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Autore: effy_14    16/04/2017    3 recensioni
Piccola premessa questa storia può essere vista come il seguito di "Io ci sono...", di cui consiglio la lettura, ma può essere anche letta a parte =)
"Pensieri troppo veloci le riempirono la mente e la rabbia crebbe tanto che quando fece per avvisare i compagni dell’imminente arrivo via mare della Marina non si accorse di aver urlato arrabbiata guardando male tutti."
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera e buona Pasqua a tutti!!
Emm…come cominciare se non con le mie più profonde scuse.
Io non so se questa storia interessa a qualcuno o no, ma mi sento comunque in dovere di scusarmi per l’attesa. Purtroppo ho avuto un imprevisto in famiglia e in tutta la settimana non ho avuto un attimo di tempo per concentrarmi.
Infatti mi scuso anche se questo capitolo si conclude così, ma piuttosto che nulla ho preferito pubblicare almeno questo.
Grazie mille a tutti!!
Buona serata e Buona Pasqua ancora =)
 
Effy
 
 
Bussò energicamente sulla enorme porta li legno che le si parava davanti, se era chiusa forse non voleva essere disturbato. Attese qualche minuto una risposta, che non arrivò: provo nuovamente. Circa cinque minuti dopo decise di aprire la porta lei stessa ed entrare con cautela nella stanza, sperando di non disturbare troppo il suo compagno. Forse stava facendo qualcosa che lo concentrava al punto di non sentire eventuali rumori esterni.
Come volevasi dimostrare, infatti, l'uomo portava le cuffie da lavoro ed era piegato su di un pezzo meccanico che ad occhio e croce sembrava molto delicato. Cerco di farsi vedere per non spaventare troppo il cyborg, voleva evitare spargimenti di laser, sopratutto se indirizzati a lei.
Dopo un paio di saltelli e aver agitato le braccia finalmente l'azzurro si accorse di lei - Ehi sorellina!!- disse mentre toglieva le cuffie alle orecchie - Sei da molto li?! Ero così concentrato che mi ero scordato di queste!. -
-No sono appena arrivata, tranquillo!- disse la rossa, stranamente più gentile del solito penso Franky. -Come posso aiutarti?Hai bisogno di un'arma superrrrr?- eccola li la solita posa!
Nami si ritrovò a pensare che avesse una specie di timer e che quindi ogni tot minuti si dovesse mettere in quella posizione assurda. Scacciò via i pensieri con un scrollata di capo e tornò a concentrarsi su cose più importanti -No no, la mia arma va benissimo così, per ora. Vorrei sapere se puoi riparami questo.-
Allungò la mano aprendola, mostrando i pezzi della sua collana. La reazione del carpentiere però la sorprese parecchio. Questo infatti fissava la sua mano con un viso confuso e assai stupito. Stava per chiedere spiegazioni quando, con l'aiuto delle sue nuove mini manine, il ciondolo venne tolto dal suo palmo.
-Come...ma dove lo hai preso?Cioè quello lo so..ma chi te lo ha regalato?-
La ragazza arrossi di colpo, come faceva a sapere che le era stato regalato. Si affrettò a rispondere notando solo ora il sorrisino enigmatico sul volto dell'uomo. -Ne-nessuno!Me lo sono comprata io.-
-Impossibile!- Lo senti affermare convinto -Non dirmi che lo hai rubato?- L'espressione cambiò ancora da serena e sicura a minacciosa, ma che cosa stava succedendo? Incominciò ad alterarsi. -Si può sapere che ti prende?!No che non l'ho rubato, me lo sono comprata come una persona qualsiasi. - Urlò quasi esasperata per poi incrociare le braccia al petto e girarsi di lato come una bimba capricciosa.
Il carpentiere riguardò nuovamente l'oggetto nelle sue mani e poi sorrise comprensivo.
- Vabbè, se non vuoi dirmi da chi viene questo regalo così prezioso ok, ma non puoi ingannare me!La mia isola natale si trova molto vicina a Wind Rose e la storia la conosco benissimo!- Mentre parlava iniziò ad avviarsi verso il tavolo di lavoro e cominciò a cercare gli attrezzi per riparare l'oggetto della discussione. Nami restò ferma nella stessa posizione, perdendo però piano piano il suo cipiglio arrabbiato. Si avvicinò anche lei al tavolone pieno di arnesi da carpenteria e si incantò a fissare i movimenti esperti del compagno.
Le capitava spesso di vederlo al lavoro su grossi cannoni o sui mezzi sostitutivi presenti sulla nave, ma mai lo aveva ammirato nel riparare qualcosa di così delicato. Eppure non sembrava a disagio o impacciato, ma anzi era quasi aggraziato. Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto dalla voce bassa dell'azzurro. -Strano però. Io ne ho visti di ciondoli come questo, ma mai, beh, come questo. - Si girò verso di lei guardandola per capire se avesse compreso il suo giro di parole e la trovò sorridente, segno che aveva capito perfettamente.
-Si la donna alla bancarella dove l'ho trovato infatti non voleva venderlo inizialmente. Diceva che era sbagliato, ma io lo trovo così perfetto. - addolcì lo sguardo e sussurrò quasi l'ultima parte della frase.
-Beh comunque, perfetto o no, il significato di questo ciondolo è qualcosa di davvero profondo e forte. Si dice che si possa regalare solo una volta nella vita, come un anello di fidanzamento, se non di più. - Avvertì lo sguardo del compagno insistente su di lei e si sentì confusa, che sapesse dell'accordo tra lei e Zoro? Impossibile. Nessuno lo poteva sapere. Loro stessi non lo avevano nemmeno mai pronunciato ad alta voce. Sbatte li occhi confusa, un anello di fidanzamento?Perché Franky affermava con tranquillità tutte queste cose. -Mi sembri confusa ragazza!- La testa si mosse da sola in un segno affermativo.-Vuoi dire che non conosci la leggenda sul ciondolo del mare?- Le sventolo dinanzi la collana nuovamente intatta, ma come aveva fatto ad essere così veloce? Afferrò l'oggetto e la testa si mosse nuovamente, questa volta in senso di negazione.
-Oh. Beh mi sembra strano. È una storia famosissima e in più gli abitanti dell'isola non perdono occasione per raccontarla, visto il vanto che porta. - Tolse gli occhiali da lavoro e avvicinò uno sgabello per far accomodare la ragazza. La vide sedersi, non uscendo dal suo mutismo, e cominciò il suo racconto.
-La vicenda risale a circa 400 anni fa. Un tempo Wind Rose era un isola pacifica, fatta prevalentemente di bravi e famosi fabbri. Il lavoro veniva tramandato di generazione in generazione senza sosta, e la voce sulla bravura di questi uomini si sparse nel giro di poco. Inizialmente, alcuni giovani, si spostarono a Water 7 per poter lavorare ai cantieri navali altri invece rimanevano sull'isola madre per fabbricare armi e arnesi che venivano poi venduti ai sovrani dei regni vicini. - Fece una pausa per riprendere fiato - Un giorno però arrivò in paese la nave reale di un regno lontano. Il re Notarius, così dicevano si chiamasse, volle riunire tutti i fabbri nella piazza centrale. Una volta fatto iniziò a spiegare il motivo della sua venuta. Il castello nel quale viveva era andato distrutto in una rovinosa guerra ed ora ne era in progetto la ricostruzione. Spaventato però che questo potesse ancora essere attaccato voleva che tutta la struttura fosse fatta in ferro. Chiedeva quindi, attirato dalle voci sulla loro maestria, almeno 80 uomini di età compresa tra i 20 e i 25 anni per lavorare per lui.
Se gli anziani erano ben felici di questa possibilità per i loro ragazzi, questi non ne erano molto entusiasti, sopratutto chi sull'isola aveva già una donna ed una famiglia. I lavori sarebbero durati dagli otto ai dieci anni e per loro, che non erano mai stati abituati a viaggiare, questo tempo sembrava un eternità. Era però un offerta molto vantaggiosa per tutti, così la richiesta del Re venne accetta sulla quasi totale unità. Chiesero però almeno un mese, prima che il viaggio iniziasse. In quel lasso di tempo gli uomini che avevano già una famiglia ebbero al possibilità di salutare con calma quei visi che avrebbero rivisto solo dopo molto tempo, mentre per i più giovani, era l'occasione per sancire i vari fidanzamenti. Ci furono almeno 20 matrimoni in quel lasso di tempo e tutti sembravano essersi ormai tranquillizzati dall'imminente partenza.
Un viso però non riuscì mai a trovare il sorriso in quel tempo. Ekiro, il figlio del capo villaggio, non che miglior fabbro dell'isola, non aveva potuto sfruttare quel mese in nessun modo. La donna della sua vita, Yumi, della quale era follemente innamorato da sempre, aveva solo 17 anni. Non avrebbe potuto sposarla almeno per altri due anni quindi, al suo dito non ci sarebbe stato nessun anello a simboleggiare il loro amore. Passò notti su notti a pensare ad una soluzione quando un idea balenò nella sua testa.
Il trentesimo giorno, mentre tutta l'isola aspettava al porto l'arrivo della nave reale, il ragazzo salì insieme alla giovane sulla pila di casse più alte di tutte. Sicuro che tutta l'attenzione fosse su di loro e sotto lo sguardo sorpreso della fanciulla si inginocchiò. Il silenzio calò tra la folla e ciò che successe lasciò tutti senza fiato.
Dalla tasca tirò fuori un ciondolo: una stella dei venti con un cuore brillante al centro. Parlò a voce alta.
"Mia adorata. Ti amo più della mia vita e l'idea di lasciarti mi uccide. Non possiamo sposarci ma con questo ciondolo io ti faccio una promessa. Non importa quanti anni passeranno e in che direzione questo mare mi porterà, il mio cuore sarà sempre con te, il mio centro, il mio tutto. Porta questo simbolo ogni giorno di ogni anno e se, quando il mare mi riporterà da te, io lo vedrò ancora al tuo collo allora sarai mia e io sarò tuo, per sempre. Sii forte per noi, ti regalo il mio cuore e la mia fiducia in questo ciondolo." poi rivolgendosi alla folla disse "e voi uomini che restate, finche questa fanciulla porterà il ciondolo non vi avvicinate a lei, perché ella appartiene a me." –
Delle lacrime bagnarono il pavimento e un concerto di singhiozzi invase la stanza.
-N-non..sniff..non sto piangendo..sniff sniff..- Come al solito l’omone si era lasciato prendere troppo dai sentimenti. Questo imprevisto piagnucoloso svegliò Nami dal trans in cui era entrata man mano che la storia veniva raccontata. Guardò il suo ciondolo e tutto acquistò un valore diverso.
-Da quella dichiarazione la collana diventò un simbolo d’amore fondamentale per le persone dell’isola. I fabbri rimasti iniziarono a produrne copie fedeli da vendere a tutti gli uomini che avevano intenzione di giurare amore eterno alla propria compagna. In più la voce si sparse anche negli altri paesi, compreso il mio. – Si puntò il pollicione sul petto scoperto.
-Se una donna portava quel simbolo allora era inguardabile e intoccabile per qualsiasi altro uomo. Certo non tutte le donne accettavano per sempre queste scelte, ma in quel caso il ciondolo andava buttato e mai più regalato. –
Guardò la compagna negli occhi esibendo un sorriso malizioso –E si ho detto uomoni! Alle donne questo articolo non può assolutamente essere venduto!- Si sentì come una bimba beccata con la mano nel barattolo dei biscotti. Provò a ribattere, ma questo la precedette.
-Tranquilla, non mi interessa sapere chi o cosa. Ora però capisci perché sono rimasto stupito quando l’ho visto? Non so se la persona che te lo ha donato lo abbia fatto con questa intenzione, ma ricorda che ciò che tieni tra le mani è uno degli oggetti più preziosi di tutti. –
 
 
   
 
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