Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    21/04/2017    2 recensioni
Semir e Ben sono tornati ad essere colleghi, dopo l’ultima disavventura che li ha visti ‘uno contro l’altro’. Ben sembra aver anche trovato il vero amore, ma qualcosa di drammatico ed inaspettato sconvolgerà nuovamente le vite dei nostri due protagonisti. E ancora una volta Semir sarà chiamato a salvare il suo giovane socio da un pericoloso individuo che tenterà in ogni modo di eliminarlo.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile, la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Sotto tiro

Il mattino seguente alle prime ore dell’alba Marko Dexter era già nei pressi della casa in riva al lago dove abitava Isaac Heineken.
Con la solita maniacale cura l’uomo estrasse da uno zaino un fucile, lo fissò ad un piccolo cavalletto mettendosi in posizione di tiro.
Si era appostato nello stesso luogo in cui mesi prima uno smemorato Ben aveva visto Semir conversare con il dottore.
“Il posto è adatto” pensò tra sé “Questa collinetta è perfetta, in più sono nascosto dagli alberi, potrò prendere la mira con calma, lo sbirro e la ragazzina non mi vedranno, nemmeno avranno il tempo di capire da dove è partito il colpo, questa volta nessuno avrà scampo”
L’unica incognita era rappresentata da chi dei due suoi obiettivi avrebbe colpito per primo, Dexter voleva che ognuno morisse con il proiettile con inciso il proprio cognome; questo prevedeva la sua folle lucida vendetta.
 
Un paio d’ore dopo l’arrivo di Dexter al lago Isaac Heineken si alzò dal letto e andò in cucina a preparare il caffè.
Alcuni minuti dopo uscì dalla casetta con in mano una tazza fumante e si avvicinò alle sponde del lago.
Adorava quel momento della giornata, lo spettacolo che gli offrivano le montagne che si specchiavano nel lago artificiale era qualcosa di impagabile.
Si alzarono anche Ben e Livyana, la piccola stava abbastanza bene e la febbre si era decisamente abbassata.
“Vedrai che con qualche aerosol e dello sciroppo le passerà anche la tosse” aveva detto Isaac a Ben prima di andare a letto.
Il ragazzo quindi rassicurato dalle parole del medico aveva deciso di fermarsi solo per la notte, il mattino seguente sarebbe ripartito per ritornare a Colonia e proseguire le indagini assieme a Semir.
“Livy” domandò Ben sollevando i cuscini dal divano “Hai visto dove ho messo il giubbotto? Non riesco a trovarlo…mi sembrava di averlo appoggiato qui…dentro ci sono anche le chiavi della Mercedes”
“Ti giuro che non l’ho nascosto per farti restare qui” replicò lei con sguardo da furbetta “Ieri sera sei uscito per prendere un po’ d’aria ricordi? Forse lo hai lasciato sopra l’amaca, se vuoi vado a vedere…” propose la ragazzina.
“Livy lascia perdere esco io, sei ancora convalescente e…” Ben stava per uscire, ma la ragazzina aveva già indossato una felpa e aperto la porta.
“Faccio in un attimo” replicò Livyana uscendo di casa.
 
Marko Dexter se ne stava immobile con l’occhio destro quasi incollato al mirino del suo fucile.
Aveva visto uscire dalla casa il vecchio, ma della ragazzina e dello sbirro per il momento non aveva visto nemmeno l’ombra.
“La Mercedes del poliziotto è ancora ferma nello stesso posto di quando sono arrivato ieri sera” ragionò tra sé “E gli autobus non effettuano corse prima delle sette, sono qui dalle sei, quindi entrambi siete ancora dentro a quella casa. Prima o poi dovrete pur uscire”
Dexter non aveva chiuso occhio quella notte.
Tornato in città nel suo nascondiglio aveva inciso i proiettili, poi l’ansia di eliminare due dei suoi obiettivi aveva contribuito a non permettergli di prendere sonno.
Alla fine decise di avviarsi verso la casa in riva al lago un paio d’ore prima dell’alba, il pensiero che ancora una volta il poliziotto e la bambina potessero sfuggirgli lo faceva impazzire.
Ora la stanchezza si stava impadronendo di lui, ogni tanto chiudeva gli occhi dopo più di due ore di appostamento. Aveva le braccia intorpidite e questo sarebbe stato un serio problema se uno dei due obiettivi fosse uscito dalla casa in quel momento.
Decise quindi di distogliere lo sguardo dal mirino per alcuni secondi, per far riposare un po’ le braccia e gli occhi.
Si stava massaggiando le spalle quando dopo pochi istanti alzando lo sguardo verso la casetta vide uscire la ragazzina.
Velocemente estrasse dalla tasca dei jeans il proiettile con la scritta ‘Karpov’, inserendolo nella canna del fucile. Ora bisognava solo aspettare che la ragazzina retasse immobile per una frazione di secondo al centro del mirino.
“TI ucciderò…il colpo richiamerà lo sbirro, Jager uscirà e questa volta non avrà scampo” e nei suoi occhi apparve un lampo di follia.
Mentre aspettava il momento giusto per sparare Dexter fece alcune considerazioni: prima di tutto il colpo indirizzato alla ragazzina doveva essere preciso e letale. Dopo aver sparato doveva essere velocissimo nell’inserire l’altro proiettile. Il poliziotto avrebbe impiegato qualche secondo per capire cosa era successo alla ragazzina e in quei secondi lui doveva ricaricare il proiettile, mirare e sparare.
 
“Isaac” domandò Livyana uscendo dalla casetta e vedendo il dottore sulle rive del lago “Hai visto il giubbotto di Ben? E’ per caso sopra l’amaca?”
“No” rispose il medico dopo aver dato una furtiva occhiata all’amaca e andandole incontro.
 
“Maledizione, che iella nera” imprecò Dexter, il vecchio si frappose tra lui e il suo obiettivo “Non importa, se vogliamo paragonare la scena ad una specie di eclisse…basterà qualche secondo di attesa”
 
Livyana e Isaac a passi lenti si mossero verso la casa quando dall’uscio uscì Ben con la giacca in mano.
“Ah, ma allora era in casa...poi il vecchio rimbambito sarei io…” sogghignò Isaac che spostandosi lasciò ‘scoperta’ Livyana.
“Avete visto le montagne oggi? Sono un autentico spettacolo” delucidò il medico indicandole con una mano.
Ben fece qualche passo avanti, per ammirare l’anfiteatro naturale che circondava il lago, solo allora scorse un bagliore tra gli alberi del bosco ad un centinaio di metri da loro.
Non si prese nemmeno la briga di avvisare, come un fulmine si avventò su Livyana e Isaac, nel medesimo istante in cui Marko Dexter fece fuoco.
A pochi centimetri dai suoi piedi sul terreno si piantò un proiettile.
I tre si ritrovarono a terra, velocemente Ben estrasse la pistola dalla fondina che fortunatamente aveva appena agganciato alla cintura dei jeans.
“Vi copro, andate dentro…svelti” urlò Ben, ma come non lo sapeva nemmeno lui visto che non capiva bene da dove fosse partito il colpo.
Purtroppo solo Livyana si alzò, Isaac rimase a terra.
“Ben” urlò con tutto il fiato che aveva Livyana “Isaac …non si alza…”
“Corri in casa, a lui penso io, svelta mettiti in salvo” incalzò Ben.
“No…Dio ti prego non farmi questo…non la sua vita in cambio della mia…”e senza tanto pensare alla propria incolumità Ben si accucciò accanto al medico prendendolo per un braccio cercando di portarlo al riparo.
Purtroppo così facendo uscì allo scoperto diventando un facile bersaglio per il killer che non si lasciò scappare l’occasione.
Con una velocità impressionante Dexter ricaricò il fucile e nel mirino comparve la testa di Ben che in piedi cercava di alzare Isaac.
Il medico si alzò per un istante “Ragazzo che fai, sei tu il bersaglio non io, mettiti al sicuro” gli urlò, ma Ben non lo ascoltò.
Isaac ferito ad una gamba mosse alcuni passi, ma ricadde su se stesso, portandosi dietro Ben, che ancora una volta riuscì a evitare un nuovo colpo esploso da Dexter.
Ben sentì come un sibilo passargli vicino all’orecchio, cercò nuovamente di rispondere al fuoco, sparando verso il punto in cui precedentemente aveva visto un bagliore, ma dopo tre colpi si ritrovò la pistola scarica.
“Adesso è proprio finita” pensò tra sé e sé e nel medesimo istante in cui la sua testa formulò quel pensiero udì un altro colpo.
Stranamente accanto a lui non sentì nulla, nessun sibilo, nessun proiettile che si piantava nel terreno ritrovandosi a pensare da dove fosse partito quello sparo e soprattutto dove fosse finito.
“Forza dobbiamo raggiungere la casa” urlò di nuovo Ben ad Isaac dopo aver dato una rapida occhiata alla porta d’ingresso che Livyana aveva lasciato aperta dopo essere entrata.
Di peso alzò il medico e inevitabilmente diresse lo sguardo verso la collinetta, secondo Ben il punto da cui erano partiti i colpi di fucile del killer.
“Ma che???” esclamò sbigottito Ben e dalla collinetta comparve la sagoma familiare di Semir.
 
Alcune ore dopo Ben era al capezzale di Isaac Heineken.
Il vecchio aveva una profonda ferita alla gamba, ma fortunatamente il medico non avrebbe avuto gravi conseguenze.
Nello stesso ospedale era stato ricoverato anche Marko Dexter per ferite d’arma da fuoco una alla gamba ed una alla spalla.
Semir alzatosi di buon mattino aveva deciso di raggiungere il suo socio alla casetta sul lago per avvisarlo dei nuovi sviluppi che aveva avuto l’indagine. Il piccolo ispettore non voleva che Ben facesse ritorno a Colonia e forse solo di persona sarebbe riuscito a persuaderlo nel rimanere nascosto.
E questo suo improvviso arrivo al lago si era rivelato per Ben la sua salvezza.
 
Semir aveva parcheggiato l’auto nello spiazzo vicino alla diga proprio accanto ad un’altra auto.
Scendendo dalla BMW, senza sapere nemmeno lui il perché aveva dato un’occhiata all’interno della vettura scorgendo un borsone che il suo istinto aveva giudicato decisamente sospetto.
Si guardò per un attimo attorno, poi decise di aprire il bagagliaio.
“Ma porca…” le parole gli morirono in gola. Al suo interno il corpo di un uomo senza vestiti.
“Dannazione lui è qui!” imprecò Semir che velocemente si incamminò verso la casa del dottor Heineken per avvisare Ben del pericolo sperando che non fosse troppo tardi.
Stava scollinando quando a diversi metri da lui comparve la sagoma di un uomo con un fucile in mano.
Semir ordinò a Dexter di buttare a terra l’arma e di arrendersi, ma il suo comando non impedì al cecchino di prendere la mira e sparare all’indirizzo di Ben.
Il piccolo ispettore nello stesso istante in cui Dexter sparò esplose un colpo colpendolo ad una gamba, ma questo non impedì al killer di prendere la mira nuovamente e sparare verso il socio.
Semir allora esplose un altro colpo questa volta colpendolo ad una spalla e disarmandolo definitivamente.
 
“Direi che ora siamo pari” esordì il vecchio con voce flebile vedendo Ben seduto su una sedia ai piedi del letto.
Ben abbozzò un leggero sorriso rammentandogli che se non fosse stato per lui sarebbe morto dissanguato o annegato cadendo dal parapetto della diga.
“Dovere” fu l’unica cosa che riuscì a dire il ragazzo “Qui fuori c’è Livyana…voleva salutarla…”
“Certo, falla entrare” replicò bonario il medico.
“Io magari torno più tardi, fuori sicuramente c’è Semir…non ho ancora avuto tempo di ringraziarlo, gli devo la vita” e alzatosi dalla sedia si avviò verso l’uscita.
“Ehi ragazzo” lo fermò sulla soglia Isaac “Mi raccomando, abbi cura di te…sai cosa intendo”
“Certo” fu la risposta di Ben “Ci proverò”
Il ragazzo quindi uscì dalla stanza, incrociando Livyana che invece entrava.
Il giovane ispettore si aspettava di trovare Semir lungo il corridoio, ma lo vide in cortile che stava telefonando. Tra i due ci fu un cenno.
Ben rimasto momentaneamente solo, in attesa che dalla stanza di Isaac uscisse Livyana fece qualche passo lungo il corridoio.
Passò davanti ad una porta che in quel momento si aprì. Dalla stanza uscì un’infermiera che spingeva un carrello. Ben diede una fugace sbirciata all’interno del locale, l’ennesima pugnalata al cuore.
 
Il giovane poliziotto senza essere visto da nessuno entrò nella stanza di Dexter.
Ben si avvicinò all’uomo che giaceva immobile nel letto e nello stesso istante la sua mente gli proiettò accanto l’immagine di Elise cerea e senza vita sul tavolo dell’obitorio.
Dexter sarebbe uscito da quell’ospedale, le sue condizioni di salute non gli avrebbero permesso di vivere a lungo, ma sarebbe morto alla sua ora cosa che per Elise non era accaduto se non fosse stato per quel bastardo che ora  stava davanti a lui.
Lentamente come fosse un automa, forse senza nemmeno rendersene conto Ben sfilò la pistola dalla fondina, le levò la sicura poggiandola sulla fronte di Dexter.
Certamente lo sparo sarebbe stato udito da tutti, ma in quel momento non gli importava nulla, la sua vita era finita nel medesimo istante in cui Elise aveva chiuso gli occhi per sempre tra le sue braccia.
Ma Ben non si decideva a premere il grilletto, la parte più razionale gli urlava che in fondo lui era una persona buona, onesta, dai sani principi morali e soprattutto un poliziotto.
“E i poliziotti sparano solo se costretti” amava ricordagli Livyana.
Ma in quel momento era la parte ‘più umana e meno razionale’ che gli urlava di sparare e di vendicare la morte di Elise.
Improvvisamente la porta dietro alle sue spalle si aprì, doveva sparare adesso, chiunque fosse entrato avrebbe potuto fermarlo e lui non avrebbe avuto ciò che secondo lui meritava Dexter.
“Ben, ti prego, non farlo…” la voce preoccupata di Semir alle sue spalle lo riportò alla realtà.
“Vattene Semir” sibilò il ragazzo senza nemmeno voltarsi.
Semir chiuse la porta.
“Non provare ad avvicinarti” gli intimò Ben.
Semir non si mosse nemmeno vedeva la mano di Ben che tremava, il dito sul grilletto, doveva fermarlo, senza dargli la possibilità di sparare, evitargli di commettere l’errore più grande della sua vita e l’unico modo per farlo desistere era quello di farlo ragionare.
“Ben” continuò con voce calma il piccolo ispettore “Sai benissimo che uccidendo Dexter non riporterai in vita Elise. Lei ha avuto giustizia Dexter non potrà più nuocere a nessuno e poi lei…lei sicuramente non vorrebbe vendetta e soprattutto non vorrebbe che tu finissi nei guai per…”
Ma Ben lo interruppe “Non me ne faccio niente della giustizia, Semir! Io voglio vendetta, questo bastardo mi ha portato via la persona che più amavo. Sull’altare avevo promesso a suo padre che l’avrei protetta per sempre…e invece è stata lei a proteggermi, la mia vita in cambio della sua” la voce di Ben stava diventando sempre più disperata  “Perché questo bastardo deve finire in galera? Che poi viste le condizioni di salute nemmeno ci finirà! Elise è finita sotto terra per mano sua…e per mano mia ci finirà questo assassino!”
“Ben, ti prego…pensa a Livyana, dopo i genitori, dopo Elise…perderà anche te, resterà sola…di nuovo” Semir cercò di farlo ragionare in qualche modo.
“Livyana avrà una nuova famiglia, magari troverà qualcuno migliore di me…e poi ci sarai tu” rimbeccò Ben.
“La mia famiglia non riuscirà mai a sostituirti sappiamo entrambi cosa significhi tu per lei” replicò il piccolo ispettore.
Ma Ben non dava l’impressione di desistere anzi strinse di più la mano sulla pistola, allora Semir tentò l’ultima carta.
“Allora mettila così, se premi quel grilletto io avrò fallito, come padre, come amico e come poliziotto”
“Padre?” Ben restò come scioccato, girandosi verso Semir che fino a quel momento gli dava le spalle.
Il giovane ispettore voltandosi tolse la pistola dalla fronte di Dexter, e ora la teneva lungo il fianco, con la canna rivolta verso il pavimento.
Semir lentamente, si avvinò a Ben.
“Sì hai capito bene, ho detto padre, perché posso dirlo e sono sincero, tu Ben per me sei come un figlio” e avvicinandosi gli mise una mano sulla spalla e con l’altra gli levò la pistola dalla mano.
Ben lo lasciò fare, il volto era simile ad una maschera di dolore e le guance erano rigate da incessanti lacrime. 
“Tu non sei come lui” continuò Semir indicando con un’occhiata Dexter che continuava a dormire inconsapevole di aver rischiato di morire prima del tempo “ Lo sai tu, lo so io e lo sapeva anche Elise”
“Mi manca Semir, mi manca da morire”
Ben si lasciò andare ad un pianto inconsolabile e Semir gli offrì una spalla su cui piangere.
“Lo so Ben, ma devi cercare di andare avanti, lo vorrebbe anche Elise. Io ti aiuterò…tutta la famiglia ti aiuterà, sai che noi ci saremo sempre”
 
Dopo una decina di minuti e dopo che Ben ebbe sfogato tutto il suo dolore con Semir uscì dalla stanza.
I due ispettori erano ora pronti ad affrontare un nuovo inizio.
Insieme.
Come amici, come colleghi e come fossero padre e figlio.
 
Alcuni giorni dopo Semir accompagnò Ben al cimitero.
Amata sposa, figlia e sorella’ recitava la scritta sulla lapide, Elise nella foto era bellissima, sorridente nel giorno del suo matrimonio.
Ben le aveva portato dei fiori e ora si apprestava a prendere servizio di nuovo a fianco del suo amico Semir, che stava qualche passo dietro a lui.
“Arrivederci amore” sussurrò Ben toccando la foto, poi prima di voltarsi ed uscire dal cimitero si asciugò una lacrima che non era riuscito a trattenere.
Mentre si incamminavano verso l’uscita percorrendo il viale di cipressi Ben si confidò con Semir.
“Sai socio, non ti ho mai ringraziato…grazie di avermi fermato…Elise non avrebbe voluto che io la vendicassi in quel modo. E comunque sai qual è la cosa buffa? Se anche avessi avuto la forza, il coraggio di premere quel grilletto…” ma fu interrotto da Semir.
“Avresti avuto la pistola completamente scarica” concluse lui abbozzando un lieve sorriso.
“E tu come lo sai?” replicò il socio.
“Quando te l’ho tolta dalle mani…troppo leggera…sai ho una certa esperienza”
 
Mentre Ben e Semir riprendevano servizio, nella stanza dove era ancora ricoverato Dexter un giovane difensore d’ufficio lo stava interrogando.
Più di una volta l’avvocato, ancora molto inesperto si era sventolato con una cartellina ascoltando i particolare a dir poco agghiaccianti del racconto dell’uomo.
Il giovane non aveva visto in Dexter nessun rammarico, anzi quando gli disse di aver spezzato il collo con estrema semplicità a due persone, il funzionario a stento riuscì a trattenere la nausea.
“Le daranno l’ergastolo” lo informò alla fine l’avvocato.
“Non penso proprio” rispose con un diabolico sorriso Dexter “Sono un malato terminale, non mi rinchiuderanno…semmai potrei andare da qualche psicologo, ma che vuole che serva…”
E di questo, Dexter purtroppo aveva ragione, non avrebbe trascorso gli ultimi mesi di vita in un carcere di massima sicurezza.
L’avvocato stava uscendo dalla stanza quando gli venne in mente un strano particolare letto nei rapporti della scientifica e della polizia autostradale.
“Mi tolga una curiosità”
“Mi dica” replicò sornione Dexter.
“Come mai ha colorato un proiettile di rosso?” chiese il legale.
“Ah…quello…” replicò quasi compiaciuto Dexter “E’ per Grimilde, quando scoprirò la sua identità”
“Grimilde?” rispose aggottando la fronte il legale “Ha intenzione di eliminare la strega di Biancaneve? E’ per quello che è rosso…come la mela? Scusi, ma lei è davvero matto da legare!”
“Lei ha letto ‘Misery non deve morire?” chiese arrogante Dexter.
“Mi sta dicendo che è sua intenzione uccidere Stephen King?” e a stento l’avvocato cercò di frenare una sonora risata.
“Non proprio, ma c’è una specie di scrittrice, sul web ci sono dei siti in cui ognuno può pubblicare storie”
“Arrivi al sodo Dexter!” il legale si stava preoccupando.
“Questa autrice ha ucciso un protagonista…così facendo ha messo fine alla serie, niente più storielle, niente per cui valga la pena vivere” Dexter divenne serio.
“Sta dicendo che se questa autrice avesse proseguito con la serie o storielle come le chiama lei, non si sarebbe vendicato di nessuno?” il procuratore restò a dir poco allibito “Lei è davvero matto!”
Pochi istanti dopo tutti gli allarmi dei monitor a cui era attaccato Dexter cominciarono a suonare, forse per lui era arrivato il momento di dire addio al mondo.

FINE.
 
Angolino musicale: Ed eccoci arrivati alla fine; come sempre voglio ringraziare tutti i lettori e coloro che hanno inserito la storia in una delle liste.
Un ringraziamento speciale va ai recensori: Furia, Summer e Claddaghring (spero di avere presto tue notizie…) e ovviamente alla mia mitica Beta Maty.
Vi lascio con un arrivederci, alla prossima ‘puntata’…
Un abbraccio forte.
ChiaraBJ.

Alok, Bruno Martini feat. Zeeba ‘Hear Me Now’ (ora riesci a sentirmi)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=JVpTp8IHdEg
Se ora riesci a sentirmi So che diventerai più forte Quando diventerai vecchio Non alzare le spalle e basta Le cose non sono semplici Ora credi in me Le luci ti guideranno Se ora riesci a sentirmi Tutte le paure svaniranno Se ora riesci a sentirmi Lascia stare le scuse Fai parlare la tua testa Non lasciar correre Non hai sempre ragione Le cose non sono semplici Ora credi in me Non imparare a tue spese Lascia che ti mostri come fare Le luci ti guideranno
  
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