Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Restart    22/04/2017    1 recensioni
Zayn ha appena trentasei anni quando perde tutto: la fidanzata, il successo, i soldi. 
E la sua cosa più preziosa: la voce. 
Sarà compito di Emily rimetterlo in sesto e farlo sentire nuovamente amato. 
Perché loro si sono amati, si amano e continueranno a farlo per sempre.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Harry scostò la tenda color panna e si affacciò alla finestra che dava sul grande giardino. Era una bella giornata. Il sole brillava nel cielo pulito, dove neanche la più debole delle nuvole accennava a sbucare fuori. Se non fosse per tutto il dolore che si portava dietro sarebbe stato felice. Ellen lo era sempre nelle giornate di sole.

In un certo senso Ellen era il suo sole.

E adesso che lei non c'era più, per lui non c'era sole che reggesse il confronto con lei.

Richiuse le tende e si guardò attorno. La stanza, la sua camera da letto era rimasta come l'aveva lasciata lei qualche giorno prima. Ad Harry gli parve così strano e doloroso il fatto che solo tre giorni prima Ellen stesse svuotando l'armadio alla ricerca dell'abito perfetto per il gala a cui erano stati invitati. Solo tre giorni prima.

Il letto era sempre sfatto, alcuni vestiti erano ancora buttati sulle lenzuola sgualcite, un paio di sandali firmati erano stati lasciati ai piedi del letto. Harry poteva ancora sentire la sua presenza nella sua stanza. Se chiudeva gli occhi la vedeva sbuffare perché erano in ritardo e lei non trovava il collier di pietre azzurre che, a detta sua, era l'unico che si abbinasse all'abito che aveva indossato.

In quel momento Thomas entrò nella stanza. Indossava sempre il pigiamino verde coi dinosauri e si stropicciava gli occhi.

"Papà?" La vocina dolce era ancora impregnata di tristezza e malinconia. Harry lo guardò a lungo: Thomas aveva gli stessi occhi di Ellen. Lo sapeva che non poteva essere possibile però era così.

"Dimmi campione" Harry si accucciò sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza.

"Voglio la mamma" piagnucolò il piccolo gettandosi addosso al padre che dal canto suo non sapeva come replicare. Anche a lui mancava. Troppo.

Aveva il cuore lacerato, faceva fatica a respirare e ancora si chiedeva come continuare a vivere. Come andare avanti ogni giorno sapendo che non l'avrebbe più rivista, non avrebbe più sentito la sua voce, la sua risata. Ellen l'aveva abbandonato nel peggiore di tutti i modi. E lui non riusciva a perdonarla per questo. Strinse il corpicino del figlio al suo petto più forte che poté.

"Papà però così mi fai male" bisbigliò Thomas cercando di liberarsi dalla stretta del genitore.

Harry lo osservò ancora.

Thomas sarebbe stato la sua ancora.

"Hai voglia di fare un viaggio?"

*

Quattro anni prima

Harry entrò a corsa nell'ascensore. Un secondo dopo e sarebbe arrivato tardi alla cena con Roxanne, quella psicologa americana con delle cosce da urlo. Sorrise alla ragazza che era in piedi accanto a lui e che gli aveva bloccato la porta dell'ascensore. Era carina, sì, ma niente di che. Viso troppo appuntito, gli occhi scuri e i capelli castani. Aveva un bel nasino, ma forse troppo magra e un pochino insulsa. Inoltre pareva avesse dodici anni.

"Grazie per avermi salvato la vita" la ringraziò porgendole la mano e tirando fuori un sorriso seducente. Lei la strinse arrossendo un po'.

"Ti ho già visto da qualche parte?" chiese lui aggrottando le sopracciglia. Lei annuì dolcemente.

"Al cinema magari" azzardò lei. "Sono un'attrice" sussurrava per paura che le due donne insieme a loro li sentissero. Ad Harry si accese una lampadina.

"Già, già, ora ricordo. Sei Ellen Benjamin, vero?" Lei sorrise. Non sapeva bene perché lo aveva fatto, di solito evitava che la gente che la riconosceva, tantomeno rivelava di sua spontanea volontà la sua identità. Ma c'era qualcosa in quell'uomo che gli ispirava fiducia. Sapeva che poteva fidarsi di lui.

La porta dell'ascensore si aprì e lui sparì, senza che lei se ne accorgesse. Quando si richiuse sentì come un vuoto dentro di sé che non riuscì mai a spiegarsi.

Tre mesi dopo

Ellen bevve un sorso di caffè mentre scrutava il Tamigi scorrere tranquillo. Era primavera inoltrata e la temperatura mite stava arrivando anche a Londra, per fortuna. Zayn sarebbe arrivato con la sera e sicuramente avrebbe avuto lo stesso umore nero di tutte le volte che tornava da casa di sua madre. Lei si stava godendo le ultime ore in solitudine.

"Signorina Benjamin, che piacere rivederla" l'uomo dell'ascensore era davanti a lei. Aveva i capelli più corti e tirati indietro dagli occhiali da sole.

"Piacere mio, signor..?"

"Styles, Harry Styles" rispose subito lui con un sorriso che gli fece nascere due lunghe fossette ai lati della bocca. "Posso sedermi un po' con lei?" chiese lui indicando la sedia. Lei fece cenno di sedersi. Quando furono di fronte lei poté guardare meglio le iridi verdi dell'altro.

"Cosa ci fa qui da sola?" chiese lui rompendo il silenzio che stava diventando imbarazzante.

"Mah, sa, sono sempre circondata da un mucchio di gente, ogni tanto ho bisogno di stare sola" lui annuì meccanicamente.

"E lei? Cosa fa qui?"

"Sai, posso darti del tu?" Ellen annuì e gli fece cenno di continuare. "Sono un chirurgo e il mio pochissimo tempo libero solitamente lo spendo passeggiando per questa zona" accennò un sorriso che lei copiò. In quel momento si sentiva invasa da migliaia di emozioni che non riusciva neanche a spiegarsi. Non ricordava l'ultima volta che si era sentita così. Forse la prima volta che aveva baciato Zayn credendo che fosse l'amore della sua vita. All'epoca aveva appena venticinque anni e era ancora giovane ed ingenua. Ma ora, ora era diverso. Ora ne aveva trentadue di anni, era una donna adulta e non credeva all'amore a prima vista. Non più. Eppure in quell'esatto momento le pareva di avere sedici anni.

"Hai voglia di bere qualcos'altro che non sia caffè?" chiese lui, con una punta di malizia nella voce.

Harry aveva individuato la sua prossima ragazza. Ma in quel momento non poteva sapere che quella domanda avrebbe per sempre cambiato la sua vita.

Quattro mesi dopo

Ellen sentì il telefono squillare proprio un momento prima di entrare nella doccia.

"Ellen?" la voce roca di Harry la fece sorridere.

"Ciao Harry" sussurrò sempre con il sorriso sulle labbra.

"Sei a casa?"

"Sì"

"Sei sola?" Ellen lo fece aspettare qualche secondo prima di rispondergli. Era sola, sì, ma aveva voglia di tenerlo un po' sulle spine.

"Sto facendo la doccia in questo momento".

"Ti aspetto a Piccadilly tra un'ora". Riattaccò ancor prima che lei potesse ribattere. Non c'era altra scelta allora. Doveva andarci.

Un'ora dopo Ellen lo stava aspettando davanti al ristorante di Jamie Oliver's. Aveva indossato l'abito che aveva comprato il giorno precedente da Chanel e i sandali che gli aveva regalato Jo, sua sorella. Harry arrivò pochi minuti dopo, vestito in maniera impeccabile e con una rosa stretta tra le dita.

"Buon compleanno amore" la baciò sulle labbra e lei si sentì colma di felicità. Finalmente.

Tre mesi dopo

Ellen si svegliò molto presto quella mattina. Si svegliò con la mente che pensava ad Harry, mentre al suo fianco c'era la figura di Zayn. Guardò il compagno a lungo, osservando ogni suo singolo dettaglio del suo profilo. Avrebbe mentito se avesse detto che non l'aveva mai amato. Fino a quel momento quella con Zayn era stata la più bella e profonda storia d'amore che aveva mai avuto con un uomo. Sarebbe stata una bugia anche dire che non l'amava più. Lo amava ancora tanto, ma non come un rapporto serio richiedeva. Avevano obiettivi diversi, lei voleva dei figli, lui no e sebbene fosse il più classico del cliché in una relazione, era vero. Era finito il loro amore, ed era finito dal momento che aveva capito che loro stavano andando su due strade diverse; parallele e che non si sarebbero mai incontrate.

Lo baciò sulla guancia e si alzò per preparare i bagagli per Berlino. Lasciò una lettera nel portagioie e se ne andò prima che un ago di luce bucasse l'oscurità della stanza.

Venne a sapere di Zayn qualche settimana dopo dell'incidente. Lo aveva scoperto nel peggiore dei modi, leggendo una rivista all'aeroporto di Los Angeles. "Il famoso cantante inglese a quanto pare sta sperperando ogni suo bene per una ricostruzione completa delle corde vocali che nessun chirurgo vuole fare, ARTICOLO COMPLETO A PAGINA 25".

Provò a chiamarlo un paio di volte ma scattava sempre la segreteria. Tornò a Londra un anno dopo essere partita per Berlino quella fredda mattina del 4 marzo. Trovò la sua città profondamente cambiata. Non aveva più il fascino che l'aveva sedotta quando aveva tredici anni. Era tenebrosa, più del normale, le faceva venire i brividi. Londra era la stanza buia in cui aveva lasciato Zayn, dove lo aveva abbandonato a se stesso, lasciando che si facesse del male.

Lo vide in ospedale pochi giorni dopo dal suo arrivo. Era con un chirurgo che era sicura di avere già visto. Era una donna, coi capelli rossi raccolti in una treccia e con gli occhi innamorati. Anche Zayn ce li aveva mentre le scrutava. Ellen si sentì stranamente felice. Aveva sempre voluto bene a Zayn e vederlo nuovamente innamorato la faceva stare bene.

*

Harry le chiese di sposarlo sul Tower Bridge, qualche settimana dopo. Teneva un anello in mano e gli tremava la voce. Non si ricordava bene quel momento, si ricordava solo di aver pianto tanto da rovinarsi il trucco.

Si sposarono il primo giugno in una giornata troppo piovosa per la stagione. Erano solo loro due. Non c'era bisogno per loro che ci fossero delle altre persone, una festa, un abito per rendere speciale quei momenti. L'unica compagnia era un paparazzo nascosto dietro un albero che fece sapere al mondo intero che l'attrice inglese più in del momento si era sposata col suo amante.

*

Thomas entrò nelle loro vite poco più tardi. Un bambino di appena due giorni fu abbandonato all'ospedale dove lavorava Harry, nella notte tra il 6 e il 7 agosto di quell'anno. Harry lo trovò su un lettino del pronto soccorso e capì subito che quel bimbo non era stato lasciato lì per caso, ma che c'era qualcosa dietro che aveva fatto in modo che lui lo trovasse, che lo prendesse. Ellen all'inizio fu un po' titubante, perché si era messa in testa di dover trovare la madre naturale. Ma facendo passare le settimane, si affezionava sempre di più al piccolo e lasciava sempre più perdere le "indagini".

*

Una sera di un anno dopo, Harry trovò Ellen in lacrime in una stanza del St. Thomas. C'era Jesse con lei che cercava di consolarla. Quando Harry chiese cosa fosse successo, l'amico lo guardò triste e mortificato. Conosceva fin troppo bene quello sguardo.

Sta morendo, Harry.

Tre parole bastarono per distruggerlo.

Quanto tempo le manca?

Pochi mesi.

Ellen decise che non avrebbe fatto nessun tipo di terapia. "Soffrirò troppo e poi tanto la fine sarà la medesima. Preferisco vivere al massimo i miei ultimi mesi"

"Non vuoi lottare? Non vuoi provare a vivere per me, per Tom?" chiese una sera Harry tra le lacrime. Ellen lo baciò dolcemente sulle labbra e provò a memorizzare quel sapore così buono, che sapeva di suo.

"Ti amo" gli sussurrò nell'orecchio e lui pianse ancora di più.

*

In quegli ultimi sei mesi accanto ad Ellen, Harry si preparò psicologicamente alla sua morte. Ma quando la sera del 31 gennaio arrivò, lui non seppe cosa fare. Andò nel panico e per fortuna c'era Niall lì con lui.

La portarono in ospedale a corsa ed Harry non riusciva a pensare a niente. Sentiva la paura che lo attanagliava. Non voleva vivere una vita senza Ellen.

Lei morì tra le sue braccia alle prime ore del primo giorno di febbraio.

Lui non ricordava di aver pianto tanto come in quel momento. Era solo. Lei l'aveva lasciato nel peggiore dei modi. Gli aveva parlato di una lettera prima di spirare.

La trovò nel portagioie, scritta con la sua calligrafia elegante e precisa.

Amore mio,

fin dal primo momento in cui ti ho visto ho capito che tu saresti stato importante nella mia vita.

E così è stato. Sei entrato nella mia vita, scusami la ripetizione, come un turbine di emozioni che mi ha travolto.

Non saprei come ringraziarti per aver cambiato, in meglio, il mio mondo.

Grazie amore,

Ellen.

*

Harry non si separò mai più da quella busta. Era l'ultima cosa di lei che gli era rimasta.

Quella mattina dopo il funerale, preparò Tom, caricò i bagagli in auto e guidò fino a Leeds, dove sua madre l'accolse a braccia aperte.

"Tesoro mio" lo strinse in un abbraccio. Lei sapeva cosa stesse provando il figlio. "Andiamo in casa". Lo fece entrare e chiuse la porta alle sue spalle.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Restart