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Autore: sheermadness    16/04/2017    1 recensioni
«E’ che io so che tu la sai questa cosa, ma io sento di dovertela dire. Te la voglio dire perché sei tu. E per me non esiste nessun’altro al mondo che sia come te, ed è giusto che tu lo sappia » iniziò puntando lo sguardo su di lei « Ma tu già lo sai ».
- E' che alle volte la vita vera è più bella di quella di carta.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A te che hai voluto danzare insieme a me.


«​ Vuoi fermarti per favore? » esclamò fermandosi in mezzo alla strada e puntando lo sguardo sulla figura davanti a lei « Fa freddo, cazzo » aggiunse stringendosi la giacca di pelle più stretta addosso.
Marco si voltò ridendo « Dai voglio camminare », la prese per mano e riprese a camminare senza una precisa meta.
Anna si strinse nel giacchetto e riprese a camminare ma, quando una folata di vento la colpì in pieno, si fermò nuovamente agguantando ancora più forte il giacchetto « Marco seriamente è freddo. Okay che sei ubriaco, ma io ho una misera canotta e un giacchetto e fa un freddo della miseria! » .
Marco non le rispose subito e alternò lo sguardo da lei a qualcosa di indefinito. « E’ che voglio dirti una cosa », Anna alzò un sopracciglio e corrugò la fronte « E abbiamo dovuto fare tutta questa strada? ».
Iniziò a camminare avanti e indietro torturandosi una mano riposta all’interno dell’altra, come se stesse vagliando una decisione importantissima dentro di lui, e Anna decise di restare in silenzio ed aspettare.
«E’ che io so che tu la sai questa cosa, ma io sento di dovertela dire. Te la voglio dire perché sei tu. E per me non esiste nessun’altro al mondo che sia come te, ed è giusto che tu lo sappia » iniziò puntando lo sguardo su di lei « Ma tu già lo sai ».
Anna ricambio lo sguardo e si avvicino di un passo « Marco dimmelo ».
Lui rise, imbarazzato. Si avvicinò ad una colonna posta vicino a loro come a volersi nascondere, allora Anna fece qualche passo nella sua direzione, affacciandosi dal lato opposto della colonna « Marco dimmelo ».
« Lo so che lo sai », disse Marco e riprese con la sua strana danza, fatta di uno strano rincorrersi, dove ogni suo passo veniva subito seguito da uno di Anna.
« Tu dimmelo però. Lo sai che puoi dirmelo ».
Marco rise, di nuovo. « Vedi che lo sai ». Anna lo insegui nella sua strana danza che ora si muoveva in cerchio -lenta e poi subito incalzante- dimenticatasi ormai del freddo incessante, troppo concentrata sul suo amico.
Era come se ogni passo di quella strana danza che stavano facendo li stesse legando indissolubilmente l’uno all’altro.
« Abbiamo passato di tutto insieme, credo che abbiamo abbattuto qualsiasi barriera. Non puoi avere problemi a dirmi qualcosa. A me non cambia nulla, dimmelo e basta Marco ».
Marco prese un respiro profondo come se più che cercare di incamerare dell’ aria stesse cercando di incamerare il coraggio necessario. « Io-..» si fermò un secondo e lei ne approfittò per fare l’ennesimo passo verso di lui « Io non ho il bisogno di dirlo, io sto bene così. Però tu sei tu, e mi sento sporco, è come se ti stessi tenendo un segreto. Proprio a te che non nascondo nulla. Io-..» , si passò una mano tra i capelli a scompigliare i suoi riccioli, e Anna decise che forse doveva intervenire, perché in quel modo non sarebbero arrivati da nessuna parte e forse lei aveva bisogno di sentirselo dire quanto lui ne avesse di dirlo.
« Carne e pesce. A me piace la carne. A te cosa piace? ».
Marco smise di respirare per un secondo e Anna trattenne i fiato.
Poi, dopo interminabili secondi Marco rilasciò tutta l’aria e sussurrò «Entrambi » . Anna sentì il suo cuore riprendere a battere e sorrise. « Okay ».
« Io-.. Non è una cosa nuova. Io l’ho sempre saputo, da quando avevo tredici anni ».
Si avvicinò fino a riuscire a poggiare le mani sul viso di lui e gli lasciò una breve carezza « Anche io lo so da allora »
« Non te lo volevo tenere nascosto. E’ che avevo paura che non avresti-.. Non perché tu sia.. Oddio » farfugliò Marco spostandosi di qualche passo e riprendendo la sua camminata.
« Marco, smettila di giustificarti. Lo so. Ero diversa prima, ma non perché non avrei capito o non ti avrei accettato »
« No lo so! » la interruppe Marco, poi nella pausa prima che riprendesse a parlare Anna lo anticipò per finire il suo discorso « E’ che io prima avevo un sacco di taboo. E di determinati aspetti della mia vita non ne parlavo. Tipo del sesso. Io mi sono vista per tre anni con un ragazzo però non te ne ho mai parlato nei dettagli. Ed erano tutti limiti miei e-..»
« E ora sei diversa. Da più di un anno sei cambiata, sei più aperta.. più te. Hai abbattuto tutti quei paletti e quindi anche per me adesso è stato più facile iniziare il discorso »
« Mi sento una stupida » esclamò Anna.
Marco le si avvicinò e la strinse in un abbraccio. Restarono in quella maniera per un po’. In silenzio. Solo a godersi quel momento fatto di loro due e basta. Poi Anna alzò lentamente il viso verso quello di Marco che, invece, lo abbassò per puntare i suoi occhi in quelli di lei.  «Domani ti ricorderai tutto questo? », Marco annuì e lei temette che fosse solamente l’alcool a parlare, però insistette « E se da sani domani mattina io volessi riaffrontare l’argomento lo posso fare? Perché voglio sapere tutto »
Marco annuì « Cielo, si ».
Si staccarono lentamente dall’abbraccio e senza parlare si incamminarono verso il locale, ad un certo punto Anna si fermò e lo fissò « Ma ti stai vedendo con qualcuno? »
Marco rise « Si. Non è di qui. Ci vediamo da qualche mese. Si chiam-..» prima che potesse finire la frase lei lo interruppe « Federico? ».
Spalancò gli occhi e si fermò in mezzo alla strada « E tu come fai a saperlo? » .
« Te l’ho detto che io so sempre tutto » rispose facendo finta di darsi delle arie, poi tornò seria e cercò di spiegargli « Ho visto che ti scriveva e non mi hai parlato di un certo Federico, quindi ho immaginato ».
Si avvicinarono nuovamente, e mentre Marco le mostrava sul telefono alcune foto di Federico, e Anna rideva ed esclamava « Cazzo che figo », si avviarono nuovamente verso l’entrata del locale.
Entrambi col cuore più leggero.

  
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