, un certo gatto ha bisogno del nostro aiuto" la piccola kwami uscì dalla borsetta.
"Tikki, trasformami!" la coccinellina fu risucchiata nell'orecchino avviando la trasformazione.
Decise di entrare dalla finestra sul retro del cortile per dimostrare che arrivava da tutt’altro posto.
Giunse giusto in tempo per vedere il suo compagno d'armi bloccato in mezzo ad un gruppo di mostri. D'istinto lanciò lo yo-yo in testa ad un paio di loro facendoli finire al suolo.
"Un grazie sarebbe sufficiente" disse avvicinandosi al ragazzo in tutina nera.
"Grazie my Lady, come sempre ti fai desiderare"la riprese affettuosamente Chat Noir avvicinandosi alla ragazza mentre continuava a farsi scudo con il bastone.
“Sai ero a una festa di Halloween e mi stavo anche divertendo, ma come vedi il dovere chiama” ribatté continuando a usare lo yo-yo contro chiunque cercava di acchiapparla.
Una volta stesa l’orda di mostri i due eroi si misero sulle tracce di chi aveva portato tutto quello scompiglio.
Uscirono dalla scuola evitando vari attacchi da parte di alcuni vampiri.
‘Spero che Adrien stia bene’ pensò pregando di non scorgere il suo viso su quello dei mostri.
“E da cosa ti eri travestita, insettina?” la provocò mentre correvano.
“Muh, non te lo dico”
“Perché?”
“Perché sì, punto” per nulla al mondo gli avrebbe detto da chi si era vestita, anche se in realtà l'aveva vista, ma non l'avrebbe di certo sentito da Ladybug.
"E invece tu che stavi facendo?" lo intimò.
"Mi stavo divertendo con una ragazza" rispose, sebbene la sua Lady rimanesse la prima nel suo cuore, con Marinette si stava davvero divertendo, anche se molto spesso non riusciva a capire i suoi strani modi di reagire in sua presenza.
"Ah povera ragazza, mi dispiace per lei" ribatté sentendo un pizzico di gelosia accendersi senza un reale motivo.
"Forse non diresti così se fossi al suo posto" disse il biondo sorridendo malizioso.
Il discorso stava prendendo una piega notevolmente strana.
"Non voglio essere messa in mezzo, grazie. Cerchiamo questo maledetto super cattivo" concluse la ragazza lanciando lo yo-yo agganciando un comignolo di un tetto per raggiungerlo.
Chat Noir si arrampicò rapidamente seguendo poi la compagna.
Il passaggio di Directeur aveva portato alle creazioni di lapidi e alcune mini foreste dall’aria molto cupa.
Tutto conduceva alla Tour Eiffel, il monumento simbolo della città.
Sotto all'imponente struttura in metallo, Directeur stava radunando le persone che era riuscito a soggiogare.
"Io sono Directeur il miglior organizzatore di feste horror! Quando arriveranno i nostri due ospiti d'onore gli faremo una bella sorpresa" annunciò ai presenti l'oscura figura ridendo.
Nel frattempo nel suo covo Papillon prospettava il suo imminente trionfo.
"Lo sento, questa volta vincerò io. Stasera riuscirò a mettere le mani sui loro miraculous!" disse aumentando il potere sull'akuma.
"Tranquillo Papillon, avrai quello che desideri" disse Directeur.
I due eroi parigini si erano nascosti su un tetto proprio vicino alla Tour Eiffel osservando la situazione da lontano.
"Dimmi che hai un piano contro... una centinaia di persone" osservò Chat Noir preoccupato, erano decisamente in tanti e loro solo in due.
"Ci sto lavorando. Credo proprio che ci servirà un diversivo" ribatté Ladybug scrutando meglio la situazione.
"Servirebbero dei travestimenti per passare inosservati" pensò ad alta voce il ragazzo giocherellando con la coda della tuta.
"Ma certo! Sei un genio! Dobbiamo mischiarci a loro!" la ragazza si guardò attentamente attorno.
Erano tutti vestiti per Halloween, sarebbe stato abbastanza semplice passare inosservati.
“Grazie, my Lady. Lo so, e sono anche incredibilmente carino” disse avvicinandosi di più alla compagna con un sorriso a 36 denti, la quale però si scansò rapidamente.
“Questo lascialo giudicare a me, piuttosto come te la cavi a fare lo zombie?”
Pochi minuti dopo i due eroi scesero in strada, si sarebbero divisi per attirare di meno l’attenzione.
“Ricordati il piano” mormorò Ladybug per poi iniziare a comportarsi come uno zombie ed allontanarsi nella direzione opposta.
“Non potevo fare il vampiro?” si chiese Chat Noir per poi imitare i movimenti della partner.
Directeur stava dividendo la grande folla in gruppi più piccoli dando l’ordine di portare il caos nella capitale francese.
Parigi avrebbe conosciuto la vera paura, era il palco perfetto per inscenare una perfetta festa di Halloween.
L’eroina si trovava proprio dove aveva accettato la dichiarazione di guerra da parte di Papillon, quel giorno quando aveva accettato del tutto il dono.
Quando aveva scoperto che in lei si celava molto di più che insicurezza e goffaggine.
Cercò con lo sguardo Chat Noir a qualche metro più a destra.
Erano completamente circondati e Directeur sembrava non essersi accorto di nulla, un solo passo falso e avrebbero dovuto combattere.
‘Sta procedendo tutto secondo i piani’ pensò la corvina avvicinandosi di qualche passo all’obiettivo.
“Pare che i nostri ospiti d’onore siano arrivati” a quelle parole entrambi alzarono lo sguardo per poi guardarsi.
‘Come non detto’ evidentemente doveva aver capito che loro non erano sotto il suo controllo.
“Ebbene sì, i migliori eroi della città sono qui” annunciò il biondo estraendo il bastone facendolo roteare velocemente.
“Prendeteli!” ordinò Directeur puntando contro i due eroi la cartellina.
La ragazza capì, l’akuma si doveva trovare lì dentro.
“Chat Noir! L’akuma è nella cartellina!” disse difendendosi con lo yo-yo.
“Vai Ladybug ti copro le spalle! Vengo ad aiutarti appena posso” esitò un attimo indecisa se rimanere ad aiutarlo o meno, Chat Noir era agile ma non poteva reggere per molto.
A un ennesimo cenno del ragazzo si decise a muoversi, lanciò lo yo-yo che si legò ad una trave di ferro, tirò leggermente e in una manciata di secondi si ritrovò davanti a Directeur.
Lanciò nuovamente la sua arma arpionandogli il polso.
“È finita Directeur arrenditi!” annunciò fermamente tendendo il filo.
"Non così facilmente" ribatté l'oscura figura rendendo il suo corpo evanescente.
Il filo strinse il nulla e tornò ad arrotolarsi nello yo-yo.
La ragazza rimase spiazzata, ogni attacco sarebbe stato vano e non poteva subito evocare il Lucky Charm.
Il quel secondo che perse a pensare Directeur le scagliò contro una nuova densa per portarla sotto il suo controllo e c'è l'avrebbe fatta se Chat Noir non l'avesse spinta via.
Se lo ritrovò addosso con un sorrisino stampato sulle labbra.
"Ti sono mancato?"
"Avevo tutto sotto controllo" rispose scostandolo.
Il ragazzo continuò a sorridere, in realtà si sentiva leggermente triste per l'ennesimo rifiuto, ma non era di certo il momento di abbattersi.
Ladybug lanciò lo yo-yo e salì ad un livello più alto, dovevano confrontarsi per capire meglio come agire.
"Tutti gli attacchi a corpo a corpo sono inutili" lo informò mentre giocava con la sua arma.
"E considerando la sua forma evanescente non lo possiamo bloccare, dobbiamo sfilargli la cartellina dalle mani"
"Gattastico, my Lady. Come vuoi agire?" lo fulminò con lo sguardo per la pessima battuta per poi pensare, aveva bisogno di un’idea.
Lanciò lo yo-yo in aria ed evocò il Lucky Charm, da quel momento avrebbe avuto solo cinque minuti prima di ritrasformarsi.
"Un aspirapolvere?" si guardò attentamente attorno, aveva notato che per spostarsi più velocemente Directeur faceva diventare il suo corpo una sorta di fumo simile a quello che usava per sottomettere gli altri.
"Devi distrarlo, cerca di spingerlo a diventare totalmente fumo"
"Molto bene" corse verso l'obiettivo muovendo il bastone più velocemente che poteva.
Directeur per evitare tutti i colpi diventò totalmente una nube scura.
L’eroina accese l’aspirapolvere che iniziò ad aspirare il fumo.
"Chat Noir usa cataclisma sulla cartellina!" il ragazzo evocò il suo potere per poi scaraventarlo sull’oggetto dove si trovava l’akuma.
Esso divenne polvere e la farfallina nera si liberò in aria.
"Niente più malefatte piccola akuma" disse la ragazza in rosso sfiorando lo yo-yo che si aprì.
“Ladybug sconfigge il male” proseguì afferrando l’oscura farfallina per poi purificarla.
“Ciao, ciao farfallina… Miraculous Ladybug!” concluse lanciando il Lucky Charm in aria, tutto tornò come prima.
Si voltò verso il compagno d’armi e unirono i pugni.
“Ben fatto” dissero all’unisono per poi scambiarsi un sorriso.
Léonard si guardò attorno perplesso, i due eroi lo portarono rapidamente sotto la Tour Eiffel.
“La festa deve continuare” annunciò il ragazzo ai compagni che aveva reso suoi servitori, s’incamminarono tutti verso la scuola ringraziando i due eroi per aver nuovamente salvato la situazione.
"Sembra che la festa che si stava svolgendo in quella scuola riprenderà" notò Chat Noir osservando i ragazzi tornare sui propri passi.
Le sue stesse parole gli fecero venire un’idea.
"Così sembra" ribatté la corvina, avrebbe potuto continuare la sua serata con Adrien, sempre se non era già tornato a casa.
L'ennesimo suono proveniente dall'orecchino sinistro indicò che aveva ancora a disposizione pochi minuti, così come l'anello di Chat Noir.
"Dobbiamo andare" annunciò voltandosi accennando a voler uscire ma il ragazzo la prese per il polso.
"Aspetta, possiamo infiltrarci a quella festa, in mezzo a tutti quei ragazzi e passare una serata insieme. Ovviamente dopo che i nostri kwami si saranno ricaricati" propose l'eroe speranzoso.
Voleva passare più tempo con lei, voleva averla al suo fianco più al lungo di quanto già non l'aveva ogni singolo giorno, senza dover combattere.
"Non posso Chat Noir, devo tornare dai miei amici" disse rifiutando l'invito, certamente le dispiaceva ma aveva altro per la mente.
'Devo tornare da Adrien'
Il biondo abbassò lo sguardo, ferito.
Malgrado tentasse di mascherare quello che provava dietro ad un sorriso, l’eroina si accorse del suo cambiamento d’umore facendola sentire tremendamente in colpa.
"Non importa my Lady, adesso devo proprio andare. Con permesso" concluse correndo verso i vicoli più bui della città, non sentendo il "Mi dispiace" che pronunciò Ladybug per poi andarsene dalla parte opposta.
Il ragazzo si nascose dietro ad un albero proprio quando la trasformazione finì.
Plagg atterrò goffamente sulle sue mani.
"Che cosa sbaglio con lei, Plagg?" l'esserino nero aprì pigramente un occhio per poi addormentarsi, stremato.
Adrien sospirò, tornare alla festa era fuori discussione, in quel momento voleva rimanere solo.
Chiamò Nathalie e si fece venire a prendere.
Nel frattempo Marinette si era ritrasformata, una volta tornata a scuola prese subito dei biscotti per Tikki per poi vedere Alya correrle incontro.
"Eccoti! Non ti trovavo da nessuna parte!" disse l'amica stritolandola in un abbraccio tanto era preoccupata.
Era un po' giù per aver rifiutato l'invito di Chat Noir, sapeva perfettamente che aveva una cotta per lei e aveva capito di averlo deluso.
'Non posso ricambiare i suoi sentimenti' pensò sconsolata.
"Chat Noir è riuscito a salvarmi una volta sola, la seconda sono stata zombificata" rispose imitando uno zombie.
"Mi sembra di averla già vista questa scena" ribatté Alya ricordando quando l’amica era diventata una mummia.
"La solita fortuna, lo sai" ridacchiò per poi chiedere di Adrien e Nino.
"Nino è tornato a casa appena Ladybug e Chat Noir hanno riportato tutto alla normalità. Ha detto che era troppo scosso. Mentre Adrien non l'ho più visto, suppongo sia andato a casa anche lui... " Marinette ci rimase male, in fondo sperava di continuare allegramente la serata.
"Capisco... Ti offendi se torno a casa anche io? Essere uno zombie mi ha sfiancato" concluse con sguardo triste osservando alcuni studenti muoversi a tempo di musica.
"Dai ci saranno altre possibilità per stare con lui" cercò di tirarla su di morale, invano.
Non sapeva se era più triste per non essere riuscita a passare la serata con Adrien o per aver allontanato Chat Noir.
Quando uscì dall'istituto Marinette, pensò che quello fosse il giusto karma per aver rifiutato l’eroe parigino.
Ma cosa poteva farci se amava Adrien?
Si tolse la maschera nera e camminò fino a casa osservando Tikki che si gustava i suoi biscotti preferiti.
Una volta in camera sua la kwami le propose di andare a vedere se Adrien stava bene, sapeva perfettamente quanto la sua protetta ci tenesse, e sperava che quell’idea le tirasse su il morale.
"Potrei andare nei panni di Ladybug, sarebbe anche più veloce" disse per poi trasformarsi e uscire dalla finestra ritrovando un po’ di quell’ottimismo che la caratterizzava.
Corse sui tetti muovendosi agilmente e dopo pochi minuti arrivò sulla casa di fronte l'ampia finestra della camera di Adrien, completamente avvolta nell’oscurità.
'Forse sta dormendo?' pensò ma proprio in quel momento le squillò il telefono.
Se l'era portato dietro perché aspettava una chiamata di Alya e sapeva quanto l'amica ci teneva che rispondesse al telefono.
Futuro marito
"Oddio è Adrien!" il telefono le sfuggì di mano dall'emozione e le sarebbe caduto per terra se non l'avesse ripreso al volo.
"Marinette, tutto bene?" chiese una voce maschile dall'altra parte dell'apparecchio.
Aveva accidentalmente confermato la chiamata.
"Ehm s-s-si, mi era scivolato il telefono ahah" rispose sedendosi dietro il comignolo del tetto.
Sbirciò nuovamente la stanza del ragazzo, aveva acceso la lampada sul comodino rivelando la sua figura seduta sul letto.
Indossava ancora il costume da Lordbug tranne che per la maschera, di fatti la fioca luce illuminava il volto del modello rendendolo agli occhi dell'eroina più bello ancora.
'Maledizione' si sentì arrossire.
Distolse lo sguardo mettendosi al sicuro dietro al suo nascondiglio.
"Ahah spero non si sia rotto"
"No sta benissimo. Tu invece?"
"Sto bene, ti ho chiamato perché sono andato via senza dire nulla a nessuno" qualcosa le suggeriva che non raccontava tutto.
Sembrava giù di morale oppure era solo stanco.
Magari quella situazione lo aveva spiazzato.
Tornò a spiarlo, ed effettivamente aveva uno sguardo triste.
'Chissà che cosa l’ha reso così giù di morale, devo fare qualcosa, senza dire niente d’imbarazzante'
"Capisco. Finché quel ragazzo non è stato akumizzato stavo pensando davvero una bella serata" disse sorridendo pensando a quello che era successo.
Adrien sorrise a sua volta, si era trovato bene anche lui.
'Marinette è sempre così dolce e gentile' probabilmente se il suo cuore non battesse già per un'altra ragazza l'avrebbe vista sotto una luce differente.
"Anch’io mi stavo divertendo, beh almeno Ladybug e Chat Noir hanno salvato nuovamente la situazione" il suo lato egocentrico prese il sopravvento, voleva sapere che cosa aveva pensato del suo salvataggio.
Marinette trattenne una risata, lui parlava di Ladybug e lei si trovava proprio nei panni dell'eroina.
Di tanto in tanto odiava quella maschera, agli occhi della gente Marinette non esisteva.
Forse anche agli occhi di Adrien.
Ma quella stessa maschera le stava infondendo fiducia per proseguire la conversazione senza sprofondare nel panico più totale.
"Sono stata salvata da Chat Noir questa sera. Anche se successivamente Directeur mi ha soggiogato allo stesso" disse servendogli la stessa bugia che aveva riservato ad Alya.
Adrien spalancò gli occhi incredulo, non era riuscito a difendere la sua principessa.
"Oh... Mi dispiace, spero che la prossima volta Chat Noir riuscirà a fare di meglio" nella sua testa con quella frase voleva chiederle scusa.
'Lo fa sempre, in realtà non mi ha mai deluso' pensò Marinette ricordando la moltitudine di volte in cui si era preso i colpi decisivi al posto suo mettendo prima di tutto la sua incolumità.
"Non lo incolpo di nulla. Mi ha tirato fuori da quell'orda, anche se poi si è messo a flirtare come al suo solito" Adrien rise, evidentemente alla sua amica non piacevano i modi da finto donnaiolo dell’eroe, eppure gli dava corda.
Forse lo prendeva solo in giro.
“Penso che sia solamente il suo modo di fare” concluse, voleva assolutamente che una delle sue amiche più strette accettasse quel suo lato nascosto, anche se non sapeva che era lui.
"Io... So che è una brava persona, forse cela solamente la sua tristezza dietro ad un sorriso" Adrien rimase spiazzato da quell'osservazione, aveva centrato in pieno il suo stato d'animo.
Con i suoi modi voleva solamente ricevere qualche attenzione dalla ragazza che amava, anche se sapeva di non essere ricambiato e questo faceva male.
"Forse sì, non lo sapremo mai ma credo che il vero eroe sia Ladybug" disse dando voce a quello che pensava da quando avevano entrambi ricevuto i miraculous.
Quella confessione fece rimanere Marinette spiazzata.
Osservò lo yo-yo legato alla vita, non era stato facile accettare quel dono.
Grazie ad esso aveva scoperto un lato di se che non conosceva, una parte di se che quando era Marinette si poteva scorgere raramente.
"È fantastica, ha sempre la situazione sotto controllo. È unica"
'E la amo' soffocò quel pensiero, sarebbe stato assurdo dirlo a Marinette e in più non voleva essere visto come il ragazzino che si prende una bella sbandata per la super eroina.
La ragazza dal canto suo, sentendo l'intensità delle parole pronunciate dall'amico, si ritrovò in lacrime.
Quel presentimento che aleggiava nel suo cuore da qualche tempo sembrò diventare reale.
'Che cosa significa tutto questo?' doveva essere felice ma allora perché si sentiva il cuore spezzato in due?
"P-probabilemente si" riuscì a dire cercando di non far tremare la voce.
"Ora devo andare" proseguì reprimendo un singhiozzo.
Adrien percepì il cambiamento d'umore della ragazza, voleva dire qualcosa ma, non capendo bene che cosa potesse averla turbata, le augurò semplicemente la buonanotte.
Sentiva di aver sbagliato, anche se non sapeva come.
"Grazie, anche a te" gli rispose per poi attaccare la chiamata.
Rimase solamente lì, con la schiena contro il comignolo, dando le spalle alla casa del ragazzo.
Appoggiò la testa contro le ginocchia e scoppiò in un irrefrenabile pianto.
‘Mi ama solamente quando divento Ladybug’ quel pensiero arrivò come un pugno allo stomaco.
Avrebbe voluto togliersi il miraculous, scagliarlo il più lontano possibile.
Eppure era l'unica cosa che le stava infondendo un po’ di consolazione in quel momento, era come trovarsi in un caldo abbraccio.
Doveva essere contenta che l'unico ragazzo che avesse mai amato apprezzava particolarmente quel lato che non mostrava, ma sentiva come se gli piacesse solamente la sua maschera e non chi si celasse sotto.
Dopo qualche minuto decise di alzarsi per tornare a casa.
Stava per lanciare lo yo-yo quando si voltò per guardare Adrien, un’ultima volta per quel giorno.
Dal canto suo il ragazzo era rimasto esattamente dove si trovava.
Era più triste di prima, non solo era stato rifiutato ma non era stato nemmeno in grado di confortare Marinette.
'Quando sono Adrien non servo a nulla' pensò sospirando tristemente.
Guardò fuori dalla finestra e la vide, colei che occupava tutti i suoi pensieri.
Se ne stava in piedi sul tetto davanti a casa sua, nella classica tenuta da combattimento, poco dopo sarebbe sparita tra i tetti di Parigi, pronta a difenderla.
I loro sguardi s’incrociarono e il tempo attorno a loro si fermò.
Erano così vicini ma al col tempo, così lontani.
Adrien si alzò e corse alla finestra, voleva fermarla ma gli occhi di lei lo bloccarono.
Quegli occhi, di un azzurro intenso, che tanto adorava erano colmi di lacrime, rendendoli ancora più brillanti sotto i raggi della luna.
Stava piangendo.
Il biondo sentì un moto di rabbia attanagliargli il corpo.
Chi si era permesso di far piangere la sua Lady?
Non era riuscito a fare niente per Marinette ma avrebbe aiutato l’eroina in rosso.
Aprì la bocca per parlare ma quando riuscì a chiamarla, lei era già sparita.
 
 
 

Buonsalve mondo!
Erano quasi un paio d'anni che non pubblicavo nulla, sono quasi commossa! Ci volevano queste due teste dure a farmi sbloccare xD.
Sono approdata da qualche mese in questo fandom... non l'avessi mai fatto, mannaggia!
So che ora penserete "ennooo! Tu devi dare pace a questi due bakati" e io vi rispondo che no, non avranno mai pace muhahahah.
Questa è la mia prima OS, non solo su Miraculous ma proprio in generale, e sono più o meno felice di quello che ne è uscito fuori, ammetto che scrivere in treno è divertente!
Demo, se vi è piaciuta lasciate una recensione o qualsiasi cosa volete fare sarà ben accetta!
Mi dileguo alla prossima (sempre se l'ispirazione non muore).
Namie.

 
  
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