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Autore: KingPrat    18/04/2017    0 recensioni
Ambientato dopo l'ultimo capitolo della prima stagione.
Quando Artù scopre di essere nato grazie alla magia decide che è tempo di crescere al di fuori dell'ombra di suo padre. Segreti sono rivelati e Artù impara fino a che punto Uther è disposto ad arrivare nella sua guerra contro la stregoneria. Con Merlino al suo fianco puù costruire il regno che è destinato a creare?
Genere: Angst, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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Ciao a tutti! Sono FM107 3 RADIOCAOS, questa storia è la traduzione in italiano di ‘Bon of magic’ scritta da KingPrat (https://www.fanfiction.net/s/11265221/1/Born-of-Magic qui il link della storia originale)
Al momento non ho nessuno come beta quindi se notate degli errori fatemelo sapere perfavore.
Non ho alcun diritto né su Merlino, né sulla storia.
La storia ha luogo una settimana dopo l’episodio tredici della prima stagione.

 
Capitolo uno: Nato Per Magia
 
Qui è, dove Artù apparteneva.
Non a riposo nel letto, con il suo braccio nella fascia.
Non seduto a un consiglio, sforzandosi di non addormentarsi.
Non sostituendo suo padre sul trono, prendendosi cura dei problemi delle persone comuni che potrebbero risolvere loro stessi.
Fuori, all’aperto, con una spada nella sua mano, là è dove lui appartiene.
Era un guerriero, un cavaliere nel cuore.
I suoi maestri di spada commentavano spesso a Uther che Artù doveva essere nata con la spada in mano, perché loro,crescendo, non lo avevano mai visto senza.
Artù non credeva molto nel destino, ma se ne fosse esistito uno, l’unico destino in cui credeva era che doveva vivere e morire con la spada.
Fece un passo indietro quando Sir Leon lo attaccò con la sua spada spuntata.
Un lieve dolore partì dalla sua spalla destra lungo il petto. Artù digrignò i denti, tentando di ignorarlo. Tre settimane erano troppo poche per tornare fuori nel campo di addestramento. Uther aveva avvisato contro di questo, così come Gaius, e il suo fastidioso servitore personale. Non importava. Loro non capivano. Aveva bisogno di essere lì fuori.
Il dolore crebbe mentre Artù parò un altro attacco di Leon e rispose un affondo basso.
Dietro a Leon tra quelli che osservavano, Artù vide di sfuggita una sciarpa rossa.
“ Sono felice di essere il vostro servitore fino al giorno della mia morte”
La sua mente tornò indietro a quel momento di tre settimane prima. L’addio che non era uno. Quando Artù era in coma, non lo disse mai a nessuno, ma fece un terribile incubo dove Merlino era in pericolo e morì.
Ascoltare Merlino parlargli come se stesse dicendo addio gli portò alla mente il sogno. Le sue grida e pianti. E lui impotente di aiutarlo.
“Impara ad ascoltare oltre che a combattere”
La mente di Artù tornò al presente nel momento in cui la spada di Leon colpì la sua spalla destra. Un urlo di dolore tentò di uscire, ma riuscì a contenerlo. Le sue braccia tremarono mentre lottava per tenere in mano la sua spada.
Leon capì immediatamente che era dolorante. I suoi occhi si spalancarono e mollo la spada per affrettarsi al fianco del suo principe. “ Altezza!”
Artù sforzò un debole sorriso. Il bianco appannava la sua visione, ma non si sarebbe arreso. Era un principe, essi non possono mostrare debolezza.”Perché così preoccupato Leon? Morgana può colpire più forte di te.”
Leon scosse il capo, i suoi capelli erano incollati alla fronte madida di sudore.
Risucchia il dolore, si disse Artù. Non voleva aggiungere cola al suo migliore e fedele cavaliere. Era stato lui a costringere Leon ad allenarsi infondo.
La cosa divertente di essere un principe, alla fine, tutti obbediscono.
Non tutti , gli disse la sua vocina interiore. Artù la ignorò bellamente.
Leon ridacchiò nonostante la preoccupazione gli velasse gli occhi. “ Avete appena infranto la vostra prima regola”.
Artù gli lanciò un’occhiataccia, conosceva le proprie regole durante gli allenamenti con la spada.
Numero uno: non essere colpiti.
Numero due: colpisci l’altro.
Da quando quell’idiota, sciocco incapace divenne il suo servitore personale, i suoi cavalieri cominciarono a essere più aperti con le parole attorno a lui. Meno controllati. Si chiese chi avesse da incolpare per questo: lui stesso o Merlino?
Nel profondo gli piaceva così.
Merlino stava iniziando a fargli odiare i lecchini.
Dannato!
“Hai solo avuto un colpo di fortuna” , rispose Artù.
Leon aiutò il principe a drizzarsi, cavolo, quando iniziò a curvarsi e gli diede un’occhiata. Artù conosceva bene quello sguardo, lo aveva visto usare diretto agli altri cavalieri. Aveva finito per il giorno. Ma Leon gli stava dando la possibilità di mantenere la sua dignità.
“ D’accordo,” urlò ai suoi altri cavalieri. “ È bello vedere che voi ragazzi non avete battuto la fiacca. Allenatevi finché Sir Leon qui non deciderà che voi deboli femminucce non avete finito per oggi.
Ci furono cori di “ Sì, Altezza” e lamenti.
Bene.
Si diresse verso l’armeria, attento a mantenere il suo atteggiamento principesco, come piace chiamarlo Merlino. Il suo servitore personale si affrettò a seguirlo all’interno.
Merlino ... quell’idiota non aveva ancora lasciato il suo fianco da tre settimane. Lo stava tirando matto. Si era trasformato in una mamma chioccia, Artù aveva tentato di riempirlo di compiti per allontanarlo: pulire le stalle, far esercitare i suoi cani, riparare l’armatura, pulire tutti gli stivali dei cavalieri, cavoli, aveva persino ordinato a Merlino di aiutare anche Sir Leon e comunque riusciva a tornare indietro e servirlo. Non riusciva più a sopportare questa iper-protettività.
Riflettendoci … non era questa la vera ragione per cui continuava ad allontanarlo.
Lanciò la sua spada sul tavolo e si tolse i guanti.
“ Pensavo aveste detto che nessuno riusciva a colpirvi?” chiese Merlino.
Artù schiaffeggiò con un guanto la testa di Merlino. “ A volte lascio che i cavalieri mi colpiscano, accresce il morale.”
“ E riguardo a chiamarli femminucce?” ribatté Merlino.
Artù ghignò, nonostante il dolore. ” Accresce il carattere.” S’indicò l’armatura.”Adesso, stai per tirarmi fuori da questa o vuoi continuare a contestare i miei metodi di insegnamento?”.
“Non ammetterai mai di non essere perfetto vero?” disse Merlino mentre lottava con le cinghie dello spallaccio della spalla destra.
Artù si tirò indietro come se offeso, “ Io lo sono, Merlino”.
Sorrise quando sentì il sussurrato “Babbeo”,non lo avrebbe MAI ammesso, ma aveva iniziato a piacergli quel soprannome affettuoso.
Respirò profondamente, cercando di stabilizzarsi da solo allontanandosi dalla sua visione sempre più bianca. Non sarebbe svenuto proprio adesso.
Sbatté le palpebre quando si accorse di una fiala davanti a lui, tenuta in mano da Merlino.
“Ho pensato ne abbiate bisogno.”
Artù sbuffò.”Cos’è questo?”
“Un rimedio per il dolore di Gaius”, disse Merlino. Sospirò e Artù si rifiutò di guardarlo. Non aveva rivolto lo sguardo al suo servitore da quando erano entrati nell’armeria. Poteva già vedere la delusione sul suo viso senza guardarlo.
“Non mi serve”.
“Artù” gemette Merlino come se non sapesse perché si preoccupasse.” Ho visto Sir Leon colpirvi esattamente dove la Bestia vi ha morso. Prendila.”
Era stanco di essere trattato da tutti come fosse un fragile vaso sul punto di rompersi. Stava bene! Il dolore non era nulla in confronto delle tre settimane precedenti.
Artù rise amaramente e questa volta si girò a fissare Merlino.” Vuoi soltanto una scusa per poter dire ‘ Ve l’avevo detto’”
“ Ho questa possibilità ogni giorno.” Artù strinse gli occhi, non divertito.
Merlino spinse la fiala verso il principe.” Prendetela.”
“ Sto bene Merlino” Stressò Artù a denti stretti.
Merlino roteò gli occhi e, afferrando la mano di Artù, gli spinse la fiala in pugno.
Un pungente formicolio si spanse lungo Artù, una sensazione calda, un forte senso di sicurezza e proiettività lo dominò. Il suo dolore al petto diminuì fino a una debole pulsazione.
Artù ritrasse violentemente la mano e il dolore ritornò. La fila cadde per terra. “ No, dannazione Merlino, Sto bene. Smettila di trattari come un bambino.”
“ Vi state comportante uno reale però”
“Oh, è così che parli al tuo futuro re?” Artù si avvicinò e allungò la faccia verso quella di Merlino.
“ Cura la mia armatura e, quando hai finito, tutte quelle dei cavalieri.”
Merlino rimase a bocca aperta inorridito “ Non lo farò.”
Artù si ritirò e diede uno schiaffo sulla spalla di Merlino. “ È questo oppure soffrirai la gogna, Merlino”. Oltrepassando il servitore personale uscì dalla porta. Aggiunse poi alle sue spalle. “ I vegetali sono molto maturi in questa stagione.”
E questo lo spaventava.
 
 
Era quasi arrivato ai suoi alloggi quando udì una voce gridare il suo nome.
Si arrestò bruscamente. Non lei, non solo aveva allontanato da sé Merlino, aveva anche evitato Morgana. Deglutì e si voltò, guardandola che freneticamente si affrettava verso di lui nel suo abito color smeraldo.
“ Ti prego devi parlare con Uther.”
Artù soppresse un gemito. Perché tutti pensavano che “Non hai sentito? Ha arrestato un mago!”
E perché Morgana trovava questo sorprendente? È soltanto ciò che Uther faceva. Ricordava bene dopo che il padre di Gwen … ingoiò quelle dolorose memorie … Uther era meno rigido nei confronti della magia per qualche tempo seguente quello.
Cosa era cambiato?
Il dolore nel suo petto si dilatò come risposta.
“ E tu pensi che mio padre mi ascolti quando si tratta di stregoneria?”
Invece di un rifiuto come si aspettava, i suoi occhi crebbero più selvaggi. Dall’incidente con la Bestia lo sguardo nei suoi occhi lo spaventava. Gli strinse la mano, al contatto con la pelle Artù sentì uno schiacciante senso di paura trapassarlo. Confusione e oscurità gli vagarono per la mente. “ Artù, ti supplico. Devi fermarlo. Se non lo farai …”
Immediatamente strattonò via la mano, e la paura sparì. Ansimò.”Morgana.”Le mise le mani sulle spalle, sul tessuto. “ parlerò con lui. Cos’è successo? Cosa è stato colto a fare?”
Non posso discutere con lui se c’è una forte evidenza, ma decise di non dirglielo.
“ È stato visto dai suoi vicini, usava la magia sul raccolto. I suoi bambini, Artù … il loro padre è tutto ciò che hanno.”
Okay, poteva ritenere che le parole dei vicini non fossero credibili, non erano nobili. Quello sembrava funzionare sempre con suo padre. Finché Morgana non disse,
“E i cavalieri lo colsero nell’atto quando lo arrestarono.”
Maledizione. Perché le persone pesano che lui possa cambiare l’opinione di suo padre?
“ Ti prego, Artù …”
Si morse le labbra.” Parlerò con lui”.
Le spalle di Morgana si afflosciarono dal sollievo.
Artù si mosse oltre a lei, lungo il corridoio.
“Artù.” Voltò la testa verso di lei. I suoi occhi vagavano nervosi avanti e indietro. “Solo … non dire di sì”
Aggrottò le sopracciglia e annuì. Andò quindi alla ricerca di suo padre. Non dire sì? Non aveva mai creduto molto negli incubi di Morgana, e una parte di lui non voleva pensarci troppo. Non dimenticò mai,però, come tentò di fermarlo per andare incontro alla Bestia, sicura che sarebbe morto.
Aveva riflettuto molto dope che si era risvegliato.
Specialmente riguardo agli incubi di Morgana.
Lei era sicura che sia morto. Quando Artù era in coma, sapeva di stare per morire, cosa era accaduto?
“ Sono contento di essere il vostro servitore fino alla fine”
“Ho visto l’uomo che è dentro di voi, Artù.”
Artù li spinse via. Cosa ci vedevano Merlino e Gwen in lui?
“ Siete un uomo migliore di vostro padre”
Sussultò alle parole di Morgana quando la liberò dalla cella in cui Uther l’aveva rinchiusa fino a dopo la morte di Tom.
Trovò Uther nelle sale del consiglio mentre stava firmando dei fogli.
“Padre.”
Uther si drizzò sulla sedia.” Artù”. Fece cenno alle guardie di lasciarli.
Loro chiusero la porta dietro Artù.
“Com’è andato l’allenamento?”
“Ah, ero un po’ rigido, comunque è andato bene.”Il dolore al petto era lancinante ormai. Aveva bisogno di tornare nelle proprie camere e rilassarsi. La sua visione non stava migliorando. Com’è che Morgana riesce sempre facilmente a tirarlo dentro a fare queste cose?
“La tua ferita?”
“Meglio,”mentì Artù. Prima che Uther potesse iniziare a interrogarlo, attaccò subito a parlare. “ Ho sentito che hai arrestato un uomo.”
Il re annuì gravemente con occhi scuri.” Per stregoneria.”
“ Stai per condannarlo a morte per aver usato la magia sul suo raccolto? È stata un’estate secca, Padre, sicuramente …”
“La legge è la legge,Artù.Nessuna forma di stregoneria verrà accettata.”  Fece un cenno con la mano.” Sei un principe, devi imparare che dovrai sempre confermare la legge.”
Anche se la legge è sbagliata? Sapeva che suo padre non avrebbe reagito bene alle sue parole. Poggiò la sua mano sul bordo del tavolo.” Lo comprendo, Padre. Mi hai anche detto che mi devo mettere nei panni del mio popolo. La sua famiglia stava morendo di fame. Non riesci a comprendere fino a che punto un uomo disperato si spingerebbe per la propria famiglia?”
Uther su tirò indietro sullo schienale ed inctrociò le mani.” E questa qui è la prova che tu non sei ancora pronto ad essere re. Sei un ingenuo.”
Artù strinse gli occhi a quest’affermazione.
“ Prima utilizza la magia sul suo raccolto. Se lo lasciassi andare via, allora la utilizzerà per qualcos’altro. La stregoneria è malvagia, corrotta. Sei fortunato di essere nato adesso invece che ai miei tempi. Esiste sempre un prezzo per la magia.”
“ E qual è il prezzo per utilizzarla per i suoi figli?” sbottò Artù.
Uther sbatte le mani sul tavolo. “ Il prezzo della sua anima. Puoi anche pensare che esistano forme di magia con scopi innocenti. La stregoneria corromperà e oscurerà sempre l’anima di ogni uomo. Hai per caso dimenticato tutti gli attacchi contro la corona, la tua stessa vita?”
Sono così ingenuo da credere che sia stato a causa del lutto, per la vendetta che hai infranto contro di loro? Artù strinse lo schienale della sedia in fronte a lui. “ Non ho dimenticato Padre … Io …”
“ Non voglio sentire altro.”
Artù sbuffo. Tipico. “ Padre” tentò ancora una volta.
“ O forse dovresti imparar nuovamente il tuo posto.”
Il fiato gli si bloccò in gola.
Uther lo gelò con lo sguardo. “ Sei il principe. Devi essere da esempio. Domani mattina accenderai la pira e passerai la sentenza contro questo stregone,” sputò fuori il termine.
Artù scosse il capo. “Non lo farò. Perché non riesci ad inghiottire il tuo orgoglio e perdonarlo?”
Il viso di suo padre si oscurò.
Artù fece un passo indietro quando Uther si alzò dalla sedia, marciò verso di lui avvicinando il volto. “ Osi disobbedirmi? Questo è tradimento.”
“ Sono tuo figlio.” Rispose Artù.
“ Esattamente quindi inizia a comportarti come tale!” Afferrò la maglia di Artù. “ Tu devi obbedire e seguire i miei ordini, oppure hai dimenticato che io sono il re? Se questi stregoni dovessero vedere un vuoto tra di noi, se credessero che tu non fossi totalmente leale alla corona, ti utilizzeranno contro di me.” Si avvicinò fino a sussurrargli rabbiosamente. “ Vuoi questo?”
Artù deglutì.”No …”
“ Allora seguirai i miei ordini.”
“Io …”
“ Maledizione Artù. Lo farai.” Un’idea brillò negli occhi di suo padre. Artù si tirò indietro quando Uther si allungò in avanti.” La mia è probabilmente ereditata attraverso il sangue. Lo stregone ha due bambini.”
Il cuore di Artù sussultò. No, non oserebbe.
“Usa la torcia e compi la sentenza contro l’uomo. O domani i suoi figli saranno aggiunti alla pira.”
Artù voleva  argomentare contro di ciò, dire che Uther non ucciderebbe i bambini. Ma lui sapeva. Lui aveva ucciso bambini druidi sotto gli ordini di Uther in passato. Li avrebbe visti sulla pira.
“Artù … solo … non dire sì …”
E condannare bambini innocenti. Bruciarli vivi?
Artù chiuse gli occhi, sconfitta. “ Lo farò, altezza.”
“Bene, vedi di compierlo. E Artù, fai in modo di essere convincente , devono credere che la pensi come me. O quei bambini … “ lasciò la minaccia sospesa nell’aria.
Il mio popolo sarà sempre la mia debolezza. E Uther la utilizzerà sempre contro di lui come ultima possibilità. Uther si tirò via egli  diede una pacca sulla spalla. “ bene. L’uomo sarà giustiziato all’alba.
Artù aprì lentamente gli occhi e guardò suo padre tornare al suo posto. “ Perché?” si ritrovò a chiedere.” Perché odi la magia così tanto?”
Una tristezza attraversò rapidamente i suoi tratti. “ Nulla di buono potrà mai venire dalla magia.”
 
 “Sono qui per vedere il prigioniero”, disse Artù.”Per ordine del Re.”
Le guardie annuirono e si scostarono per concedergli di entrare nello stretto corridoio dove accedevi alle umide celle.
Peter Cushing era il nome dell’uomo. Viveva nella periferia di Camelot. Il suo villaggio era stato depredato dai banditi, poi il loro raccolto fallì di crescere per la mancanza di pioggia. Aveva due figlli, un maschio e una femmina, entrambi più giovani che dieci anni, se facesse ucciso il loro padre … sarebbero orfani e soli al mondo.
Dove era la giustizia in questo?
Nella cella numero quattro Artù trovò lo stregone seduto nell’anglo più lontano, i suoi vestiti lerci e strappati. Sporco copriva il viso e le braccia. Un semplice paesano macilento.
Artù si vergognava e stare in fronte a lui nella sua bella tunica, sfamato e pulito.
Lo strano pizzicorio nel suo petto, non era caldo, ma vicino a esso, ribollì. Perché nella presenza di quest’uomo? Perché era uno stregone?
L’uomo castano guardò in alto e Artù tentò di ignorare come avesse le stesse orecchie a sventola di Merlino. “ Vi prego. Risparmiatemi. Non lo farò di nuovo. I miei bambini … erano affamati, continuavano a stare male …”
Il cuore di Artù si ruppe. Non mostrare alcuna debolezza. Sii l’uomo che vuole tuo padre. Salva i bambini di quest’uomo.” Sei stato colto a usare la magia e per legge, la punizione è la morte.” Dio,suonava persino come su padre.
Peter barcollò rapidamente avanti, avvolgendo le mani attorno alle sbarre. Era più giovane che trent’anni. “ Hanno bisogno di me. La loro madre è morta solo recentemente. …”
“ Avresti dovuto pensare alle conseguenze prima di ricorrere alla magia.” Parole facili da dire. Quando mai ho pensato alle conseguenze delle mie azioni?
Peter sbatte le palpebre. Sembrò comprendere che le sue parole non avevano alcun effetto su Artù. Se solo sapesse quanto ne avessero. Uno strano sguardo attraversò la faccia del prigioniero.” Come?”
Artù sforzò le parole dal groppo che gli era cresciuto in gola.”All’alba Sulla pira”
Spalancò gli occhi “ Bruciato vivo?”
Il modo peggiore di morire pensò Artù. Annuì. E le parole gli sfuggirono dalle labbra prima che le potesse bloccare. “ Mi dispiace.”
“ Non voglio la vostra pietà, Principe Artù”. Peter disse il suo nome come fosse maledetto. “ Poterai anche prendere la mia vita, ma vi prometto che vi perseguiterò finché non morrete.” In quel momento Peter stette in piedi come un re e Artù si sentì come la più bassa feccia sulla Terra.
Annuì nuovamente e si girò per andarsene.
“ Aspetta.” Artù esitò vicino alla cella. “ Siete davvero il Principe di Camelot che ognuno dice voi siete? Siete veramente un uomo d’onore? Siete un uomo che si preoccupa per la propria gente? Siete un uomo degno della nostra lealtà?”
Artù non osò guardare indietro, per paura di rompere il proprio, ormai nullo, autocontrollo sulle emozioni. Il dolore nel petto batteva a ritmo del suo cuore.
“ No … non lo sono.”
Peter ridacchiò dietro di lui, ma fu sorpreso di sentire fosse di sollievo. “ Vi devo quindi pregare di prendervi cura dei miei figli?”
Questa volta Artù si girò. Nessun insulto? Nessuna maledizione? Nessuna minaccia? Solo il pensiero dei propri figli? Peter aveva usato la magia per salvarli non era mai stato riguardo a lui. Ancora una volta Artù aveva visto la prova che le leggi di suo padre dovevano essere cambiate.
Peter catturò lo sguardo di Artù e attese.
“ Vedrò che siano posti in una buona casa, insieme. Non vivranno per la strada.” Promise Artù. E per gli dei farà in modo che accada.
Peter gli diede un piccolo,triste sorriso. “ Sembra siamo entrambi uomini disperati.
 
 
Artù si lasciò cadere indietro la sedia nelle sue stanze dopo aver trovato una nuova casa per i bambini. Una famiglia sapeva da Caio che sono state avendo problemi a concepire erano più che felice di prenderli in casa.  Si strofinò la spalla sinistra mentre guardava sua stanza. Fu sorpreso di trovare le sue candele accese, la sua armatura pulita sul letto, e una fiala di Gaio 'rimedio dolore sul tavolo.
Merlino lo conosceva troppo bene.
Un aumento del senso di colpa lo colpì mentre ricordava il suo atteggiamento verso il suo servo.
"Sono felice di essere vostro servo fino al giorno della mia morte."
Perché dire queste parole? Dopo come Artù lo aveva trattato? Sapeva che Merlino faceva sul serio, era sincero su di questo. Perché infastidiva Artù così tanto?
Le porte della sua camera si aprì e Merlino scivolò dentro, la cena su un vassoio.
"Vattene", disse Artù in una sola volta, non essendo in vena di compagnia. Il suo stomaco brontolò davanti al cibo, sembrava prendersi gioco di lui. Se fosse in posizione di Peter, sarebbe ricorso agli stessi metodi? "Io non ho fame."
Merlino calciò la portaci la porta chiusa con il piede. "Vuole sprecare questo?" Indicò il vassoio.
La rabbia divampò all'interno di Artù. Sapeva cosa Merlino intendesse con questa affermazione.
Che c'erano persone che soffrivano la fame, che Artù non dovrebbe sprecare il cibo quando gli altri non riuscivano a ottenerlo.  Ma come poteva Artù mangiare quando stava per uccidere l'uomo che ha usato la magia solo per salvare i suoi bambini affamati?
"Prendilo», sbottò Artù. "Ti dimentichi con chi stai parlando?" Grande, era figlio di suo padre. è sempre stato il figlio di suo padre.
"Un babbeo?" controbatté Merlino. "Sa le lunghezze che vostra gente ha attraversato per ottenere colture quest'anno, sprecarla ..."
Artù sbatté il pugno sul tavolo. "Capisco le lunghezze! Pensi che io sono così cieco alle sofferenze di mia gente?"
I tratti di Merlino si ammorbidirono. "No." Si sollevò un sorriso. "Sei cieco a molte cose ... ma non alla tua gente."
Eccolo di nuovo. Quello sguardo fiero. La prova che Merlino era più saggio di quello che spesso mostrava.
Artù si alzò e prese il vassoio da Merlino. "Inoltre, se non si vuole che sia sprecato il cibo", posizionò il vassoio sul tavolo. "Allora lo puoi mangiare per me."
"Che cosa?" disse Merlino come Artù lo spinse in basso sulla sua sedia. La sua spalla bruciò al movimento e nascose smorfia.
«Oh, sì. Sei dinoccolato e abbastanza magro così com'è. La gente deve pensare che ti affami." Tenne in alto  una forchetta. "Mangia, è un ordine."
Merlino guardò, ma non discusse. Pugnalò  il pollo e lo portò alla bocca.
Artù afferrò il calice di vino dal vassoio e bevve un sorso, nascondendo un sorriso.
Merlino si agitò sulla sedia e si gettò un pezzo di pane strappato in bocca. "Mi sono imbattuto in Morgana in precedenza."
Voglio solo dimenticarmi di questo, Merlino. Almeno fino al mattino, non voglio pensare a cosa devo fare.
"Oh?" Artù costrinse una presa in giro. "Le stavi portando altri fiori?"
"Che cosa?" Merlino era scioccato "No ... Artù, non ho una cotta per Morgana."
“Sei terribilmente veloce a negarlo."
"Perché ovviamente non mi credete."
"Con buone ragioni."
Merlino sollevò un sopracciglio. "Aspetta, siete geloso?"
Questo è il motivo per cui amava battute con Merlino. Era veloce e sempre facilmente lo girò indietro sulla Artù. Veloce e intelligente.
Artù derise. "Geloso? Per favore."
Poi Merlino si voltò di nuovo serio.
Artù quasi gemette. No, continua a fingere, continua a fingere.
"Che cosa ha detto vostro padre?" chiese Merlino.
Voleva gettare la coppa in testa a Merlino. Invece, prese un lungo sorso del suo vino. "Ha dichiarato il suo amore per unicorni e arcobaleni." Lui alzò gli occhi. "Cosa pensi che abbia detto?"
Merlino sembrava sprofondare nella sedia. "Avevo pensato ..."
"Cosa? Che mio padre mi avrebbe ascoltato? Cambiato la sua idea sulla magia?"
Merlino aprì la bocca, la richiuse, e poi la aprì di nuovo. "Cosa credi?" Si schiarì la gola, sembrando accuratamente a disagio. "A proposito della magia?"
Le parole di suo padre risuonarono nella sua testa: "E, Artù, mettere su uno spettacolo dannatamente convincente che si crede quello che faccio o quei bambini ...".
Fissò Merlino. Si fidava di Merlino, con la sua stessa vita. Poteva fidarsi di Merlino con i suoi segreti, il pensiero che veramente non credeva nei modi del padre? Artù scoprì che poteva.
Ma lui non si fidava di suo padre.
"La magia è malvagia, Merlino,", ha detto Artù. "Le persone che la usano desiderano solo causare danni."
«È questo che credi davvero?" chiese Merlino.
Perché Merlino gli chiedeva di questo?
Ricordava un paio di anni fa, di penetrare in una campo di druido, uccise così tante persone in quel giorno, anche le donne e i bambini. Tutto per cosa? Per guadagnare il favore di suo padre?
Ha visto stregoni attaccano Camelot più e più volte. Attacca suo padre. Attaccare il suo popolo.
Ma poi aveva visto gente come Peter. Che la usavano per le colture, per guarire.
Si ricordò dell' incandescente sfera di luce blu nella grotta.
No. Artù non ci aveva mai creduto. Cercò di convincere se stesso. Aveva passato ore a cercare di convincere se stesso. Egli ripeteva le parole di suo padre, e ci sono stati giorni in cui Artù ha quasi creduto di sostenerle, ma il suo cuore  lo tradiva sempre.
Egli scoprì che Merlino stava aspettando con il fiato sospeso la sua risposta. Come se quello che Artù avesse detto che avrebbe determinato tutto.
Da quando ha incontrato Merlino, quell'idiota ha costretto Artù a confrontarsi con le proprie verità, con se stesso.
E' cresciuto a pensare a Merlino come il suo migliore amico, anche se non avrebbe mai potuto ammetterlo ad alta voce. Se il padre lo avesse scoperto ...
Artù ricordò una volta di un ragazzo contadino con cui strinse amicizia quando era un bambino. Uther era stato oltraggiato quando lo scoprì, Artù si era sottratto dalle sue funzioni per uscire con un contadino. Da quel giorno, Artù non vide mai più quel ragazzo in tutto il regno.
Artù si era giurato di non farsi di nuovo un amico. D tenere la gente lontana.
Se Artù avesse detto a Merlino la verità ora, sarebbe la loro strana amicizia cresciuta? Sarebbero diventati vicini? Che cosa sarebbe accaduto se Uther avesse scoperto la verità su cosa Artù sentiva per Merlino? Ricordava le conseguenze quando  tornato indietro da Ealdor dopo aver contribuito a salvare città di Merlino dai banditi. Suo padre era livido. Artù non aveva mai detto Merlino o a chiunque che suo padre gli aveva dato delle frustate per aver disobbedito ai suoi ordini. Frustate che non disse mai detto Gaius. Frustate che fece curare e fasciare da Sir Leon.
Artù avrebbe preferito prendere la punizione che avere Merlino in faccia ad essa. E lui l'accetterebbe. Perché era Merlino.
Così doveva proteggere Merlino, non importa il costo.
"Sì," Artù si trovò il dire e lui stesso quasi ci credeva. "La magia è malvagia. Coloro che la usano non meritano altro che la morte."
Per un momento, sembrò che Artù avesse ucciso la madre di Merlino, ma fu  sostituito rapidamente così come è venuto. "Capisco".
"Sono a passare la sentenza domani." Artù si intristì quando si rese conto di quanto Merlino odiasse quelle esecuzioni. Dopo la seconda quando Merlino iniziò come suo servitore personale, notò come Merlino fosse sempre stato abbattuto e triste. Cavolo, Merlino pianse quando Artù uccise quel unicorno. Odiava tutto quello a che fare con l'ingiustizia. Artù avrebbe spesso dato al  suo servo il giorno o la mattina libera quando c'erano le esecuzioni dei detenuti.
Artù trattenne la sua amarezza a questo, quando lui stesso aveva ancora da partecipare.
Ricordava in varie occasioni  quando suo Padre chiedeva dove Merlino fosse. Egli avrebbe mentito, dicendo che aveva mandato Merlino fuori per fare un certo tipo di lavoro.
Se avesse lasciato Merlino avere domani libero ...
Non posso permettere che mio padre ti faccia del male. Non riesco a liberarmi di te ...
"Dovresti unirti a me. Sarai al mio fianco, domani, e vedrai quanto il malvagia sia la magia."
Merlino si irrigidì.
"Questo è un ordine, Merlino. Sono stanco di ricevere sempre queste domande da te e di vederti essere così comprensivo verso gli utilizzatori di magia. E 'il momento che tu capisca la verità."
"Artù ..."
"Sire," corresse Artù rapidamente .
Merlino spinse indietro la sedia e si alzò. «Se non c'è altro, sire."
Artù lo congedò con un gesto della mano.
Cercò di ignorare lo sguardo tradito negli occhi di suo schiavo. Cercò di ignorare la porta sbattere dietro Merlino mentre se ne andava.
Il petto gli faceva male per il dolore e Artù afferrò la fiala dal suo tavolo. La fissò.
"Sembra che siamo entrambi uomini disperati."
Con un grido, Artù lanciò la fiala contro il muro dove andò in frantumi. Si lasciò cadere in ginocchio e si abbracciò.
Meritava questo dolore. Per essere così debole.
Per non essere in grado di superare il proprio padre.
 
Venne l'alba.
Artù andò attraverso i movimenti con una sorda sensazione di intorpidimento. Come stesse guardando se stesso fare tutto questo da una certa distanza.
Non si sentii nulla quando suo padre lo salutò prima di andare verso le segrete per recuperare Peter. Era privo di emozioni davanti alla lode di suo padre, al luccichio di orgoglio nei suoi occhi.
Quando le guardie fecero uscire Peter  dalle cellule, chiese solo una cosa mentre veniva scortato fuori, "I miei figli?"
"Al sicuro," fu tutto Artù disse.
Merlino incontrò Artù alla pira. C'erano pesanti borse sotto gli occhi, la pelle pallida, ma non disse nulla. Egli non meritò uno sguardo a Artù.
Artù osservò,  non sentendo nulla in realtà, quando legarono Peter Alla colonna di legno.
Uther gli diede un cenno per segnalare l'inizio dell'esecuzione.
Gioca la parte. Convincilo. Per quei bambini.
Artù urlò alla folla riunita attorno a loro, ignorando Morgana che guardava dalle sue finestre. "Che questo serva da lezione per tutti noi all'interno di Camelot. Quest'uomo, Peter Cushing, è confermato colpevole di aver cospirato per usare incantesimi e magia. E, davanti alle leggi di Camelot, dal decreto di mio padre, Uther Pendragon, queste pratiche sono vietate, pena la morte. "
Merlino lo fissò con occhi sgranati.
Artù si chiese quanto egli sembrasse Uther.
"Non ci sarà spazio per la magia a Camelot, e quando diventerò re, queste leggi continueranno ad essere sostenute."
Fece un cenno al carnefice di porgergli la torcia. Egli esitò un momento mentre fissava Peter. Egli pronunciò le parole "mi dispiace" per l'uomo prima che lasciasse le fiamme lambire i ceppi sotto i piedi di Peter.
Fece un passo indietro e rivolto alla folla, "Stregoneria è stata cacciata da Camelot, e continueremo ad essere liberi dalla malvagità della magia."
Merlino fece una smorfia e si allontanò dalle fiamme.
Artù gli strinse le spalle. "Guardalo," ordinò.
Consegnò la torcia di nuovo al carnefice e rimase immobile, le braccia incrociate mentre le fiamme danzavano intorno al corpo di Peter.
Arrivarono fino alle sue gambe.
Peter mantenne la sua posizione, tenne la testa alta fino a quando le fiamme quasi lo consumarono. Poi le urla iniziarono.
Il cuore di Artù si mosse.
Se la magia fosse il male, perché Peter non aveva combattuto e usato la magia per farci del male a liberarsi?
Lo strano formicolio nel petto si affilò. Il cuore di Artù si allungò verso l'uomo. Non meritava questa morte. Io sì, per condannarlo a questo destino. Si ritrovò supplicando interiormente, se ci sono dèi, togliete il dolore di questo uomo. Dategli la pace anche nella morte.
Le urla tutto in una volta si fermarono così improvvisamente che Merlino accanto a lui sobbalzò.
La testa di Peter si afflosciò in avanti e Artù osservò mentre le fiamme lo consumavano, trasformando il suo corpo in cenere.
Non sapeva per quanto tempo stette in piedi, ma la maggior parte della folla aveva lasciato la piazza. Il fuoco continuava e Artù indicò per essere messo fuori.
Fu sorpreso di trovare Merlino ancora lì.
Non c'era nessuna emozione sul volto del suo servitore. Artù sentì come sel'innocenza e la felicità di Merlino bruciarono in quel fuoco.
Il suo sguardo, infine, si girò verso Artù e lui trasalì da come vuoti erano. "Sire?" chiese, la sua voce monotona .
«Sei congedato", disse Artù.
Merlino si allontanò, senza uno scopo.
Artù era peggio di suo padre.
Uno dei cavalieri di Uther gli si avvicinò, "Sire, vostro padre ..."
Ignorò parole dell'uomo mentre anche lui se ne andò. Non voleva vedere suo padre. Notò Morgana scendere le scale dalla porta d'ingresso principale del castello. Cambiò subito corso e balzò giù in un altro passaggio.
Aveva bisogno di allontanarsi, aveva bisogno di uscire, lontano da tutti. Era così vicino alla rottura che non sapeva come stava ancora insieme. Rubò un mantello da dietro un carrello e se lo drappeggiò sopra di nascondersi.
Si fermò quando vide uno dei figli di Peter, Cian, in piedi sul suo cammino. C'era così tanto odio e male mentre fissava Artù.
"Hai ucciso mio padre",disse il ragazzo, le labbra tremanti.
Artù non disse nulla. Bile gli raggiunse la bocca.
"Ho intenzione di ucciderti," disse il ragazzo con convinzione assoluta.
Il ragazzo corse via e Artù vide la sua forma in fuga.
"Spero di sì," mormorò Artù dopo di lui.
 
 
Con il tempo il sole era alto nel cielo, Artù era molto lontano, al di fuori di Camelot, il castello piccolo in lontananza. Si strofinò le mani sul viso e gemette mentre sentì  l' odore del fumo.
Si strappò via mantello da contadino e si inginocchiò vicino all'acqua,lavando via il fumo e cenere. Le urla di Peter continuavano a risuonare nelle orecchie.
No. Quei incubi rimanevano in Camelot.
Qui fuori, nella natura, era libero.
Era semplicemente Artù.
Qui fuori, non c'erano obblighi, senza maschere da indossare, senza paure. Poteva essere come lui era realmente.
Le sue braccia tremavano, ma si costrinse a lavarsi la faccia, per liberare la sporcizia su di essa.
Respirò di nuovo. Respiri regolari.
Unì mani e bevve l'acqua dal torrente.
Il formicolio nel petto pungeva e un calore cresceva dentro di lui in segno di avvertimento. Scrutò i dintorni. Qualcosa stava arrivando.
Il suo fiato si bloccò in gola come la creatura balzò nella radura.
Un unicorno...
Il sole brillava via sul suo manto bianco, i capelli d'argento arruffati intorno al corno sulla testa. Cosa ci faceva qui?
Artù si alzò dal torrente, fissandolo in soggezione.
L'unicorno nitrì e calpestato i piedi prima che si avvicinò a lui.
Artù si alzò, rigido.
Mentre si avvicinava, l'unicorno chinò la testa in segno di saluto.
Artù stese la mano e toccò il collo. Quella sensazione sbocciò dall'interno come con Merlino e Morgana . Sentì un'ondata di innocenza e il desiderio di correre colmarlo.
Perché l'unicorno  stava permettendo a Artù di toccarlo? Merlino lo aveva quasi toccato uno una volta prima che Artù lo uccidesse ... spinse i dure ricordi fuori dalla sua mente.
"Mi dispiace ..." sussurrò all' unicorno attraverso il groppo in gola.
Non sapeva perché, ma sapeva, sapeva che questo era quello che aveva ucciso un paio di mesi fa.
Batté le palpebre per la sorpresa, quando l'unicorno si abbassò a terra. La creatura voleva che gli salisse sopra? Si fidava di lui? Le parole di suo padre sulla magia, su quanto fosse pericolosa tornarono con prepotenza nella sua mente.
Eirian, una voce vibrò nella testa di Artù, accentuando la sensazione di innocenza al suo interno, la sensazione di libertà.
"Sarei onorato di cavalcare con te, Eirian,", ha detto Artù.
Sollevò le gambe oltre e si stabilì in una posizione di monta. Non aveva mai cavalcato senza una sella prima. Sapeva, da una strana sensazione viscerale, che sarebbe stato al sicuro su Eirian
Inoltre, Artù  in quel momento non voleva nient'altro che essere libero, di fuggire, di non essere più un principe, non essere più il guerriero e protettore di Camelot. Di  essere proprio Artù.
Eirian raddrizzò le gambe. Artù si stabilizzò come Eirian si sollevò. L'unicorno nitrì una volta prima che iniziò a correre per i boschi.
Era uno dei cavallo più veloce che Artù avesse mai montato. Il mondo sfocò attorno a lui, e in qualche modo il cielo sopra sembrò sempre essere  così immobile. Il vento gli sferzava nei capelli e contro i suoi vestiti.
Artù si ritrovò ad allargare le braccia, senza timore di cadere, e rilasciare una risata di gioia.
Tutta la sua vita consisteva nel trattenere se stesso. Non aveva mai conosciuto veramente un'infanzia, non aveva mai avuto la possibilità di correre ed esplorare come gli altri fecero. "Tutti sono sempre a guardare", suo padre gli disse: "Devi sempre agire come un principe."
Questo era così liberatorio.
Non aveva mai riso come in quel momento.
Mai aveva lanciato al vento la prudenza.
I suoi dubbi e le paure furono spazzate via dietro di sé mentre l'unicorno corse.
Alla risata di Artù, Eirian corse più veloce, saltando oltre i tronchi e giù per le colline, al galoppo rapidamente. Non una volta  Artù fece cadere le braccia per ritrovare l'equilibrio.
Se chiudeva gli occhi, poteva fingere che stesse volando.
Non sapeva per quanto tempo Eirian corse, ma ben presto, rallentò a una camminata veloce, e Artù scoprì che erano arrivati al mare, dove per poco non si  sacrificò per Merlino bevendo del veleno. O almeno, pensò che fosse veleno. Le lunghezze che era disposto ad andare per Merlino ... lo facevano tremare volte.
Sulle rive, Eirian si abbassò e Artù gli accarezzò il lato del collo prima di saltare giù.
Gli grattò sotto il muso . "Grazie..."
Artù si ritrovò ancora una volta rapito dalla bellezza del unicorno. Non riusciva a credere che fosse così orgoglioso di se stesso quando uccise Eirian, era così ansioso di rivelare la sua preda a suo padre, così ansioso di sentire Uther dichiarare quanto fosse orgoglioso. Divertente, come servì l'uccisione di qualcosa per vincere il favore di suo padre.
Artù stava cominciando a imparare non aveva più desiderio per questo ... o forse non lo aveva mai avuto.
Si sedette nella sabbia accanto al Eirian, guardando l'acqua schizzare contro la costa.
Perché l'unicorno gli aveva offerto un passaggio? E perché lui, Artù Pendragon, aveva facilmente accettato?
"Così, è iniziato."
Artù mise la mano dove la sua spada dovesse essere e si rimproverò mentalmente di essersi avventurarto fuori  nella natura senza una. Era così sciocco? Si mise in ginocchio e si girò di scatto.
Il Custode degli Unicorni. Qual era il suo nome? Aurora? Adora?
Lo sporco, mantello tarlato drappeggiato sopra l'uomo più anziano, il cappuccio posava sulla sua spalla. Si appoggiò contro il suo lungo bastone con due punte angolate. L'uomo sorrise. "Ci incontreremo di nuovo, Artù Pendragon."
Lo ha Eirian portato qui per questo? Per essere attaccato di nuovo da questo stregone? Questo uomo fece soffrire la sua gente.
Artù deglutì il suo orgoglio, rimproverando se stesso. Era stato lui, non il vecchio stregone. Artù lo aveva fatto uccidendo la creatura accanto a lui. Che tipo di uomo era Artù? Poi alle parole dell'uomo, Anhora -questo è il suo nome-, gli venne in mente. "Che cosa è cominciato?"
"Gli effetti della Vecchia Religione hanno suscitato i poteri dormienti dentro di voi. E stanno cominciando a svegliarsi."
"Poteri?" Artù derise. "Non ho poteri." Inoltre, perché Artù dovrebbe volerli ? Niente di buono è mai venuto fuori di magia.
"Non negare quello che hai sentito nel tuo cuore". Indicò Eirian. "Quello che hai sentito dal unicorno".
Lo strano formicolio di calore? Egli non può avere la magia. Non può essere uno stregone. Se il padre lo avesse scoperto ... non osava completare quel pensiero. Aspetta,  Anhora aveva detto, "Il Mio unicorno?"
Anhora non rispose. "Dovete cercare l'uomo che giace al centro della Vecchia Religione, colui che ti ha riportato indietro".
Il morso doleva in promemoria. Artù si rese conto che non era nel dolore. Era sparito.
Quando Artù si era svegliato dal coma, lo sapeva, sapeva che avrebbe dovuto essere morto. Aveva la sensazione nauseante nella bocca dello stomaco, una che non riuscì a lasciare finché Merlino e Gaius non furono tornati dal loro viaggio.
"Perché sei qui?" Artù premuto. "E 'questo un altro percorso?"
Anhora scosse la testa. "Non sono io che ti ha cercato. E 'stato Eirian."
Artù guardò la posa unicorno nella sabbia accanto a lui, contento.
"Lui può percepire la magia dentro di voi, voi che siete nati dalla magia."
"Gli stregoni sono bugiardi, manipolatori, non ti devi mai fidare di loro", sentì la voce di suo padre nella sua testa, "diranno di tutto per  intrappolarti nella loro trappola."
Artù ringhiò. "Mia madre è morta dando alla luce a me. Non disonorare la sua memoria con la menzogna di magia."
Anhora sospirò. "Non mi dire che hai già dimenticato la lezione con l'unicorno. La vostra ignoranza distrusse la creatura", la sua voce divenne morbido, "e il cuore puro lo riportò indietro."
Artù distolse lo sguardo, vergognato.
"L'unicorno è venuto a ricordarvi di quella lezione, per esortarvi a smettere di nascondersi dietro il velo di ignoranza. Ha mostrato la bellezza della magia o sbaglio?"
Come potrebbe Artù dimenticare che liberativa, esilarante cavalcata? Quella era magia? Se lui si liberasse  dal velo di ignoranza dove si nascondeva dietro, tutta la sua vita sarebbe stata una menzogna. Suo padre sarebbe nel torto, vorrebbe dire che suo padre, il suo re, fosse un tiranno. Se ciò fosse vero, cos' è che rendeva Artù? Obbedì al padre, anche quando il suo cuore ne dubitava. Non voleva rompere il velo, perché come avrebbe potuto affrontare gli orrori di quello che aveva fatto, il sangue che aveva versato, il giudizio che aveva gettato contro gli altri?
La sua ignoranza portò sofferenza ad altri. Era più facile per Artù vivere nell'ignoranza, piuttosto che affrontare quello che aveva fatto.
Non voleva affrontare il mostro che era diventato.
Artù si voltò a guardare Anhora.
Anhora sorrise tristemente a lui. "Non dimenticare, Artù, siete puro di cuore, come l'unicorno. Accetta quella parte di te stesso, accetta quello che hai fatto, e di accetta l'uomo si sarai."
"Tu sei un uomo migliore di tuo padre. Sempre erano."
"Si sta andando a vivere per essere l'uomo che ho visto dentro di te, Artù. Posso vedere una Camelot che sia equa e giusta."
"Beh, io ti conosco. E tu sei un grande guerriero. Un giorno, sarai un grande re."
Morgana, Ginevra, e Merlino. Tutti hanno visto e hanno creduto in un uomo che Artù doveva ancora vedere.
"Accettare la magia che è dentro di te, Artù,", ha detto Anhora.
Magia? Egli non poteva averla. Aveva appena bruciato un uomo per il suo utilizzo. Sarebbe un ipocrita ad accettare quella parte di lui.
"Chiedetevi, Artù, prima di tornare di nuovo a Camelot, prima di tutto, chiedetevi: che tipo di re, vorreste essere"
Voglio essere un re che è equo e giusto. Voglio per Camelot di prosperare in pace, di non temere. Voglio una terra in cui le persone trattano gli altri con rispetto indipendentemente dallo stato. Voglio una terra dove tutti sono uguali e la gente può essere così come sono, anche la magia.
Ma quelli erano i sogni infantili e come figlio di Uther, non poteva predicare questo.
Artù sentiva Eirian strofinare la testa contro la sua mano.
"Credi nel destino, Artù?" chiese Anhora.
"Credo che un uomo fa il suo proprio destino", rispose Artù.
Anhora sorrise. "Quindi crea ne uno degno di memoria."
Artù accarezzò la criniera di Eirian. «Hai detto che sono nato dalla magia," Bugie, bugie urlò la sua mente, ma il suo cuore era fermo ", che cosa significa?"
"Sei di magia, Artù. Potresti non essere in grado di creare magie o incantare sortilegi, ma come l'unicorno, si sono una creatura di magia e, pertanto,hai un collegamento magico con tutti coloro che hanno la magia. Anche se, c' è qualcuno con cui ha il legame più forte. "
Improvvisamente, Artù sapeva. Non voleva ammetterlo. Voleva nascondersi, far finta che non ci fosse, ma come poteva ignorarlo?
Come poteva ignorare lo stringersi della corda o il secchio che si mosse di propria iniziativa?
Come poteva ignorare i serpenti che apparsero fuori lo scudo del cavaliere alle sue parole?
Come poteva ignorare i sussurri del vento alle spalle che utilizzarono la torcia che  brandiva per sconfiggere l' afanc?
Come poteva ignorare la tempesta di vento che ha salvò Ealdor?
Come poteva ignorare lo strano addio poco dopo essere stato salvato da un morso che dovrebbe averlo ucciso?
"C'è qualcosa di te, Merlino, su cui non posso mettere il dito "
"Merlino", sussurrò Artù. La sua mente finalmente accettò  ciò che il suo cuore aveva cercato di dirgli tutto il tempo. Per un secondo, si sentì tradito, irritato. Come poteva Merlino non fidarsi di lui?
Poi si ricordò in Ealdor. Merlino stava per dirgli qualcosa ... "Sai come è pericolosa magia,"lo aveva rimproverato Artù.
E ieri, disse a Merlino che la magia è malvagia, che credeva nelle leggi del padre.
Non c'è da stupirsi Merlino non glielo avesse detto. Non c'è da stupirsi Merlino non si fidasse di lui.
"Sì," Anhora confermò.
"E cosa vuoi che faccia? Unire le forze con Merlino e rovesciare mio padre?" Artù scosse la testa. "Non posso farlo. Creerà una guerra civile all'interno di Camelot. Io non lo farò al mio popolo."
"Merlino lo sa. Fidati di lui, Artù. Io non credo ti sia reso conto di quanto abbia fatto per te."
Artù cercò di ingoiare.
Merlino, uno stregone?
Artù sapeva. Lo aveva sempre saputo.
Cosa diavolo stava facendo Merlino a Camelot?
"Sono felice di essere tuo servo fino al giorno della mia morte."
Perché Merlino stava andando fuori  di testa per proteggerlo? Artù Pendragon, figlio di Uther Pendragon, l'uomo che vuole distruggere la magia?
No. La magia è malvagia. Merlino è malvagio. Merlino lo stava usando.
"Non dimenticare la tua lezione, Artù", ha detto Anhora. "La vostra ignoranza porterà sofferenza sul tuo popolo." Batté il bastone contro la sabbia. "Solo il tuo cuore puro li potrà salvare. Ricordate questo. E 'il momento per voi di lasciarlo risplendere, lascia che rompa il vostro velo".
Egli scomparve.
Eirian riposava ancora vicino a lui.
"Aspetta," Artù gridò. "Non si può lasciare Eirian ..."
"Lui è legato a voi. Se negate la vostra magia," la voce di Anhora rimbombò attorno a lui, "se negate il vostro vero io, crescerete fino a diventare peggio di Uther. E tutta Albione, tutta Camelot non potrà mai raggiungere la pace. Cercate Merlino ".
Artù ... nato dalla magia?
Non può essere possibile. Eppure spiega la sensazione che ha nel petto da quando si è svegliato. Il legame che ha  con l'unicorno e Merlino.
Accarezzò il collo di Eirian ancora una volta. "Mi può guidare fino alla fine del mondo, lontano da tutto questo?"
Eirian strofinò il muso contro il petto di Artù.
Artù sapeva che lui non avrebbe mai potuto farlo. Amava Camelot, la gente, la terra. Fece un giuramento, di servire il popolo di Camelot. Egli può avere servi ed era sempre riveritp, ma la verità era che era loro servo.
Seguiva ed obbediva a Camelot prima di chiunque altro.
Non poteva scappare.
Una terra di magia? Poteva creare veramente quella?
Quando qualcosa di buono è mai venuto dalla magia?
Sarebbe Merlino in grado di rispondere a questo per lui?
O riuscirebbe solo a dimostrare che Uther ha ragione?
 
 
   
 
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