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Autore: itaintmaddi    19/04/2017    0 recensioni
Clara Miller è una splendida diciottenne ex eroinomane e sta scontando la sua pena nel carcere di Litchfield. Ad un anno preciso dal suo arrivo, arriva una detenuta che le sconvolge la permanenza: Julia Walsh, dai corti capelli azzurri. Potrebbero essere solo amiche -- o qualcosa di più, eventualmente -- se Julia non facesse parte di una grossa fetta del passato di Clara, e la stessa Clara si fosse ripromessa di lasciarsi tutto il passato alle spalle.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome, Triangolo
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Capitolo 2

 

Dire che Piper era impaziente di scoprire quale sarebbe stato il nostro impiego per i prossimi mesi è un eufemismo. Ha fatto la doccia in trenta secondi, nella speranza che mettendoci meno lo avrebbero fatto anche le altre e avrebbe scoperto prima cosa avremmo dovuto fare.

Come premio per festeggiare un nuovo modo di tenerci occupate, la cucina ci ha preparato i pancakes, e questo mi ha messo di buon umore, se buon umore si può considerare il sentirmi meno depressa del solito.

« Era più di un anno che non mangiavo un pancake. » ho detto, in pieno orgasmo da cibo decente.

Lorna ha annuito a bocca piena.

« Questa dev'ssere la mia giornata migliore da quando sono qui » ha osservato Piper.

Alex le ha scoccato un'occhiata d'invidia. Ci siamo gustate i nostri pancakes in silenzio finchè non abbiamo mangiato anche l'ultima briciola.

Poco dopo, Poussey Washington si è avvicinata al nostro tavolo.

« Non siamo troppo bianche per te? » ha chiesto Boo.

Lei l'ha guardata seccamente, poi si è rivolta a me. « Capuleti o Montecchi? »

Io ho scrollato le spalle. « Nessuna delle due. Fanno entrambe schifo, come famiglie. »

Lei ha annuito. « In effetti. Allora, qual è il verdetto? »

« Ardua la lettura, ma forse ne è valsa la pena. Non ne ho le forze di innamorarmi, adesso. »

Lei ha sorriso. « Come pensavo. Se ti va di leggere altro, sai dove trovarmi » poi si è allontanata.

« Era un flirt intellettuale quello? » ha chiesto Alex, portandosi gli occhiali da segretaria sulla punta del naso.

Io ho scosso la testa. « Non credo. Siamo solo depresse allo stesso modo »

Lorna ha mutato la sua espressione tranquilla in una preoccupata « Oh no tesoro, non dire così! Ci siamo noi per tirarti su! »

Io le ho sorriso, poi mi sono rifiondata sul pancake rimanente.

« Proporrei i pancakes a colazione ogni mattina » ha detto Boo. Tutte abbiamo mostrato assenso.

 

Alle nove, io e Piper ci siamo presentate al prato, luogo d'incontro fissato per il nuovo lavoro. Hanno condotto noi e le altre al magazzino appena risistemato proprio in funzione del nuovo impiego. Quando hanno aperto le porte, è stato strano. Qualcuna ha sussultato e poi ha esultato. Qualcuna, come me, è sprofondata. Il magazzino era pieno di tavoli e sgabelli. Sui tavoli più vicini erano posizionate una ventina di macchine da cucire rosse.

« Non so cucire » ho sussurrato a Piper.

Lei ha scrollato le spalle. « Impareremo. »

Ci hanno spiegato il programma: ogni mattina, venti detenute avrebbero lavorato ai tavoli senza macchine per tagliare la stoffa. Le altre venti avrebbero cucito i pezzi. Al turno pomeridiano ci saremmo scambiate. Ci siamo avvicinate ai tavoli, dopo che ci hanno divise nei due gruppi. Vicino alle macchine da cucire c'erano delle riviste di intimo e degli spessi manuali. « Dovremmo cucire biancheria intima? » ha chiesto qualcuno. Le guardie hanno assentito.

« Non male » ho detto a Piper. « Riviste con modelle mezze nude sotto ai nostri lesbo-occhi tutto il giorno. Non male, davvero. »

Piper ha sorriso. « Puoi scommetterci. »

Alla fine della mattinata, avevo almeno sei su dieci dita bucate da piccoli fori e gli occhi fuori dalle orbite.

« Ho bisogno di riposare » ho sussurrato a Suzanne Occhipazzi, la mia vicina di macchina da cucire.

Lei ha annuito, con aria preoccupata. « Mamma mi diceva che se senti far male gli occhi devi riposarli, e non sforzarli, e a me fanno molto male »

Io ho alzato le spalle. « Dovresti far venire qui tua madre, allora. »

 

A pranzo, io, Piper, Boo e Nicki ci siamo sedute con Alex e Lorna.

« Sembrate dei morti viventi » ha detto Alex. Scommetto che ha sperato che il nostro fosse un lavoro faticoso, perchè mi sembra piuttosto soddisfatta.

« Le tre ore più intense della mia vita » ha detto Piper.

Alex l'ha guardata da sopra gli occhiali. « Non abbiamo mai scopato per tre ore consecutive? »

« Dopo quelle. » ha precisato allora Piper.

Abbiamo ignorato quest'ultimo scambio di battute. Piper e Alex fanno continuamente riferimento alla loro attivissima vita sessuale, e sta diventando piuttosto seccante in quanto 1. noi non abbiamo una vita sessuale così attiva e 2. non abbiamo mai chiesto i dettagli della loro.

Abbiamo raccontato a un'Alex molto interessata alla nostra ulteriore pena (stavolta fisica) e ad una Lorna sconsolata la nostra mattinata. Lorna non ha fatto altro che ripeterci quanto le dispiaccia che dobbiamo rovinarci le nostre belle mani e si è offerta di farci una manicure a prezzo ribassato come regalo per tirarci su di morale. Alex invece ci ha sfottute.

« Per una volta sono felice di non essere Piper. » ha detto. Questa affermazione è stata seguita da un sordo silenzio ed ha aleggiato sul tavolo per dei minuti buoni.

Prima di riprendere il lavoro, precisamente dalle tre alle sei del pomeriggio, ho deciso di passare in biblioteca. Ora che le altre mi hanno fatto notare del possibile flirt fra me e Washington, forse un po' ci credo anche io.

Comunque non parliamo mai granchè, e per quanto ne dicano le altre, non mi sembra che le nostre conversazioni trabocchino di flirt.

Lei: « Miller »

Io: « Washington »

Lei: « Sembri mal ridotta. Come va il nuovo lavoro? »

Io: « Di merda. Rimpiango già gli studi. »

Lei: « Quindi hai deciso di venire a prenderti un libro per ricordare i vecchi tempi o per peggiorare ancora la condizione dei tuoi splendidi occhi blu? » (okay, questo può essere considerato flirt.)

Io: « Diciamo entrambe. Cos'hai da propormi? » (io non sono brava a flirtare.)

Lei: « Ci ho pensato, e penso che potresti leggere questa versione americana e meno ardua del romanzo cavalleresco 'Tristano e Isotta'. Romantico e tragico. »

Io: « Etero e tragico. »

Lei: « Quando uscirò di qui e pubblicherò il mio primo libro gay e tragico, lo dedicherò a Clara Miller. »

Io: « Onorata. »

E mentre stavo per andarmene con la mia nuova lettura fra le mani, mi ha fermata.

« Se il lavoro ti lascia un momento di lucidità, potremmo fare qualcosa insieme »

Mi sono girata. « Qualcosa tipo? »

« Non saprei, per esempio leggere un libro etero e tragico insieme. »

« Non fa molto Paolo e Francesca? »

Lei mi ha sorriso ammiccando. « Però gay. »

Me ne sono andata con uno strano senso di allegria.

 

Mentre tornavo nel dormitorio, ho visto Nicky appostata dalla finestra. Lorna stava portando dentro le nuove detenute della settimana. O del mese, chi sa.

« Novità succulente? » le ho chiesto.

« Vuoi dire a parte l'accompagnatrice? Non saprei. Giudica tu. » si è spostata per farmi vedere. La prima era una donna alta e grossa, sembrava la custodia di Lorna. Aveva un tatuaggio fino al collo ed era senza sopracciglia.

« Che dici? » ha chiesto Nichols.

« Per ora nulla. »

La seconda era una bianca normale: capelli lisci e castani lunghi fino alle spalle, nessun segno particolare. Ma è la terza che mi fa sobbalzare: capelli corti (tipico taglio da lesbica) e azzurri visibili nitidamente fin da lì sopra, la sacca sotto il braccio e portamento un po' mascolino. Conoscevo perfettamente quella novellina.

   
 
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