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Autore: De_drums    22/04/2017    1 recensioni
[AU liberamente ispirata alla 1x21 di The O.C ed alcune dinamiche del telefilm; Sugamon/Namjin!]
Namjoon era grato: a sé stesso, prima di tutto, per non aver mai perso le speranze; a Yoongi, che aveva capito e l’aveva lasciato andare per la sua strada, con tutte le conseguenze che ciò comportava; e a Seokjin, per aver smesso di comportarsi da stronzo ed averci provato.
Quella giornata era stata un casino, piena di lacrime e pensieri confusi, eppure Namjoon aveva capito tante cose, in quelle due ore – che non tutti rimangono per sempre, che i rapporti cambiano, che per una persona che se ne va ce n'è un'altra che resta e rende tutto un po' più facile.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Yoongi sta per partire perché l'ho rifiutato, hyung, cosa dovrei fare?”
Casa Kim, tre del pomeriggio, la stessa situazione che si ripeteva da giorni: Namjoon in preda ai sensi di colpa, Seokjin sull'orlo di una crisi di nervi e con la voglia di prendere a schiaffi il proprio fidanzato per farlo rinsavire, Hoseok e Jimin che avrebbero solo voluto godersi un pomeriggio in compagnia dei propri amici, invece che passare le ore tra crisi esistenziali e discussioni.
“Hai pensato che forse non sei tu, il problema? Potrebbe semplicemente aver bisogno di cambiare aria, dopotutto anche a te questo quartiere sta stretto e hai sempre voluto andartene”
“È quello che mi ha detto” ammise Namjoon, camminando avanti e indietro per il salotto. “Ma so che non è la verità, è stata una decisione troppo improvvisa -me lo sento, Jinnie, c'è qualcos'altro”
Seokjin sbuffò, arrendendosi. “Va bene, come ti pare. Hai provato a chiederglielo?”
“Sì, ed ogni volta mi ha risposto nello stesso modo: ho bisogno di stare da solo, voglio rivedere mia nonna, Seoul è troppo caotica”, alzò gli occhi al cielo, infastidito. “Come se potessi credergli!”
“E io che pensavo di essere egocentrico” borbottò il più grande. “Non devi essere per forza tu la causa del suo trasferimento, Joonie!”
“Invece è così, è palese e non capisco perché non voglia dirmelo”
Seokjin si lasciò andare ad un sospiro infastidito - amava Namjoon, lo amava davvero, ma nelle ultime settimane era stato così irritante e insopportabile che gli era quasi venuta voglia di lasciarlo. Quasi, perché in realtà non aveva alcun motivo di farlo.
Stavano insieme da relativamente poco, ma si conoscevano -se così si poteva dire- da una vita; Namjoon aveva passato gli anni a cercare di attirare la sua attenzione e Seokjin non vi aveva mai dato peso, ignorandolo.
Poi era arrivato Yoongi - no, in realtà non era arrivato, c'era sempre stato.
Come compagno di giochi quando erano piccoli, come migliore amico, confidente quando erano cresciuti ed avevano affrontato le prime cotte e i primi rifiuti. Aveva sopportato tutti gli anni persi da Namjoon per andare dietro a Seokjin, l'aveva consolato quando si era reso tristemente conto che il ragazzo dei suoi sogni non l'avrebbe mai considerato, o quando veniva preso in giro a scuola.
Era stato la sua costante, non importava cosa succedesse attorno a loro.
Si erano messi insieme e sembravano felici, cosa che a Seokjin non era andata giù; proprio quando aveva deciso di dargli una chance, Yoongi si era messo in mezzo, rovinando tutto.
Era riuscito comunque a diventare amico di Namjoon, in un modo o nell’altro, mettendo da parte i pregiudizi e cercando di conoscerlo meglio. Aveva scoperto che, nonostante fossero agli antipodi, stranamente funzionavano – Namjoon non era certo un tipo da feste, era sbadato, non riusciva a socializzare facilmente.
Eppure, era riuscito a fargli apprezzare la bellezza di un sabato pomeriggio passato a casa, di un fumetto, di una giornata in studio in registrazione nella speranza di tirare fuori un testo decente. Due realtà completamente opposte che erano entrate in contatto trovando, contro ogni aspettativa, punti in comune su cui costruire un rapporto.
Più tempo passavano insieme e più Seokjin si rendeva conto che Namjoon gli piaceva, chiedendosi anche perché fosse stato così stupido da non degnarlo nemmeno di un'occhiata. Non che potesse farci molto, comunque, perché il “problema Yoongi” rimaneva – aveva allora deciso di prenderla come una sorta di sfida personale, lasciando che fosse Namjoon a decidere tra loro due.
Sapeva di avere una possibilità, aveva notato il modo in cui il più piccolo lo guardasse o si imbarazzasse quando osava fargli un complimento.
Era abbastanza egoista, se ne rendeva conto, ma dopotutto non stava facendo niente di sbagliato – mica aveva detto loro di lasciarsi!
Di contro, da quando aveva avuto l'opportunità di conoscere meglio Seokjin, Namjoon si era reso conto di quanto lui e Yoongi fossero simili e spaventosamente abitudinari: se tutto ciò aveva contribuito a creare le basi della loro amicizia e, inizialmente, a far sì che funzionassero come coppia, ad un certo punto era diventato quasi una costrizione, un limite. Ancora prima che Seokjin si interessasse a lui, Namjoon aveva più volte pensato di interrompere quella storia e limitarsi ad essere solo amici; non aveva mai trovato il coraggio, però, soprattutto vedendo quanto Yoongi fosse felice, complice il fatto che gli avesse confessato di essere innamorato di lui da anni.
Non era riuscito a parlargli e a spiegargli come si sentiva fino a quando Seokjin non gli aveva chiesto un appuntamento e Yoongi, capendo come stavano davvero le cose, non lo aveva costretto ad una chiacchierata lunga ore, in cui finalmente Namjoon aveva confessato come si sentiva.
Si erano lasciati, Seokjin e Namjoon si erano messi insieme e tutto era sembrato procedere per il meglio, fino al giorno in cui Yoongi aveva lanciato la notizia bomba: se ne sarebbe andato. Destinazione Daegu, la sua città natale, dove sua nonna viveva e che era decisamente un altro mondo rispetto a Seoul.
Da lì era iniziato il dramma, perché Namjoon era pienamente convinto di essere il motivo di quella dipartita e semplicemente non poteva accettarlo, Yoongi era pur sempre il suo migliore amico e non voleva che le cose tra loro restassero in sospeso.
Seokjin aveva riconosciuto -senza troppo entusiasmo, continuava a stargli ben poco simpatico- l’importanza che Yoongi aveva nella vita di Namjoon e aveva cercato di aiutare il proprio ragazzo come poteva o almeno di farlo ragionare; poteva avere un ruolo importante in quella decisione, se ne rendeva conto anche lui, ma sicuramente non era l’unica ragione per cui Yoongi aveva deciso di abbandonare Seoul.
Il punto era che Namjoon sembrava non volerlo capire, fermo com'era sulle sue posizioni. E Seokjin iniziava ad averne abbastanza, di quella storia.
Stava per ribattere all’ennesima idiozia quando Hoseok ruppe il silenzio con un educatissimo “Jiminnie, porca puttana, stai attento!”
Seokjin sobbalzò sul divano e Namjoon respirò a fondo, spaventato da quell’urlo improvviso.
“Scusa, hyung, non volevo!” strillò il più piccolo, mortificato, correndo a prendere dei tovaglioli di carta nel tentativo di arginare il danno e salvare i vestiti del rapper.
“Dio, che casino” borbottò Hoseok, sfilando la giacca e constatando la macchia che si stava irrimediabilmente espandendo sul davanti. A contatto con la sedia sulla quale era stata adagiata non troppo delicatamente, qualcosa provocò un rumore sordo, ricordando al suo proprietario di non aver svuotato le tasche. La riprese, frugando tra la stoffa, e ne estrasse una chiavetta usb; si ricordò improvvisamente del perché la avesse, ed assunse un'espressione colpevole sotto gli sguardi perplessi degli altri.
“Hobi?”
“Io, ecco - Yoongi mi ha dato questa ieri, voleva che la avessi”
“Perché non me l'hai detto prima?” esclamò Namjoon, strappandogliela dalle mani ed inserendola nel portatile.
“Me l'ha praticamente lanciata mentre stavo andando via dallo studio, l'ho messa in tasca e non ci ho più pensato”
Seokjin gli rivolse un'occhiataccia - già il suo fidanzato era emotivamente instabile, ci mancava solo che non potesse avere le ultime parole di Yoongi perché il suo amico era uno smemorato cronico.
“Cosa c'è dentro?”
“Non ne ho idea, è scappato via senza dirmi nulla” scosse la testa, mentre sbirciava alle spalle dell'altro.
“Non funziona” mormorò Namjoon, continuando a schiacciare tasti. “Jimin, proprio oggi dovevi versargli il caffè addosso!?”
“Non l'ho fatto apposta, hyung!”
“Prova di nuovo” lo incoraggiò Seokjin, scrutando lo schermo. “Magari riesci a farla andare e-“
Proprio in quel momento, il dispositivo riprese miracolosamente vita e rivelò, al suo interno, una canzone. Yoongi era un rapper, come loro, e ovviamente non poteva scrivergli una lettera, chiamarlo o parlargli faccia a faccia, come qualunque persona normale avrebbe fatto; no, aveva dovuto registrare un brano e caricarlo sulla cosa più inaffidabile del mondo. Namjoon premette ripetutamente play, sperando che chiunque ci fosse lassù ascoltasse le sue preghiere e desse qualche cenno. L'audio iniziò e si interruppe bruscamente, per poi riprendere qualche secondo più tardi e fermarsi di nuovo, facendo sì che solo qualche parola emergesse da quel casino di suoni creatosi a causa della bevanda calda penetrata nei circuiti.
Jimin abbassò lo sguardo con fare colpevole, nascondendosi appena dietro ad Hoseok. “Mi dispiace tanto, hyung, non era mia intenzione-“
“A che ora parte il treno?”
“Tra quaranta minuti”
Namjoon si passò una mano tra i capelli, pensieroso - se avesse corso a perdifiato, sarebbe arrivato in stazione in dieci minuti e gliene sarebbero rimasti esattamente trenta per trovare Yoongi e parlargli.
“Vai”
“Uh?”
Seokjin lo spinse leggermente verso la porta, prendendo in mano la situazione. “Te ne pentirai per sempre, se non provi perlomeno a fermarlo. Quindi vai, ti aspetterò qui”
“Ti amo” disse semplicemente Namjoon, abbassandosi quel tanto che bastava per stampargli un bacio sulla fronte in segno di ringraziamento.
“Corri!” lo incitò l'altro, facendogli segno di sbrigarsi. Non se lo fece ripetere due volte, afferrando al volo una giacca e precipitandosi fuori. Seokjin rimase a fissare il pavimento per un po', senza proferire parola; poi si infilò la felpa ed uscì, lasciando Hoseok e Jimin a guardarsi, attoniti e non proprio sicuri di cosa stesse succedendo.
 
~~
 
Yoongi guardò con aria assente il tabellone che annunciava le partenze dei treni, pregando disperatamente che quella mezz'ora passasse in fretta. Voleva andarsene da lì, lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare da capo, lontano da tutto ciò che Seoul gli ricordava e, soprattutto, da Namjoon.
Il problema, in realtà, non era tanto il ragazzo stesso quanto la situazione che si era venuta a creare: nonostante la loro amicizia sembrasse non aver subito troppi danni, Yoongi si sentiva diverso. Un po' più solo, ora che Namjoon aveva Seokjin, e privato di una parte importante della propria vita; non serbava rancore nei suoi confronti, aveva sempre saputo che non sarebbe durata e gli era grato per averci provato comunque. Ma sarebbe stato difficile vederlo felice con qualcuno che non fosse lui, continuando a rimuginare, la testa piena di se e ma. Aveva resistito per un po', ma cominciava a sentirsi soffocare ed era consapevole che non avrebbe retto ancora a lungo; era strano vedere il suo migliore amico, non che ex fidanzato, condividere la propria felicità con quello che corrispondeva alla definizione di peggior nemico.
Yoongi aveva odiato Seokjin per anni: infinitamente snob, una compagnia di amici composta dai rampolli delle famiglie più altolocate, la puzza sotto al naso e una bellezza così evidente da essere fastidiosa. Aveva tutte le caratteristiche per risultare antipatico, e Yoongi non aveva fatto eccezione nel valutarlo in questo modo; il suo essere esteticamente perfetto, poi, lo faceva sentire così tanto in difetto da usarlo come scusa per insultarlo, non sapendo a cos'altro aggrapparsi per giustificare la rabbia nei suoi confronti. Alla fin fine non si era mai comportato male con loro, se si escludeva il guardarli con sufficienza -ma quelle occhiate erano riservate alla maggior parte delle persone che incrociavano la sua strada, quindi non potevano essere considerate come un affronto vero e proprio. Nonostante ciò, Seokjin riusciva ad essere anche estremamente popolare (se gli altri lo adulassero solo per tenerselo buono non era dato sapere) e Namjoon, a quanto pare, vedeva qualcosa in lui. Yoongi non aveva mai capito cosa e mai l'avrebbe compreso, dire che fossero agli antipodi era un eufemismo e non si capacitava di come potesse essere così preso.
Un giorno d'autunno, però, Seokjin si era finalmente accorto della loro esistenza, mostrando particolare interesse per Namjoon; era stato improvviso e senza senso, secondo Yoongi, ma da un giorno all'altro i due avevano iniziato a parlare come se si conoscessero da sempre.
Seokjin era venuto a contatto con la natura nerd di Namjoon e lui, di rimando, aveva acquisito un po' di fiducia in se stesso, rendendosi conto che poteva almeno provare a parlare con chi gli sembrava fuori dalla sua portata. Tutto questo mentre stavano insieme e, per quanto a Yoongi facesse piacere saperlo così contento, l'irritazione che provava nel vederli ridere e scherzare e sapere che non era lui il motivo di tanta allegria gli faceva male.
Seokjin, poi, ci stava spudoratamente provando pur sapendo come stavano le cose tra loro, e Yoongi avrebbe solamente voluto spaccargli quel bel faccino che si ritrovava. Anche perché Namjoon, prima o poi, avrebbe ceduto: non si era mai tolto dalla testa Seokjin, nonostante in quel periodo avesse un fidanzato che era anche il suo unico vero amico e la cosa, quindi, avrebbe dovuto funzionare alla perfezione.
Yoongi sapeva che era solo questione di tempo, se Namjoon si fosse ritrovato a scegliere tra loro due era chiaro quale sarebbe stata la sua decisione: da una parte il migliore amico di sempre, di cui in un certo senso si era accontentato, dall'altra un ragazzo bellissimo che aveva iniziato a vederlo sotto un'altra luce, dopo anni di inutili tentativi. Come previsto, Namjoon aveva iniziato a sentirsi sempre più confuso ed indeciso, finché non gli aveva chiaramente detto che non poteva andare avanti, che gli voleva bene da morire ma che Seokjin era ciò che aveva sempre voluto ed ora che ne aveva la possibilità non vi avrebbe rinunciato, voleva se non altro tentare e vedere come sarebbe andata.
Si erano quindi lasciati, all'apparenza in modo pacifico, e Yoongi aveva tentato di fare buon viso a cattivo gioco; per quanto Seokjin non gli piacesse, aveva provato a trattenere le smorfie di disgusto che gli uscivano spontanee ogni volta che li vedeva insieme. Solo perché amava Namjoon.
Ma ormai non poteva più stare a Seoul, doveva cambiare vita, aria, conoscenze, ne aveva bisogno; sarebbe stata dura e avrebbe dovuto lavorare tanto su se stesso –perché la colpa non era di Namjoon, in fin dei conti, il problema era il modo in cui Yoongi viveva quella situazione. Namjoon non aveva fatto nulla, non poteva comandare i propri sentimenti a bacchetta, ed era stato onesto nell’ammetterlo e dirgli che continuare a stare con lui sarebbe stato un errore, una perdita di tempo per entrambi.
Perciò si trovava lì, sul binario, a lasciar vagare i pensieri mentre osservava il via vai di gente che partiva e tornava, nell’attesa che il suo treno arrivasse e lo conducesse alla sua nuova vita.
Era perso con lo sguardo sulle rotaie quando all’improvviso, con i capelli scompigliati e il viso paonazzo per la corsa, Namjoon comparve davanti a lui e si appoggiò al muro lì vicino per riprendere fiato.
H-Hyung, aspetta!”
“Joon? Che ci fai qui?”
“Hoseok mi ha dato la chiavetta” tentò di spiegare, tra uno sbuffo e l’altro. “Solo che Jimin ci ha versato sopra il caffè e l’audio si è completamente rovinato, non sono riuscito a sentire nulla”
Yoongi inarcò un sopracciglio – era convinto che Namjoon avesse già ricevuto la canzone, non che l’avesse avuta pochi minuti prima. “E sei venuto fin qui perché…?”
“Non voglio che te ne vada per colpa mia”
“Cosa?”
“Hai deciso di partire dopo che ti ho detto cosa provavo per Seokjin e ci siamo lasciati, è ovvio che non riesci a sopportare tutto questo e-“
“Frena, Namjoonie, aspetta un attimo” ridacchiò Yoongi, posandogli una mano sul braccio. “Non me ne sto andando per te”
“C-come?”
“Ho sempre saputo che la cotta per quel coglione-“
Hyung!
“-sai che non lo sopporto, scusa. Comunque, sapevo benissimo che non ti sarebbe mai passata, anche se hai provato a stare con me”
Namjoon spalancò gli occhi, incredulo. “Quindi perché hai continuato ad essere il mio fidanzato?”
“Perché ti amavo -lo faccio tutt’ora- ed ero prima di tutto il tuo migliore amico. Nonostante tu non mi abbia mai guardato come guardavi Seokjin, ti volevo bene ed ero disposto ad accettare una relazione di quel genere”
“Yoongi, io- ti amavo davvero, non stavo cercando di usarti come un ripiego nell’attesa che Jinnie mi notasse. Non hai- non ti ho dato questa impressione, vero?” balbettò, temendo la risposta.
L’altro si strinse nelle spalle. “Semplicemente non eravamo fatti per stare insieme”
“Ci ho provato davvero, hyung, è solo che-“
“Lo so, e non ti sto incolpando, mettitelo in quella testa dura che ti ritrovi. Tu non hai fatto niente di male, anzi, ci hai provato quando avresti potuto lasciare il nostro rapporto così com'era sempre stato”
“Funzioniamo meglio come migliori amici, eh?”
“Credo proprio di sì” ammise Yoongi, guardandosi in giro. “Ma chissà, in futuro le cose potrebbero cambiare”
Namjoon sospirò, torturandosi le mani. “Cosa dicevi nella canzone, comunque?”
“N-non è importante, davvero”
Yoongi” lo ammonì, odiava non avere risposte. “Se non ti sbrighi a dirmelo giuro che ti tengo qui fino a farti perdere il treno”
“Ho semplicemente parlato della nostra storia” confessò, le guance tinte di un lieve rossore. “Nulla di speciale, volevo solo buttare tutto fuori”
“Rimarremo amici, vero?”
“Lo spero”
“Farò il possibile” annuì Namjoon, avvertendo le lacrime che tentavano prepotentemente di uscire. “Hyung, devi per forza partire?”
“Lasciami andare. Se mi vuoi bene devi lasciarmi andare, Namjoon, ne ho bisogno”
“Perché?”
“Te l'ho detto, Seoul non fa più per me. Voglio prendermi un po' di tempo per stare solo e pensare, senza stress”
“Tornerai?”
“Non lo so”, Yoongi si strinse nelle spalle, una mano a tormentare la stoffa dello zaino. “Ma starò meglio, te lo prometto”
Namjoon annuì, consapevole che non sarebbe mai riuscito a fargli cambiare idea. “Scrivimi se- sì, insomma, se ti trovi da queste parti”
“Lo farò”
“Giura”
Yoongi sospirò. “Non è colpa tua, Joon, ricordati questo”
“C-ci proverò”
Il più grande sorrise appena e mise un piede sulla scaletta del vagone, bloccandosi però all'improvviso e rigirandosi verso Namjoon. Non pianse -perché Min Yoongi non piangeva mai, men che meno davanti agli altri-, ma se qualcuno l'avesse osservato attentamente avrebbe notato gli occhi lucidi e le labbra tirate, segno che il groppo in gola non voleva andarsene e fosse difficile trattenersi e non cedere all'emotività. Min Yoongi non piangeva, ma era pur sempre umano e aveva dei sentimenti.
Namjoon lo guardò, in attesa di un cenno o di una parola, e lo strinse a sé quando se lo ritrovò tra le braccia, in un gesto che sapeva di fine e al tempo stesso di un nuovo inizio.
“Ti voglio bene, hyung
“Cerca di essere felice con lui, okay?” replicò Yoongi allontanandosi, una pacca sulla spalla e un sorriso triste prima di salire sullo scompartimento e scomparire alla sua vista, senza più guardarsi indietro. Si accasciò sul sedile, permettendosi solo in quel momento di togliere la maschera che aveva messo su nel tentativo di non crollare; infilò le cuffiette e alzò il volume al massimo, sperando che il treno partisse al più presto, portandolo via da lì.
Namjoon, ancora sulla banchina, sentì una mano scivolare nella propria e stringerla: Seokjin era accanto a lui, non avrebbe saputo dire quando fosse arrivato.
“Jinnie?”
“Credevi davvero che ti avrei lasciato da solo?” sorrise Seokjin, senza guardarlo. “Non potevo permetterti di compiere gesti sconsiderati”
“Tipo?”
“Mollarmi qui come un idiota per correre dietro a Yoongi”
“Sai che non l'avrei mai-“
“Lo so, mi fido di te. Ma preferivo esserne sicuro”
“Non butterei tutto all'aria come se niente fosse, non dopo aver lottato così tanto”
“Lieto di sentirlo” disse, compiaciuto. “Allora?”
“Non se ne va per colpa mia”
“Quando imparerai ad ascoltarmi?”
“Non rinfacciarmelo” sbuffò Namjoon, sedendosi su una panchina. “Dice che ha bisogno di stare solo, si sente a disagio qui e preferisce allontanarsi da tutti”
“Tornerà?”
“Non ne è sicuro”
Il treno partì in quel momento, lasciandosi alle spalle la grande stazione di Seoul e proseguendo la propria corsa verso altre destinazioni. Namjoon lo seguì con gli occhi finché non scomparve, poi finalmente crollò e scoppiò a piangere, singhiozzando senza far caso alle occhiate preoccupate che la gente gli rivolgeva.
“Va tutto bene” mormorò Seokjin, abbracciandolo con dolcezza. “Non vi perderete, sono sicuro che si farà sentire”
“T-tu dici?”
“Sì, ci tiene troppo a te, non riuscirà a dimenticarti così facilmente” confermò, accarezzandogli piano la schiena. “E non è così idiota da sparire nel nulla”
“Smetti di dargli dello stupido, hyung” riuscì a mormorare Namjoon, tirando su con il naso. “Come farò senza di lui?”
“Andrai avanti, come hai sempre fatto. Sei troppo testardo, Joonie, come minimo tornerai a casa e gli scriverai per sapere se è arrivato” sbuffò, sistemandogli i capelli. “E poi hai me”
Namjoon singhiozzò ancora più forte nel sentire quelle parole perché, nonostante Yoongi se ne fosse andato, Seokjin sarebbe rimasto. Stretto tra le sue braccia, Namjoon capì una volta per tutte perché con lui avrebbe potuto durare.
Erano decisamente opposti, nel modo di vivere e di pensare, ma questo faceva sì che si completassero a vicenda; le piccole discussioni che ogni tanto avevano servivano solamente a rafforzare il loro rapporto e a mettere dei paletti, così che nessuno dei due superasse mai i limiti. Erano entrambi testardi ma proprio per questo non lasciavano mai correre nulla, parlavano, provavano a risolvere, perché era impensabile che non riuscissero a trovare una soluzione.
Yoongi, invece, gliel’aveva sempre data vinta e, nonostante fosse bello poter fare quello che voleva, Namjoon si era sempre sentito troppo libero. Andava bene quando erano solo amici, ma avrebbe voluto che l’altro si imponesse maggiormente nella loro relazione, che gli dicesse cosa non gli stava bene invece di sopportare tutto.
Con Seokjin aveva invece raggiunto l’equilibrio che aveva sempre cercato, erano abbastanza diversi per non sentirsi l’uno la copia dell'altro ma, al contempo, abbastanza simili per trovare una stabilità.
Namjoon era grato: a sé stesso, prima di tutto, per non aver mai perso le speranze; a Yoongi, che aveva capito e l’aveva lasciato andare per la sua strada, con tutte le conseguenze che ciò comportava; e a Seokjin, per aver smesso di comportarsi da stronzo ed averci provato.
Quella giornata era stata un casino, piena di lacrime e pensieri confusi, eppure Namjoon aveva capito tante cose, in quelle due ore – che non tutti rimangono per sempre, che i rapporti cambiano, che per una persona che se ne va ce n'è un'altra che resta e rende tutto un po' più facile.
Alzò lo sguardo, incontrando gli occhi di Seokjin, e semplicemente rimase lì a fissarlo senza dire una parola.
“Che c'è?” chiese lui, ricambiando il bacio sulla fronte di qualche ora prima.
“Nulla” scosse la testa, arrossendo. “Stavo solo pensando”
“Come se non l’avessi fatto abbastanza! Andiamo a casa, mh?” lo invitò Seokjin, asciugandogli le guance e facendolo alzare. “Per oggi hai avuto fin troppe emozioni”
Namjoon sorrise, lasciandogli un bacio sulle labbra. “Grazie di essere qui”
 

 
Uhm, salve.
Premetto che ho un’ansia tremenda per questa storia, principalmente per due motivi: è un po’ un esperimento, considerato che non ho mai scritto di Nam e Yoongi come coppia, e non mi convince totalmente. Ho deciso di pubblicarla comunque, però, perché a) rileggendola non mi fa così schifo da cestinarla, b) l’avevo plottata, mi era rimasta in testa e volevo togliermi lo sfizio, almeno provarci e c) non esistono Sugamon qui (o sono scema io che non le trovo) e dai, nessuno li shippa, nemmeno come past relationship…? Uhm.
Detto questo, la fan fiction – come ho scritto nell’intro- si ispira a The O.C per alcune dinamiche e, nello specifico, ad una scena della 1x21. L’originale prevedeva una lettera, una scazzottata a bordo piscina con conseguente caduta in acqua e l’inchiostro tutto sbavato, una corsa all’aeroporto e nessuna scena di consolazione (?) dopo la chiacchierata. Ho cercato di riprendere alcuni elementi, soprattutto nei caratteri dei personaggi (Seokjin si rifà chiaramente a Summer nel suo essere snob e popolare, Namjoon a Seth e Yoongi diventa la Anna di turno), tentando però di non far risultare il tutto una brutta copia del telefilm.
 Non so se ci sono riuscita, ho ancora dubbi a riguardo ahaha ma spero di sì, almeno in parte ^^”
Non è sicuramente la cosa migliore che abbia mai scritto, sono la prima a dirlo, ma volevo togliermi questa cosa dalla testa e fare un tentativo!
Ah, mi dispiace che Jimin ed Hoseok compaiano giusto il tempo di dire due battute, ma mi servivano semplicemente per il fatto del caffè. Sorry.
Dopo queste disagiatissime note finali, piene di dubbi che nemmeno Namjoonie in questa storia, direi che è giunto il momento di volare via like a butterflyyy (cit.) ed eclissarmi.
Se volete farmi sapere cosa ne pensate, io sono sempre qui – potete anche lapidarmi e dirmi che vi ho rovinato la ship, non c’è nessun problema lol
De(b)
  
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