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Autore: Elisir86    18/04/2017    0 recensioni
Infine si accorse che quell'immagine che lo stava fissando con occhi sgranati non era la sua.
Certo il viso era simile al suo -forse con qualche chilo in più- ma i capelli erano di un castano scuro e gli occhi erano di un tenue verde...
...un colore che non vedeva da secoli.
Si portò una mano al petto e il riflesso eseguì lo stesso movimento e forse -ma solo perché ancora non aveva metabolizzato tutte le stranezze- quello fu il momento più spaventoso della sua vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, Austria/Roderich Edelstein, Danimarca, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tre giorni di ordinaria follia

 

Prologo

 

Arthur aveva sistemato il bacile pieno d'acqua fredda nel centro della piccola radura, i bracciali ai polsi tintinnarono nel silenzio del bosco.

Il cappuccio del pesante mantello era calato sul capo, nascondendo i biondi capelli e scendeva sul viso coprendone gli occhi, il collo nudo ornato da fredde e rigide collane si mosse sinuoso verso la torcia che aveva portato con se.

“Sei arrivato.” la voce fredda, annoiata, proveniva da dietro di lui, nascosta nel buio degli alberi, non si diede la briga di rispondere mentre porgeva il fuoco sulla legna secca sotto il catino.

Un tonfo fece tremare l'acqua e scappare diversi animali, un gruppo di conigli s'intrufolò sotto la tunica del biondo rischiando di farlo cadere in avanti.

Un altro tonfo forte come un masso che colpisce il terreno dopo essere precipitato da un'altezza considerevole, lo fece sobbalzare. Alcuni corvi si alzarono in volo gracchiando e colpendo con le loro ali le fronde.

Sul viso di Arthur spuntò una smorfia, si girò con il busto “Ancora usi quel giocatolo?” una figura alta quanto un albero, solida come una montagna ed estremamente puzzolente emerse nel cono di luce.

Gli occhi verdi percorsero quel corpo maleodorante fino alle spalle, su una di esse vi era comodamente seduto un altro giovane, faceva dondolare i piedi -piccoli e pallidi- sbattendo i talloni su quel mostro. “Ruzma non è un giocatolo...” Lukas accarezzò la mascella del gigante con una dolcezza tale che Arthur faticò a reprimere un conato di vomito “È un splendido esemplare di Troll.” il mostro iniziò a gorgogliare felice di quelle coccole, facendo scappare gli ultimi animali rimasti.

Un pipistrello sbatté le ali con impazienza rimanendo attaccato a testa in giù su un grosso ramo sopra la testa dell'inglese “Per favore fallo smettere!” gracchiò con una vocina terribilmente acuta, le ali nere che si avvolgevano sulla piccola e pelosa testa.

“Ah!” Arthur alzò il viso quel tanto che bastava per posare gli occhi sull'animale “Sei arrivato anche tu...” quello per tutta risposta iniziò a ciondolare pericolosamente avanti e indietro tenendosi le ali sulle orecchie “In realtà io sono qui da ben prima di Mister-Troll!” precisò fulminando -ma tanto in quel frangente non faceva tanta paura- il ragazzino che ancora stava sulla spalla del gigante.

Lukas ruotò gli occhi con noia -non che la sua espressione cambiasse un granché- e tornò a fare i grattini sotto al mento sbavato di Ruzma. “Ammetto che ancora non sa trattenersi, ma è ancora un bambino.” convinto spostò lo sguardo sul pipistrello, “Ha solo sessantacinque anni.”

“Oh, giovanissimo!” la voce del pipistrello aveva un timbro derisorio, mentre sul viso di Arthur si delineava un ghigno divertito, “Comunque, scendi da quel ramo Vladimir e tu...” indicando il più giovane “...fai ritornare il tuo amico da dove è venuto! Non siamo qui per guardare le stelle!”

Il norvegese sbuffò leggermente mettendosi in piedi sull'enorme spalla, parlò sottovoce al suo Troll e questo con estrema delicatezza lo prese nella sua manona. Ruzma grugnì quasi con dispiacere trasportandolo verso il basso, gli occhi grandi e acquosi di un verde sporco -che agli altri due maghi ricordavano tanto l'acqua inquinata- osservò il maghetto saltellare dalle sue dita e scendere sul terreno. Lukas fece un piccolissimo e impercettibile sorriso verso la creatura “Verrò a trovarti presto...” mormorò mentre nelle sue mani si formava una luce d'energia.

Il gigante venne avvolto da scie luminose di diverso spessore, le vide vorticare intorno a se sempre più velocemente per poi fondersi in un bagliore per qualche secondo.

Quando la luce finì del Troll non c'era più traccia.

“Bene, bene...un bel spettacolino!” una voce forte e chiara attirò l'attenzione di Lukas e Arthur, sul ramo dove stava prima il pipistrello, stava accovacciato un ragazzo bianco come un cadavere. Le dita lunghe e magre della mano sinistra stringevano il mantello nero come la pece, il collo lungo avvolto da una antica cravatta del settecento e sui capelli corti stava appoggiato un cilindro perfettamente lucido.

“Vladimir scendi e iniziamo...” sbuffò l'inglese facendo tintinnare tutte le catenelle che portava sul corpo.

 

 

Non si erano mai cimentati a una cosa del genere, unire tre delle loro magie più basilari per vedere se insieme riuscivano ad avere un effetto migliore.

Arthur non era sicuro che potessero farlo, infondo erano tre magie differenti, soprattutto quella del rumeno che era per di più negativa.

Tentare non nuoce si era detto.

E in effetti non stava accadendo nulla di strano: l'acqua bolliva nel calderone, le foglie di belladonna venivano spinte verso l'alto, il muco di troll rimaneva vischioso nel fondo e le gocce di sangue -che nessuno dei due biondi voleva sapere da chi provenisse- macchiava solo il liquido trasparente.

Le loro mani lievemente sollevate sopra a quella strana pozione, sprigionavano le loro energie.

La mano di Lukas era quella che stava in centro, le dita che si muovevano impercettibilmente creando fili di luce chiara e fredda. Si muovevano lungo il contorno del recipiente sfiorando l'acqua e intrecciandosi al bagliore dorato e caldo che invece emanava la mano di Arthur.

Insieme alle loro magie vi era anche quella di Vladimir, più scura e malevola, era una nuvola di fumo grigio che ripugnava completamente le altre due. Ogni volta che Arthur cercava di spostare la sua splendente energia, quella del castano si ritirava o aggrediva. “Insomma Vla, cerca di metterci più impegno!” ringhiò l'inglese dopo l'ennesimo tentativo andato a vuoto “Guarda che è colpa tua!” fu l'aspra risposta “Sei troppo luminoso, caldo e...” il rumeno storse la bocca in una smorfia disgustata “...benevolo...” sputò come se in bocca avesse avuto un pezzo di carne marcia.

Lukas li guardò apatico, come al solito quei due discutevano per ogni minima cosa -non che fosse semplice aver a che fare con Arthur-.

“Sei tu che hai sempre questa aria lugubre e tutto ciò che ti riescono bene sono solo maledizioni e sortilegi...” la voce del biondo si fece acuta, “I miei incantesimi sono al pari dei tuoi!” aveva ribadito il castano con fervore snudando i canini appuntiti “Solo che io all'incontrario do esattamente quello che vogliono le persone!”

Arthur aveva sbuffato una risata “Ah, certo! La morte o il dolore di un'altra persona è quello che tutti vogliono!” i braccialetti tintinnarono mentre muoveva le braccia in aria.

Lukas alzò gli occhi al cielo, la luna piena si vedeva benissimo in quel piccolo spazio libero dagli alberi del bosco. “Secondo me...” iniziò riportando l'attenzione sulla sua mano notando solo in quel momento una bolla uscire dal calderone, aggrottò la fronte seguendone il movimento: leggiadra si alza verso il cielo seguendo una traiettoria lineare.

Subito dopo ne uscirono altre tre. “Bolle...” mormorò guardandole salire sempre più in alto in una fila perfetta.

Vladimir alzò lo sguardo verso quelle sfere che sembravano fatte di sapone ma che invece contenevano strane striature bordò “Tutta questa fatica per fare delle stupidissime bolle?” borbottò scuro in viso. Le bolle stavano iniziando a sbrodolare verso terra una sostanza vischiosa, verdognola che lui -ma anche Arthur- decretava anche puzzolente.

Arthur sospirò “Beh, meglio che niente...” gli occhi disgustati guardarono il muco che penzolava pericolosamente sulle loro teste, rabbrividì al pensiero di esse colpito da quella schifezza, ma le bolle continuarono a salire fino a sparire dalla loro vista.

 

 

 

 

Note:

Questo è solo il prologo, corto, ma era necessario: questo loro incontro è la causa di tutto ciò che capiterà nei capitoli seguenti.

Qui parlo di magie differenti, esattamente non ho idea di come sia quella rumena, ma su internet ho trovato che è negativa, perciò abbiate pazienza e spero di non aver scritto cavolate.

Spero che comunque sia di vostro gradimento.

Il Rating è arancione per via del linguaggio e comportamento dei vari personaggi.

Elisir

  
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