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Autore: Shade Owl    17/04/2017    0 recensioni
In una città del nord del Montana vivono tre ragazzi delle superiori: Xander, gracile e anemico; Jo, appassionato di fumetti; Alis, secchiona e occhialuta.
Tre nullità da due soldi, buoni solo per gli scherzi e poco altro.
Tre nullità a cui il destino ha riservato una svolta totalmente inaspettata.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Timmi continuò a presentarsi davanti alla scuola per i successivi tre giorni, sempre con un giornale tra le mani. L’unica differenza riscontrabile nel suo atteggiamento generale fu che ogni tanto faceva loro qualche cenno di saluto, anche se non rivolse più loro la parola.
Anche il comportamento di Thomas Bull cambiò, e stavolta drasticamente: dopo la brutta esperienza della rissa smise di considerare sia loro che lui, e quelle poche volte che Xander lo incrociò in corridoio lo vide tirare dritto senza fermarsi. Aveva cominciato a ignorarlo, e nulla lasciava supporre che sarebbe tornato alle vecchie maniere.
Il che, tutto sommato, era decisamente un miglioramento.
In quel lasso di tempo i quattro fecero numerose congetture, tutte poco credibili ed estremamente fantasiose: Jo ipotizzò che fosse un alieno in incognito (cosa che, secondo lui, avrebbe spiegato l'abbigliamento nonostante il freddo); poi sostenne che si trattava di un esperimento genetico mal riuscito; infine, propose la tesi degli Avengers.
Smise solo quando Nadine gli impose di piantarla con le cretinate.
Dal canto suo Alis, che a differenza degli altri tre non aveva voluto arrendersi di fronte alla reticenza del ragazzo, passò un’intera giornata a pedinarlo, seguendolo per tutta la città dopo la fine dell’orario scolastico. La sola cosa che aveva scoperto era che abitava al piano terra di un edificio a cinque piani, in quello che una volta probabilmente era stato un garage, ma che era poi stato riadattato per viverci dentro. Oltretutto, a sentir lei, un paio di volte le era parso che si fosse voltato a guardare, quasi volesse essere certo che fosse ancora lì.
- Ci sta prendendo in giro!- decretò Jo quel pomeriggio, mentre lui, Xander e Nadine si erano rintanati in camera di Alis con la scusa di “studiare insieme”, quando in realtà stavano parlando di Timmi.
- Tu dici?- chiese Nadine, poco convinta - Io non credo... ci ho parlato, l'altra sera, e non mi è sembrato che stesse scherzando. Era serio, e parecchio.-
- Andiamo, è ovvio!- sbottò lui - Hai una spiegazione migliore, forse? Ha anche lasciato che Alis lo seguisse… non gliene importa nulla, è evidente!-
- Non credo che mi stesse prendendo in giro.- ribatté Alis - Era come se… volesse farmi sapere dove rintracciarlo. E poi diciamocelo... non è che io sia proprio un'asso del pedinamento.-
- È uguale!- insisté lui, ostinato.
Xander incrociò le braccia dietro la testa e non disse niente, appoggiandosi meglio allo schienale della sedia, parzialmente disinteressato: la sola idea di scervellarsi su quella faccenda gli dava l’emicrania.
Non gli andava di immischiarsi in cose che non promettevano niente di buono, e infastidire Timmi sembrava proprio una pessima idea. Meglio lasciarlo stare fino a quando non se ne fosse andato per la sua strada.
In fondo, cosa poteva succedere?
- Xander?- lo chiamò Jo - Ehi!- esclamò, quando lui non rispose.
- Cosa?-
- Ti ho chiesto che ne pensi.-
Lui si strinse nelle spalle.
- Sinceramente non mi importa più di tanto.- ammise - Lui non vuole dircelo, quindi lasciamo perdere.-
Jo lo guardò a bocca aperta.
- Sei pazzo?- chiese con voce strozzata - Ha detto di essere qui per te!-
- E allora?-
- Come, “e allora”?-
- Piantatela.- sbottò seccata Alis - Non mi pare il momento. Siamo qui per studiare, no?-
- Credevo che volessi parlare.- disse Nadine.
- Sì, lo volevo, ma mi pare ovvio che qui non ci caviamo un ragno dal buco!- esclamò, scoccando un’occhiataccia a Xander, come se fosse colpa sua.
Sbuffando, Jo prese i libri e li aprì di malavoglia.
- Oggi che giorno è?- chiese scocciato, cercando la data giusta sul diario.
- Venti novembre.- rispose Xander - Il mio compleanno.-
L’affermazione non suscitò alcuna reazione: lui non festeggiava mai i compleanni, se non in casa con i suoi genitori, e il tutto non andava mai oltre la torta, un regalo e una canzoncina. Un paio di volte, siccome si era sentito particolarmente in vena, aveva offerto una pizza agli amici, ma niente di più.
Non vedeva perché scaldarsi tanto per una cosa che tornava ogni anno.
- Proprio un bel regalo, hai avuto…- disse Jo, guardando il giorno dopo sul diario - Compito di scienze… sai che barba…-
Studiarono praticamente tutto il pomeriggio aiutati da Nadine che, essendo un anno avanti a loro e non avendo una cattiva media, accantonò i propri compiti per dargli una mano. Quando finalmente fu il momento di tornare a casa il cielo era ormai scuro e l’unica luce solare rimasta era quella di un paio di raggi non ancora scomparsi.
Jo e Xander se ne andarono poco prima di cena (Nadine avrebbe dormito da Alis), ora un po' più speranzosi: forse il test non sarebbe filato liscio come l'olio ma, dopo l'intensa giornata di lavoro, nutrivano una fiducia maggiore nelle loro possibilità.
Si separarono, come di consueto, davanti al portone della casa di Jo, e Xander proseguì da solo per un bel tratto di strada mentre il sole spariva completamente dietro la linea dell’orizzonte. Durante il tragitto non incontrò nessuno, circondato da un silenzio rotto soltanto dai suoi passi sull’asfalto e da un lieve ticchettio, proveniente dal palazzo accanto a cui stava passando, simile a dei bastoncini che toccavano qualcosa di duro. Il rumore di un videogioco, forse, o qualcosa che cadeva a terra.
Un paio di clacson risuonarono in lontananza, e il suono di voci sommesse uscì dalle rare finestre ancora aperte. Ci volle poco prima che Orenthal tacesse del tutto: era piccola, poco popolosa, e a quell’ora tutti erano a cena o addirittura già a letto. Non c’era nessuno in strada.
Continuando a camminare, il ragazzo si rese conto che il ticchettio che aveva sentito poco prima non diminuiva affatto, ma anzi si intensificava, si faceva sempre più nitido e frenetico. Era come se fosse prodotto da un qualcosa che lo seguiva e si stesse affrettando per seguirlo.
Tuttavia, all'improvviso si fermò.
Leggermente sorpreso (ma anche un po’ confuso e turbato), Xander si fermò a sua volta, e forse fu proprio per quello che si accorse della piccola pioggia di calcinacci e polvere di intonaco che gli impolverò i capelli. Pulendoseli con la mano, alzò la testa per vedere cosa fosse successo.
Ciò che vide gli gelò il sangue.

Una creatura assurda era aggrappata alla parete, vagamente simile a un enorme, orrido ragno: era totalmente fatto d’ossa candide, senza pelle o organi, e aveva un cranio dall’aspetto umano, ghignante e spaventoso, attaccato a un collo di vertebre innaturalmente lungo e disarticolato. Innumerevoli braccia, terminanti in altrettante mani, erano collegate a un corpo centrale fatto di costole lunghe e ricurve, largo alle estremità e stretto verso il centro, tanto somigliava a una specie di enorme, orribile otto.
Se fosse stato un film avrebbe cambiato canale, scocciato dall'ennesimo horror di serie B, ma in quel momento riusciva solo a spalancare le mandibole in un grido di terrore che non riuscì ad arrivare alla bocca.
La creatura, qualunque cosa fosse, fissò le sue nere orbite vuote negli occhi di Xander e aprì le fauci dai denti lunghi e scheggiati, mordendo l'aria senza emettere un suono. Il ragazzo fece un passo indietro e la cosa si mosse con lui, cominciando lentamente a scendere, con quel suo suono caratteristico:
tichitichitchi… tichitichitchi… tichitichitchi…
A Xander vennero i brividi. Indietreggiò ancora e la creatura cominciò a scendere in strada, appoggiandosi saldamente alle molte braccia artigliate, ammaccando il tettuccio della macchina su cui si calò e poi rompendole il parabrezza con il suo solo peso mentre raggiungeva il suolo.
Con fare lento ma deciso iniziò ad avanzare verso di lui, continuando a ghignare. Xander finalmente riuscì a trovare quel briciolo di lucidità necessaria per voltarsi e cominciare a correre verso casa, ben deciso a mettere quanti più chilometri possibili tra lui e quella cosa.
La creatura, tuttavia, non pareva intenzionata a lasciarlo andare: con un solo balzo fu di nuovo davanti a lui, che sussultò e fece rapidamente qualche passo indietro, finendo lungo disteso per terra. Si rialzò in fretta e cominciò a correre nella direzione opposta: la casa di Jo era più vicina, si sarebbe rifugiato lì.
All’improvviso, si sentì tirare per le spalle, e un rumore di stoffa rotta gli disse che il suo zaino era stato brutalmente lacerato.
Fu buttato indietro per un paio di metri, mentre libri e penne finivano per terra. La creatura avanzò lentamente, emettendo un verso acuto, come di un gesso scheggiato contro la lavagna.
Xander, seduto al suolo, paralizzato dal terrore, la guardò avvicinarsi, sempre più vicina e minacciosa. In un solo istante l’avrebbe afferrato e fatto a pezzi con le innumerevoli braccia, o lacerato con i denti affilati…
Era spacciato.
Con un nuovo grido, il mostro saltò su di lui.

Anche questa settimana è andata. Ringrazio NemoTheNameless, Elgul1, Easter_huit e NEON GENESIS KURAMA, che mi seguono. A lunedì!

   
 
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