Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Classicboy    18/04/2017    2 recensioni
storia scritta a quattro mani con Lady White Witch
Superhero!AU, Mutanti!AU, X-man!AU
principalmente Spamano con altre coppie
“Chi sono i mutanti?
L'umanità teme da sempre quello che non riesce a capire. La mutazione è la chiave della nostra evoluzione, ci ha consentito di evolverci da organismi monocellulari a specie dominante sul pianeta. Questo processo è lento e normalmente richiede migliaia e migliaia di anni, ma ogni centinaio di millenni l'evoluzione fa un balzo in avanti...”
Lovino vive a New York assieme al fratello, e l'unica cosa che gli interessa e andare avanti senza essere disturbato da problemi quali i mutanti e il loro folle mondo.
Ma dovrà ricredersi quando, aiutando un gruppo di ragazzi in fuga, scoprirà di farne parte.
E così tra scuole in cui le persone hanno ali d'angelo e attraversano pareti, ragazzi che controllano il fuoco e ti invitano a uscire e pazzi uomini mascherati e i loro scagnozzi, riuscirà questo collerico italiano ad accettare il suo nuovo mondo e ottenere risposte su chi lui sia davvero?
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAP. 17: VERITÀ SVELATE E PREMONIZIONI DI GUERRA

 

 

Westchester, New York,
Istituto Xavier per giovani dotati,
Presidenza

 

La presidenza era stata adibita a stanza degli interrogatori. Tutti i membri anziani di Generation X erano d'accordo che a dover interrogare i terroristi mutanti dovesse essere il Generale. E Zapirah era disposto a chiudere un occhio su tecniche di interrogatorio non propriamente approvate dalla convenzione di Ginevra. Aveva altro a cui pensare, i suoi studenti erano stati feriti e lei non era nello stato d'animo di essere misericordiosa verso i loro nemici.
Thunderbolt, dal momento che il fratello era ancora privo di sensi, fu il primo ad essere sottoposto alle "amorevoli" Mani del Generale.
Ora, Sadiq li aveva addestrati a sopportare qualsiasi forma di tortura. Non erano certo facili da piegare. Ma due minuti col Generale, fecero piangere Thunderbolt tutte le sue lacrime, implorare pietà e dimensioni per un po di calore.
Avrebbe dovuto immaginarlo, quell'uomo era stato un ex membro della Confraternita. Sapeva come far parlare con i giusti mezzi...
"Allora ragazzo... perché volete tanto la vita di Vargas?"
"No...non te lo dirò mai vecchio!"
"Ah no? E il tuo capo sa che siete qui?"
"Pfff...ovviamente"
"Sai, qualcosa mi dice che stai mentendo. Quest'operazione non è affatto nello stile di Sadiq. Inoltre, avrebbe fatto in modo di non farsi scoprire prima che l'operazione fosso riuscita. Quindi... perché volete uccidere tanto quel ragazzo, agendo alle spalle del vostro capo?"
"Merda... l- lo chieda a mio fratello. Io ho solo seguito i suoi... cazzo... lo giuro non so niente di niente. Lui vuole uccidere il ragazzo. Non io"
"Ah davvero? E non gli hai chiesto perché?"
"No!"
"O sei molto bravo a mentire o sei un completo idiota. Anzi, neppure...almeno gli idioti di tanto in tanto mostrano un minimo di iniziativa. Tu sei un'ameba"
"Ehi! Sono un terrorista ricercato in tutto il mondo, io!"
"Ed ora sei finito in mano mia. E credimi, finché non saprò tutto, non ti lascerò andare"
''Ma...ma ho già detto tutto quello che so!"
"Io non stavo parlando di Vargas...io voglio sapere dov'è il vostro covo. Voglio riprendermi ciò che Sadiq mi ha sottratto più di dieci anni fa. Rivoglio mio figlio"

 

 

Infermeria, in quello stesso momento

 

Antonio se ne stava seduto vicino al letto di Lovino, la schiena curva, le mani congiunte di fronte a sé e lo sguardo fisso sul monitor dell'elettrocardiogramma. Aveva ancora delle bende che coprivano i punti in cui i fulmini lo avevano colpito direttamente, ma non sentiva quasi il dolore.

I valori erano stabili... ma allora perché Lovino non si svegliava?

Lo spagnolo sospirò, passandosi una mano tra i capelli. Erano passate quasi ventiquattr'ore da quando East Tiger e Thunderbolt avevano fatto irruzione a scuola, ventiquattr'ore da quando quei due avevano cercato di uccidere i Vargas, ventiquattr'ora da quando Lovino lo aveva salvato, ventiquattr'ore... da che l'italiano pareva essere in coma.

Antonio gli prese titubante la mano. Da quando lo avevano portato lì lui non si era praticamente mosso dal suo letto, aveva passato un'intera notte insonne lì, con la scusa di sorvegliarlo, e per sua fortuna Francis era stato abbastanza accorto da portargli qualcosa da mangiare dalla mensa, perché in quel momento per il pirocineta il cibo era l'ultimo dei suoi pensieri.

“Lovi, mi senti?” domandò ad un certo punto il castano, non sopportando più quel silenzio opprimente. In quel momento non c'era nessuno in infermeria, anche Mei era dovuta andare a fare chissà che coi bambini.

“Lovi, ti prego, apri gli occhi. Io... io non posso andare avanti senza di te...”

L'altro non si mosse.

Ad un certo punto allo spagnolo venne un'idea: “Ti racconto una storia, che ne dici? Io non sono bravo a cantare, di certo non quanto te, pertanto una storia mi sembra adatta, che te ne pare?”
Ancora silenzio.

Antonio annuì con un lieve sorriso: “Bene, allora inizio: c'era una volta un ragazzo. Beh, più che un ragazzo è meglio dire un bambino. Questo bambino viveva in un villaggietto di campagna, con sua madre, suo padre e suo fratello maggiore. Il bambino amava suo padre e sua madre, ma sopra ogni altra cosa adorava suo fratello. Lui era il suo eroe, il suo modello, il suo migliore amico. Anche se lui era di cinque anni più grande passavano tutto il loro tempo assieme, a giocare e a scherzare. Arrivarono a dire che ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altro, perché sapevano che nulla li avrebbe mai separati”

Il sorriso di Antonio scomparve di colpo, mentre le spalle di abbassavano e lo sguardo si incupiva. La voce divenne un sussurro roco di rabbia e amarezza: “Poi un giorno tutto cambiò. Il fratello maggiore prese a farsi sempre più distante, evitava la compagnia del più piccolo e lo trattava male. I genitori lo rimproveravano, dicendogli che stava prendendo una cattiva strada, ma il minore continuava a difenderlo, e quando l'altro lo insultava o gli dava dei colpi lui rispondeva sempre con un sorriso. Era certo che non fosse colpa del fratello se si comportava così nei suoi confronti, era certo che in realtà la colpa fosse tutta sua, che avesse fatto qualcosa per farlo arrabbiare, e ora voleva rimediare. Poi un giorno il bambino scoprì di essere diverso dagli altri, di essere speciale, e vide in questo la possibilità tanto ricercata di riuscire finalmente a fare pace col fratello. Le cose però non andarono come si era aspettato. Quando fece sfoggiò delle sue abilità di fronte all'altro, questo si spaventò, lo scacciò via violentemente e lo chiamò mostro e scherzo della natura, e per quanto il bambino lo chiamasse fratello, lui rispondeva con rabbia e paura di non essere fratello di un demone. Il bambino allora sentì con chiarezza il cuore spaccarsi in mille pezzi e corse via piangendo. Quando poi, dopo che si fu calmato, tornò a casa, ciò che vide ridusse in polvere i frammenti rimasti del suo cuore: il fratello aveva chiamato la polizia perché lo portassero via. Devi sapere, infatti, che dove viveva il bambino le persone speciali erano viste male, considerate pericolose perché diverse. E quando stavano per prenderlo per portarlo via per sempre dalla sua casa e dalla sua famiglia, il bambino reagì nel solo modo possibile: diede sfogo dei suoi poteri e fuggì”

Antonio si fermò e tirò su col naso, per poi passarsi una mano sugli occhi umidi e aprirsi in un timido sorriso: “Ma la storia ha un lieto fine, sai? Il bambino venne trovato da un uomo gentile, speciale come lui, che lo portò in un posto pieno di persone con le sue stesse capacità. Qui il bambino incontrò amici, rivali, e persone che arrivò a considerare come una nuova famiglia. Qui il bambino crebbe, divenendo prima un ragazzo e poi un giovane uomo. E allora si innamorò - il sorriso sul volto del castano si fece dolce, e una mano si mosse per scostare una ciocca di capelli dal volto dell'italiano - Si innamorò di una persona difficile, che si considerava sempre una seconda scelta, e che mascherava la sua insicurezza con commenti acidi. Ma lui vide quanto questa persona era speciale, e così, senza che se ne rendesse conto, si innamorò”

Lo spagnolo si bloccò ed emise un resprio tremante.

“Questa è la mia storia, Lovino, la storia di come sono diventato chi sono adesso, il mio passato e la mia famiglia. Lovi, quello che sto provando a dirti è che... è che io ti... ti...”

In quel momento la porta si aprì ed entrarono Emma e Feliciano. Subito il ragazzo si scostò, arrossendo lievemente.

“Oh, ciao Antonio. Spero che non abbiamo interrotto nulla” borbottò imbarazzata Emma.

“No no, figuratevi - si affrettò a rispondere il ragazzo, alzandosi in piedi dalla sedia - Che fate da queste parti?”
“Ve, io sono venuto a vedere come sta il fratellone” spiegò Feliciano, che ora stava fissando incuriosito prima il fratello maggiore e poi Antonio.

“Io invece devo fare degli accertamenti” mormorò la belga, leggermentre in imbarazzo.

Antonio stava quasi per chiederle di che cosa si trattasse, e perché tra l'altro sembrava così nervosa, quando sentì un mugolio.

All'istante si voltò e vide che l'italiano si stava muovendo, prima di aprire lentamente gli occhi e alzarsi a sedere, leggermente stordito.

“Lovi, stai bene” quasi urlò Antonio andandogli vicino con un sorriso che andava da parte a parte.

“Fai più piano, bastardo, ho la testa che mi scoppia...” mormorò soltanto il maggiore degli italiani, portandosi le mani alle orecchie.

“Sì, stai bene, che bello” esclamò lo spagnolo asciugandosi gli occhi, bagnati.

Lovino si limitò a fissarlo, un leggero sorriso di fronte a quelle sincere dimostrazioni di preoccupazione da parte dell'altro, ma tutt'ad un tratto Antonio cadde indietro mormorando: “Lovi...” e fu solo grazie ai movimenti fulminei di Emma se il ragazzo non sbattè la testa per terra.

All'istante l'italiano si drizzò allarmato: “Che cazzo gli prende adesso a questo qui?!”
La belga tastò un attimo il polso, per poi emettere un sospiro sollevato: “Nulla di che, per fortuna, era solo distrutto. Subito dopo essere stato guarito si è fiondato vicino al tuo letto e non ha lasciato il tuo fianco per praticamente un giorno. Non ha dormito e ha mangiato poco o niente, non dando tempo al suo fisico di recuperare. È normale che ora, scomparsa tutta la preoccupazione e l'adrenalina, sia crollato”
Lovino emise un sospiro indispettito: “Solo casini provoca questo qua”

Ma Feliciano riuscì a vedere il lieve sorriso che si era andato a formare sulle labbra del fratello.

 

 

Infermeria, alcune ore dopo...

 

''Come sta? '' fu la prima cosa che Feliciano chiese, appena mise piede in infermeria. Antonio era disteso su un lettino vicino la finestra, ricoperto di bende, però con uno sguardo sereno sul volto.

Dopo che lo spagnolo era svenuto Feliciano e Emma lo avevano portato su di un letto libero perché riposasse e l'altro italiano si era offerto di tenerlo sotto controllo, visto che si sentiva ormai relativamente bene, e soprattutto dopo che Feliciano gli ebbe raccontato a grandi linee cos'era successo a lui e come erano stati presi i cattivi. E Lovino aveva ricordato. Aveva ricordato ogni singola cosa successa... anche il coraggio di Antonio.

Erano passate alcune ore e il minore aveva pensato di venire a vedere come stavano andando le cose in infermieria.
Lovino non si mosse dal letto dello spagnolo, e senza voltarsi a guardare il fratello disse:'' Dorme ancora alla grossa. Mei ha detto che è meglio così, potrà riprendersi più velocemente''
''Meno male, ve... e tu? ''
''Con sto cazzo di potere non ho nemmeno un graffio. Ma...- esitò, poi continuò - Avrei potuto fare di più''
''Fratellone...''
''No, sul serio - fece, voltandosi a guardare diritto negli occhi il minore. Feliciano indietreggiò, non aveva mai visto negli occhi del suo fratellone tanto dolore come in quel momento - Questo bastardo si è fatto il culo per salvarmi, ed io? Io non riesco a ricambiare il favore. E' una cosa che detesto''
''Mei ha detto che quelli della Confraternita sono addestrati per essere spietati e uccidere le proprie vittime...''
''...e poi ci sono io che al massimo sono stato addestrato a cucinare la carbonara e la pizza. Andiamo, la cosa ridicola è che questi vogliono far fuori me. Manco fossi quel cazzone di Tony Stark''
''Ve... ma non ha Capitan America a proteggerlo ora?''
''Le solite fortune dei ricconi... resta il fatto che sono un inutile moccioso, e questo bastardo non ha ben chiaro che dovrebbe badare più alla sua, di vita, che alla mia''
''Si vede che ti ama molto''
Lovino roteò gli occhi. E daje con quella storia. Accidenti se rimpiangeva il giorno in cui il suo stupido fratellino li aveva sorpresi per sbaglio nello stesso letto. Va bene, la situazione era compromettente, ma erano ancora entrambi con tutti i vestiti addosso, per l'amor del cielo!
''Certo Feli, come io amo te''
''Non è quel tipo di amore, ve''
''Feli...''
''No fratellone, ascoltami. Non devi aver paura di ammettere i tuoi sentimenti, nè di accettare quelli di Antonio. Sono perfettamente normali. Certo, scoprire di essere bi da un giorno all'altro può essere scioccante, ma quel che conta è che tu abbia trovato qualcuno che ti ami tanto da dare tutto per te. E fratellone, tu lo meriti quel qualcuno. Hai sempre sacrificato tanto per me, per una volta è giusto che sia tu ad avere qualcosa di buono. Appena Antonio si sveglierà, dovrai essere chiaro con lui. Bacialo, se vuoi. Altrimenti... ve , non lo so. Inventati qualcosa''
''Feli... hai appena detto qualcosa di incredibilmente intelligente''
''Ve.. . non provare a cambiare argomento. Lo farai?''
''Io... ''
Non rispose. Anche perchè, coi pensieri e i sentimenti tanto incasinati, neppure Lovino sapeva quello che provava. E cazzo se aveva paura.

 

 

Sala svago, in quel momento...

 

Mei passò un brutto quarto d'ora a dover placare gli animi dei bambini. Non erano terrorizzati, come si era inizialmente aspettata.
Al contrario, sembravano... indispettiti.
Sì, erano indispettiti dal fatto che la preside non li avesse chiamati a combattere. E non era certo una cosa dei bambini mutanti, ovviamente: ai suoi tempi mica i bambini come lei erano così!
Anzi, speravano tutti che il prof X li tenesse il più lontano possibile da gentaglia come Sinistro o Magneto.
Stranamente, l'unica a non essere in preda all'irritazione generale, era Wy, che se ne stava seduta vicino alla finestra con lo sguardo perso nel vuoto.
La mutante le si avvicinò, preoccupa.
''Tutto bene, cara?''
''Mhm... sì, perchè?''
''Beh, mi sorprende che tu non ti stia lamentando con Peter''
La bambina scollò le spalle, e disse: ''Bah, Peter è stupido. Si lamenta per cose inutili. Se vuole combattere, non gli resta che aspettare il signore in rosso''
''Signore... in rosso?'' domandò confusa Mei.
''Beh sì... ha questa maschera strana che gli copre metà faccia. Nelle sue intenzioni dovrebbe essere un modo per far paura ai suoi nemici, ma secondo me lo fa sembrare solo scemo''
''M-maschera...''
Vestito in rosso, indossava una maschera... non c'era dubbio, quello era Sadiq.
''Cara, e tra quanto verrà questo signore in rosso?'' chiese, conscia che la risposta avrebbe potuto salvare molte vite.
''Non ci metterà molto - fu la risposta di Wy - Al tramonto del terzo giorno dopo l'attacco di oggi, lui sarà qui''
''Al tramonto... non potresti essere più precisa?''
''Eh che vuoi che ti dica... nelle mie visioni gli orologi non ci sono!''
Mei sospirò. Doveva avvertire immediatamente Zapirah.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
Sono. Distrutto.

E mi sento anche uno schifo per aggiornare dopo mesi e mesi di ritardo.

Scommetto che mi avevate dato per morto, ma la verità è che ci sono stati davvero molti impegni in mezzo, e inoltre non ero granché ansioso di pubblicare il capitolo, di fatto succede poco o niete, niente scontri, e inoltre la verità? Ormai siamo sempre più vicini alla fine e non vedo l'ora di mettere un sacco di cose che aspettano i nostri eroi.

Ad ogni modo: la verità su Antonio e sul suo passato è finalmente stata svelata, ma ruscirà a dirla a Romano anche quando questo è sveglio? Il Generale riuscirà a convincere Yong Soo a dirgli dove è situata la base? Lovino ammetterà una volta per tutte il suo sentimento per Antonio? Ma soprattutto riusciranno i nostri eroi a prepararsi in tempo per l'assedio predetto da Wy?

Scoprirete tutto nei prossimi capitoli, ci si vede gente!

Attenzione: minimo due recensioni per continuare, volete fare felici due autori, da? ^J^

P.S: le risposte per le recensioni verranno date appena l'autore avrà un po' di tempo, che ora è davvero di fretta, grazie per la comprensione.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Classicboy