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Autore: ElizabethBennetDarcy    22/04/2017    3 recensioni
Minerva McGranitt, una donna dai molti segreti e con un oscuro passato che un giorno si ripresenta inaspettatamente.
Una questione che credeva chiusa da tempo potrebbe ancora metterla in pericolo e, chissà, spingerla a compiere un gesto estremo che mai si sarebbe immaginata...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva McGranitt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Era appena spuntata l'alba sul castello di Hogwarts, o almeno su quello che ne restava dopo la feroce battaglia che vi aveva avuto luogo la notte precedente. Quel luogo che appena poche ore prima aveva risuonato del fragore di centinaia di incantesimi ostili era ora immerso in un silenzio cupo ed irreale.

Alcuni dei combattenti- i più fortunati dal momento che ne erano potuti uscire ancora sulle loro gambe- avevano abbandonato la scuola per tornarsene dalla famiglia che avevano lasciato in pena, ma la maggior parte restava lì acquartierata in alloggi di fortuna, troppo stanchi o malconci per rientrare a casa.

Tra questi la professoressa Minerva McGranitt, che dopo essersi battuta strenuamente non si concedeva ancora il lusso di riposare, o almeno non finché i suoi studenti avessero avuto bisogno di lei. Non era certo da lei adagiarsi sugli allori quando c'era tanto lavoro da fare. Inoltre avere qualcosa di pratico di cui occuparsi aveva il grande vantaggio di impedirle di pensare e l'ultima cosa che Minerva voleva in quel momento era ripensare a quanto era appena successo.
Invece, si aggirava tra le macerie, balzando con rapidità felina da un settore all'altro, a seconda di dove il bisogno chiamava.

In una situazione del genere, in cui sembrava che il mondo che avevano conosciuto fino ad allora fosse letteralmente crollato addosso a tutti loro, la sua austera figura rappresentava l'unico punto di riferimento a cui aggrapparsi, un ultimo baluardo di calma e ordine in mezzo al caos.
Con voce ferma, carica di quella autorità che l'aveva sempre contraddistinta, Minerva impartiva ordini precisi e marziali, assicurandosi che fossero prestate le dovute cure ai feriti e che in egual misura ci si occupasse dei morti.
Le aree ritenute pericolosamente a rischio di crollo andavano abbandonate subito, così come quegli anfratti bui dove avrebbero potuto ancora celarsi pericolose creature, ritiratesi strisciando dopo la sconfitta del loro padrone. Hogwarts, dovette constatare a malincuore, non era più un luogo sicuro per i suoi studenti e, sebbene la battaglia fosse stata vinta, le sue conseguenze nefaste avevano fatto si che fosse lasciato davvero poco spazio ai festeggiamenti. Infatti, dopo un primo momento di concitata follia, i cori e le esultazioni si spensero in fetta lasciando il posto alle lacrime dei vincitori, che si trovarono a fare i conti con una vittoria pagata a troppo caro prezzo.

-Minerva...

Si sentì chiamare da un sussurro leggero, quasi un sibilo.

Il suo corpo già teso si irrigidì ulteriormente, mentre si voltava verso un drappello di persone radunate nel corridoio spoglio, intenzionata ad individuare la fonte di quel suono.
Tuttavia, si rese ben presto conto che nessuno dei presenti l'aveva chiamata e che probabilmente era solo frutto della sua immaginazione.
E in fondo non se ne stupì nemmeno troppo, non dopo essere giunta all'apice dello sfinimento fisico ed emotivo.Aveva affrontato quello che probabilmente era stato il duello più difficile della sua vita, eppure, anche con le ossa che le dolevano da ogni parte e il cuore gonfio di un inesplicabile senso di perdita, la sua maschera di austera compostezza reggeva ancora. Ancora per poco, ma sarebbe bastato.

Doveva resistere, doveva dare l'esempio.

Se si fosse concessa anche un solo momento di debolezza era certa che sarebbe crollata per mai più rialzarsi e invece doveva mantenersi forte per i suoi studenti e per chi in quel momento contava su di lei. Ovunque si girasse vi erano segni del dolore e della disperazione causati dal conflitto. C'erano mani che si protendevano verso di lei in cerca di un aiuto, di un conforto, di una parola di speranza contro ogni ragione. Molti quella notte avevano perso qualcuno che amavano, che si trattasse di un amico, un figlio, un genitore o un compagno. Molti quella notte avevano perso qualcuno che avevano amato. Lei compresa.

-Minerva...

La donna scelse di non ascoltare quel secondo richiamo, ancora più flebile del precedente.
Scelse di non sentire, scelse di non ricordare cose che molto tempo fa si era ripromessa di dimenticare.

 

... 50 anni prima ...

 

-Minerva! - una voce cristallina raggiunse la giovane Minerva McGranitt, sedicenne neo prefetto di Grifondoro, non appena mise piede in Sala Grande- Minerva, vieni, ti abbiamo tenuto il posto!!

Augusta, sua compagna di dormitorio, agitava vigorosamente la mano paffuta nella sua direzione con l'inequivocabile intenzione di costringerla a sedersi al suo fianco, proprio nel mezzo di un capannello di altri chiassosi Grifondoro.

Augusta era una ragazza solare e civettuola, non particolarmente dotata e un po' vanitosa, ma con un gran cuore. Più che studiare, le piaceva ridere e scherzare con i compagni affermando a gran voce che la scuola era un'inutile perdita di tempo e che non avrebbe sprecato un minuto di più dei suoi anni migliori china su polverosi libri.
Salvo poi pentirsene in prossimità degli esami, momento in cui supplicava disperatamente Minerva di aiutarla a ripassare almeno le basi per non essere miseramente bocciata.
Aveva grandi occhi blu e deliziosi boccoli biondi che le avevano procurato una certa popolarità con i ragazzi, dal momento che poteva permettersi di cambiarne uno al mese con una certa dose di volubilità.

-Abbiamo appena saputo la bella notizia- disse sorridendo il giovane Paciock, l'ultima conquista estiva di Augusta, che da quando lei gli aveva concesso l'onore di farle da cavaliere non la mollava più un secondo, seguendola come un cagnolino fedele- Un prefetto... wow... appena si è sparsa la voce ho detto subito che non potevano fare una scelta migliore. Voglio dire, sei sempre così seria e arcigna... intendo nel senso buono! Cioè, tu sei sempre stata fredda e distaccata da tutti noi...ahi, Augusta, perché mi hai pestato il piede?

-Robb! Vuoi piantarla?!- gli intimò la fidanzata- Non vedi che la stai mettendo in imbarazzo?!

Minerva era ben lungi dal sentirsi imbarazzata.
Robert Paciock era un ragazzo dal cuore d'oro ma anche così incredibilmente sbadato che finiva sempre col combinare qualche pasticcio e farsi fraintendere, anche se in quel caso stava solo dicendo la pura verità. E la verità per quale che fosse non aveva mai disturbato Minerva, che apprezzava più di ogni altra cosa l'onestà e la correttezza.

-No, io volevo solo... insomma lo hai detto tu proprio poco fa che Minerva non è certo una bellezza...ma che se solo alzasse per una volta il naso dai suoi libri potrebbe ancheun fidanzato e quindi...ahi!Che cosa ho fatto?!!

Era solo la verità, pensò la diretta interessata, senza alcun tipo di risentimento, casomai una sorta di divertimento nel constatare che la sua situazione dava loro modo almeno di distrarsi.

Minerva non era minimamente presa in considerazione dai ragazzi, non perché non fosse almeno carina- con gli occhi celesti e i capelli corvini perennemente raccolti in una treccia rigida- ma principalmente perché li metteva in soggezione. Non amava le feste o la frivolezza in genarle e non perdeva certo tempo a farsi bella come le altre ragazze. Invece era costantemente occupata in cose concrete, prendeva la scuola molto sul serio- troppo, secondo i suoi amici- e passava la maggior parte del suo tempo libero in biblioteca ad approfondire lo studio degli incantesimi più complessi o ad organizzare allenamenti di Quidditch, dato che dal terzo anno era il capitano della squadra di Grifondoro.

-Non ho mai detto una cosa del genere! - smentì Augusta, rossa in viso, e lo fece in maniera così solenne e frettolosa che non convinse nessuno.

Ebbe l'effetto però di fare ridere di gusto l'intera compagnia, compresa Minerva.

-Ti ringrazio Robert- gli venne dunque in soccorso, prima che Augusta ci ripensasse e lo mollasse lì davanti a tutti - so perfettamente che volevi farmi un complimento.

Lui annuì con un cenno vigoroso del capo, lo sguardo smarrito che trasudava gratitudine.

- Un complimento più che meritato - convenne Jane Mills con la sua consueta delicatezza, accarezzando con lo sguardo lievemente preoccupato la spilla di prefetto che riluceva, appuntata alla divisa dell'amica- E naturalmente siamo tutti molto orgogliosi di te, Minerva cara. Quello che volevamo dire è che ci sembra che ti stia strapazzando un po' troppo... con la tua media, gli allenamenti della squadra e adesso i doveri di un prefetto... a volte mi chiedo quando trovi il tempo di respirare! Sai, non ci sarebbe niente di male se a volte...rallentassi giusto un po'.

-Non preoccuparti- la rincuorò Minerva, determinata a non lasciare per nulla al mondo che la situazione le sfuggisse di mano- Ce la posso fare!

Nessuno avrebbe potuto avere dubbi in merito.

Jane annuì in silenzio. Era una ragazza esile come un fuso, con morbidi capelli color miele e dolci occhi castani, il visino a forma di cuore e una grazia innata. Non si arrabbiava mai con nessuno e aveva perennemente una parola buona per tutti.
Era anche incredibilmente timida ed era stato solo grazie a Minerva, che l'aveva presa dal primo anno sotto la sua ala protettrice, se si era integrata nel loro gruppo. Forse era la persona ad Hogwarts che la conosceva meglio, dal momento che, evitando di trovarsi al centro dell'attenzione, era diventata un'ottima osservatrice.

Anche Jane, a dispetto della timidezza, aveva molti corteggiatori, ma a differenza di Augusta non aveva mai incoraggiato nessuno di loro. In particolare, continuava a declinare con educazione gli insistenti inviti di Charlus Potter a uscire con lei, tanto da far sospettare alle amiche che avesse già qualcuno che le interessava ma per il suo carattere riservato non ne aveva ancora fatto parola con nessuno.

-Ovviamente non avevamo dubbi che l'onore sarebbe spettato a te- commentò proprio Charlus, anche lui insignito dello stesso titolo, ma molto meno meritatamente secondo l'opinione comune- Spero solo che adesso non ti metterai a levare punti a Grifondoro per qualche...malinteso. Sai che in fondo siamo tutti bravi ragazzi- aggiunse in fretta, facendole l'occhiolino.

I 'malintesi' a cui si riferiva non erano altro che le frequenti bravate, quasi sempre ordite a danno dei Serpeverde, a cui lui quanto i suoi amici si dedicavano senza posa. Charlus era il tipo di ragazzo ribelle e scalmanato a cui tutte morivano dietro e lui, che ne era fin troppo consapevole, ne approfittava vergognosamente.

Peccato che le sue moine non avessero alcun effetto su Minerva che lo rimise subito al suo posto con poche parole concise.

-Non ci sperare proprio Potter! Anzi faresti meglio a metterti in quella zucca vuota che anche tu adesso in qualità di prefetto dovrai dare il buon esempio. Niente più scorribande notturne né scherzi di dubbio gusto, ci siamo capiti? E non pensare nemmeno per un minuto di approfittare della tua posizione per andartene in giro ad attaccar briga...

Quelle parole bastarono a costringere Charlus sull'attenti, consapevole che non gli si preannunciava un anno facile per portare a termine le sue marachelle. Per quanto fosse un giovane audace Grifondoro, ben si guardava dal mettersi contro Minerva McGranitt.

-E va bene...-mugugnò avvilito-...solo tu prometti di non fissarti troppo su questa storia della 'responsabilità' e darci una mano a vincere la coppa delle case anche quest'anno. Non vorrai darla vinta a quelle viscide serpi, dico bene?

-Benché trovi alquanto discutibile questo genere di pregiudizi sui Serpeverde... - commentò Minerva in tono maturo, principalmente perché, comunque la pensasse, in qualità di prefetto non poteva mostrare apertamente le sue riserve sui suddetti - puoi stare tranquillo. Li annienteremo anche quest'anno- decretò con uno scintillio determinato negli occhi, riflesso in maniera vagamente inquietante dagli occhiali squadrati.

L'intera compagni applaudì quel sano proposito, gettandosi subito dopo in una fitta conversazione su quanto sarebbe stato meraviglioso il loro quinto anno.
Erano tutti giovani e scapestrati e stare in loro compagnia divertiva Minerva più di quanto fosse disposata ad ammettere.
E soprattutto le permetteva di mettere da parte i suoi pensieri e divertirsi, cosa che si concedeva raramente.

Nonostante la sua giovane età, Minerva era già gravata di pesanti responsabilità. Da sempre pareva possedere il dono innato di esercitare una certa autorità, al punto che i suoi compagni di casa davano più retta a lei che ai loro professori. Il rovescio della medaglia era che, proprio a causa del suo ascendente sugli altri Grifondoro- per natura ribelli e indisciplinati- veniva sempre tirata in causa ogni qual volta ci fosse qualche problema di cui era meglio non mettere a parte il corpo docente e, purtroppo, la sua casa in quanto a casini di vario genere non era seconda a nessuno.
Inoltre venivano da lei a ricercare aiuto e consiglio di ogni genere, soprattutto scolastico dato che lei eccelleva in tutte le materie.

Minerva li ascoltava con pazienza e faceva per loro quanto poteva. Non si era mai concessa nessuna distrazione, nessuna debolezza. Troppe persone contavano su di lei e non poteva deluderle.

-Allora vieni con noi a fare un giro al Lago Nero? - chiese con entusiasmo Augusta- Dai non puoi avere già qualcosa da studiare, l'anno è appena cominciato!

-Vorrei... ma non posso perdere la prima riunione dei prefetti che si terrà tra poco. E nemmeno Charlus, temo- aggiunse agguantando il ragazzo, che invece stava già tentando di svignarsela con il resto della compagnia.

-E va bene...- si arrese con un gemito- anzi, facciamo così, tu comincia ad andare...io ti raggiungo subito, prometto.

Minerva decise di lasciar perdere, anzi non voleva proiprio perdere altro tempo e si avviò quindi di buon passo verso l'aula di aritmanzia, luogo della riunione.


Si aspettava di essere la prima ad arrivare, come di consueto e invece rimase lievemente interdetta quando scoprì che c'era una persona che l'aveva preceduta.
Si trattava del prefetto di Serpeverde, un ragazzo alto e pallido, dal portamento sempre composto e gelidamente impeccabile. Naturalmente Minerva lo aveva visto altre volte a scuola, dove aveva fama di 'bravo ragazzo' ed era molto ben considerato dai professori, ma lei per qualche motivo se ne era sempre tenuta bene alla larga. Era come se il suo istinto le suggerisse che c'era qualcosa di sbagliato in lui, qualcosa di pericoloso.

-Devi essere Minerva McGranitt- disse con scioltezza, neanche si conoscessero già, ma anche con una certa deferenza nbei suoi confronti- Tom Riddle - si presentò a sua volta, porgendole educatamente la mano.

Non essere sciocca Minerva, si disse la ragazza, riscuotendosi rapidamente, non hai forse rimproverato Charlus poco fa sostenendo che avere pregiudizi sui Serpeverde era sbagliato?!

Prendendo la mano fredda che lui le offriva e stringendola educatamente, la giovane Minerva non poteva avere idea di cosa la attendeva.

 

 

 

 

 


   
 
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