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Autore: Fideo    08/06/2009    4 recensioni
Teru Mikami non è una persona che tiene in molta considerazione il suo compleanno. In fondo, quando si ha un ruolo così importante, quello è un giorno come un altro, o no?
[Mikami/Light]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Light/Raito, Teru Mikami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Teru Mikami aprì gli occhi quella mattina non si aspettava niente di speciale, il fatto di aver vissuto da solo per la maggior parte della sua vita lo aveva abituato a trascorrere ogni compleanno in ufficio sommerso dal lavoro, senza nessuno a fargli gli auguri e senza ricevere alcun regalo. Quindi senza fermarsi un attimo si dedicò alla sua routine mattutina, aprì le tende nere facendo filtrare nella stanza la fioca luce solare del mattino e si diresse in cucina, per preparasi la colazione. Molti dei suoi colleghi preferivano accontentarsi di un caffè al bar, ma lui riteneva quell'abitudine dannosa per la salute e comunque odiava il caos che tutte quelle persone riuscivano a fare. La quiete e l'ordine del suo appartamento era di gran lunga preferibile.

Lavato, vestito e con la ventiquattrore alla mano, Teru fissò per un attimo il calendario appeso al muro prima di uscire dal suo appartamento e dirigersi in strada. Una volta sul treno si guardò attorno, circondato da persone, poteva vedere i loro volti, i loro nomi, la durata delle loro vite, si sentiva soffocato. Avrebbe voluto ritornarsene a casa immediatamente, e onorare la sua fedeltà al suo Dio sentenziando criminali. Ma doveva avere pazienza, resistere un’altra giornata di duro lavoro per poi poter finalmente avere il tempo di dedicarsi completamente al compiere la volontà di Kira.

La mattinata era passata lentamente, ore e ore trascorse a leggere, rileggere, scrivere, riscrivere, aprire e chiudere pratiche. Ora Teru era seduto sulla sua solita panchina, un caffè in mano dopo aver pranzato, a fissare nulla in particolare davanti a sè pensando solamente a quanto lavoro doveva ancora sbrigare prima di poter ritornare al suo appartamento. All’improvviso il suo cellulare vibrò nella sua tasca, segnalando l’arrivo di un nuovo messaggio di testo. Senza fretta lo estrasse e si apprestò a leggere il messaggio, e per un attimo l’uomo trattenne il respiro.

Questa sera alle 8 fatti trovare all’entrata del tuo condominio. Non cenare. Non portare con te il quaderno.

Il mittente era sconosciuto, ma Teru Mikami sapeva benissimo chi era stato ad iniviare quel messaggio. Kira. Il suo Dio. Le istruzioni ricevute sembravano un po’ strane, forse Kira intendeva mandare qualcuno da lui con delle istruzioni o un messaggio importante? E cosa centrava quel “Non cenare”? Teru era più confuso che mai, ma non avrebbe certo questionato o disobbedito ad una richiesta di Kira. Con un sospiro si alzò e si diresse verso il suo ufficio, per immergersi nuovamente nel lavoro.

Alle sei e mezza Teru chiuse la pratica sulla sua scrivania, controllò la sua ventiquattrore e sistemandosi gli occhiali si preparò a lasciare l’ufficio. Sapeva di avere tutto il tempo necessario per arrivare a casa e prepararsi, per qualsiasi cosa dovesse farlo, ma era molto nervoso e impaziente di scoprire il significato di quel messaggio. Fortunatamente a quell’ora il treno era quasi vuoto, così riuscì a sedersi e fare un viaggio tranquillo, oltre a lui c’era solamente una ragazza, che teneva sulle ginocchia un pacco regalo. Che fosse il regalo per un’amica? Oppure il regalo fattogli dal fidanzato? Per un attimo Teru fu sentì una fitta di gelosia, quanto avrebbe voluto anche lui che qualcuno gli avesse almeno augurato un buon compleanno. Ma lui non aveva tempo per cose irrilevanti come i compleanni, lui era un servitore di Kira, e le uniche sue preoccupazioni dovevano essere quelle di portare a termine il compito assegnatoli. Questo lo ricordò ancora una volta le strane istruzioni ricevute quella mattina...

19:55
19:56
19:57

Teru era pronto da almeno un’ora, e stava aspettando da quasi mezza. Non voleva certo rischiare di essere in ritardo! Avrebbe contato come disobbedire a degli ordini di Kira. Comunque, non sapendo cosa aspettarsi, si era vestito in modo piuttosto formale, quasi dovesse già fare ritorno in ufficio.

19:59

Guardandosi attorno senza quasi notare nomi e durate vitali, in fondo ormai ci aveva fatto l’abitudine, cercò di concentrarsi sui volti delle persone che passavano davanti a lui, ignari di essere osservati da lui, dagli occhi dello shinigami. Una donna con in braccio un bambino camminava veloce parlando al cellulare, un ragazzo dall’aria annoiata avanzava calciando una lattina, un gruppo di studentesse stava chiacchierando e ridendo ad alta voce.

Ma non si accorse del suo arrivo, appena spostò lo sguardo lui era al suo fianco. Non fece nemmeno caso al suo nome, l’unica cosa che riuscì a notare era la mancanza di quei numeri che indicavano la durata vitale. Questo poteva significare solo una cosa. Quell’uomo era Kira. Kira era proprio davanti a lui, non riusciva a crederci, per un attimo pensò che per portargli il dovuto rispetto avrebbe dovuto prostrasi a terra, ma non poteva certo farlo in mezzo alla strada! Quindi optò per un profondo inchino, aspettando che il suo Dio dicesse o facesse qualcosa.

“Alza la testa, oppure attirerai l’attenzione.”

Teru lo fece immediatamente e si accorse di essere leggermente più basso dell’uomo davanti a se, notò anche gli abiti formali dell’altro e riuscì a percepire la dolce colonia che portava. Però non osava guardarlo direttamente in viso od ancora peggio leggere il suo nome.

“Kami-sama...”

“Mikami, hai seguito le istruzioni che ti ho dato?”

“Ovviamente, Kami-sama!”

“Bene, allora seguimi.”

Senza dire una parola e vagamente confuso, Teru seguì l’uomo, e finalmente si decise a leggere il suo nome. Light Yagami. Ripetè nella sua mente il nome molte volte, lentamente e prestando attenzione ad ogni lettera, come fosse qualcosa di prezioso. Kira. Dio. Light Yagami.

“Sali in auto.”

Teru fu sorpreso da quello che gli era appena stato detto. Salire in auto? Dove dovevano andare? Ma mentre si poneva quelle domande aveva già fatto quello che gli era stato detto. In un attimo si stavano muovendo ed erano in strada, ma non aveva ancora il coraggio di guardare direttamente il suo Dio.

“Spero tu non avessi altri piani per stasera.”

“Ah? No, no! Non si preoccupi, Kami-sama!”

“Non chiamarmi così ora, altrimenti Misa potrebbe insospettirsi. Per stasera puoi chiamarmi semplicemente Yagami, o Light se lo desideri.”

Kira gli dava il permesso di chiamarlo con il suo vero nome? Questo doveva essere un sogno! Non c’era nessuna possibilità che il grande Kira si disturbasse ad incontrarlo di persona, gli permettesse di salire sulla sua auto e gli concedesse perfino di chiamarlo per nome! Era sicuramente tutto un sogno... però...

“Kami-sa- L...Light-san, chi è Misa?”

“Mh? Misa è la mia ragazza”

Teru non riuscì a trattenersi dal fare un’espressione sorpresa, e Light accorgendosene sorrise.

“Misa Amane, è una idol piuttosto famosa. Conviviamo ormai da qualche anno. Aveva il tuo stesso compito prima che il pericolo di essere scoperti diventasse troppo grande. Il Death Note in tuo possesso era suo.”

“Comprendo...”

“Comunque non siamo qui per parlare di questo, oggi. Ho detto a Misa che sei un amico che ho conosciuto sul lavoro. Lei non ha memoria nè del Death Note nè di avvenimenti a lui legati, tu sei semplicemente un buon amico che ho invitato a cena.”

A sentire questo il cuore di Teru accellerò all’improvviso. Cena? A casa del grande Kira? Sicuramente un sogno. Ma nemmeno in sogno avrebbe mai osato sperare in qualcosa del genere. Incontrare il suo Dio e poter trascorrere del tempo con lui... finalmente si decise a voltarsi ed osservalo. Light Yagami sembrava un uomo molto giovane, ma aveva l’aria saggia e severa, i suoi capelli erano tagliati perfettamente, gli abiti non avevano una piega, e perfino le sue unghie erano curate.

All’improvviso l’auto si fermò.

“Siamo arrivati, ricordati di comportarti in modo adeguato.”

“Non si preoccupi, Yagami-san.”

“Non darmi del lei, altrimenti non sembra credibile.”

“M... Ma, Kami-sama...”

“Osi disobbedire ai miei ordini?”

“Assolutamente no!” Teru sembrava terrorizzato alla sola idea “Light-kun?”

“Così va bene, ora entriamo.” Disse Light sorridendo.

Mentre saliva le scale dell’impressionante complesso condominiale, nella testa di Teru Mikami scorrevano mille domande, dubbi, idee. Non riusciva a liberare la mente dai tutti quei pensieri. Prima di lui c’era stato qualcun’altro con il suo stesso compito? E cosa intendeva Kira con “pericolo”? Cos’era stato in pericolo? Essere scoperti come Kira? La vita di Misa Amane? Oppure la loro relazione? Teru sentì una fitta di gelosia al cuore, Dio amava così tanto questa ragazza da sacrificare un potere così grande pur di salvarla? Ma aveva scelto lui, Teru Mikami, come suo successore. Doveva esserne felice, orgoglioso, e poi non era certo compito suo discutere le decisioni del grande Kira.

Ma perché questa gelosia? La risposta era facile, e l’uomo lo sapeva. Perché lui voleva essere il primo, l’unico, nel cuore del suo Dio. Il giorno in cui aveva ricevuto il Quaderno, in cui le sue preghiere erano state finalmente ascoltate, si era illuso di essere importante. Importante per Dio. Importante per Kira. Ed ora, importante per Light Yagami. Teru non era familiare con questi sentimenti, aveva trascorso una vita solitaria, fatta di studio e poi di lavoro, nessun contatto con il mondo che non fosse strettamente necessario. Se non fosse che si riteneva una persona al di sopra di certi futili sentimenti, Teru avrebbe pensato di essersi preso una cotta per Light Yagami.

Light si fermò davanti ad un appartamento e suonò il campanello, in un paio di secondi la porta si spalancò e una ragazza bionda letterlamente si lanciò addosso a lui abbracciandolo.

“Light! Finalmente siete arrivati! La cena è pronta!” senza staccarsi dall’uomo si voltò verso Teru “Tu devi essere Teru! Piacere, Misa Misa è molto felice di conoscerti finalmente! Light parla sempre molto di te!”

Il cuore di Teru saltò un battito, Kira parlava di lui?

“Entrate, entrate! Mettetevi comodi mentre servo la cena!”

Light e Teru entrarono nell’appartamento e dopo aver tolto le giacche si sedettero a tavola. Light sembrava molto rilassato e pronto a gustarsi il pasto, mentre Teru era nervoso, anche se cercava di nasconderlo. Tutte quelle emozioni in una sola serata non avrebbero di certo fatto bene alla sua salute.

Fortunatamente la cena passò senza problemi ed in modo piuttosto piacevole. Misa si occupò di mantenere viva la conversazione e di servire le pietanze, mentre Light serviva vino e sorrideva amabilmente.

“E quella presentatrice non voleva lasciar Misa finire il suo discorso, allora ho...”

“Gradisci ancora un po’ di vino, Teru-kun?”

Col trascorrere della serata e l’aumentare del vino in circolo, Teru si ritrovò a fissare Light sempre più spesso, osservando il modo in cui inclinava la bottiglia, il modo in cui rideva alle battute di Misa, in modo in cui le sue labbra si muovevano quando parlava. Ormai nel suo mondo non esisteva più nulla, se non Light Yagami e la sua dolce voce, una melodia che aveva perso ogni significato mentre beveva ancora un bicchiere di vino.

“Misa ora va a prendere il dolce! Anche quello l’ho preparato io con le mie dolci mani, spero che lo apprezzerai Teru-tan!”

Quando la ragazza scomparve in cucina e Light si alzò in piedi per sgranchirsi le gambe, Teru, senza riuscire nemmeno più a controllare le sue azioni, si alzò ed avvicinò all’altro uomo.

“Light-kun... Kami-sama...”

Light non fece in tempo a dire nulla, ritrovandosi contro il muro, mentre Teru lo teneva fermo saldamente stringendogli le spalle. In fondo andare in palestra ogni settimana a qualcosa era servito. Teru fissò il suo Dio negli occhi, ormai aveva perso la testa, e nemmeno volendo sarebbe riuscito a fermarsi, e lentamente si avvicinò a lui. Riusciva a sentire l’odore dell’alcol e il profumo della colonia che si mescolavano, dandogli ancora di più alla testa. Perché Kira non cercava di liberarsi da quella stretta? Ah... non era certo il momento di farsi delle domande ora.

Teru eliminò la distanza che lo separava da Light in un ultimo movimento, premendo le sue labbra contro quelle dell’altro uomo. Altro uomo che sembrava più che disposto ad accettare le attenzioni ricevute. E in un attimo il cervello di Teru si spense del tutto. Stava baciando Light Yagami! Kira, il suo Dio! Si ritrasse all’improvviso sconvolto, più lucido che mai.

“Kami-samamidispiace! Iononvolevo!” lasciando andare Light, Teru si inchinò profondamente e continuò a ripetere scuse all’infinito, finchè non sentì una mano sulla sua guancia e l’altro uomo sussurrargli all’orecchio.

“Direi che questo conta come regalo di compleanno, mh? Che ne dici, Teru-tan?”

Teru alzò lo sguardò, ancora in shock.

“Kami-sama, lei sapeva...”

“Come potrei dimenticarmi del compleanno del mio complice più fidato? Buon compleanno, Teru.”

E con un sorisso si sedette nuovamente a tavola, mentre Misa ritornava portando con se una torta.

“Teru-tan, vieni qui! Devi essere tu a tagliare la torta! In fondo è il tuo compleanno, no?”

Quella notte, disteso sul suo letto fissando il cielo attraverso la finestra lasciata aperta, Teru Mikami pensò che forse, per una volta, il giorno del suo compleanno non era stato così male.

  
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