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Autore: BowtiesAreCool    22/04/2017    1 recensioni
AU! Gemme Dell'Infinito
Coppie: Phil/Clint - Accenni Steve/Tony - Accenni Thor/Loki
Dal banco dietro Coulson proveniva un sonoro russare: era inconcepibile come un ragazzo dell'età di Anthony Stark potesse avere tanto sonno arretrato, eppure non c'era lezione mattutina che egli trascorresse sveglio, vigile, attento alle parole del professore. Abbandonato sulla superficie costellata di scritte e graffiti, Tony poggiava gli scarmigliati capelli neri sulle braccia coperte di ematomi, chiudeva le palpebre cerchiate di livida insonnia, quindi spalancava la bocca ad un quieto, letargico russare. Persino gli insegnanti avevano perso ogni speranza di vederlo interessato a quel che avevano da dire.
Con un mezzo sorriso, Phil si girò, sistemandosi i capelli castani sulla fronte, gli occhi azzurri posati gentilmente sul viso dell’amico, e lo scosse appena. “Ehi.” Bisbigliò. “Va bene dormire, ma evita di russare, così disturbi tutti.”
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Agente Phil Coulson, Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note Autrici: Ebbene si! Siamo tornate! Purtroppo, causa lavoro/studio/dinamiche familiari e non la correzione delle storie ci prende molto ma molto più tempo. Però ci siamo e continuiamo a scrivere senza sosta quindi non perdete le speranze che prima o poi pubblicheremo tutto (Stiamo attualmente finendo la nostra 73esima storia, ebbene si, 73 e qui ne abbiamo pubblicate appena 22, quindi pensate l'iimane lavoro per correggerle -Visto che alcune sono più di cento pagine!)
Cosa dire di questa storia? Ritroviamo i nostri eroi adolescenti, non tutti, visto che Thor e Loki sono pensati intorno alla trentina d'anni. E, in onore del prossimo Infinity War, abbiamo inserito le Gemme dell'Infinito, ognuna data ad un pg diverso. 
Come al solito la storia è corretta -In realtà conto di finirla per domani!- e conterà una decina di capitoli. 
Aspettiamo sempre i vostri pareri, quindi non esitate a commentare anche con una semplice frase -Come diciamo sempre, i commenti ci fanno andare avanti nello scrivere e nel betare, quindi più commenti vediamo più siamo spronate!

Buona Lettura e alla prossima!


Gosa&Nemeryal



 
Capitolo Uno


 

Dal banco dietro Coulson proveniva un sonoro russare: era inconcepibile come un ragazzo dell'età di Anthony Stark potesse avere tanto sonno arretrato, eppure non c'era lezione mattutina che egli trascorresse sveglio, vigile, attento alle parole del professore. Abbandonato sulla superficie costellata di scritte e graffiti, Tony poggiava gli scarmigliati capelli neri sulle braccia coperte di ematomi, chiudeva le palpebre cerchiate di livida insonnia, quindi spalancava la bocca ad un quieto, letargico russare. Persino gli insegnanti avevano perso ogni speranza di vederlo interessato a quel che avevano da dire.
Con un mezzo sorriso, Phil si girò, sistemandosi i capelli castani sulla fronte, gli occhi azzurri posati gentilmente sul viso dell’amico, e lo scosse appena. “Ehi.” Bisbigliò. “Va bene dormire, ma evita di russare, così disturbi tutti.”
"Mmh---" Fu il mugolio di protesta da parte dell'altro. "È già ora di combattere i cattivi?"
"Shhh." Bisbigliò l’altro. "Ritorna a dormire ma non russare."
Tony sbadigliò e posò la fronte sui polsi incrociati. Sul sopracciglio faceva mostra di sé un taglio abbastanza profondo, ancora arrossato ai bordi.
Il ragazzo sorrise di nuovo, lasciandogli una pacca affettuosa sul braccio e tornando a seguire la lezione di storia, prendendo qualche appunto di tanto in tanto.
Conclusa la lezione, l'insegnante -La professoressa Romanoff- alzò la mano per intimare loro il silenzio. Si alzò dalla cattedra e, con camminata sicura nonostante il tacco incredibile, uscì dall'aula per tornarvi pochi minuti dopo con un ragazzo al seguito. "Gradirei l'attenzione di tutti." Esordì la donna, inarcando poi il sopracciglio rosso scuro. "Anche del signor Stark."
Phil si affrettò subito a scuotere l'amico. "Ehi, sveglia. C'è un ragazzo nuovo."
Grugnendo, Tony sollevò mollemente la testa e storse la bocca. "È uguale a qualunque altro ragazzo nuovo." Borbottò. "Cos'ha di speciale?"
"Salve a tutti." Si stava intanto presentando il nuovo arrivato, che con quegli occhi azzurri e il sorriso da bravo ragazzo sarebbe potuto diventare amico di tutto l'edificio scolastico. "Mi chiamo Steven. E vengo da Brooklyn. È un piacere fare la vostra conoscenza."
Phil osservò il ragazzo e poi si girò verso l'amico. "E' carino. Sembra essere uscito da una rivista di fotomodelli."
Stark, in tutta risposta, inarcò il sopracciglio. "A me sembra uscito da un qualche poster dei Boy Scout." E indicò con un gesto blando i capelli biondi tenuti in una piccola onda sul lato della fronte e la camicia da bravo ragazzo. "Domani porta una mela alla Romanoff, te lo dico io."
L'altro ridacchiò. "Magari è simpatico."
"Sembra avere un’asta di legno al posto del..." Non poté finire la frase che la professoressa Romanoff, col suo udito da pipistrello, si girò a guardarlo. "Grazie per la presentazione, Steven." Disse e i capelli guizzarono fulvi, quando tornò a rivolgere la propria attenzione sul nuovo arrivato. "Siedi pure dove preferisci." Steven annuì e fece un lieve inchino con la testa, finendo poi per sedersi accanto a Coulson.
Phil gli sorrise e subito gli porse la mano. "Philip, ma puoi chiamarmi Phil. E' un piacere conoscerti."
"Piacere mio." La stretta di Steven era forte, sicura. "Chiamami Steve."
L’altro continuò a sorridere. "È un periodo strano questo per trasferirsi."
"Lo so, ma i miei genitori hanno preferito venissi qui. Ci siamo trasferiti e questa scuola è la più vicina a casa."
"Capisco. Vi siete trasferiti per piacere o lavoro?"
"Lavoro."
"Bla bla bla." Li riprese Stark, dando un pizzico alla schiena di Coulson. "Io sto cercando di dormire, qui dietro."
"Ahi." Il ragazzo si girò con una risata. "Scusa tanto se disturbiamo il tuo sonnellino."
"Non dovresti seguire le lezioni?" Domandò Steve -E Stark rispose con una occhiata omicida. "Fatti i fatti tuoi."
"Tony!" Lo riprese l'amico. "Sii più gentile!" Poi si girò verso l'altro. "Non dargli retta, ha un pessimo carattere."
Il nuovo arrivato scrollò le spalle. "Non ti preoccupare. Vorrà dire che mi presenterò di nuovo quando avrà dormito a dovere."
"Sante parole." Fu il commento assonnato di Tony.
L'altro ridacchiò. "Sembra che tu sappia già come trattarlo."
Steve sorrise. Non disse una parola di più, unicamente perché il professor Banner era entrato in classe. Estrasse allora un quaderno rilegato di carta color pulce insieme ad una… Penna stilografica.
Phil fissò il quaderno e la penna sorpreso -Le penne stilografiche non si usavano più da anni, ormai. "Ho una penna in più, se vuoi. Con quella non sei troppo lento?"
"Mh?" Il ragazzo osservò la stilografica, rigirandola tra le dita. "Non ci ho mai fatto caso. Nel senso, non mi è mai sembrato di essere lento."
"Oh... Allora non importa.”
Steve gli sorrise. "Accetto volentieri la proposta della penna." Disse poi, "In effetti, temo di aver dimenticato le cariche di inchiostro a casa."
Il ragazzo annuì e gli passò una penna nera con un tappo rosso. "Se hai bisogno di altro basta che chiedi."
"Ti ringrazio." Forse Steve voleva chiedergli di più in pausa pranzo. Gli fu impedito, però, dalla professoressa Romanoff che, non appena i ragazzi furono usciti dall'aula, fermò Coulson ad appena un passo nel corridoio. "Il preside vorrebbe parlarti." Lo avvisò.
Il ragazzo guardò la professoressa preoccupato. "E' accaduto qualcosa?"
"No. Non ti preoccupare."
Annuì, avvertendo Tony e Steve che si sarebbero rivisti a mensa e salendo fino all'ultimo piano dell'edificio, dove vi era l'ufficio del preside. "Signore? Sono Coulson." Si annunciò con una sonora bussata.
"Entra." Nick Fury, avvolto nel pastrano nero, era girato di spalle. Quando Phil ebbe chiuso la porta, allungò il braccio e con le dita forti schiacciò un piccolo pulsante, nascosto all'interno di un libro sulla Seconda Guerra Mondiale. Un quieto clock annunciò che l'uscio adesso era sigillato ed il frizzare dell'aria assicurò che la stanza era insonorizzata. "Ho visto il combattimento di ieri sera." Disse Fury. "I Chitauri diventano più forti. Stark più debole."
"Non è più debole, solo più stanco." Il ragazzo sospirò appena e andò a sedersi sulla sedia di fronte la scrivania, lasciando la tracolla con i libri scolastici accanto alla sedia. "Non può farcela da solo contro tutti. Mi permetta di aiutarlo in qualche modo."
L'uomo si girò, l'occhio buono fisso in quello di Coulson. L'altro, il destro, era coperto da una benda nera e solcato da cicatrici. "Vuoi intervenire sul campo?"
"Vuole che si faccia ammazzare?" Chiese, in risposta.
"In fondo, la Romanoff ti ho addestrato per questo. Molto bene. La Romanoff ti accompagnerà all'armeria." Fury si sedette, intrecciando le dita davanti al viso. "Dobbiamo far uscire il nemico, Coulson. Stanarlo."
"Ci stiamo provando." L'altro annuì e sorrise. "Tony sta facendo del suo meglio ma non è così facile e comincia a risentire della stanchezza."
"Il nostro nemico lo sta studiando tramite i Chitauri. Non sono soltanto pesci piccoli da schermaglia, sono sentinelle."
Il ragazzo mugugnò pensieroso. "Cosa possiamo fare?" Chiese, infine, intrecciando le dita tra di loro, sulla scrivania.
"Quando sarai sul campo tenta una scansione dei nostri amici col ringhio facile. Non sia mai che ne emerga qualcosa che ci aiuti a capire."
"Mi procurerò l'attrezzatura adatta, allora." Annuì. "C'è altro?"
"Non al momento. Tienimi informato su qualunque cosa."
"Molto bene signore, la ringrazio." Si sollevò dalla sedia e salutò l'uomo con un cenno, uscendo poi dall'ufficio a passo spedito.
 
***
 
"Sei sicuro di voler venire con me, per la ronda?" Tony camminava accanto a Phil, le mani affondate nelle tasche della giacca rossa e lo zaino azzurro che dondolava sulla sua schiena. Stavano tornando a casa e il cielo sfumava lentamente all'approssimarsi della sera. "Sono preoccupato."
"Perché mai?" Phil strinse le dita sulla tracolla nera che portava, dondolando di tanto in tanto il viso. "Non puoi farcela da solo e un po' di aiuto non guasta mai."
"E se non riuscissi a proteggerti?"
"Non devi proteggermi Tony." Gli colpì giocosamente la spalla. "So cavarmela da solo, fidati."
"Come vuoi. Tu sei il Maestro Jedi e io il Padawan." Stark sogghignò. "Sai, in effetti Rogers non è così male."
Phil rise e lo colpì di nuovo."Davvero? Avete parlato molto?"
"Abbastanza. Sai, era tutto solo nel prato che leggeva un libro di Verne... Aveva evidente bisogno di compagnia."
"Evidente." Scosse la testa. "E cosa ti ha detto?"
Tony scrollò le spalle. "Credo di aver parlato solo io, in effetti."
Scoppiò a ridere. "Questo non mi meraviglia!"
"Oh, andiamo! Sai che la mia parlantina fa miracoli all'umore."
"Certo, certo. Ma mi interessa più cosa lui ha detto ha te."
Tony si grattò il mento, gli occhi socchiusi e un quieto "Mh." appeso alla bocca. "Mi ha detto dei libri che gli piacciono. Che ama dipingere. Tutto qui."
"Nessuna informazione personale?"
"'Ora che mi ci fai pensare no. Perché?"
L'altro mugugnò a sua volta, scrollando le spalle e fissando la strada davanti a loro. "Nulla, solo una curiosità."
"La tua curiosità ha sempre un secondo fine."
Rise. "Non questa volta, mi dispiace deluderti."
Tony gli diede un piccolo pugno sulla spalla. "Dai. Ci vediamo alle otto alla piazza davanti al liceo."
"D'accordo." Phil si fermò e guardò l'altro con preoccupazione. "Prova a dormire ancora e mangia, d'accordo? Devi essere in piene forze."
"Non mi fissare come se fossi in punto di morte." Gli disse l'altro. "Sto bene."
"Non è vero, ma farò finta di crederti." Gli lasciò una pacca sulla spalla. "Ci vediamo stasera."
"A stasera, Maestro Coulson."
 
   
 
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