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Autore: May Jeevas    07/06/2009    7 recensioni
“Io non sono cattivo.” Solo questo riesce a pensare mentre guarda quegli occhi ancora innocenti. Innocenza che tra poco verrà deturpata dal dolore. [...] "Lo so:" Dedicata a chi ha letto e recensito "Come tuo padre".
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Murtagh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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An angel in my hell.

 

Lo spietato sovrano sogghigna compiaciuto quando i Gemelli  conducono nelle sue stanze  il suo burattino. Ha piegato quel ragazzo. Ormai è solo un suo giocattolo. Un giocattolo che continua a sfidarlo con gli occhi. Ma c’è tempo per domare anche quello.

Oggi è un gran giorno per il sovrano, è venuto il momento di rendere il suo burattino più… divertente.

Le due uova rimaste brillano alla luce del sole.

Rosso e verde.

Davanti al ragazzo che lo guarda con disgusto, il re comincia a pronunciare delle parole antiche, parole segrete.

“Parole che avrebbero dovute restare segrete”.

Ma questa saggezza non arriva a nessuno dei presenti in quella stanza.

Nemmeno al ragazzo che non smette di guardare con odio colui che ormai deve chiamare sovrano.

Troppo pieno di odio, troppo pieno di rancore verso tutto.

Si avvicina alle uova che paiono pietre preziose. E il sorriso spietato di Galbatorix si allarga.

E Murtagh lo avverte.

Avverte un dolore non suo.

Il dolore…di nascere contro la tua volontà.

Di chi è questo dolore?

Di chi è questa paura?

Paura… di essere soltanto uno strumento.

Di chi è?

In quel momento, un legame si crea.

Un legame di sofferenza. Di timore.

Ma è un legame.

Murtagh guarda il piccolo drago appena nato che lo fissa.

E capisce.

Capisce che anche se è stato forzato, quell’uovo si sarebbe dischiuso comunque.

Per lui.

“Io non sono cattivo.”

Solo questo riesce a pensare mentre guarda quegli occhi ancora innocenti.

Innocenza che tra poco verrà deturpata dal dolore.

Il drago non è nato per Murtagh.

Il drago è stato costretto a nascere per diventare, come Murtagh, uno schiavo di Galbatorix.

In un’altra storia, magari, sarebbe nato di propria volontà per il ragazzo.

In una storia in cui in quel maledetto attacco avrebbero vinto.

In una storia in cui i Varden riuscivano a prendere al re anche l’uovo rosso.

Solo in queste situazioni l’uovo sarebbe stato per Murtagh.

“Lo so”

In questa conversazione c’è tutto il conforto di cui entrambi hanno bisogno.

In due vite segnate dal dolore, dalla sofferenza, dalla paura e dalla tortura, quel legame è l’unico sostegno che riescono a trovare.

Perché rende la loro condizione non più una sopravvivenza, ma un vivere.

Vivere l’uno per l’altro. Perché se uno dei due cedesse, anche l’altro sarebbe finito.

E nessuno dei due può permettere questo.

Perché in questo vostro inferno, l’altro è come il vostro angelo custode.

 

SPAZIO DELL’AUTRICE:

 Nella mia ff precedente non ho dato molto spazio a Castigo, anzi, per niente. ma se l’ho fatto, era perché volevo concentrarmi sul dolore di Murtagh, e come lui stesso non accettasse questa trasformazione. Ecco perché in questa mi sono contrata solo sul rapporto appena nato di Murtagh e del suo drago. Non ho spiegato il nome che da, sinceramente, perché forse non riesco ad entrare abbastanza nel personaggio di Murtagh per capire come mai ha chiamato così il suo drago. Detto questo,dedico questa fan fiction a chi ha commentato “Come tuo padre”, ma anche a chi l’ha solamente letta ed è piaciuta! Ora vado a nascondermi… vedo alcuni pronti con dei pomodori e delle uova in posizione di lancio! Ma anche solo per dire “ti lancio un pomodoro!” spero che mi lasciate un vostro parere!! Ciao a tutti!

   
 
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