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Autore: heartbreakerz    18/04/2017    1 recensioni
[ Alec/Simon, angst & angst ]
Dal testo: “Le ferite si rimarginano presto, le lacrime si asciugano.
I loro corpi tornano vergini. I loro petti, vuoti.
E la stanza di quel motel è solo un flebile ricordo.”
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Simon Lewis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta per l'evento di We are out for prompt. Il prompt mi è stato fornito da mafiaromano e recita: “Finire a letto con il fratello della propria fidanzata non era una cosa moralmente giusta, questo Simon lo sapeva dalla prima volta che era successo, ma semplicemente non riusciva a fermarsi”. Sono un po' uscita dal prompt ma vbb.

DISCLAIMER: Tutti i personaggi e le ambientazioni contenuti all’interno di questa storia non mi appartengono. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e non intende infrangere il copyright dell’autore originale. 


 

L’ULTIMA VOLTA


 È l’alba, e Alec si fionda fuori dal letto, con una mano sul petto, per strapparsi il cuore.
 È l’alba, e Alec urla, spezzando il silenzio della stanza con brevi lamenti.
 È l’alba, e Alec crolla a terra senza fiato.
 Una mano lo afferra e lo graffia e lo riporta alla realtà. È una mano debole, sudata. Fredda. Alec si aggrappa ad essa con le proprie dita, affonda in quella carne come se fosse un’ancora di salvezza. E poi avverte una voce: la voce. La voce di Simon, bassa e tremante, che gli sussurra brevi parole.
 «Sono qui» dice, e Alec vorrebbe dire: «Lo so, ti sento» ma le parole gli si bloccano in gola. «Non dovresti essere qui» vorrebbe continuare. Ma dalla sua bocca escono solo brevi rantoli incontrollati, come un animale in fin di vita.
 Non riesce più ad urlare.
 Non riesce più a respirare.
 Si sente morire. Eppure le braccia di Simon, strette attorno al suo corpo, non glielo permettono. Il battito di Simon rimbomba contro le sue orecchie. Il suo respiro lo culla in silenzio. E quando Alec comincia a perdere le forze, Simon lo stringe ancora di più. Quando la testa di Alec comincia a girare, Simon lo fa stendere sul letto e si sdraia sopra di lui, coprendolo con il proprio corpo. Quando le guance di Alec si bagnano di lacrime, Simon le asciuga con delicata attenzione.
 E poi piange con lui.
 Petto contro petto, bocca su bocca.
 «Non possiamo più continuare» ansima Alec.
 Simon annuisce. «Questa è l’ultima volta.»
 Ma lo fanno ancora.
 Si baciano e si spogliano. Si stringono per calmare i tremori. Si graffiano per riportarsi alla vita. E poi si addormentano. E al risveglio non si guardano. Se ne vanno in silenzio, ognuno per la sua strada, deboli e codardi, con i corpi segnati da lacrime ed iratze.
 Le ferite si rimarginano presto, le lacrime si asciugano.
 I loro corpi tornano vergini. I loro petti, vuoti.
 E la stanza di quel motel è solo un flebile ricordo.
 Fino alla sera successiva. Quando succederà ancora. E si ameranno e piangeranno e se ne andranno in silenzio, la mattina, facendo finta di non essersi mai conosciuti.

   
 
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