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Autore: ten12    20/04/2017    2 recensioni
Laurence è un uomo dalla mentalità pratica e cinica. Caryll è uno studioso fragile ma risoluto. Micolash è un manipolatore viscido ma geniale. Cos'hanno in comune? Hanno studiato tutti a Byrgenwerth e, ad un certo punto della loro storia, sono tutti incappati in qualcosa che era meglio lasciare lì dov'era.
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Laurence
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'La caduta di Yharnam'
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Capitolo primo

Le radici, vecchie e morte, si ruppero. Raggi di luce passarono attraverso le fessure nella porta "Tira!" "Non si rompono!" "Tu tira!" "È INUTILE!" "Non strillate! Ci sentono!" Sibilò uno dei tre "Tiraaaaa!" "No. Basta" i passi del terzo si fecero più vicini alla porta "Levatevi! E controllate i corridoi!" Una violenta spallata fece vibrare la porta. Del terriccio cadde dal soffitto ed alcune radici si ruppero con uno schiocco. La seconda spallata fece partire uno dei tre cardini. Altri detriti caddero dal soffitto e dalle pareti circostanti la porta. La terza spallata, più violenta delle precedenti scardinò e ruppe la porta lasciando la parte inferiore a penzolare dal cardine più basso. La luce della lanterna illuminò la sala che avevano davanti. L'aria antica eoni uscì investendo i tre con un miasma di muffa e marcio. Quello che aveva sfondato la porta si fece avanti deciso. In testa portava un cappello da cacciatore. Davanti ai tre si allungava una sala rettangolare semibuia, divisa in tre corsie da due file di colonne. Torce accese erano attaccate ogni tre paia di colonne. Il primo avanzò seguito dagli altri due. I loro passi, cauti, rimbombarono per tutta la sala. Il cacciatore intravide due svolte alla stessa altezza "La forma è a croce come le precedenti" disse sussurrando. I suoi due accompagnatori erano l'uno l'opposto dell'altro. Il più basso, sul metro e settanta, era biondo chiaro con occhi giallo caldo ed un naso a patata. Si muoveva in modo maldestro ed impaurito. Il più alto, sul metro ed ottanta, aveva capelli corvini ed occhi spiritati di un marrone scurissimo, quasi neri, ed un naso aquilino che rendeva il volto già magro ancor più smunto. Diversamente dalla sua controparte si spostava in modo silenzioso, felpato, nervoso ma non offuscato dalla paura e con un andatura armoniosa, ed un po' viscida. Il cacciatore stringeva tra le mani un' arma. Era una spada. Un' arma piuttosto inusuale, in particolare a causa del bagliore azzurro che emetteva. Gli altri si erano attrezzati con armi di convenienza: un candelabro per il biondo ed una spranga di metallo per il corvino. L'antica spada vibrò nella mano del proprietario. I tratti del volto del cacciatore si inasprirono in una smorfia di preoccupazione "Qui c'è qualcosa" "Possiamo tornare indietro" disse il biondo spaventato. Il suo opposto corvino lo guardò con superiorità "E poi che facciamo: preghiamo?" Il più basso non apprezzò la frecciatina "Perché devi prendermi in giro! Proprio ora poi!" Le parole, urlate, rimbombarono per tutta la sala. Il cacciatore si girò lentamente verso i due accompagnatori con uno sguardo di odio e furia, poi senti dei passi più avanti. Si bloccarono tutti e tre, terrorizzati. Altri passi. Una nota metallica raggiunse le loro orecchie. Il cacciatore respinse la paura ed afferrò i due spostandoli di peso verso la colonna alla loro destra. Il più basso dei tre si mise a pregare sommessamente. Gli altri due iniziarono a fissarlo. il cacciatore tornò a concentrasi pragmaticamente sulla situazione "Tu sei un imbecille completo!" Sibilò lo studente corvino "Lasciami in pace Micolash" "In pace?!Ci hai fatto assassinare e ora preghi! Preghi quelli che ci stanno per far ammazzare!" "Non osare parlare così dei Grandi Esseri!" Il cacciatore li ignorò entrambi e sbirciò oltre il lato della colonna "Lo sai cosa c'è di grande in loro! Solo l'ego! Ci fanno uccidere per divertimento! Credono di essere superiori a noi!" Una figura sottile ed alta più di due metri si avvicinava a passi lenti e calmi verso di loro. Era ancora lontana "Tu preghi dei assassini e blasfemi!" L'altro lo afferrò per il bavero "Non osare! Ci hanno dato tutto! Se non fosse per il sangue io non sarei qui!" Micolash lo fissò negli occhi con uno sguardo divertito e menefreghista "Se non fosse per il sangue molta più gente sarebbe viva e noi non rischieremmo l'osso del collo qui sotto. La tua vita era sacrificabile onestamente" lo studente biondo perse le staffe. Senza pensare e seppellendo la paura sotto uno slancio cieco sferrò un cazzottò con la mano sinistra. Micolash, sorpreso, sentì l'impatto sullo zigomo accompagnato da un dolore mediocre. Il cacciatore si voltò verso di loro. Lo studente, con la mano destra attaccata al bavero del suo compagno, cominciò a realizzare quello che aveva appena fatto. Micolash mosse la mascella per dissipare il dolore. Il cacciatore li guardò allarmato. I passi alle loro spalle si erano improvvisamente fermati. Lo studente lasciò andare i vestiti "Scusa Micolash...io...io non so che mi sia preso" sussurrò. Micolash lo squadrò da venti centimetri sopra la sua testa. Non rispose. Il cacciatore tornò a concentrarsi pregando che non avvenisse altro. Guardò oltre la colonna. Era uno Pthumeriano, più propriamente un guardiano degli antichi. Si era fermato vicino una torcia. Portava un cappello largo, a punta, impolverato e dai lembi cadenti che copriva parte del volto. Indosso aveva un’armatura di piastre e cotta di maglia, fuse insieme nei punti di giunzione. Guanti e stivali avevano decorazioni intricate a tela di ragno. Il volto, infine, era macabramente coperto da una maschera metallica a forma di teschio, con una mascella, fin troppo vera, appesa al collo e tre paia di occhi fiammeggianti che fissavano astiosamente verso di loro. E lo avevano visto. Il cacciatore si ritrasse il più in fretta che poté. Risentì i passi. Tutti e tre li sentirono, e questa volta erano decisi. I due studenti lo guardarono alla ricerca di un segno. Il cacciatore era sbiancato "Quando ve lo dico correte" Afferrò la spada con due mani e prese un respiro profondo. Chiuse gli occhi. I passi erano veloci, molto veloci "Ora!" Uscì con la lama in alto. Caricò il guardiano. Percepì con la coda dell'occhio il movimento dei due che correvano verso la porta da cui erano entrati. Lì perse di vista. Si concentrò sulla preda e calò la lama. Il guardiano, preso in contropiede, schivò verso destra. Il cacciatore recuperò il peso della lama e la tirò via con se mentre caricava di nuovo con un fendente dal basso. Era ad un passo dal mozzare la testa all'avversario quando il guardiano spazzò l'aria davanti a se con la mano sinistra. Il cacciatore vide fili di fuoco seguire la scia delle vene e arterie sotto l'armatura della creatura. L'aria davanti a lui esplose in fiamme. Perse sconnessamente la presa sull'arma e volò all'indietro. Colpì violentemente il terreno. I polmoni si svuotarono e la vista divenne confusa ed offuscata. Sentì i passi del guardiano sempre più vicini. Iniziò a strisciare carponi all'indietro, troppo frastornato per capire la direzione ma sapendo che era quella opposta ai piedi che avanzavano verso di lui. La vista tornò lentamente. Non era davanti a lui. Si girò pieno di terrore. Vide il guardiano chinarsi, raccoglierla. Fissò la luce lunare proveniente dall'arma riflettersi sugli angoli curvi ed argentei della maschera. I sei occhi rossi passarono dalla lama a lui. Il guardiano aveva capito. Laurence scattò in piedi mosso dal terrore di perdere "la sua guida". Iniziò a correre verso l'avversario "QUELLA È MIAAAAAA!!!!"

   
 
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