Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: Kate_88    16/04/2017    7 recensioni
Cos'è il Crystal?
É il negozio di dolci più rinomato di tutta Tokyo, al centro della città, con un'insegna che mette appetito.
I suoi dolci sono conosciuti in tutti il Giappone e Usagi, la Co - proprietaria con Makoto, gestisce il locale.
D'altronde tutti sanno che al Crystal ci sono i Dolci d'Amore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Makoto/Morea, Mamoru/Marzio, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

So che sono passati anni e forse qualcuno non ricorderà questa storia, ma oggi ho parlato con Luciadom che mi ha rimesso addosso la voglia di continuare questa storia. Sarei potuta tornare con un capitolo totalmente dedicato ai dolci ma, dopo tanto tempo, ho pensato che le sensazioni dovessero avere la precedenza. Bè spero di aggiornare presto, ma intanto spero riprenderete a seguire le mie storie. Misa che in pentola bolle una storia originale, ma vedremo!


xoxo Kate_88

Usagi e Makoto funzionavano come coppia per un motivo: erano due facce della stessa medaglia. Dove non arrivava una, c'era l'altra.
Aprire il Crystal era stato più di un sogno. Makoto aveva lavorato duramente per creare dolci sempre diversi e Usagi aveva imparato cos'era una partita doppia, come si tenevano i conti del locale e come si batteva uno scontrino in pochi secondi. 
Si erano battute per un sogno. Avevano chiesto quel piccolo preso alla famiglia di Usagi, restituendolo dopo i primi due anni, rendendo tutti orgogliosi del loro successo. 
Quel sogno era andato in frantumi, nel momento in cui un rifiuto era diventato la scusa ideale per vendicarsi, per distruggere tutto ciò che ruotava intorno alla figura di quella buffa testa bionda che ogni mattina si dilettava davanti allo specchio, per creare due odango perfetti.
«E adesso come faremo?»
Makoto e Usagi fissavano l'entrata scura del locale e il cartello di pericolo che spiccava, rosso e violento contro quel posto destinato a far gioire le persone.
«Direi di prendere Seiya per il collo, ma l'hai già fatto tu. Se non è stato lui, è colpa di Esmeraude?» 
Usagi si muoveva sul posto, spostando continuamente il peso da un piede all'altro, in preda all'ansia. Quel suo sogno stava scivolando dalle mani.
Makoto invece stringeva i pugni; continuava a farlo da giorni, da quando il locale era andato a fuoco, da quando aveva preso a pugni Seiya.
«Sai, forse è meglio così... » Usagi aveva un sorrisetto sul volto, un tentativo di rilassarsi e di cercare una soluzione.
«Che intendi?» Makoto iniziò a guardarla aggrottando le sopracciglia, arricciando la bocca priva di trucco.
«Stavo per fare l'amore con Mamoru sul tuo bancone. Insomma, mi sembrava giusto dirti che probabilmente l'avresti cambiato lo stesso.» 
Usagi sorrise con malizia, complici i ricordi di quella notte, quando ancora tutto doveva andare a rotoli.
«Tu sei una pervertita! Io su quel bancone ci faccio i dolci!»
«Non dire idiozie. Ti ho vista fare ben altro su quel bancone. Sarebbe quasi bello recuperarlo. Magari non è messo così male!»
Si guardarono e scoppiarono a ridere. Una risata liberatoria, piena di speranze e voglia di andare avanti. Per un attimo avevano avvertito il cuore più leggero, piene di tutti quei sentimenti che così positivi arrivarono a sovrastarle.
«Ieri pensavo ad una cosa stupida»
«Cosa?» Usagi adesso era tornata seria e osservava Makoto, cercando di dedurre ogni suo pensiero e parola.
«Volevo lasciare Motoki. Non potremmo permetterci di pagarli se il Crystal riaprirà e non vorrei addossargli tutti i miei problemi. Inoltre... » prese un profondo respiro e scosse la testa «mi piace proprio tanto»
« E per questo vuoi lasciarlo?»
« No. Proprio perché mi piace tanto continuerò a stare con lui, se anche lui vorrà.»
«Anche a me Mamoru piace tanto...»
Ripresero a camminare verso i loro appartamenti, mentre Makoto continuava ad avere un'espressione divertita sul volto, stanco e distrutto da quelle notti insonne.
«Perché ridi?»
«Pensavo che lo so che ti piace tanto Mamoru...»
«Eh?»
«Ci stavi per fare l'amore sul bancone della pasticceria. Ti deve piacere proprio tanto per spingerti a non resistere. Il materasso sarebbe più comodo, lo sai?»
«Ah si? E tu come sai che un materasso sarebbe più comodo del bancone?» 
Usagi inarcò un sopracciglio, aveva quel dannato vizio quando faceva domande scomode, portandola a mostrare senza intenzione le sue emozioni e perplessità.
«Siamo quasi arrivate. Ciao Usagi, buona giornata!» Makoto cercò di defilarsi dall'amica, mentre arrossiva vistosamente e correva via, quasi volando su una nuvola ripensando a tutti quei momenti che aveva condiviso con Motoki e che gelosamente, custodiva per sé.

Usagi trovò Mamoru fuori casa, con un sacchetto di carta e un odore di panini che lo avvolgeva. Lo osservò e non poté fare a meno di avvertire quel miscuglio di sensazioni che si propagavano nel suo corpo. Bastava uno sguardo e tutto si risvegliava: amore, eccitazione, passione. Lo voleva. Fino a poco tempo prima anche solo guardarlo la metteva in imbarazzo; dopo il primo bacio aveva solo sentito quella sensazione di disagio che mette radici dentro i cuori di chi non è esperto, poi i giorni erano trascorsi e l'imbarazzo era scivolato via, lasciando spazio a quelle emozioni nuove, tipiche di un rapporto appena iniziato. Lo voleva.
Non aveva detto una bugia a Makoto. Avrebbe fatto l'amore con lui, sul bancone del laboratorio, se non fosse scoppiato l'incendio, perché in quel momento sentiva che sarebbe stato il momento giusto.
E non aveva detto a Makoto che anche lei aveva pensato di lasciarlo per tutta quella serie di complicanze che, anche senza volerlo, erano entrate a far parte della loro vita.
Non avrebbe detto a Makoto che, nel vederlo fuori casa, con una camicia bianca e un paio di jeans, con le maniche arrotolate che lasciavano intravedere le braccia, con i capelli spettinati e lo sguardo profondo... Bè non avrebbe detto a Makoto che aveva solo voglia di spogliarlo e fare l'amore con lui. Non un volta sola.
Non importava che fosse la sua prima volta, non importava che non stessero insieme da tanto. L'aveva capito giorni prima e oggi ne aveva avuto la conferma dalla sua amica. Makoto risplendeva di luce propria, ma negli ultimi tempi era ancora più radiosa e il motivo era Motoki, che con la sua gentilezza le aveva aperto il cuore. 
Non avrebbe detto a Makoto che, anche se Furuhata era gentile, lei impazziva per i modi burberi di Mamoru, quando perdeva la pazienza e la sbatteva contro il muro per baciarla, pretendendo quelle labbra che ormai avevano il sapore delle fragole.
Erano come quel dolce, il cuore fondente, fuori un pan di spagna morbido e quando tagliavi quel tortino, c'era lava di cacao.
Usagi però in quel momento sapeva di sentirsi il dolce più buono e pericoloso del mondo: era caramello appena fatto. Bollente e pericoloso, ma così buono che valeva rischiare per prepararlo.
Usagi, le costava ammetterlo, era lava in quel momento. Ed era caramello.
«Sei qui...»
«Ho pensato non avessi cibo in casa»
«Hai pensato bene...»
Si guardarono. Per un attimo tra di loro calò un velo di imbarazzo, quanto bastava a spingere Usagi a prendere le chiavi – cercando e ricercando in quella borsa tanto piccola quanto senza fondo – per aprire la porta di casa che dopo due giri e un piccolo colpo di aprì.
Silenzio.
«Sam?» 
Chiamò il fratello un paio di volte ma non arrivò mai la risposta. Era tutto buio, tranne per una piccola luce in cucina, che lasciava sempre accesa per una sua mania personale.
«Siamo soli...» Mamoru aveva la voce roca. Stringeva quel sacchetto come per darsi forza, in preda ad una crisi interiore che lo stava destabilizzando.
Usagi era lì, in casa da sola, con gli odango perfetti e quei codini così lunghi che sembravano fatti apposta per disegnare le forme del suo corpo.
Spalle così piccole, fatte per essere protette. La vita stretta e delicata. Le gambe lunghe. Tutto di quel corpo la attraeva. Si stava ancora domandando se fosse amore, ma nella sua testa e nel suo cuore non pensava a nessun altra. Non c'era altra donna con la quale avrebbe voluto fare l'amore. Non c'era altra donna che voleva toccare, sfiorare, prendere con delicatezza, poi con forza e di nuovo con delicatezza.
Non c'era altra donna. Pensava solo a Usagi e si sforzava di non pensarci, per non dover ricorrere ad uno stupido sacchetto di carta per coprire l'erezione che tirava dentro i  pantaloni.
Cercò di non pensare a nulla, ma gli veniva solo in mente il volto sorridente di Usagi che, con il sorriso e tanta malizia, l'avrebbe potuto paragonare ad un cannolo alla crema.
«Merda...»
«Hai detto qualcosa Mamo chan? Vieni mettiamo il sacchetto in cucina.»
Mamoru si limitò a scuotere il capo e a lasciare il sacchetto in cucina, poi sospirò e il silenzio calò su di loro. 
«Mi sento un verme in questo momento... » con le dita appoggiate al bancone, guardava Usagi che svuotava il sacchetto. Lei alzò lo sguardo su di lui, mordendosi il labbro inferiore, sporgendosi appena incurante della scollatura estiva che, schiacciata dal bancone, metteva in mostra le curve dei seni.
«Perché?»
«Perché voglio baciarti. Tanto. E so che sono giorni infernali e...»
Usagi si tirò su e girò intorno al bancone. In quella cucina, così raccolta e intima, era riuscita ad aggiungere un'isola, studiando bene gli spazi in modo da camminare tranquillamente con eventuali piatti in mano. C'erano le migliori intenzioni per sfruttare la cucina, peccato dovesse ancora imparare a cucinare.
Interrompendo il discorso di Mamoru si era sentita più sicura, conscia di essere in casa sua, consapevole che avrebbe potuto dire di no in ogni momento, sapendo che invece desiderava dire sì con tutto il suo cuore. 
Si fermò davanti al ragazzo e con un po' di titubanza gli mise una mano sul petto, stringendo un po' la camicia bianca, stropicciando la stoffa di cotone.
«Forse il periodo non è dei migliori ma, anche io Mamo chan. » Lo guardò negli occhi, mostrando una determinazione che solo a lei poteva appartenere. «Anche io ti voglio baciare.»
Mamoru non se lo fece ripetere due volte. La verità era che neanche aveva fame. La verità era che dal momento in cui l'aveva vista fuori la porta, aveva solo pensato alle sue labbra. E non tutti i pensieri erano puri, se ne vergognava e lo ammetteva a sé stesso, ma mentre le labbra di lei toccavano le sue, mentre si schiudevano per mischiarsi in un qualcosa di più intimo, si ritrovò a sospirare su quelle labbra, con le mani che stringevano con forza i fianchi, tentando di trattenere tutte l'eccitazione che quella ragazza e una casa vuota riuscivano a trasmettere.
Salì con le mani e le toccò la schiena, avvertendo i gancetti del reggiseno sotto le dita, indugiando su questi che, come fossero un'offerta, sbucavano dalla parte alta del vestito.
Strinse quei gancetti e tirò l'elastico dell'indumento intimo, avvertendo Usagi che gli sospirava sulle labbra, quasi lo stesse invitando a continuare.
Con le dita continuò a tirare quell'elastico, dandosi forza e pazienza per non esplodere in quel momento, mentre con l'altra mano indugiava sulla vita, stropicciando quel vestito che inevitabilmente era troppo tra loro due.
Usagi intanto giocava con la camicia del ragazzo, tirandola e muovendo i bottoni, mentre con una mano si aggrappava alla sua spalla e gemeva sulle labbra carnose di Mamoru. A tratti si vergognava di quel comportamento ma si era resa conto che, quella parte di lei che di solito s'imbarazzava, si era fatta piccola piccola, lasciando spazio ad una parte di sé più sicura, più sfacciata e più adulta che non riusciva a fare a meno di aggrapparsi a quel ragazzo che accendeva sensi in lei mai scoperti, emozioni che si propagavano dal ventre fino alle gambe.
«Usa dovremmo f...» ci provò. Mamoru fece appello a tutte le sue forze per dire quelle parole, ma nel momento in cui la ragazza protestò, la sua parte irrazionale prese il sopravvento.
Afferrò Usagi, portandola in braccio. Lei avvighiò le gambe intorno al suo busto e si lasciò trasportare in camera mentre Mamoru la iniziò a riempire di baci all'altezza del collo, mordendo e leccando ogni centimetro di quella pelle candida che, bacio dopo bacio, si arrossava.
Arrivati in camera da letto, la poggiò sul letto e senza avere il tempo di pensare, si adagiò su di lei e la guardò negli occhi.
Nel momento in cui lo sguardo dei due si incontrò, dentro Mamoru esplose qualcosa. Nel vedere Usagi in preda all'eccitazione, con il volto arrossato e gli odango lenti, avvertì una sensazione di pienezza dentro il cuore. Usagi con le labbra lo invitava e nonostante avvertisse l'erezione di lui premergli contro la gambe, si rese conto che in quel momento non voleva essere da nessuna altra parte.
Rimasero a fissarsi per qualche istante e quando la situazione si fece tesa, complice l'indecisione di Mamoru, Usagi fece qualcosa che non pensava avrebbe mai fatto in vita sua. Invitò Mamoru a spostarsi da sopra, quel tanto che le bastava per afferrare l'orlo del vestito, poi tirò su quella stoffa a fiori con un gesto veloce e anche un po' goffo, rimanendo in pochi secondi solo con gli slip e il reggiseno di cotone rosa. Era tutto così semplice che Mamoru si sentì ancora più eccitato.
Invitato da quel corpo, si adagiò su di lei e iniziarono a toccarsi, esplorarsi, assaporando ogni centimetro dell'altro, vivendo quella prima volta insieme come se fosse l'ultima.
Mamoru giocò con i seni di Usagi, regalandole ogni tipo di piacere che poteva derivare dal contatto della sua bocca con i capezzoli; Usagi cercava di sfiorare il corpo di Mamoru, disegnando cerchi con le dita sul suo petto, scendendo fino all'elastico dei boxer, liberando e rivelando ciò che essi nascondevano. 
Senza guardarlo, prese in mano l'erezione del ragazzo che sospirò profondamente quando lei inizio a muoverlo.
Poi fu il momento.
Quasi al limite della sopportazione, Mamoru avvertì l'impellente bisogno di essere circondato da lei, che così nuda e così pura si offriva al ragazzo, aprendo le gambe e le braccia, per stringerlo in quella prima volta magica in tutto.
Puntò le mani ai lati della sua testa mentre le braccia della ragazza gli circondavano il collo, poi si abbassò sulle sue labbra e sussurrò dolci parole per tranquillizzarla, mentre con il bacino iniziava a spingere un po' alla volta.
Lei si morse il labbro inferiore e questo mise a dura prova la sua forza, eccitato da quel gesto che lei faceva così spesso e che la rendeva estremamente sensuale. A piccole spinte si fece forza dentro di lei fin quando non la sentì irrigidirsi. 
Lui si fermò e attese il permesso per continuare, poi tutto cambiò quando la sentì rilassarsi sotto di sé. 
La osservò e non disse nulla. Aveva gli occhi chiusi e le labbra dischiuse; i capelli spettinati e piccole ciocche disordinate le cadevano sulla fronte. Le guance arrossate e il petto che si alzava e si abbassava. Si sentiva già al limite, come un adolescente alla prima esperienza.
Iniziò a muoversi lentamente, poi più veloce. 
Usagi iniziò ad ansimare, come non credeva avrebbe mai fatto. Mettendo da parte ogni pudore, iniziò ad accompagnare quelle spinte, grata che quell'uomo la facesse sentire così piena, così completa.
«Mamo chan...» si ritrovò a chiamarlo in quel miscuglio di sensazioni, mentre lui si abbassava su di lei e ricominciava a baciarla tra una spinta e l'altra.
Gemiti e suoni gutturali si avvertivano in quella stanza, e quando lei lo chiamava con la sua voce un po' roca e stranamente ingenua, Mamoru avvertiva continue scariche lungo tutto il corpo.
Non riuscirono a capire quanto tempo era passato, ma nel momento in cui Mamoru esplose, la voce di Usagi si mischiò alla sua, mentre le gambe rimanevano aggrovigliate e le bocche non la smettevano di cercarsi, bisognose di quel contatto così dolce, esigenti nei confronti di quelle sensazioni dense di passione.

Dormire vicini era qualcosa che avevano già fatto ma quella volta fu diverso. Le gambe attorcigliate, la schiena di lei contro il petto di lui, le braccia che cercavano la posizione perfetta per non interrompere il contatto.
Avvertivano, senza parlare, il bisogno di sentirsi, di sfiorarsi, di amarsi.
Dopo la prima volta ne era seguita una seconda, poi si erano addormentati, consapevoli che al risveglio ne avrebbero voluto ancora.
Consapevoli che forse quei panini li avrebbero mangiati, ma prima li avrebbero dovuti riscaldare.

Passarono altre ore e ormai non sapevano più che ora fosse.
Si svegliarono con il telefono che squillava e la segreteria che si accendeva.
Usagi ci sei?
La voce di Seiya risuonò nell'appartamento, risvegliando entrambi. Mamoru aggrottò la fronte mentre Usagi istintivamente si stringeva a lui.
Forse non ci sei ma dovevo parlarti. Non sono stato io. Sono stato un idiota a dirti tutte quelle cose e un idiota a baciarti contro il tuo volere. Credo che per la pasticceria c'entri qualcosa Esmeraude. Io...
Seguì un momento di pausa in cui Usagi e Mamoru si guardarono, poi Seiya ricominciò a parlare.
Io non so perché è andata così. Non so perché mi hai rifiutato. E non parlo dell'altro giorno, ma della scuola. Non ti sei accorta di quanto ti amassi, di quanto ti desiderassi. Non hai mai visto tutte le volte che ti ho protetto dagli altri. Io non lo so perché non mi ami, ma so che io amo te e che sono anni che mi rodo l'anima. Mi domando perché non mi vuoi? Cosa c'è di sbagliato in me? La verità è che ti amo così tanto che non sono cieco, lo vedo come guardi quel ragazzo che lavora con te. Usa perché non ami me? Forse in questo momento sono ubriaco, non lo so, ma dimmelo, cosa c'è di male in me? Perché dopo tutti questi anni, non vedi quanto ti amo? Sai Usa, mi dispiace davvero tanto per il locale e mi dispiace sapere che non ricambierai mai il mio amore. 

Il messaggio terminò ed entrambi si guardarono stupiti. Si strinsero, consapevoli che in quel momento nessuna parola sarebbe stata giusta.

Vi è piaciuto questo capitolo? Io un po' sono soddisfatta della scena tra Mamoru e Usagi perché credo la meritassero. Ovviamente magari non è piaciuta a tutti e si vede anche che sono arruginita. Bè in ogni caso ditemelo, sarò ben felice di leggere le vostre recensioni e rispondervi. <3

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Kate_88