Libri > I segreti di Nicholas Flamel
Segui la storia  |       
Autore: JKEdogawa    17/04/2017    0 recensioni
"Io non dovrei esistere.
Dovrei essere morto e sepolto dal 1608 e invece sono qui, che cammino sulla terra come tutti gli homines di questo misero mondo.
E ora ho anche il Codice di Abramo!
Dopo secoli finalmente è in mano mia, pronto a scatenare il suo immenso potere e far ritornare gli Antichi Signori... se non fosse per quel dannatissimo moccioso!
Flamel ha giocato bene le sue carte: ha trovato i possibili gemelli leggendari e uno di loro ha avuto l'ardire di rubare le ultime due pagine del prezioso Libro. Ma me la pagheranno, oh, se me la pagheranno.
Per fortuna non tutto è andato male. Ho catturato Perenelle e l'accompagnerò personalmente ad Alcatraz, imprigionata insieme alle peggiori creature della Nuova Generazione e guardata a vista dalla Sfinge. Aiutato dalle Morrigan e da Bastet non avranno alcuno scampo, se solo anche Jeanne mi desse una mano. Ma quell'impiastro di mia figlia vuole prendere il Codice per distruggerlo e uccidermi. Uno s'impegna tanto a crescere prole non sua e il risultato è un erede degenere. Per toglierla di mezzo assieme al suo nuovo amichetto devo chiedere più aiuto del previsto, ma ho alcune Oscure conoscenze da risvegliare...
John Dee"
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, John Dee, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Guardò la macchinetta con un misto di disinteresse e disgusto. Odiava quegli affari mangia soldi e odiava chi si faceva mangiare i soldi, ma non poteva farci niente, se non approfittarne.
Si guardò intorno, tirò meglio il cappuccio sulla testa e si sedette davanti ad una slot elettronica. Infilò la moneta legata ad un cordoncino e il macchinario partì. La tirò via con un gesto brusco, rinfilandosela in tasca e portò le mani sui tasti, ma non le mosse, anzi, iniziò a parlare. Parlare una lingua sconosciuta, assente, spaesata. Una cantilena silenziosa che solo i più vicini avrebbero potuto sentire.
La macchina traballò un po', sfolgorò e iniziò a sputare monete dallo sportello delle vincite. Prontamente le raccolse nello zainetto che si portava dietro, lo richiuse e se lo caricò sulle spalle come se niente fosse. Uscì tranquillamente dal bar, ignorando il rumore che si propagava alle sue spalle.
« E così hai fatto i tuoi duecento euro giornalieri, vero?» domandò una voce dietro di lei« Come ti fai chiamare adesso? José? Julian?».
« Non sono affari tuoi.» rispose di rimando incamminandosi.
« Fa niente, per me sarai sempre Jeanne.» la raggiunse in un lampo sbarrandole la strada, ma lei non si scompose, come se quel nanerottolo vestito di grigio e dall'immane fetore di uova marce fosse solo una vecchia conoscenza« Oh, hai messo qualcosa di più femminile questa volta.».
« Parigi fa strani effetti.» alzò le spalle« Se vuoi informazioni ho già detto che a te non ne vendo nemmeno se mi regali metà del Libro.».
« E se io ti proponessi di usarlo tutto assieme?» allungò leggermente la mano.
La ragazza alzò un sopracciglio interrogativa, poi scoppiò a ridere prima di tornare seria:« Non sono più la ragazzina che pendeva dalle tue labbra, non mi freghi e non ti vendo informazioni.».
« Io ci ho provato, a questo punto te le prenderò con la forza.» mosse le dita lanciando un fumo giallognolo ai piedi della ragazza, sciogliendo l'asfalto e, apparentemente, incollandole le suole al catrame« È stato anche facile, direi.».
« Infatti.» saltò sfilandosi le scarpe e gli assesto un calcio in faccia« Peccato che tu sia sempre stato un po' carente negli scontri corpo a corpo. E io questo lo so.».
L'uomo si riprese dalla botta massaggiandosi il naso, poi mosse nuovamente le dita e il fumo giallognolo e sulfureo si scagliò sulla ragazza che per tutta risposta si passò la mano davanti creando un muro di nebbia blu che andò in fiamme in contatto con l'altro. Un puzzo di capelli bruciati si sparse per tutta l'area.
« Temevo avessi smesso con la magia.» rise l'uomo« In fondo non l'hai mai sopportata.».
« È scienza, non è magia.» rispose lei seria« E io sono una donna di scienza, se ricordi bene.».
« Non ricominciare con la storia che sei un'alchimista... non hai mai preso una fialetta in mano quando vivevamo ancora assieme.» lanciò una nuova zaffata che lei schivò in una capriola in aria.
« Io NON sono un alchimista!» ringhiò di rimando, la calma che l'aveva caratterizzata fino a quel momento la stava abbandonando« Sono uno scienziato, uno storico, un medico, ma non sarò mai un alchimista.».
« Chi so io la penserebbe diversamente, anche sul tuo uso del maschile.» alzò le spalle l'uomo« Ma potresti sempre dirmi quello che voglio sapere e gliela faresti pagare.».
« Mai!» gridò. L'aria intorno a lei si fece rovente mentre ciò che rimaneva del fumo giallognolo andava in fiamme azzurre e l'odore veniva coperto dai capelli bruciati« La mia vendetta sarà solamente mia e colpirà anche te, John Dee.».
Con un salto raggiunse un cornicione e iniziò a salire raggiungendo rapidamente il tetto e sparendo alla vista dell'uomo. Non perse tempo ed iniziò a correre verso est, ignorando le punte dei capelli nocciola ormai al vento che si tingevano di nero bruciato.
*******
Il dottor John Dee la guardò salire agile senza provare a fermarla. Sapeva da anni che poteva essere inutile e che comunque l'avrebbe trovata di nuovo. Difficile che stesse in un posto per più di due giorni, difficile che non si cacciasse nei guai o non attirasse l'attenzione.
Inalò un'ultima volta il profumo soave che si spandeva nell'aria, poi salì nella limousine nera e iniziò a smanettare con la radio.
« A tous les unité, fuite de gas à le 121 du Rue Bagar.» disse la voce negli altoparlanti« Peut être an attentat. Personne pas identifiée sur le toit direct à est.».
Dee si fece pensieroso. Cosa c'era a est di lì? Il cimitero, un albergo da due soldi, un ponte sotto cui dormire. No, ci doveva essere qualcosa di più e sapeva con certezza che non potevano essere i Flamel, le sue spie in giro per la città lo avevano accertato, senza contare che nessun assassino si sarebbe divertito a giocare con l'energia di una futile slot machine prima di compiere il suo omicidio, soprattutto se quell'assassino si chiamava Jeanne.
E non era nemmeno del tutto sbagliato, aveva imparato da lui.
Si batté il pugno sulla mano, colto da un improvviso lampo di genio.
« Direzione aeroporto.» dichiarò all'autista che partì subito« Come previsto vuole lasciare la Francia proprio oggi, e io so per cercare chi.».
*******
Prima di scendere annusò l'aria.
Niente uova marce, dunque via libera.
Scese con un balzo, calandosi lungo i condotti delle grondaie e balzando dall'altra parte della strada con brevissima sosta su un auto parcheggiata. Si guardò un attimo alle spalle, poi entrò, direzione biglietteria.
« Un pour San Francisco, s'il vous plais.» disse estraendo un portafoglio maschile e una carta di credito« Premier class.».
« Oui, madame. Nom et prenom.» disse la commessa non troppo sorpresa.
« Jeanne.» rispose« Jeanne Dee.».
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > I segreti di Nicholas Flamel / Vai alla pagina dell'autore: JKEdogawa