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Autore: Noeru    21/04/2017    0 recensioni
Gli piaceva davvero essere stato lì? Non se lo stava chiedendo per la prima volta.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andrew McGregor, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'ultimo eroe alternativo '
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Era passato ormai un mese eppure la notizia del ritrovamento del figlio di Liam Rixton a quindici anni di distanza continuava ad essere discussa anche dai maggiori quotidiani.
"Beh, qualcosa di allegro ci voleva proprio dopo tutte le recenti morti celebri..." L'artista aveva preso parte agli innumerevoli funerali privati avvenuti in quell'anno terribile per la musica che ancora doveva volgere al termine.
"Infatti!" Andrew si stava sistemando la nuova uniforme nera e bordeaux.

Quei colori promettevano bene: era il suo primo giorno nella nuova scuola pubblica di quartiere a Londra.
Non era rinomata come il Worthington, ma l'assenza di  tremendamente scomodi mocassini o cappellini di paglia obbligatori al vecchio istituto prometteva bene.
Si sarebbe impegnato sul serio; riguardando il vecchio sé stesso, sentiva di non meritare né di aver conosciuto Harvey né il ricongiungimento col miglior genitore del mondo.
Lo stesso ragazzo che aveva trattato dei visitatori stranieri arrogantemente e rifiutato di formare una squadra, oltre ad essere fuggito di casa sospendendo il fiato di un'intera nazione fra le più potenti del mondo gettò le braccia al collo di suo padre, schioccandogli un bacio sulla guancia ispida prima di uscire

Aveva attraversato un calvario, rinunciando agli agi e offrendo aiuto a diversi sconosciuti.
Proprio vero le avversità rivelano la vera natura degli uomini.

Fuori di casa diversi compagni e compagne lo guidarono ad una cancellata blu scrostata mentre le domande della preside furono incentrate sulla sua precedente esperienza.
Sfatò con piacere diversi miti e rimase altrettanto di sasso al loro sentirsi inferiori a quell'inferno dove bazzicava la peggior feccia a dispetto dei campi verdeggianti e la facciata priva di scritte.
Credeva lo avrebbero sottoposto a dei test d'ingresso, ma la signora Edwards, consegnato il foglio del regolamento, scrisse il suo nome in fondo ad un elenco ed un bidello lo scortò di fronte alla liscia porta rossa: "Prego!"

Varcò la soglia davanti a diciannove coetanei smarriti nel cazzeggio: "Ragazzi!" Miss Richardson, professoressa di storia e letteratura li richiamò al silenzio.
"James, non si sta col cappello in classe! Da oggi un nuovo studente prenderà parte alle vostre lezioni! Andrew Rixton-Madden!"
Cercò di trattenere un sorriso troppo grande mentre un frettoloso brivido gli percorreva la schiena; doveva ancora abituarsi alla condivisione del cognome col suo più grande idolo in confronto alla quale gli onori della nobiltà valevano zero.
Al cimitero era scoppiato di rimando a piangere, avvertendo tutto l'affetto Liam gli avrebbe donato negli anni precedenti sciogliergli il cuore inaridito dalle mancanze dei Mcgregor.
Aveva ritrovato sé stesso in quell'abbraccio talmente stretto e sincero da sembrare irreale.
Non riusciva a credere stesse appoggiando il mento proprio sulla spalla del suo mito e che le stesse mani artefici della cononna sonora di quegli ultimi mesi gli stessero cingendo la vita intenzionate a non lasciarlo.

Persino il puntiglioso Ralf ogni tanto faceva confusione,  ricordando vicinissimo il giorno in cui il suo amico aveva rotto l'internet.
A sentire Gianni ed Olivier invece pareva fossero passati loro in mezzo ad indigenza, vita di strada  e pericoli annessi, ma il peggio del peggio era costituito dai giorni in tribunale, talmente stressanti padre e figlio avevano condiviso il medesimo letto timorosi Lady Elizabeth e Sir Stuart avrebbero vinto sebbene in torto marcio.

Un bisbigliare ben distinguibile si impadronì dell'aula intera: "Oddio!", "Quello sui giornali!", "Il figlio di Liam dei Liberty", "Davvero è lui?", "Ne parlavano al telegiornale!"
Tutti speravano di averlo come compagno di banco, ma occupò l'ultimo posto, accanto a James-col-cappello, sorpreso fosse stato scelto.
Per tutto l'anno scolastico.
Si ravviò il soffice caschetto marrone scuro: "Mi chiamo James Hodgson" Quel nome piacque allo scozzese, portandolo a scoprire nel tempo libero gli piaceva cantare e suonare i sintetizzatori.
Non era però nel coro della scuola a causa della voce troppo acuta valsagli il nomignolo "James il fr*cetto", più doloroso di "Andrew l'instabile".
Il rosso aveva imparato ad apprezzare ancora di più il pizzico di follia grazie al quale si era avventurato nella delicata ricerca del vero sé stesso.
Oltre la musica James adorava disegnarsi stravaganti abiti che sfoggiava nel quotidiano.

"Perché ti sei messo di fianco a quello?" Gli domandò un corpulento allievo di origine pakistana.
"La madre di James fa la..." Cantilenò un foruncoloso piccoletto rasato a zero.
"è più donna di me!" Fece una ragazza dal fisico sproporzionatamente muscoloso ed il viso truccato nella speranza di apparire più carina
"Lasciatelo in pace!" Il nuovo arrivato decise di conservare le frecce avvelenate per i giorni a venire: "Ti dicono spesso queste oscenità?"
"A volte fanno anche di peggio..." Andrew gli notò solo in quel momento un alone bluastro intorno all'occhio destro e preferì non domandargli oltre, ma ci pensò lo scheletro nell'aula di scienze a spiegargli tutto, col cappello nero a tesa larga calato sul cranio in plastica bianca: "Ad ogni modo né cadrò ai loro piedi né mi feriranno. E non sono abbandonato a me stesso. "

"Sembra comunque meglio qui rispetto al mio vecchio liceo. Posso assicurartelo!" Non c'erano il nepotismo e giochi di potere a cui aveva assistito nel corso della carriera scolastica.
In più al Worthington un ragazzino così piccolo con un'individualità ben definita e i piedi ben saldi a terra non sarebbe sopravvissuto alla giornata di accoglienza.
Raggiunsero in cortile due coetanei sopra ad una panchina sbrecciata: "Lui si chiama Conor Murphy. Sua madre è di Belfast, suo padre di Cork e si sono incontrati a Dublino durante un'insurrezione popolare. Il suo compito è assicurarsi  nessuno abbia insufficienze" Uno studente i cui riccioli rossi ricadevano soffici sul lato sinistro facciale accennò un saluto senza distogliere gli occhi da una profonda lettura.
"Lui invece è Rhys Cadwalader e..." Un biondino steso con le gambe sullo schienale e le braccia incrociate dietro la testa ebbe un fremito.
"Chi va là?!" Fra i suoi disordinati ciuffi paglierini spiccavano due rotonde lenti scure: "E lui chi è?"
"Perdonami, ma devo mettermi in viaggio col Tardis" James mimò una cornetta telefonica: "Qualcuno è rimasto bloccato al 1996!"
"In verità meglio così" Andrew gli tese la mano: "Sono stanco di essere quello-sui-giornali"
"Oddio! Il vero Andrew? In carne ed ossa?!" Rhys si stropicciò gli occhi verde chiaro e sbatté confuso le palpebre: "Posso dirti ciao?"

"è sufficiente non utilizzi il cognome McGregor! Per il resto è già dei nos..." era più forte di James schiudersi completamente le poche volte gli dimostravano benevolenza.
E Andrew era solo il terzo compagno di scuola ad esserglisi avvicinato senza l'intervento dei professori per stupidissime attività in coppia o gruppo.
Aveva conosciuto Conor grazie ad un piovoso ritardo all'età di quattordici anni, parlando fuori dalla segreteria di Oscar Wilde, i suoi favolosi abiti e vita da esteta mentre un anno più tardi alcuni simpaticoni avevano avuto la geniale idea di nascondere il cappello nello zaino di Rhys, regalandogli un piacevole pomeriggio a base di pane all'aglio fatto in casa e audiocassette che necessitavano la penna, ma il biondino conosceva alla perfezione il trucchetto, oltre a padroneggiare la vecchia batteria in mansarda meglio del fratello maggiore.
Strano perché fra i corridoi era noto per conoscere le otto mogli di Enrico sesto e avere più testi di Oasis e Blur che numeri sul quaderno di matematica.

"Sì, sono dei vostri!" Andrew cercò il modo per farli stare tutti e tre in un abbraccio. 
Il graffito sul ponte tappezzato di volantini ritraenti una sua espressione corrucciata, l'odore della nebbia, la colonna sonora di bollitore, citofoni e scalinate della palazzina di Harvey ed il freddo erano ormai ricordi lontani.

Tuttavia il sapore della ribellione mai lo avrebbe dimenticato: acido e amaro, inidoneo a stomaci delicati, ma dalle molteplici proprietà.
   
 
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