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Autore: Paradox    21/04/2017    2 recensioni
«Non ti fa paura?»
«Cosa, chère?»
«Toccarmi».
«Temo più l'idea di non poterlo
mai fare».
Gambit/Rogue ♥
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Raven/Rogue, Remy LeBeau/Gambit
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer » X-Men © Marvel Comics



Martingala ~
[503 parole]
 
La città vista dall'interno del Blackbird sembra una macchia indistinta di luci e colori: un groviglio caotico, eterogeneo, eppure vivo. Qualcosa che va protetto e osservato da lontano, perché non a lei è concesso di toccare quella diversità  è questo quel che pensa Rogue guardando New York dall'alto, e sospira.
«A cosa pensi, chère?»
Un sorriso compare spontaneo sul viso di lei, ancor prima che il braccio di Remy possa raggiungerla ed avvolgerla, protetto dalla stoffa dei loro vestiti. Perfino adesso che è consapevole di non poter nuocergli, Rogue ha paura; ma non si allontana, e gli si stringe appena contro.
«Niente che ti riguardi, Gambit».
Il tono è sarcastico, come sempre. E il cajun non sembra prendersela ma, anzi, la stringe più forte, avvicinando il viso al suo, quanto basta perché sembri che i loro volti si stiano quasi toccando, ma non abbastanza da farsi male. Per qualche attimo, l'unica cosa che rompe il silenzio è un respiro. Uno solo.
«Non ti fa paura?»
«Cosa, chère?» 
«Toccarmi».
«Temo più l'idea di non poterlo mai fare».
Gambit freme, e Rogue riesce sempre a percepirlo, ora più del solito. Il suo sospiro elettrico contro la propria guancia è tutto ciò che gli è consentito, il limite che non può superare; come quel braccio intorno alla sua vita sottile, sempre troppo coperta; come quella mano che le stringe il guanto giallo, nell'illusione che solo ciò possa bastare a colmare l'abisso che si cela tra i loro corpi.
La consapevolezza di non poter toccare la pelle di Rogue è qualcosa con cui è venuto a patti da molto tempo, ma ogni volta fa sempre male. E per un attimo, Remy si chiede se baciarla possa davvero farlo sentire peggio di così. Se valga la pena provare a rompere quella distanza, a toccarla, anche solo per una volta.
«Ti prego,», sobbalza impercettibilmente Rogue quando lo vede avvicinarsi alle sue labbra «non voglio farti del male» gli sussurra intimorita, rigida, eppure ancora immobile.
«Sono un giocatore d'azzardo, non ho paura di rischiare», sembra che anche stavolta Gambit voglia andare fino in fondo, ma la sua voce trema. E Rogue può sentirlo, come ogni volta; sorride e gli accarezza il volto, distanziandosi appena per guardarlo negli occhi.
«Io non gioco d'azzardo, zuccherino», ritrova il tono ironico, ma ancora timoroso, «e non rischieremo, non oggi. Magari la prossima volta».
Non è la forza sovrumana nelle braccia di lei che lo fa desistere e allontanare, ma il tono speranzoso, sottilmente dispiaciuto che cela in sé quella promessa tutto ciò che gli è concesso, tutto ciò a cui può appigliarsi.
«Ci conto, chère».
Tutto ciò che deve bastargli. Una promessa.
Si guardano ancora, in silenzio. La città vibra e si muove sotto i loro piedi, finché non s'ode un'esplosione in lontananza; l'eco distante di una richiesta d'aiuto che gli X-Men non possono ignorare.
«Allora, non vuoi proprio dirmi a cosa stavi pensando, petite?»
«Forse dopo, se ne esci vivo».
Un'altra promessa – una scommessa. Fuori la battaglia è già cominciata.























 
Note a piè di pagina
Ah, l'ironia. È strano come i propri gusti possano cambiare semplicemente guardando il fandom da un altro punto di vista. Ma... forse è meglio che mi spieghi, mi sa che non ci state capendo granché. Dunque, ho sempre amato gli X-Men, è la mia "ambientazione" Marvel preferita, per personaggi e temi trattati. Perché non si tratta di mero dualismo bene-male, i buoni contro i cattivi, ma di un conflitto ben più complesso, con più posizioni e punti di vista (di fatto, ritengo che Magneto non sia del tutto in torto). Fino a pochi giorni fa, la mia conoscenza di questo universo si basava soprattutto sulla saga cinematografica, ed è, perciò, che tempo fa ho scritto una rogan, e che mi son sempre definita una sfegatata shipper Logan/Rogue... ma poi, ecco il cambio del punto di vista: Gli insuperabili X-Men, ossia la prima serie animata degli X-Men, il cartone del '92, per intenderci. Non ero ancora nata quando cominciarono a trasmetterlo, e perciò l'ho recuperato in questi giorni, in streaming. Che piccolo (antiquato) gioiellino. E... ah, Gambit. Flebile comparsa in quella monnezzata di film X-men le origini: Wolverine, qui vero personaggio, vero X-Men, e mia attuale crush. Sono senza speranze, huh. Non ho potuto far a meno di innamorarmi di Gambit e Rogue e di scrivere di loro, perché sono semplicemente stupendi. Questa flash, che in realtà non mi convince molto, si colloca in una missione qualsiasi prima del loro primo bacio, un piccolo momento di tenerezza tra questi due, per quanto possa essercene tra due persone che non possono toccarsi. Per quanto il tema del non-contatto possa essere poco originale, questa fic mi balenava in mente da ore, non potevo NON scriverla. Il titolo della flash, martingala, è una parola che ho scoperto recentemente, che fa capo alla matematica e all'ambito delle scommesse: è un sistema di scommesse che prevede di indovinare più gruppi di risultati legati tra loro per vincere. O almeno, io l'ho capita così XD. Spero che la flash vi piaccia almeno un po', e spero di tornare a scrivere su questi due, oh.
Alla prossima.


 
Aoi ~
  
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