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Autore: sparewheel    15/04/2017    4 recensioni
Affrontando le conseguenze di un desiderio espresso involontariamente, Emma finirà per ottenere quello che mai avrebbe creduto possibile e per scoprire che un futuro inaspettato può essere ben più prezioso di un desiderio realizzato.
Swanqueen ambientata qualche tempo dopo gli eventi della 6x10 e che non segue gli sviluppi della 6B.
Genere: Angst, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Un po' tutti, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 3.

Fare lo stesso lavoro, nello stesso posto, per più di trent’anni aveva di certo i suoi vantaggi: ormai Regina avrebbe potuto guidare Storybrooke anche ad occhi chiusi o a testa in giù.
Non c’era cifra dei bilanci o virgola dei resoconti di cui il sindaco non conoscesse il posto. E, anche se negli ultimi anni le cose si erano evolute, il suo incarico non aveva subito grosse mutazioni, perciò non era difficile svolgere l’essenziale da casa, senza essere nel pieno delle forze e avere grande concentrazione.
Se avesse chiesto alla sua segretaria di riorganizzare le riunioni e gli appuntamenti avrebbe potuto persino prendersi quel periodo di vacanza di cui aveva parlato Emma.
Emma… che purtroppo aveva parlato anche di ben altro.
Non le era affatto sfuggito che lo sceriffo stava tentando in ogni modo di estorcerle informazioni su quello che era successo nel mondo dei desideri. E le dispiaceva vederla così in pena, ma…non era pronta.
Parlarne avrebbe tirato in ballo troppe altre cose.
E avrebbe portato domande più che risposte.
Era troppo presto, troppo presto per tutto.
Persa nei suoi pensieri, Regina sussultò quando sentì la porta di casa aprirsi.
Era ancora presto perché Henry fosse rientrato da scuola e solo un’altra persona oltre a loro aveva una copia delle chiavi di casa…erano davvero arrivate al punto che le bastava pensarla perché la bionda le comparisse davanti?!
Fissando la porta dello studio, rimase in attesa di veder spuntare l’onnipresente giubbotto rosso, ma quella che entrò non era affatto la donna che si aspettava.
“Zelena?”
“Ciao anche a te sorellina. Ti prego, non essere così felice di veder-”
"Non ti avvicinare!" La bloccò Regina, occhi spalancati, non appena notò un grosso oggetto nero che stava magicamente levitando accanto a sua sorella.
"Non ho il pieno controllo della mia magia, Robin non può stare vicino a me. È meglio che ve ne andiate."
"Rilassati Regina, non ho portato Robin. Un uccellino mi ha detto che non stai bene, quindi ho lasciato mia figlia in quella specie di ritrovo per neonati..."
"L'asilo?"
"Si, quello. All'inizio non mi convinceva: tutti quei colori, quelle canzoni, quei figli di principesse che cresceranno spocchiosi e viziati come i loro genitori..."
La smorfia di disgusto che seguì fu talmente sentita da strappare un sorriso a Regina. Gli sproloqui di sua sorella avevano sempre un che di esilarante, soprattutto quando riguardavano gli aspetti della vita “moderna” a cui stava ancora cercando di abituarsi.
"Ti assicuro che le maestre dell'asilo di Storybrooke sono molto competenti: le ho formate io." Sottolineò con un ghigno.
E Zelena la guardò male.
"Certo, certo. Stavo dicendo… sono qui per i problemi con la magia. E ho portato i tuoi libri" disse, mentre il grosso baule nero, che le era stato accanto per tutto quel tempo, si andava a poggiare lentamente sul pavimento, vicino alla scrivania.
"E come facevi a -“ ma Regina si bloccò da sola prima di completare la domanda.
Era ovvio.
“Ti ha mandata Emma.”
"Esatto. La cara salvatrice mi ha chiamata qualche ora fa e mi ha spiegato la situazione. O almeno, ci ha provato. Farfugliava e il suo racconto non aveva molto senso, ma sono riuscita a carpire svenimento, problemi di magia e prendere libri dal mausoleo. Mi spieghi tu?"
Regina sospirò. Ovviamente Emma aveva chiamato rinforzi non appena uscita.
Avrebbe dovuto aspettarselo.
“Non c'è molto da dire, se non che attualmente non ho il pieno controllo della magia. É come se non riuscissi a richiamarla nel modo giusto. Anche se mi concentro, non riesco a disporne appieno come al solito.”
"Uhm...come se tu volessi concentrarla in un punto e si disperdesse verso un altro?"
Regina ci pensò per un attimo e poi annuì.
A quel cenno di conferma, Zelena spalancò gli occhi e istintivamente fece un passo indietro, cercando di allontanarsi.
"Non è influenza magica, vero?!"
Ricordava più che bene quando una giovane e ancora più insulsa Dorothy gliel'aveva passata a Oz. Era stata male per giorni, vagando debole e nauseabonda per la casa.
Ad ogni starnuto o colpo di tosse, la sua magia si attivava, facendo danni e materializzando oggetti. Piante e fiori, utensili, decine di secchi pieni di acqua di pozzo…e non era nemmeno stata quella la cosa più strana!
Quando aveva provato ad utilizzare la magia per curarsi e trovare un po’ di sollievo gli effetti erano stati alquanto...pittoreschi.
Col senno di poi avrebbe voluto essere verde già allora, così probabilmente non avrebbe notato le chiazze in colori pastello che le si erano formate sul corpo e quelle strane escrescenze che...disgustoso, assolutamente disgustoso.
"No, ho escluso l’influenza magica. E anche un paio di altre possibilità grazie ai libri che avevo qui in casa.” La riscosse e tranquillizzò la voce di Regina.
“Bene. Bene.” Ripeté Zelena, più per se stessa che per la sorella. “Allora diamoci da fare e cerchiamo di capire cos’è” disse, andando a sedere sul divano e facendo cenno a Regina di imitarla.
“Ok, dammi le mani e partiamo dalle cose semplici. Vediamo se riesci a trasmettermi un po’ di magia”.
Regina fece come richiesto. Strinse le mani di sua sorella e concentrò su di esse la propria attenzione e il proprio flusso magico.
Qualche secondo ed un lieve scintillio viola fece la sua comparsa, per poi sparire improvvisamente pochi istanti dopo.
Lo sguardo di Regina divenne ancora più serio e una nuova, flebile ondata di magia si fece viva tra le mani delle due, per poi dissolversi come la precedente.
“Ma che diavolo…non sono stata io ad interrompere il flusso!”
Ritrasse le mani e le strinse a pugno, cercando di contenere la propria frustrazione.
Ma che diavolo le stava succedendo?!
“Si, questo era ovvio.” disse Zelena con tono scherzoso. Ma lo sguardo cupo e minaccioso che ricevette in risposta la dissuase dal continuare su quella strada.
“Ok, proviamo a fare al contrario.” Prese nuovamente le mani della sorella tra le proprie e si concentrò, rilasciando un po’ di magia.
Una luce verde, intensa e definita, si formò tra di loro.
“Bene, adesso prova ad assorbire la mia magia e a- ehy!“
Il flusso di magia crebbe improvvisamente e continuò a spostarsi rapidamente verso Regina fino a quando Zelena non ritrasse di scatto le mani, interrompendo il contatto e l’emissione.
“Ho detto assorbire, non risucchiare ferocemente!”
Regina spalancò gli occhi e dischiuse la bocca, ma non vi uscirono parole.
Quell’intenso flusso di energia era stato come un’improvvisa scossa di adrenalina che però l’aveva lasciata momentaneamente interdetta.
Perché non riusciva a controllarsi?
Era chiaro che qualcosa stava interferendo con la sua magia, non c’era più alcun dubbio.
Ma doveva capire cosa e riprendere il controllo al più presto, prima che la situazione degenerasse.
Fu Zelena a dare voce a quei pensieri, sottolineando che la mancanza di controllo era evidente e chiedendole se di recente era stata esposta a qualche incantesimo.
Solo allora Regina ripensò all’oggetto che da settimane teneva chiuso nel cassetto della sua scrivania.
Si alzò dal divano e andò a prenderlo, per poi mostrarlo a sua sorella. "Non ci ho trovato nulla di diverso dal solito. E fortunatamente l’ho indossato per poco tempo, però potrebbe aver fatto qualcosa alla mia magia."
Zelena prese tra le mani il bracciale. Era di pelle nera, come quello che le avevano messo al polso per bloccarle i poteri e chiuderla in cella quando erano tornati da New York.
Chiuse gli occhi e la porta a quel tipo di pensieri.
Quello era il passato.
Si concentrò.
Anche la magia che il bracciale emanava era la stessa, non c'erano dubbi. Difficilmente poteva aver avuto effetti diversi.
"Spiega." Disse semplicemente, aspettando di avere qualche informazione in più.
Regina tornò a sedersi e prese fiato, prima di cominciare a dar voce al ricordo che per molto tempo aveva evitato.
"Quando ero intrappolata nel desiderio ho incontrato Robin."
 
 
Il dolore lancinante che attraversò istantaneamente il suo corpo gli fece vedere le stelle e lo lasciò interdetto per diversi istanti.
Quella dannata cagna…come aveva osato?!
Ma l’avrebbe pagata, eccome se l’avrebbe pagata!
Si riscosse e cominciò a correre, a rincorrerla. Aveva bloccato la sua magia con quel bracciale e lei non conosceva di certo quella foresta bene quanto lui, non poteva sfuggirgli per molto.
E infatti ben presto la vide: senza rendersene conto, quella folle stava correndo proprio in direzione dei soldati da cui per tutto il giorno aveva cercato di scappare.
Ma non poteva lasciarla a loro. Era la sua occasione.
Senza alcuna difficoltà, Robin si arrampicò su un albero, raggiungendo un ramo che gli garantì campo aperto e visibilità sulle mosse della sua preda.
Toccando il piumaggio delle frecce nella sua faretra, trovò quella che stava cercando e si preparò a scoccare.
“REGINA!” urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
E fece partire quel colpo magico che, come sempre, non avrebbe mancato il bersaglio.
  
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