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Autore: bulmasanzo    17/04/2017    1 recensioni
Questo è ciò che succede se in una notte d'estate una fanwriter decide di non seguire più la trama.
Extra de: La 'meravigliosa' avventura.
Raccolta di one shot, tutte rigorosamente prive di un finale.
Possibilità di nonsense e di cross over.
Genere: Commedia, Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Daisy, Luigi, Mario, Peach, Rosalinda
Note: Cross-over, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La principessa si guarda con una espressione triste allo specchio. Fissa il suo riflesso come un avversario da combattere. Cerca di ravvivarsi con le mani i capelli troppo secchi, sfibrati, dal colore troppo spento, fa le smorfie, nota tutte le minime, dannate, impercettibili rughette che si iniziano a formare sulla sua pelle diafana. Macchioline sulle guance, borse di stanchezza sotto gli occhi. Vene che spiccano.

Si sta iniziando a lasciare andare, pensa, non è più la bimba sexy di un tempo, quella per la cui bellezza si combattevano guerre, come per una moderna Elena di Troia.

Peach è triste. Non si piace. E se non si piace lei stessa, come può pretendere di piacere ancora a Mario? Sempre che gli sia mai veramente piaciuta.

Avverte, dietro di lei, la porta-finestra aprirsi, il gancio che scatta.

Non si volta, sa bene chi è entrato.

"Si sta facendo bella?" le chiede una voce che nasconde una sottilissima vena di ironia.

Peach si morde le labbra.

"Ci provo, ma sono orribile" si lagna.

"Non sia sciocca, lei è uno schianto e lo sa"

"Già? Evidentemente, non abbastanza"

Uno sbuffo, quasi troppo esitante per esser divertito. "Voi femmine..."

"No, dico sul serio, questa cosa non sta funzionando! Divento più brutta ogni giorno che passa e Mario non mi ama!" Peach sembra quasi disperata "Non amerà mai me, penserà sempre e soltanto a lei!"

"Non c'è bisogno di mettersi a strillare, eh, milady... "

"Non competerò mai con lei, ed è soltanto un ricordo, oramai. Ho avuto la conferma che il suo amore per lei è più forte perfino della magia! Io... Volevo solo che la dimenticasse, ma invece ho ottenuto l'effetto contrario!"

"Stia calma, milady, lei è ancora bella, capace di fare innamorare chiunque, e sta andando tutto perfettamente come doveva andare, stiamo seguendo i piani che avevamo stabilito all'inizio... e vedrà che presto otterrà ciò che vuole"

"Non c'è niente che sia andato secondo i piani!" sbotta la ragazza voltandosi di scatto verso il suo interlocutore "Ti ripeto che non sta funzionando. Io non ne posso più, sono anni che ci spero e invece devo ricominciare sempre dal principio..."

L'individuo guarda la giovane principessa dietro le lenti scure degli occhiali da sole. Li indossa solo per vanità, per fare il misterioso, non c'è nessuna fonte di luce da cui proteggersi. Se li toglie, mostrando due occhi sottili e uno sguardo tagliente come una lama affilata, sotto due sopracciglia da falena, molto espressive a guardarle.

"Questo è successo per colpa sua. Noi l'avevamo avvisata"

"Lo so!" riconosce la principessa "Ma mi avevate detto anche che tutto si sarebbe sistemato, con il tempo..."

"Intende arrendersi, dunque?" chiede, con molta calma.

"Sì" dichiara lei, chinando la testa "Non ce la faccio più a vivere in questo modo"

L'uomo avanza lentamente, Peach se ne sente vagamente minacciata.

"Le ricordo che lei ha un accordo con noi, signora"

L'accento che ha messo sulla parola 'accordo' sembra voler pericolosamente sottolineare l'intimidazione.

"Potrei mandare tutto al diavolo, quello che ho ottenuto finora non è niente di ciò che mi era stato promesso" sfida a propria volta Peach puntando un dito, cercando malamente di fare la dura.

L'uomo si ferma dal suo avanzare. Sorride leggermente.

"Non ne avrà bisogno, stasera le cose cambieranno, vedrà"

"No, ne ho avuto abbastanza!" fa lei a denti stretti "Qualsiasi cosa sia, non potrà mai funzionare"

"...E se le desse un bambino?"

A Peach si mozza il fiato.

"Come sarebbe?" chiede, stupefatta.

"Se, mettiamo per ipotesi, se stasera Mario venisse da lei e la mettesse incinta... Un figlio, una creatura che viene generata in seguito a un atto di amore, un sigillo ...non crede che questo funzionerebbe?"

Peach resta in silenzio per una decina di secondi.

L'uomo che lei ama, che aveva lasciato andare e che invece è tornato con prepotenza nella sua vita, condannandola a continuare a tentare per sempre di essere all'altezza di un fantasma impareggiabile, potrebbe diventare il padre di suo figlio. Un figlio che non ha mai voluto darle, proprio perché ancora legato al ricordo di quel fantasma.

Non sa cosa dire, è senza parole. La prospettiva è meravigliosa.

Ma sarà reale o una ennesima illusione?

"Mario verrà a darmi un bambino?" chiede, commossa "Come lo avete convinto?"

"Abbiamo usato un mezzo psicologico di persuasione infallibile..."

"Luigi" deduce Peach, stringendo la bocca in una smorfia piena di amarezza.

"Esatto. Sembra sia lui l'unica persona cui dà ascolto."

Peach emette un sospiro "Già, è proprio da lui che Mario è corso non appena ha avuto la ricaduta" ricorda "Beh, è suo fratello, inevitabilmente è un punto di riferimento per lui" continua, dopo qualche secondo di silenzio.

"E c'è un'altra buona notizia per lei, principessa" riprende l'uomo.

"Di cosa si tratta?" si incuriosisce Peach.

"Abbiamo fatto in modo che stavolta, a partire dal secondo preciso in cui sarà fatta, i suoi ricordi resteranno stabili"

"Palle..." sbuffa lei.

"No, siamo seri, principessa. Basterà che lei gli faccia prendere questa e tutto si sistemerà nella sua mente" e allunga un braccio, il pugno è chiuso, quando Peach si avvicina per vedere di cosa si tratta lui ruota il polso e apre la mano.

Nell'incavo c'è una specie di pillola dal colore insolito, un blu cobalto trasparente con delle strisce rosa. Somiglierebbe a una di quelle jelly belly, se non fosse per il fatto che ha una forma rotonda.

Peach la guarda con sospetto.

"Mi state chiedendo di dare della droga a mio marito?"

"Stia tranquilla, non è una droga. È una capsula contenente un raffinatissimo filtro magico. Va sciolta in acqua o, se preferisce, vino"

Peach esita. La fronte le si aggrotta lievemente, si guarda intorno, a disagio, come se cercasse un'altra soluzione, da qualche parte.

"Non ha detto lei stessa di essere stufa di lottare contro il ricordo di quella Rosalinda?"

"Già, l'ho detto" riconosce.

"Immagini soltanto l'inizio di quella vita nuova che finora non ha potuto costruirsi, tutto per colpa di una persona che neppure esiste più fisicamente e..."

Mentre sta ancora parlando, l'espressione del viso dell'uomo cambia radicalmente.

Prima c'era un abbozzo di ghigno sulle sue labbra, gli occhi scintillavano carichi di trionfo anticipato. Adesso, questi si sono sgranati, la bocca si apre in una esclamazione silenziosa di sorpresa.

Non meno meravigliata è la faccia di Peach, che si trova a osservare, sconcertata e affascinata a un tempo, la lama di una spada che si è posata con grazia sul collo del suo interlocutore.

Prima che possa dire qualsiasi cosa, del sangue le spruzza tutto addosso, sugli occhi, sulla fronte, sul naso.

L'uomo cade a terra, sembra accartocciarsi su se stesso come un ricciolo di carta incendiato nel caminetto, sconvolto e arrabbiato per essere stato colto alla sprovvista.

Dietro di lui, l'assassino ritira la sua arma grondante rubini scarlatti e, per aggiungere una umiliazione al suo avversario abbattuto, gli tira pure un calcio pieno di disprezzo.

Ora, in termini di muscoli facciali utilizzati, non c'è poi tanta differenza tra una espressione sorpresa e una di puro orrore, e la transizione dalla prima all'altra può, come in questo momento, essere istantanea.

Ma Peach non fa in tempo neppure a cacciare lo strillo che ha sulla punta della lingua, che l'assassino le è saltato addosso e le ha bruscamente coperto la bocca con una mano, e la spinge contro il muro.

Le punta contro la lama ancora rossa, minacciandola stavolta apertamente.

"Silenzio" le intima "Non posso permettere che questa cosa accada"

Cerca con i piedi la pillola, la quale è scivolata a terra quando l'uomo che ha assassinato è caduto. La pesta, assicurandosi di schiacciarla e sgretolarla per benino.

Nell'eco di quel 'crunch' che risuona amplificato come in una cattedrale, Peach sente il panico dilagare dentro il suo povero cuore già provato a lungo da migliaia di emozioni contrastanti e devastanti. Ha l'impressione che le stia per esplodere.
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Mario si sta abituando all'idea di avere una malattia mentale. Si sta abituando all'idea di essere sposato con una donna che non è, non è mai stata e non sarà mai la sua. E, ciò che è peggio, sta iniziando a ricordare. La qual cosa gli conferma che tutto ciò che gli era stato detto è vero e non una crassa, crudele bugia.

Pian piano, come aveva detto lei. Prima erano dei lievi flashback, poi episodi interi gli si ripresentano limpidi alla mente.

Come Peach abbia mandato a monte il suo matrimonio, come Haru se ne sia andato con un sorriso rassegnato, dicendogli che in fondo lo sapeva che Peach non era mai stata sua, come re George abbia protestato per poi cedere alla fine, vedendo la felicità sincera della figlia, come lo abbia in seguito redarguito sul non rovinargliela o lo avrebbe utilizzato come cavia per un test nucleare...

Mario sa di dovere qualcosa a Peach, sia anche soltanto per il suo coraggio, e stanotte ha intenzione di sdebitarsi una volta per sempre.

Ha messo su una musica delicata e implicitamente sensuale -un mix di sassofono e fisarmonica che danno un'atmosfera tutta francese all'alcova- candele profumate al mughetto, ha fatto preparare una cena deliziosa e romantica, ha cosparso il letto di petali di rosa scarlatti, si è fatto un bel bagno e si è pettinato, si è curato i baffi e si è spruzzato del profumo addosso.

Si guarda allo specchio nel suo completo elegante che gli sta bene e lo snellisce, ma non riesce a piacersi. Vede qualche ruga lieve che ieri, quando tutto era ancora bellissimo, non c'era. E, come aveva immaginato, i suoi capelli non sono più completamente castani, iniziano a essere lievemente brizzolati, soprattutto sulle tempie. Per fortuna non gli stanno (ancora?) cadendo.

Non è l'aspetto, comunque, è purtroppo il cuore quello che non va bene. Mario lo sa benissimo dentro di sé, ma vuole evitare di manifestarlo.

La porta che fino a ieri era spalancata gli è stata sbattuta sul naso e starsene lì a implorare di aprire non serve a niente, meglio rinunciarci e usare l'ingresso di servizio, quello scomodo da raggiungere ma che ti porta comunque fuori.

Se Peach sapesse che la paragona a una porta gli darebbe forse una sonora ombrellata in testa. Mario sa che è tutto sbagliato, ma ricorda il suo sedere bello tondo, così esplicitamente invitante e servito su un piatto d'oro e diamanti. Ha sentito la sua voglia, la sua disponibilità.

Mario non ha scelta. Non ama Peach in quel senso, però le vuole bene, sa quanto lei ha bisogno di lui e non la lascerà ancora ad aspettare.

Un bambino gli insegnerà ad amare entrambi, la sua nuova famiglia.

Certo, Luigi ha ragione solamente in parte, però il risultato della espressione è sempre uguale. No più Sì solitamente dà No, ma stasera, solo stasera, la matematica può essere un'opinione.

Mario aspetta che la principessa con cui deve copulare si presenti a cena, rigirando tra le mani il mazzo di bei fiori fucsia che le ha preso per fare il galante.

Gli viene una certa famina, però, ci sta mettendo un po' troppo tempo per prepararsi. Ah, le donne! Sempre a farsi belle, anche se sanno benissimo che lo sono già.

Mario incomincia a piluccare un pochino di formaggio dall'antipasto.

Poi beve un sorsetto di vino. Si asciuga la bocca. Guarda l'orologio da polso, aspetta.

E dopo mezz'ora di attesa, a presentarsi al posto della principessa è la sua dama di compagnia, Lady Toadette, la quale, affannata e sul punto delle lacrime, annuncia che Peach non si farà viva perché è appena stata rapita. Di nuovo.

"COSA?" grida Mario, colto di sorpresa, spampinando il mazzo di fiori "Non è possibile, quando..." "Non so di preciso, ero andata a sollecitarla e ho trovato la sua camera vuota, la finestra spalancata, sangue per terra e segni di graffi sul muro" spiega la damigella ansando agitata.

Mario corre a visionare la scena del delitto, esaminando i segni di cui parlava la funga. Sembrano proprio essere stati lasciati dagli artigli di un leone, o qualcosa di simile "Ma come è possibile che nessuno si sia accorto di nulla?!" si arrabbia, deducendo istantaneamente chi sia il rapitore.

Quel recidivo di un koopa, possibile che dopo tutti questi anni si sia fatto venire un attacco di gelosia? E che razza di tempismo, poi!

Furibondo, la prima cosa che Mario pensa di fare è di avvisare Luigi, Daisy, Yvan, Wolley, Yoshi, rimetterà in circolazione la vecchia squadra per un revival, proprio come succede nei sequel dei film...

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"Sei proprio certo che sia di nuovo opera sua?" solleva un dubbio il fratellino.

"Di chi altri potrebbe essere?" borbotta Mario, di cattivo umore.

"Beh, l'ultima volta lui non c'entrava niente" osserva Yvan.

"Da qualche parte dovevamo partire, comunque" si stringe nelle spalle Daisy "E lui è, per forza di cose, il primo sospettato"

"Ragazzi, attenti agli scossoni" implora Wolley aggrappandosi alla sella del dinosauro che lo trasporta.

Stavolta Yoshi ha reclutato tra i suoi fratelli più coraggiosi e resistenti per aiutarli nel percorso. Le bambine sono restate a casa, le hanno lasciate a re George, improvvisatosi babysitter per amor di agevolare chi può andare a salvare sua figlia.

Mario ha registrato mentalmente il fatto che, quando li ha avvisati del fattaccio, Luigi e Daisy gli siano sembrati stranamente silenziosi. Ma l'affanno del momento gli ha poi fatto mettere in secondo piano questo sospettoso atteggiamento. Anche perché poi si sono immediatamente messi in prima fila.

La cosa strana è che non stanno incontrando troopa e goomba a ostacolarli, questa volta, il percorso fila liscio, tanto che per arrivare alla Terra Oscura non ci stanno impiegando troppo, anzi vi dirò che hanno raggiunto il nuovo castello di re Koopa proprio mentre voi leggevate questa frase.

Non ve lo starò a descrivere nel dettaglio perché in realtà non è molto diverso da quello vecchio, a quanto sembra Bowser non ha cambiato gusti e lo ha ricostruito nel suo solito stile, quindi ve lo potete immaginare imponente, minaccioso e circondato dalla lava.

Il portone d'accesso, con il battente in ferro per bussare che rappresenta lo stesso viso di Bowser, è semichiuso, e non ci sono guardiani a sorvegliarlo, è come se i Koopa stessero dicendo che non hanno paura che qualcuno possa entrare.

Mario apre la porta di legno spingendola con entrambe le mani perché è pesantuccia.

Appena dentro, seduta dietro una scrivania, con tanto di computer, tazza e fotografia del fidanzato incorniciata in bella vista, c'è una ragazza troopa in giacca e camicia che indossa un paio di occhialini a mezzaluna e porta i capelli castani raccolti in un'alta coda di cavallo, la quale rivolge agli agguerriti intrusi un sorriso smagliante.

"Buonasera, come posso esservi utile?" dice.

I nostri non si aspettavano un'accoglienza così pacifica.

"Siamo qui per recuperare la nostra amica, la principessa Peach" avanza Yvan baldanzoso puntando un dito contro di lei.

"Principessa Peach" ripete la segretaria, poi consulta una agenda che aveva sulla scrivania "No, mi spiace, non mi risulta che avesse un appuntamento, oggi..."

"Ma di che cosa sta cianciando?" si chiedono confusamente i nostri eroi.

"State parlando della signora Mario Mario Peach Blackcherry Toadstool, corretto?" pronuncia lei scandendo tutte le lettere "Di solito viene qui per essere ricevuta il martedì, ma oggi è giovedì..."

Mario sgrana gli occhi "Aspetta, cosa? Stai dicendo che Peach viene qui di sua volontà?" -per quale motivo dovrebbe andare a casa del nemico?

"Esattamente, viene qui ogni martedì alle tredici e trenta. Oramai è un appuntamento regolare" conferma la tipa.

Silenzio attonito.

"Non lo sapevate" deduce dalle facce sbalordite dei sei.

"No di certo!" esclama Mario in tono ovvio "E che cosa diavolo ci verrebbe a fare qui mia... moglie... una volta a settimana?"

"Della natura degli incontri non me ne occupo, io sono soltanto la segretaria. Se voi non avete un appuntamento altrettanto, dovete prenderne uno per telefono e poi tornare..."

"Ma... Ma questo non ha senso!" Mario sente una strana sensazione, come se la sua fiducia fosse stata tradita. Peach e Bowser sono... cosa, amanti?

"Ma se Peach già veniva qui regolarmente, perché Bowser si sarebbe scomodato a rapirla?" interloquisce Daisy.

"Oh, questa mi è nuova!" esclama la troopa. Guarda velocemente di nuovo nell'agenda e aggrotta la fronte "Non mi risulta che ci siano rapimenti in programma, questa settimana."

"Ma cosa diavolo succede?" chiede Mario meravigliato "Perché, Bowser adesso si programma i rapimenti?"

Tutto ciò non è possibile, guarda i suoi amici, più confusi di lui.

Daisy e Luigi continuano a scambiarsi occhiate incerte.

"Forse Bowser ha fatto un colpo di testa e l'ha rapita senza dire niente a nessuno" suppone Wolley "Lo sappiamo tutti che è pazzo"

"Chi sarebbe il pazzo?!" ruggisce una voce cavernosa. Tutti si voltano.

Il re dei Koopa in persona è comparso alle loro spalle. C'era da aspettarselo.

È alto e massiccio come l'ultima volta, non sembra per nulla invecchiato, i capelli sono ancora rossi e fluenti e le zanne linde e acuminate, la schiena non è minimamente incurvata. Sulle spalle, a coprire il guscio con gli spuntoni, indossa un elegante mantello rosso.

"Buonasera, signor re" dice compita la troopa.

"Buonasera a lei, miss Trooperette" ricambia il saluto il sovrano "Può prendersi il resto della giornata libero, mi prenderò cura io di queste persone"

La ragazza non se lo fa ripetere due volte, prende la borsa, se la mette in spalla ed esce in fretta dalla porta, non senza prima aver salutato dicendo "Buona serata, allora". È praticamente scappata via, Bowser incute timore anche ai suoi dipendenti, evidentemente.

"Allora, cosa ci fate nella mia proprietà?" chiede Bowser.

Ma, senza dare a nessuno il tempo di rispondere o di reagire, allunga una manaccia e acchiappa Mario per il bavero della camicia.

"Sei venuto a darmi carne per il mio barbecue? Sei gentile, non c'era bisogno" mentre parla sbuffa un getto d'aria rovente dalle portentose narici che investe Mario in faccia.

"Brutto mostro! Mettimi giù ché ti prendo a legnate" lo minaccia lui.

"Ma figurati, guardati, sei troppo debole e vecchio ormai per..."

Si interrompe perché gli è arrivata una palla di fuoco addosso in risposta, mica penserete che Mario si sia tuffato nell'azione senza prima munirsi di un power up!

"Vai Super Mario, supercuocilo!" lo incita Luigi.

"Certo, ecco l'altro giocatore, e chi si dimentica di lui?" borbotta Bowser scrollandosi tutto senza risentire del colpo, mentre con la mano libera afferra anche lui. Allora, come è prevedibile, gli altri reagiscono saltandogli tutti quanti addosso.

Segue un po' di parapiglia in cui anziché discutere preferiscono mettersi a litigare. Non c'è una vera strategia nel combattimento, da nessuna delle due parti, solo un sano e old style prendersi a botte.

Fino a quando non si ode un strillo arrabbiato e tutti si bloccano.

"Che sta succedendo?" una piccola folla si è radunata a vedere cosa causi la confusione, ma poi questa folla è composta soltanto da cinque Bowserotti.

"Guardate come il vostro papà reale si difende da un attacco impari e a sorpresa!" fa Bowser, come se volesse giustificare di fronte a loro il suo pugno, che è rimasto ancora infilato nella guancia di Mario "E non ho menzionato che è anche senza senso!"

"Il fatto che hai rapito Peach per la seconda volta e dopo così tanto tempo è senza senso!" sbotta Mario dopo aver staccato il viso per riallineare le labbra al naso.

"Li sentite? Mi accusano pure di cose assurde!" si difende il re.

"Tu sei assurdo" lo accusano, ma non sono i nostri, è Larry Koopa "Dove è andata a finire la politica di parlare invece di menar subito le mani?"

Mario guarda Larry, riconoscendolo a stento.

Si ricorda di un bimbetto koopa un po' taciturno di dieci anni, con i dentini aguzzi sporgenti ai due lati della bocca e una cresta azzurra che lo faceva assomigliare a un piccolo gallo e adesso invece si trova di fronte un adolescente, incredibile a dirsi, con dei brufolini sulle guance, l'apparecchio ai denti e i capelli pettinati e raccolti in treccioline. Delle premure che fanno immaginare il tocco di una mamma dietro.

Gli altri bowserotti presenti sono Bowser Jr, Morton, Wendy e Iggy.

Il primo aveva quattro anni l'ultima volta e adesso ne avrà dieci circa, e la sua somiglianza con il padre da cui ha ereditato il nome si è fatta ancora più evidente, è chiaro che diventerà bello e prestante come lui, dato che al momento non sembra altro che la sua fotocopia rimpicciolita, l'unica differenza sono gli occhi a goccia e i capelli rossi legati in una coda ad ananas che spicca come un pennacchio sulla sommità del cranio lievemente a punta.

L'aspetto di Morton e Wendy non è particolarmente differente dall'ultima volta ma presenta una novità, a entrambi sono cresciuti i capelli, che prima non avevano del tutto nel caso di lei o quasi del tutto nel caso di lui. La ragazza li porta orgogliosamente raccolti in una grossa treccia che le scende lungo una spalla, forse a imitazione dello stile di qualche eroina televisiva, e fermata da un fiocco a pois, sono castani e li cura evidentemente moltissimo perché sono brillanti e ben tenuti. Morton invece li lascia sciolti e tutti scombinati, il cambiamento fisico più evidente in lui è che è diventato più alto e la sua pelle un tempo grigia, quasi nera, si è schiarita diventando di una tonalità marroncina.

Infine c'è Iggy il quale non sembra cambiato per nulla, se non contiamo che la sua miopia si deve essere aggravata, visto che ora i suoi occhiali sono più grandi e spessi come fondi di bottiglia.

Ma tornando a noi, è Luigi che si sofferma su quello che ha detto Bowser e vuole fare chiarezza.

"Insomma, non l'hai mica rapita tu, Peach?"

Bowser stringe le labbra e assottiglia gli occhi "Perché, l'hanno rapita?" chiede.

"Vuoi farci credere che non lo sai?"

"A differenza di voi, io so accettare quando ho perso" si risente il re.

"Non sei stato tu, quindi?"

"Non ne vedo il motivo"

"Non hai detto di no"

"No, no, no, non sono stato io, uffa, perché accusate me?"

"Secondo te?"

Larry si mette in mezzo "È vero, ragazzi. Peach è amica di famiglia, ormai, e papà non avrebbe avuto ragione di rapirla"

"Ecco un'altra cosa che devo mettere in chiaro" riprende Mario "La segretaria ha detto che Peach viene qui sempre... cos'è questa storia?"

"Oh, sul serio, non ti fidi di tua moglie? È una cosa innocente" fa Bowser.

"Vero" sorride Larry "Siamo amici, adesso. Viene qui semplicemente per darci aiuto con i compiti e fare compagnia a me e i miei fratelli quando papà non può"

"Ah" fa Mario sorpreso "Ma allora come mai non me lo ha mai detto?"

"Forse perché sei sempre prevenuto nei nostri confronti, anche se l'ultima volta ad aiutarti a salvare il tuo fratellino sono stato io" ruggisce Bowser indicando Luigi con l'artiglio "E a proposito, mica mi hai mai ringraziato per quella volta!" aggiunge, con il risentimento evidente nella voce.

Tutti chiudono la bocca e il silenzio che si crea è insostenibile.

Mario sente un vuoto al petto, dove ci dovrebbe essere il cuore. Sente le vertigini, una sensazione come di vergogna.

"...È proprio vero?"

"Già"

Il silenzio che segue si fa, se possibile, più intenso.

Mario si avvicina al suo antico nemico, lo fronteggia per un secondo.

E poi si inginocchia.

I suoi amici lo guardano stupiti. Anche Bowser è sorpreso, ma poi ghigna.

"Hai ragione" dice Mario "Mi spiace che si sia creato questo astio tra di noi. Peach lo ha sempre sostenuto che sei cambiato, ma sono io che non ci ho mai creduto. Ti chiedo scusa, sul serio, mi dici come posso farmi perdonare?"

"Cavoli, sei sul serio invecchiato" commenta il re.

Mario respira a fondo "Come posso farmi perdonare?" ripete.

"Uhm. Ti spiacerebbe giurare eterna fedeltà e cedermi metà del tuo regno e baciami i piedi..."

"Papà!" esclama Larry in tono di rimprovero.

"Scherzo, scherzo" alza le mani Bowser "L'unico modo per farti perdonare adesso è salvare Peach."

"Come?"

"Io te la cedo e tu te la perdi così? No, no, no. Se a suo tempo avesse scelto me, questa cosa mai nel mondo sarebbe capitata. Ma anche se mi ha respinto, cosa credi, io ci tengo a lei, è nostra amica ormai."

Mario si gratta la testa. Non è che sia esattamente così, ma forse è meglio lasciar perdere.

Mentre stanno parlando ancora, si ode uno schianto provenire da fuori. Una delle finestre si infrange e un mattone piomba all'interno del castello. Una risata da maniaco sfuma in lontananza.

Morton corre a sbraitare agitando il pugno "Vandali! Se vi prendo vi mordo, ve lo giuro, vi prendo a mozziconi, vengo a mozzicarvi, che vi pare giusto ah, vi piacerebbe se faccio lo stesso io a casa vostra ah, vi piacerebbe se vengo io a tirarvi i massi nelle vostre finestre ah, vi piacerebbe se vi vengo a scassare le vetrate ah, vi piacerebbe eh, ah, uh??" e continua così per un po', intanto Wendy va a raccogliere il mattone. Esso risulta come incartato in un foglio protocollo, di quelli che la maestra vi diceva di prendere dal mezzo del quadernone per fare il compito in classe.

"Sembra che sapessero dove trovarvi" commenta, spianandolo "Qui sopra c'è scritto 'Per Mario e Luigi' "

Il primo chiamato in causa si affretta allora a recuperare quella che si rivela essere una lettera.

Il contenuto è molto breve, scritto a mano, ma la calligrafia è drittissima, come se volesse imitare un testo battuto a macchina. Forse, per evitare di essere riconosciuta. Mario lo legge a mente:

VENITE ALLA STANZA DI BALZO SE VOLETE SAPERE DOVE TROVARE PEACH.

Leggendo la lettera, si è potuto benissimo notare la faccia di Mario prima perdere colore e poi variare velocemente dal viola al rosso al verde acido.

"Che cosa c'è scritto di così tremendo?" chiede Daisy, preoccupata per una tale reazione.

"Beh, non posso dire di non essermelo aspettato" biascica Mario. La lettera ovviamente non è firmata, ma nella parte inferiore, appena sotto il testo c'è un simbolo, due triangolini incrociati a formare una stella a sei punte.

Mario lo mostra agli altri “Qualcuno riconosce questo simbolo?”

“Sì...”

Luigi si avvicina a suo fratello con aria assente. Prende la lettera tra le mani. Legge velocemente e si morde il labbro inferiore. “Oddio, ci siamo” mormora, roteando gli occhi.

Mario ha una domanda sulla punta della lingua che però non vuol saperne di uscir fuori.

A darle voce è quella di Daisy, che guarda suo marito preoccupata “Devi andare, non è così?” chiede.

“Ho paura di sì” fa Luigi.

“Che significa? Dove deve andare?” riesce a chiedere Mario.

“Non importa dove vado io, tu limitati a seguire le istruzioni” il tono di Luigi è inspiegabilmente brusco.

Mario aggrotta la fronte “Che succede? Io spero che non c'entri qualcosa con la sparizione di Peach...”

Daisy sbuffa “Forse sì” rivela, poi torna a rivolgersi a suo marito “Stai bene?”

"Sto bene" conferma Luigi, ma il tono è agitato. Piccole perle di sudore iniziano a ornargli la fronte come un diadema.

"No, aspettate, che succede?" chiede di nuovo Mario allarmato.

“Vengo con te” continua Daisy, ignorandolo.

“Non pensarci neppure”

“Ma voglio...”

“No, non stavolta”

Al seguente tentativo di insistere, Mario assiste alla scena cruciale di Daisy che viene respinta bruscamente dal braccio di Luigi che con uno scatto la allontana. La ragazza rischia di cadere all'indietro, a frenare la sua caduta è la manona di Bowser che da sola le prende tutta la schiena.

"Voi siete una famiglia di pazzoidi" commenta il koopa. Chiaramente, nemmeno lui ha idea di che diavolo stia succedendo.

"Eccoti, finalmente, dove ti eri cacciato? Non abbiamo un secondo da perdere!" si sente improvvisamente.

La figura di un uomo misterioso è appena comparsa alle spalle di Luigi, nessuno è riuscito a capire da dove sia spuntato. È alto, indossa un completo elegante di colore viola, i capelli sono ricci e lunghi, di un biondo diafano, coperti da un cappello a tesa larga, ma la parte più strana del suo aspetto è che porta sul volto una maschera simile a quelle che usano gli attori a teatro.

“Non mi stavo nascondendo” dice semplicemente Luigi. Lui lo conosce.

“E come mai non riuscivo a trovarti? Ho cercato di chiamarti, ma mi avevi chiuso di nuovo fuori dalla tua testa, cavoli quando vuoi sei bravo, ma era il momento peggiore per farlo. Forza, andiamo!”

Mentre parlava, l'uomo ha avanzato e ora poggia una mano sulla spalla di Luigi.

Farfalle dalle ali triangolari di pixel neri si formano intorno ai loro corpi. Luigi sembra abbia cacciato via da sé ogni traccia di emozione, ma cambia repentinamente quando sorride sarcasticamente alla maschera “Scusa se ho preferito preservare la mia integrità il più possibile, comunque ero in un equilibrio precario, ma ho resistito tantissimo, c'è da ammirarmi, non trovi?”

“Ammirarti, non esageriamo” lo butta subito giù lo sconosciuto facendo sparire il suo sorriso “Non sai la parte più terribile, Al è andato, lo ha scovato e neutralizzato! Siamo restati solo noi”. Mario ha l'impressione di aver già sentito prima quella voce, ma non ha idea di dove, di quando, non capisce molto.

“Basteremo.” dice in tono convinto Luigi “Ci voleva solo il colpo di grazia per farci cedere”

Luigi!

Luigi si volta, mostrando il viso a Mario e questi ha un trasalimento. La parte che dovrebbe essere celeste è diventata bianca, si confonderebbe con la sclera se si schiarisse ancora, fa un po' paura.

Il sorriso è sparito, divenuto una espressione triste “Stai tranquillo, fratello, fai come dice questo biglietto e va' alla stanza di balzo. Ci vediamo più tardi. La recuperiamo tua moglie, vedrai.” e restituisce a Mario la lettera. Lui la guarda, adesso non è altro che un foglio bianco.

I triangoli si moltiplicano, vibrando spasmodicamente, avvolgendo le due figure in un'ondata di oscurità. Luigi e lo sconosciuto con la maschera sollevano un braccio allo stesso tempo e due triangoli si sovrappongono sui loro polsi, che i due uniscono, e si crea così la sagoma di una stella a sei punte. Il nero li ricopre completamente, poi collassa implodendo e ritirandosi all'interno di sé stesso e quando si dirada, di essi non è restato più nulla.

Svaniti, volatilizzati.

"Sapevo che sarebbe successo, ma speravo di sbagliarmi." impreca Daisy.

Mario inizia a perdere la pazienza "EHI! Qualcuno mi spiega cosa diavolo è appena successo? Dovrei capirci qualcosa? Lo sapete che ho perso la memoria, perché diavolo non mi dite le cose tutte insieme, anziché a singhiozzo?"

Daisy aveva stretto i denti per la rabbia, ma la si vede fare un tentativo di rilassarsi. Si passa una mano sui capelli e inspira a fondo.

"Forse questo non è esattamente il momento giusto per farti un resoconto" suggerisce Yvan.

"Né il luogo" si intromette Bowser "Quando è che vi decidete a sloggiare da casa mia?"

"Papà, sii più sensibile, santo cielo!" lo riprende Larry “Lo hai visto cosa è appena successo, no?”.

"Sensibilità? Io sono il padrone e sono loro che sono dovuti venire per forza qui a consumare i loro drammi!"

I fratelli Koopa però si son messi a cerchio intorno a Daisy, la quale ora sta fissando il vuoto ed è visibilmente molto agitata.

"Tutto bene?" le chiede Larry amorevolmente.

"Vuoi un bicchiere d'acqua?" fa Wendy.

"O magari un goccio di cognac?" offre il koopottolo più grande.

"Vuoi stenderti? Possiamo darti un divano comodissimo" si unisce Bowser Jr alle moine.

Daisy deglutisce, cercando di regolarizzare il respiro, lusingata da quelle attenzioni insperate "Non disturbatevi, grazie ragazzi"

"Nessun disturbo, è come ci comporteremmo con Peach, e tu sei la sua più grande migliore amica del cuore, no? Quindi ti trattiamo allo stesso modo di come tratteremmo lei" spiega Morton.

"Siete molto premurosi"

"Va bene, ho capito, andiamo tutti nella stanza del tè" sbotta Bowser rassegnato.

Mario lo guarda "Hai una stanza del tè nel tuo castello?"

"L'ha allestita Peach, ovviamente" si giustifica.

"Magari al tè ci aggiungi dei pasticcini" interviene Wolley, sforzandosi di non mostrarsi troppo contento "O magari un po' di torta" Bowser lo fulmina con un'occhiataccia.

Qualche minuto dopo sono tutti seduti a una tavolata che ricorda quella infinita del Leprotto Marzolino di disneyana memoria. Ci sono teiera, zuccheriera, tazze, cucchiaini e panna e, per la gioia di Wolley, ma soprattutto di Yoshi, una certa varietà di torte e biscotti e dolcetti.

"Non è questo il momento di prendere un tè!" esclama Mario, adesso impaziente "Devo andare alla stanza del balzo per capire dove diavolo è finita Peach"

"E di tuo fratello non ti importa sapere?" chiede Daisy stringendo la tazza tra le dita nervose.

"Certo che mi importa!" si pente subito "Cosa è successo poco fa, e perché ho l'impressione che se ne sia andato via per colpa mia?"

“Devo iniziare dal principio...” Daisy prende un respiro profondo per cominciare lo spiegone.

"Quando Aastrid stava per nascere è successa una cosa a Luigi... diciamo che ha ricevuto un... trattamento non esattamente delicato da parte della mia famiglia" prende a dire "Il casino che abbiamo in casa è nato in conseguenza di tutte le vessazioni che abbiamo subito"

Beve un sorso del suo tè caldo al ciclamino, poi riprende.

"Mio padre pretendeva che divorziassimo, te l'ha già detto Luigi, questo. Noi non volevamo in alcun modo cedere, avremmo preferito che Aastrid nascesse senza i suoi poteri piuttosto... Così, quel pazzoide ha pensato bene di assumere un 'persuasore' per farci cambiare idea"

Mario annuisce, senza in realtà capire, spaventato.

"In pratica, hanno organizzato una trappola. Arrivò una lettera in cui si chiedeva che Luigi si presentasse in un certo luogo di Sarasaland per parlare con mio padre della questione. Io non so esattamente quello che successe, Luigi non mi ha mai spiegato nei minimi dettagli perché ogni volta che ci ripensava gli veniva una specie di crisi e non riusciva a spiegarsi... Quello che ho capito è che al posto di mio padre si è presentato questo tipo, proprio questo con la maschera che avete visto poco fa. Luigi dice che lo ha imprigionato e che gli ha fatto una specie di condizionamento mentale... tutta la vicenda si è poi conclusa in un patto che s'è visto costretto a stringere, ma questo è successo dopo, ci arriverò.”

Mentre la cognata racconta, Mario sente un certo dolore allo stomaco che da piccolo continua a crescere.

“Dopo la pressione che ha subito, Luigi è... non direi impazzito, ma era diverso. Non solo mi ha trattata rudemente, ma... Ho sentito che qualcosa dentro di lui era cambiato per sempre. Credo che questo trattamento che gli hanno fatto gli abbia sbloccato qualcosa nel subconscio. Come se avesse liberato una parte più cattiva di lui. È diventato... sempre più amareggiato, depresso, arrabbiato con se stesso, con il mondo, ha iniziato a fare dei discorsi strani, diceva che si sentiva inferiore a tutti, che era un fallimento, che non sarebbe mai stato in grado di raggiungere la perfezione di Super Mario, che sarebbe stato sempre costretto a essere il numero due... E poi ha detto... che avrebbe potuto sposare una fata bellissima come suo fratello e invece si era preso un maschiaccio con la grazia di uno struzzo!" qui Daisy ha adottato un tono quasi stridulo, incredulo.

"Ci sarebbe da dire che non era lui. Ma è questo il problema. Lui era lui. Non era, tipo, un'altra persona, non era un cattivo travestito da lui, non era una entità maligna che era entrata nel suo corpo, come si vede nei film. Era lui. Era semplicemente lui, ma stava dicendo tutte quelle cose orribili che si teneva dentro e che, sotto sotto, pensava davvero"

Mario aggrotta la fronte "Dubito che Luigi pensi davvero che sei un maschiaccio con... ehm... Con la grazia di..."

"Certo che lo pensa, lo pensate tutti, andiamo!"

Gira lo sguardo intorno, tutti lo evitano. Fa la faccia seccata.

"Comunque, io non capivo che diavolo gli stesse succedendo, mi sentivo ferita e lo volevo davvero lasciare... Ma poi, Luigi ha iniziato a peggiorare, senza ragione, e quindi mi sono insospettita. Abbiamo avuto una feroce litigata, durante la quale io l'ho accusato di non essere se stesso. Allora lui ha reagito violentemente, ma io mi sono difesa e l'ho spinto contro il muro. Forse più forte di quanto volessi. Lui ha battuto la testa e si è, tipo, ripreso. Ha preso a chiedermi scusa, ha giurato e spergiurato che non pensava sul serio quelle cose che ha detto. Mi ha detto che si sentiva come se fosse stato ipnotizzato, che se lo ricordava benissimo e ha detto che adesso si sentiva un verme per essersi comportato in quel modo...”

“Continuo a non capire, perché tutto questo?” si scervella Mario.

“Io credo che mio padre abbia organizzato questo perché voleva che fossi io a lasciarlo, voleva che mi rendessi conto di avere sposato la persona sbagliata. Così sarei scappata tra le sue braccia, lui mi avrebbe riaccolta in casa perdonandomi, il mio matrimonio 'illegale' sarebbe stato annullato, il suo ricordo insabbiato... io avrei preso un principe qualsiasi come nuovo marito e Aastrid sarebbe potuta nascere sul suolo di Sarasaland senza scandali."

Mario è senza parole, gli altri sono a disagio, gli ospiti koopa ascoltano con interesse.

"Mio padre è un grandissimo stronzo" continua Daisy dopo essersi bagnata la gola probabilmente dolorante con grande amarezza, la diga ha ceduto e lei lotta contro le lacrime che quei ricordi dolorosi le provocano "Abbiamo quindi capito che ci avrebbe sempre ostacolato. L'unico modo che avevamo di essere lasciati in pace era di fargli credere che avesse vinto. Così abbiamo elaborato quella messinscena del falso divorzio e la deviazione delle telefonate... E ha funzionato, papà mi ha permesso di fare nascere la bimba in patria e mi ha ridato il titolo di principessa. Io e Luigi potevamo vivere in pace. Ma dubito che mio padre avesse considerato le conseguenze per i metodi che ha adottato... non sa che c'era qualcos'altro di più grosso dietro, il persuasore che aveva ingaggiato aveva degli interessi suoi, più alti, più oscuri... In realtà... In realtà Luigi non si è mai ripreso completamente. Ci sono stati... A volte... dei momenti... In cui rischiava di tornare in quello stato di autocommiserazione pessimistica orribile. Dipendeva dai pensieri che faceva, credo... Se erano negativi, se si sentiva attaccato, ferito, tornava a odiarsi e a essere odioso, tornava a essere..."

"Ma continuo a non capire, perché i suoi occhi erano di quel colore inquietante, chi era quel tizio e come mai sono svaniti insieme in quella specie di nebbia pixelata? Dove sono andati? Perché sembrava che fossero in missione per qualcosa?"

"Ci stavo arrivando! Il fatto è che questa cosa gli è rimasta appiccicata addosso come una maledizione. Ed è stato allora che si è fatto vivo il tizio con la maschera, lo stesso che lo aveva condannato -o almeno credo sia lui, ha sempre indossato la maschera- e che gli ha proposto di liberarlo, a patto che poi lui lo avrebbe aiutato. Quando sarebbe giunto il momento lo avrebbe chiamato con quel simbolo. Luigi è diventato parte di questa specie di gruppo.”

"Già, ma si può sapere di che cosa si tratta?"

"Non lo so, io non so contro chi stiano combattendo, non so assolutamente chi siano né come o dove trovarli... so soltanto che Luigi ci teneva troppo a me e alla bambina, non voleva rischiare di farsi sopraffare, ha dovuto accettare. Chiunque siano, io li odio per quello che gli hanno fatto."

"Beh, le due cose, il rapimento di Peach e l'uscita di scena così teatrale di Luigi, sono evidentemente collegate" si intromette improvvisamente Bowser "Se il biglietto diceva di andare alla warp room, credo che sarà lì che troverai un indizio per capire cosa diavolo sta succedendo. E io verrò insieme a te"

"Perché dovresti venire?" si stupisce Mario.

"Pronto? Stiamo ancora parlando di Peach?" fa il re, come se ciò spiegasse tutto. Poi, senza dargli il tempo di replicare, afferra Mario, lo solleva e se lo mette sotto il braccio "Avanti, muoviamoci! Voi ragazzi, andate nelle vostre stanze" indicando i bowserotti "Tutti gli altri, fuori!" ruggisce, e già si avvia.

"Ehi lasciami" cerca di ordinargli l'idraulico scalciando, ma si arrende dopo che le sue proteste sono state ignorate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice: Spero che quello che ho scritto non sia una massa confusa di informazioni incomprensibili... il mio cervello va troppo veloce, io l'ho sempre detto. Almeno qualcuno sarà felice per il ritorno in scena di Bowser, ma vi assicuro che non è assolutamente fanservice il mio ...ehm ehm ...dimenticavo! miss Trooperette è una mia invenzione, ma in pratica l'ho copiata da Miss Paperett, la segretaria di Paperone! Sono scema. buona Pasquetta a tutti!!

  
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