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Autore: holapayne69    17/04/2017    0 recensioni
Emma, lunghi capelli biondi e occhi neri come la pece, un animo candido all'apparenza ma nasconde un segreto. Harry, riccio dagli occhi verdi, misterioso e lunatico.
Cosa nasconde Emma? Harry riuscirà a superare quel ''passo'' che li separa?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una leggera luce calda mi fece aprire gli occhi, che si chiusero di nuovo velocemente. Non avevo voglia di alzarmi, non avevo voglia di iniziare una nuova giornata, soprattutto questa. Dopo tutto quello che era successo poco più di un mese fa, non avevo né la forza, né la voglia di trasferirmi per studiare al collage , ma questo é quello che avrebbe voluto mia madre e chi sono io per negarglielo dopo... Meglio non pensarci, non voglio riempirmi di cattivi pensieri così presto. 
Mi alzo dal letto e mi metto davanti lo specchio, ho delle occhiaie terribili, i miei incubi non smettono di tormentarmi la notte, vedo fuoco, fuoco ovunque e sento delle urla. Queste scene si ripetono continuamente nella mia testa durante la notte, rendendo il dormire un ricordo ormai lontano. Sospiro e decido di andare a fare una doccia. L'acqua calda scioglie i miei muscoli tesi e per qualche minuto mi sento davvero bene, senza pensieri. Esco dalla doccia e avvolgo un asciugamano sul mio corpo, per poi prenderne un altro con cui avvolgere i capelli. Lavo i denti e decido di asciugare i capelli dopo aver pensato per qualche minuto se farlo o no. Odio i miei capelli ricci, il modo in cui i boccoli mi cadono sul viso mi fanno sembrare così innocente, ed io sono tutto tranne che innocente. Questi pensieri mi fanno venire una stretta al cuore, quindi li scacciò via velocemente , iniziando a passare la piastra sui miei capelli. Diciamo che ormai passare la piastra sui miei capelli é un'abitudine, piacevano tanto al mio fratellone i miei capelli ricci e voluminosi, ma ormai da un mese a questa parte non riesco a tenerli ricci più di 5 minuti, mi ricordano le sue mani delicate che giocavano con i miei boccoli biondi. Un brivido mi percorre la schiena pensando al suo tocco dolce e tenero, chiudo gli occhi e la sua immagine mi passa veloce nella mente. "Devi smetterla di tormentarti così" Dico tra me e me. 
Quando finalmente finisco di passare la piastra sui miei lunghi capelli biondi, mi trucco leggermente con del semplice mascara. Metto dei jeans ed una camicia larga e nera, con degli anfibi sempre neri. Mi specchio e già la visione dei miei lunghi capelli mi reca fastidio, così li lego, come al solito ormai. Prendo velocemente le mie borse e scendo in cucina, dove trovò una tavola piena di cose buone, ma purtroppo il mio appetito é completamente assente, mi dispiace per mia nonna, fa così tanto per me ed io le do solo preoccupazioni, da un lato l'andare al collage mi dà sollievo, così non sarò più un peso per i miei nonni. 
Esco fuori  e trovo i miei nonni intenti a sistemare l'auto che avevo comprato per la partenza. Mia nonna rendendosi conto della mia presenza mi guarda e mi rivolge uno dei suoi bellissimi sorrisi affettuosi, se solo sapesse non sarebbe così buona con me.
"Buongiorno tesoro, pronta per il viaggio?" Dice appoggiandomi una mano sulla spalla. Il contatto fisico mi spaventa un po' ormai, sento come un fastidio, ma cerco di non farglielo notare, non vorrei ferirla.
"Hmm.. Si, sono pronta" Spiccico controvoglia.
"Hai mangiato?" Aggiunge mio nonno avvicinandosi a noi. Alzo gli occhi in cielo per questa domanda, non ho mai appetito e odio quando devono controllarmi come se avessi 5 anni.
"No e non ho intenzione di farlo, mi dispiace" Dico cercando di mascherare il mio fastidio, ma noto di aver fallito guardando l'espressione di mio nonno che si incupisce.
"Ora scusatemi, ma voglio passare in garage prima di partire" Dico iniziando a camminare in modo da non dover sentire le loro risposte.
Apro il garage, ed eccola lì, la mia bellissima moto, la guardo un po' e poi le passo una mano sopra per darle un ultimo saluto, perché non la vedrò più, per acquistare la macchina ho dovuto venderla. 
La passione per le moto l'avevo ereditata da mio padre, avrei tanto voluto fosse qui, se i miei genitori fossero qui con me non avrei dovuto venderla per comprare una macchina, sarebbe stato tutto diverso e non parlo semplicemente per la moto, perché la moto é proprio il mio ultimo problema , ma mi fa così male separarmene, era un regalo di mio padre, una delle poche cose che mi rimane di lui, ma forse é meglio disfarsene, farà meno male. Scaccio via questi pensieri e stringo forte la collana di mio fratello, la cosa a cui tengo di più al mondo, non so cosa potrei fare se la perdessi. Esco dal garage, pronta, se così si può dire, per partire. Saluto timidamente i miei nonni, non riesco ad essere affettuosa, ma loro ormai mi conoscono e sanno quanto io gli voglia bene, senza bisogno di alcuna dimostrazione, anche se so che gli sarebbe piaciuto un abbraccio o qualcosa del genere, ma non é da me. Salgo in macchina e mi allontano piano da quella che non riuscivo a reputare casa, nonostante la presenza delle uniche persone a cui volevo bene che mi fossero rimaste.
Durante il tragitto decido di accendere una sigaretta, finalmente non dovevo più evitare di fumare quando mi andava perché ai miei nonni dava fastidio. "Non sarà poi così male" Dico parlando tra me e me.
Dopo tre ore di viaggio, arrivo a destinazione. Mi trovo davanti un grande edificio dall'aspetto molto sobrio e severo, con un giardino enorme ed un'insegna con scritto:"Princeton University". Butto un leggero sospiro e scendo dalla macchina, assicurandomi sia ben chiusa, per poi prendere le borse e dirigermi verso il grande edificio.
Dopo aver perso mezz'ora per scoprire qualche camera mi fosse stata assegnata, sfinita, cammino lungo il corridoio e appena arrivo davanti la porta della mia camera mi sento agitata. "Chissà chi sarà la mia compagna di stanza" Penso ad alta voce. Rimango per qualche minuto a fissare la porta e poi decido di entrare. È una stanza piuttosto piccola, ma sembra accogliente. Mi guardo intorno e non vedo nessuno, ciò mi rende più serena, non sono ancora pronta a fare conoscenza. Vedo una porta infondo alla stanza e spero  vivamente sia una bagno, apro la porta e con mia sorpresa è un bagno, ma non era vuoto, c'era un ragazzo riccio dagli occhi verdi intento a farsi una doccia. Sussulto e rimango a bocca aperta.
Appena il riccio si rende conto della mia presenza spalanca gli occhi e poi scoppia in una grande risata mentre si avvolge il corpo con un asciugamano .
"Potrei sapere cosa ci fai qui? É il dormitorio femminile" Dico con tono acido. Ammetto che il ragazzo é davvero stupendo, ma non é un buon modo per iniziare la vita al collage.
"Sono un amico di Sophia" Dice secco. Già mi sta antipatico.
"E chi sarebbe?" Dico perplessa 
"La proprietaria della stanza" Dice come se fosse scontato e continua dicendo "Ora potresti uscire per favore?"
"Io dovrei uscire?" Inizio ad agitarmi e cerco di prenderlo per le spalle per buttarlo fuori, in questo modo inizia un piccolo scontro,che purtroppo finisce male. Il ragazzo cercando di bloccarmi, afferra la collana di mio fratello e la rompe.
"Oh scusami non volevo" Dice con un'aria dispiaciuta. 
Rimango immobile per qualche secondo. Se non fosse per la mia incapacità di piangere in questo momento sarei in lacrime. La rabbia prende il sopravvento su di me e mi viene voglia di dargli un pugno, ma lo shock é troppo forte e continuo a rimanere immobile.
"Tutto apposto?" Dice poggiandomi una mano sulla spalla.
"Non mi toccare" Dico acidamente schiaffeggiandogli la mano.
Rimane sconvolto dalla mia reazione. "Scusami non era mia intenzione" Continua.
"Non importa, era una semplice collana" Mento. "Ora esco e ti do il tempo per cambiarti, tanto volevo fare una passeggiata" Dico uscendo dal bagno, dimenticandomi della collana, lasciandola per terra.
Il ragazzo stava cercando di dirmi qualcosa, ma ero troppo sconvolta per ascoltarlo. Andai nel giardino e cercai di rilassarmi, ma non ci riuscii e la rabbia prese il sopravvento, iniziai a prendere a pugni il muro facendomi sanguinare le nocche, questo era il mio unico metodo di sfogo.
Dopo un quarto d'ora circa tornai nella stanza. Il ragazzo non c'era. Improvvisamente ricordai di non avere la collana addosso e iniziai a cercarla, ma non era nella stanza.
   
 
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