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Autore: sangueoro    23/04/2017    2 recensioni
Le vicende si svolgono dopo il finale di The Vampire Diaries.
Nella scuola che Caroline decide di aprire, arriva una bambina speciale… che ha bisogno di “protezione e preparazione“…
Ma chi proteggerà e preparerà Caroline al ritorno di Klaus nella sua vita?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Rebekah Mikaelson | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Caroline si versò un altro po' di sangue nel bicchiere di cristallo.

Rebekah era appena uscita dalla stanza e lei si sentiva veramente in colpa per quello che aveva detto.

Cosa le era saltato in mente? E poi non lo pensava affatto, era proprio quello il problema, non riusciva a vedere in Klaus il mostro che tutti sostenevano che fosse.

“I’m pure evil, and I can't help myself“
“You were hurt. Which means that there is a part of you that is human“
“How could you possibly think that?“
“Because I've seen it“ 
(*)

 

Stefan una volta le aveva raccontato di quando stava fuggendo da Rayna Cruz e si era rifugiato nel bar senza magia.

L’Originale si era infuriato quando aveva visto il marchio, lo aveva cacciato in malo modo… minacciato di morte a dire il vero.

Stefan ammise che Klaus aveva ragione in quella circostanza, lui aveva portato la cacciatrice a New Orleans, una città piena di vampiri dove viveva la famiglia Mikaelson, dove viveva la piccola Hope ed aveva messo in pericolo tutti… poi le aveva anche confidato che non riusciva a capire il perché avesse cambiato idea aiutandolo.

Già… chissà perché aveva cambiato idea…

Forse perché mi ha sentito disperata al telefono?
Forse perché gli ho detto che non ti sentivo da ore e non facevo altro che immaginarmi gli scenari peggiori? 

Aveva avuto voglia di dirgli!

Ma cosa sarebbe cambiato? Avrebbe liquidato il fatto con il classico “Aveva proprio un debole per te” o peggio, avrebbe tirato fuori la storia che poi lui lo aveva aiutato con la Strige e che Klaus non fa mai nulla senza un tornaconto

Era inutile, era una causa persa…

E a proposito di tornaconti, il “debole” che aveva per lei aveva fatto comodo molte volte, l’avevano usata come distrazione, come spia… come esca! O semplicemente nel ruolo di mediatore.
Klaus se ne era accorto ogni singola volta, ma era sempre stato al gioco…
lo divertiva vederla arrivare, un po' provocante, magari si slacciava un bottone in più… magari gli si metteva un po' più vicino…e nonostante anche lei sapesse che lui non c’era cascato… finiva sempre la missione assegnatale.

Le piaceva il modo in cui la corteggiava, come le parlava, come la guardava…

 

«I came here to distract you».

«You don't say». (**)

 

“Basta!“ si disse “La devo smettere di pensare a lui!“

“E’ che da quando Hope è arrivata qui, è diventato impossibile non farlo!“ si auto-giustificò “Certo prenditi in giro da sola!“

Care appoggiò il bicchiere oramai vuoto sul tavolinetto e si incamminò verso la sua camera.

 

«Devo far dare una sistemata a questo soffitto» disse sottovoce, mentre guardava una piccola macchia scura proprio sopra il suo letto cominciando a sghignazzare in maniera sommessa.

“Meglio riderci su“ si disse…

Non riusciva proprio a prendere sonno, si mise a sedere sul letto e si appoggiò alla testata.
Quando aveva ampliato la casa per tramutarla in una scuola, aveva fatto riarredare la stanza, non riusciva proprio a dormire nello stesso letto che aveva condiviso con Stefan.
I mobili li aveva smistati nelle varie stanze dell’area che era riservata a loro, la scrivania dove Stefan scriveva i suoi diari l’aveva voluta Jeremy, la libreria era nella stanza di Alaric.
Amava il suo nuovo letto, era in stile Luigi XV, testata in legno intagliata con finitura a foglia oro con imbottitura capitonné in seta beige, ma la cosa che l’aveva fatta innamorare era la pediera, che era in realtà una cassapanca.

Scese dal letto e tolse il cuscino di seta che la ricopriva per intero e alzò il coperchio

Passò tutto il resto della notte a guardare e riordinare il suo contenuto.

 

La mattina preparò una ricca colazione, che Jeremy ed Alaric apprezzarono molto, ma Rebekah non si fece vedere “Avrà fatto colazione insieme ai ragazzi alla mensa” pensò.

Bonnie scese molto tardi e si limitò al caffè.

«Ehi! Straniera… » l’apostrofò.

«Buongiorno Care» fece lei tutta allegra.

«Ultimamente ti vedo molto raramente!» si rese conto Caroline «La sera poi sparisci sempre! E’ una vita che non ci facciamo una chiacchierata!».

«Ho da fare signora Direttrice! Lezioni da preparare… compiti da correggere…» rispose Bonnie «e ora se non mi sbrigo faccio tardi, i miei ragazzi mi aspettano… ci vediamo a pranzo, tesoro» la salutò prima di allontanarsi.

Caroline passò tutta la mattinata nel suo ufficio, non era affatto semplice amministrare una scuola, ma lei era brava a farlo ed era il terrore di tutti i loro fornitori!

A metà mattina l’aveva chiamata Matt, l’aveva invitata a pranzo dicendo che doveva parlarle. Lei ovviamente aveva accettato, era contenta di passare un po' di tempo con lui, ma al suo ritorno dal Mystic Grill non era affatto felice… era semplicemente infuriata.

La trovò in sala mensa che stava chiacchierando con Bonnie.

«Rebekah, potresti venire un attimo con me? Ho bisogno di parlarti» le chiese cercando di sembrare il più calma possibile.

Appena aveva chiuso la porta del suo ufficio, si era lasciata sopraffare dall’ira! 

Si erano gridate di tutto... e Rebekah era uscita dall’ufficio come una furia.

Fuori dalla porta c’erano Bonnie, Alaric e Jeremy, richiamati dalle urla, avevano sentito ogni cosa ovviamente e avevano tutti lo stesso sguardo d’accusa, come al solito.

Caroline li oltrepassò senza rivolgergli la parola e andò a chiudersi nel salottino per nutrirsi.

Era circa un’ora che stava chiusa lì dentro, quando sentì bussare, sospirò e si preparò all’ennesima lezione di morale e buona condotta, all’ennesimi «Perché LORO sono… invece NOI siamo…»

«E tu quando sei arrivata?» chiese, dopo aver aperto la porta, pensando che la lezione sarebbe stata ancora peggiore di quello che temeva.

«Questo mese ho fatto parecchi doppi turni all’ospedale e ho superato di gran lunga il tetto massimo delle ore che sono previste per il tirocinio» le rispose Elena entrando «ho pensato di saltare qualche lezione e venire a parlare con la mia wedding planner, ci sono troppe cose da fare e la data si avvicina… Damon mi raggiunge nel fine settimana» spiegò.

«Bene! Avevo proprio bisogno di pensare a fiori, catering…» le sorrise Caroline richiudendo la porta.

«Ho saputo che hai avuto una discussione con Barbie Klaus…» sganciò subito la bomba l’amica.

«Si, Matt l’ha beccata in città a nutrirsi… lo so Elena… lo so… non ci si può fidare di loro… dovevamo aspettarcelo… LO SO!» fece Caroline esasperata.

«Beh, cambiare il proprio regime alimentare richiede una notevole forza di volontà» iniziò invece a dire Elena «quando ho deciso di eliminare i carboidrati dalla mia dieta, sono quasi impazzita! Infatti ho deciso che al matrimonio metterò un vestito con una linea più morbida, così da continuare a prendermi qualche Hot Dog del carretto fuori l’ospedale!

Dopo un doppio turno ne ho proprio bisogno! 

Credo proprio che ad una vampira che per secoli si è nutrita solo di “warm blood from the vein” come direbbe il mio futuro marito, le serva un po' di tempo per abituarsi alle sacche… dovremmo essere un po' più pazienti… non credi?» terminò guardandola con un sorriso.

«Presumo di si…» fece Care un po' titubante «che ne hai fatto della mia amica? Chiunque tu sia esci dal corpo di Elena!» continuò con un tono teatrale.

«Perché dici così?» chiese Elena tra il sorridente e l’offeso.

«Elena o-mio-dio-sono-diventata-una-vampira Gilbert da ora mi nutrirò solo di animali grandi così che possano riprendersi meglio?» la prese in giro Caroline.

«Ma Bambi mi guardava con certi occhioni!» scoppiò a ridere l’amica.

 

Cominciarono a parlare un po' di quello che dovevano fare per l’organizzazione del matrimonio, poi Elena cambiò di colpo discorso.

«Avere Hope qui ti ha riportato in mente un po' di cose vero?»

«Già…» 

«Care… quando successe quella cosa… Bonnie era appena diventata l’Ancora e io non ero io… non ne abbiamo mai parlato»

«Quale cosa?» fece finta di non capire Caroline.

«Quella cosa, che a quanto pare hai confidato a Katherine» sghignazzò Elena.

«Ah… quella cosa che lei ha pensato bene di far sapere subito a Tyler! Forse è stato un bene non averne potuto parlare» sospirò la vampira guardando altrove.

«Perché?» le chiese Elena.

«Perché non è stato nulla, non era importate farlo!» replicò Caroline.

«Non è che temevi che io e Bonnie avremmo reagito come avete fatto tu e lei, quando io vi ho confidato di essere stata a letto con Damon?» ora Elena era estremamente seria.

Caroline si alzò e la guardò, rimanendo in silenzio non sapendo cosa risponderle.

«Avevo bisogno delle mie amiche quella volta» continuò allora Elena «mi avete ferito con la vostra reazione…»

«Eri asservita a lui! Eravamo preoccupate!»

«Preoccupate o sollevate?» chiese Elena.

«Che intendi?»

«Chi ci ha pensato?» domandò la ragazza, invece di rispondere «E’ venuto fuori da subito, la mattina dopo… mi sono sempre chiesta chi fosse stato, così perspicace da averlo capirlo in così breve tempo, chi è stato?»

«Io…» rispose Caroline «l’ho capito io».

«E come ci sei arrivata?» la incalzò l’amica.

«Tyler stava cercando un modo per rompere l’asservimento a Klaus, il suo e quello degli altri ibridi, se ne faceva un gran parlare in quel periodo» rispose la vampira con noncuranza.

«Non è quello che ti ho chiesto… ti ho domandato come hai fatto a capire che IO ero asservita a Damon» chiarì Elena.

«Beh… ti comportavi in modo strano, eri sempre d'accordo con lui…».

«Fammi vedere se ho capito» rifletté Elena «visto che mi piaceva un vestito blu e poi ho concordato con Damon che anche quello rosso era carino… tu hai subito pensato che non poteva essere altro che asservimento…» annuì la ragazza «impressionante» chiosò. «Dillo Care… dillo!» la incalzò.

«Ok! Non riuscivo a capire come tu potessi scegliere Damon al posto di Stefan!» sbottò l’amica.

«Perché ne ero innamorata? Non ti è venuta in mente la spiegazione più semplice?»

Caroline era di nuovo a corto di parole.

«No eh… ci doveva essere una giustificazione più accettabile se Elena preferiva il fratello cattivo a quello buono, giusto?… e quando l’avete trovata, eravate tutti sollevati, l’unica preoccupazione era come avrebbe reagito Damon…» spiegò Elena che le stava sorridendo.

«Si è così…» concordò Caroline.

«Care… lo amavo da tanto tempo, me ne sono innamorata piano piano ogni giorno di più» iniziò a confidarsi l’amica «all’inizio mi sono detta “E’ bellissimo, è ovvio che ti senti attratta da lui“

Poi Damon si comportava male, faceva cose che mi ferivano e che non condividevo, quindi era semplice dirmi che non era nulla di più che attrazione fisica!
Ma sai Caroline? Ogni volta che ero in pericolo lui era lì, e faceva quello che nessun’altro aveva il coraggio di fare, mi metteva davanti a tutto, non gli interessava nessun’altro!

Lo odiavo per questo, mi sentivo in colpa, perché sapevo che non era giusto! Ma lui me lo ripeteva sempre “I will always choose you“ e io mi sentivo al sicuro sapendo che c’era lui e mi detestavo per questo»

Caroline era appoggiata al muro e la guardava, non avevano mai parlato così apertamente di quel periodo, non voleva interromperla.

Elena lo capì e continuò «lo so che pensate che Damon ha sfruttato il periodo che Stefan era con Klaus per prendere il posto del fratello.

Non è così Care…

Ti ricordi la festa per il mio compleanno, quella che tu hai organizzato poco dopo la partenza di Stefan?

Damon mi fece un regalo, mi aveva ritrovato la collana che Stefan mi aveva dato per proteggermi dai vampiri, per proteggermi da LUI!

Sapeva quanto ci tenessi a quella collana, sapeva cosa significasse per me e Stefan, sapeva che mi mancava suo fratello e mi ha dato qualcosa che poteva farmelo sentire vicino.
La sua prima preoccupazione ero sempre io…
la mia felicità, il mio benessere veniva sempre messo davanti a tutto per lui, anche davanti a se stesso e ai suoi sentimenti per me.
Era triste quando me l’ha allacciata al collo e io avrei voluto baciarlo!
Mi sono resa conto in quel momento che lo amavo.

Quando Stefan è ritornato ad essere se stesso, ero confusa, non sapevo cosa fare.

Quindi ho fatto quello che tutti si aspettavano che facessi, ho scelto l’uomo buono e gentile che ancora amavo e che rispettavate tutti.

Poi sono diventata un vampiro e le cose sono cambiate… ma non come avete pensato tutti!

Non ho scelto Damon perché ero diventata un vampiro e quindi lo comprendevo meglio, come se avessi accettato la sua parte oscura e neanche per i sentimenti amplificati… tantomeno per l’asservimento!

Ho scelto Damon perché lui aveva scelto ME… perché lui amava ME, non l’idea di me che si facevano tutti, l’Elena buona, gentile e giudiziosa…
a lui non interessava se fossi un umana o un vampiro… lui voleva semplicemente me!
In quel momento così difficile della mia vita, lui è stato l’unico che non mi ha trattato come una cosa rotta, come una cosa da riaggiustare, l’unico che ha continuato a trattarmi come un attimo prima di cadere da quel ponte.»

Caroline aveva abbassato lo sguardo, sentendosi giustamente chiamata in causa.

«Una volta gli ho detto che mi ha fatto sentire viva in quel periodo» continuò Elena «ma non era del tutto giusta come affermazione, lui mi ha sempre fatto sentire viva, da umana… da vampira… e poi quando sono tornata ad essere un’umana
Damon ha messo sottosopra la mia vita, Care… mi ha fatto mettere in discussione tutto… le mie priorità, il mio senso della morale, i miei sogni e i miei progetti.
Io ho bisogno di uno come lui al mio fianco, di una persona all’apparenza così diversa, ma che in realtà mi è tanto simile.

Nulla è bianco o nero Caroline…

Ci sono una miriade di sfumature, dovresti permetterti di notarle e non lasciarti scoraggiare dal fatto che non tutti riescano a vederle»

Caroline era ancora senza parole, come aveva previsto la lezione morale era arrivata, ma un po' differente da quella che si era aspettata!

«Bene, torniamo alla mia domanda iniziale» fece Elena cambiando tono di voce «come è stato fare sesso con lui?»

«ELENA!»

«Lo sai chi me lo ha raccontato? Damon! Era così divertito all’idea!» rise la ragazza.

In quel momento sentirono bussare, poi la porta si aprì ed entrò Bonnie.

«Ecco dove vi eravate cacciate tutte e due! Vi stavo cercando… a dire il vero cercavo te» disse rivolta a Caroline.
«Ho chiamato Matt e mi sono fatta raccontare quello che è successo ieri sera» continuò la strega «è vero… avevamo detto a Rebekah che non poteva andare a nutrirsi in città, è una cosa intollerabile, non si può proprio accettare… tutto giusto!
Ma Caroline! Ora che siamo sole e non ci sente nessuno….ho sentito Barbie Klaus mentre ti diceva che all’inizio ci andava tutte le sere, ma che ora erano sue settimane che non andava in città… e sai una cosa? Matt non se ne è mai accorto, vuol dire che è stata davvero attenta e non ha fatto mai del male a nessuno.
Ma santiddio Care stiamo parlando di Rebekah Mikaelson! Fino a qualche anno fa avrebbe fatto una carneficina dalla prima sera qui…

Ti garantisco che mi sorprende anche solo sentirmelo dire, ma credo che dovremmo essere un po' meno intransigenti con lei, perché sembra proprio che ci stia provando a stare alle nostre regole!
E riguardo a Matt… la finisse una volta per tutte!

I vampiri esistono, le streghe esistono… o accetti la cosa o ci combatti! 

Non puoi per sempre far finta che ti sta bene e poi puntare il dito alla prima occasione che ti capita» terminò la strega un po' alterata.

Caroline la guardava allucinata «Ma vi siete messe d'accordo voi due?» chiese guardando le amiche.

«No…» rispose Elena «dice così perché le ho detto esattamente la stessa cosa» spiegò a Bonnie.

«Quindi qui l’unica fiscale sono io? Io che sono una vampira, passo per essere la bacchettona nei confronti dei comportamenti non certo ortodossi di una mia simile…» cercò di capire Caroline.

«Il problema è proprio che sei una vampira! Quindi ti senti responsabile dei comportamenti di Rebekah» chiarì Bonnie.

«Calmati Care… perché non è successo nulla e Rebekah non ha nessuna intenzione di far capitare nulla, può aver mille difetti ma non è scema… sa perfettamente che metterebbe a rischio la nipote se attirasse troppo l’attenzione. Restiamo tutti tranquilli che le cose stavano andando benissimo fino a ieri notte…
chissà perché ieri sera di punto in bianco a Barbie Klaus le è venuta la voglia di andarsene a caccia, non si è nutrita qui con te?» chiese.

«Certo…» rispose Caroline «e sai che vi dico? Magari avete ragione diamoci una calmata e vediamo come va!

Noi non abbiamo tantissime commissioni da fare? Non sei venuta per quello Elena?» esclamò Caroline «Forza, andiamo…» le esortò.

«Ok… andiamo…» concordò Elena «ma riprenderemo il nostro discorso più tardi… non mi arrendo così facilmente, dovresti conoscermi!» l’avvertì sottovoce quando Bonnie si era già allontanata.

 

La prima tappa era stata il negozio di abiti da sposa della signora Tanner, la sorella del loro professore di storia e allenatore dei Timberwolves, la squadra di football del liceo, prima che Damon lo uccidesse e che venisse sostituito dal Prof Alaric Saltzman, il loro Ric.

A differenza del fratello era molto cortese e gentile, le accolse con un sorriso e con un bonario rimprovero.

«Ce l’hai fatta Elena! Ti aspettavo da settimane!» esclamò.

«Ha ragione Mrs Tanner, ma sa, l’ospedale, l’università… e poi New York non è proprio dietro l’angolo» si scusò la ragazza.

«Sono arrivata addirittura a pensare che l’abito te lo comprassi li!» fece un po' indispettita.

«Ma non ci ho neanche pensato!» rispose Elena «Sogno di comprare il mio abito in questo negozio da quando ero una bambina e lo gestiva sua madre!»

«Ne sono felice» replicò la donna con un radioso sorriso «allora… il problema è che, essendo un piccolo negozio, non ho molte cose da farti provare, così su due piedi… ma tu hai una taglia perfetta e per darci un idea sul modello, ne ho più che a sufficienza» cominciò pratica.

«Quanto rimani a Mystic Falls?» chiese.

«Cinque giorni, fino a domenica» rispose Elena.

«Perfetto! Vieni che ti mostro qualcosa, così puoi scegliere dal catalogo cosa possiamo farci mandare dal magazzino.

Sai è un escamotage che abbiamo trovato noi piccoli negozianti della zona, abbiamo un magazzino condiviso visto che non abbiamo lo spazio necessario nei nostri negozi, poi dividiamo la spesa! Ma domani o al massimo dopodomani i vestiti che vuoi provare saranno qui» le disse scortando tutte e tre nel salottino prova.

Elena cominciò la sua sfilata.

Al primo abito Bonnie quasi in lacrime esclamò «Mio Dio… Elena»

Caroline con gli occhi lucidi sbottò «Non cominciamo eh! Se iniziamo così, facciamo notte» disse completamente nella parte della wedding planner.

Cinque vestiti dopo, scelsero dal catalogo una decina di modelli da provare.

Era il momento di pensare agli abiti delle damigelle, grandi e piccole, quindi decidere il colore dominante.

Elena adorava il giallo, Caroline non era d'accordo.

Alla fine tra i campionari di stoffa scelsero un giallo pastello e un verde Tiffany, riservandosi la scelta finale quando avrebbero visto un paio di modelli per ogni colore.

«Quante sono le damigelle?» chiese la signora Tanner.

«Tre piccole…» rispose Elena «Giusto?» fece rivolta alle amiche.

«Lizzie, Josie… e?» chiese Bonnie.

«Felicity…» rispose Elena.

«Ti dispiacerebbe coinvolgere anche Hope?» chiese Caroline.

«Giusto… Hope!» fece Elena «Allora sono quattro!» disse rivolta alla signora Tanner.

«Le mie damigelle invece, oltre a queste due» disse Elena indicando le amiche «c’è una mia collega che ci tiene moltissimo… e… Caroline» si rivolse all’amica «le damigelle devono essere in numero pari ai testimoni dello sposo?»

«Sarebbe preferibile» rispose Caroline.

«Damon ne ha quattro, Alaric, Jeremy, Matt e Oliver» elencò Elena «io già glielo volevo chiedere, ma a quanto pare è indispensabile che abbia una quarta damigella… pensi che Rebekah accetterebbe?»

«Rebekah?» esclamò Bonnie «Sei impazzita?»

«No Bonnie, non sono affatto impazzita» disse calma la futura sposa «qualche volta penso addirittura che ho un debito di riconoscenza verso di lei»

«Ti ha uccisa!» bisbigliò Bonnie all’amica.

«Proprio per quello!» rispose con un sorriso, facendo l’occhiolino a Caroline.

Uscite dal negozio, concordarono che prima di continuare con fiori, tovagliati e suppellettili dovevano decidere il colore, quindi soprassederono per quel giorno e si diressero verso il Mystic Grill, un bell’aperitivo era quello che ci voleva

 

Caroline stava tornando dal bagno e si dirigeva verso le sue amiche che si erano accomodate in un tavolino all’esterno del locale, le trovò che parlottavano e ridevano complici.

«Che avete voi due da confabulare» le chiese mentre si sedeva.

«Elena mi stava raccontando della vostra chiacchierata» rispose Bonnie con un sorrisino malizioso.

«Già… abbiamo chiacchierato un po’, cosa che noi due non facciamo da un bel pezzo» disse Caroline cambiando discorso «devi sapere Elena» continuò la vampira «che ultimamente Bonnie è un po' uccel di bosco, sparisce per serate intere e più di una volta l’ho beccata con il cellulare in mano che messaggiava con espressione sognante, non me la racconta giusta!» 

«Noooo» esclamò Elena «ti vedi con qualcuno?»

«Ma no!» rispose l’amica «Certo che no»

«Bonnie Sheila Bennett non mentirmi! Lo sai che non sei capace a dire bugie»

Caroline si gustava il battibecco delle due che fino ad un attimo prima facevano comunella contro di lei.

«Ok! Va bene… mi vedo con qualcuno» confessò Bonnie «ma siamo solo all’inizio, nulla di serio e volevo attendere un po’, prima di presentargli la nostra sconclusionata famigliola»

«Io sapevo io che mi nascondevi qualcosa!» esultò Caroline «Parla! Chi è?»

«Il veterinario» disse Bonnie.

«Il dottor Shepherd? Mark? Il nostro veterinario?» chiese Caroline.

«Si lui, è tornato qualche volta per controllare Niklaus e la madre, e sai una parola tira l’altra…» fece Bonnie che era un po' arrossita.

«Non me lo ricordo bene» cominciò a dire Elena «quella sera ero un po' occupata, ma mi è parso che fosse carino…»

«E’ più che carino!» confermò Caroline «E brava la nostra Bonnie! E perché non me lo hai detto?»

«Perché siamo usciti solo un paio di volte, non ci ho neanche fatto sesso! Volevo arrivare in prima base, prima di farlo scappare a gambe levate! Non sa nulla di me, di noi…» finì in un sussurro Bonnie.

«Cosa non sa?» chiese Elena «Che sei una donna fantastica, intelligente, generosa ed amorevole? Dagli tempo! Vi conoscete da poco»

Bonnie fece una smorfia e la guardò scettica.

«Bon, il tuo essere una strega non ti definisce come persona» le disse Caroline.

«A meno che tu non gli abbia fatto un incantesimo per farlo capitolare» disse Elena sorseggiando il suo cocktail «L’hai fatto?» chiese ridendo.

«Lo sai Elena» le si rivolse Caroline «hai proprio ragione, stai diventando sempre più simile al tuo futuro marito!» concluse facendo scoppiare a ridere le sue amiche.

«Esatto» replicò Elena «e lo sai che non sa proprio farsi il mio Damon? I fatti propri!»

«Lo posso confermare» esclamò Bonnie «io ho confessato, ora tocca a te» continuò rivolta a Caroline.

«Confessare cosa? Non ho fatto nulla»

“Ecco appunto“ rifletté sorridendo tra sé “mi pare proprio di averla già detta questa frase“

«Care… finiscila» la prese in giro Bonnie.

«Sai perfettamente a cosa ci riferiamo» inarcò un sopracciglio Elena.

“Ecco ora sembra proprio Damon!“ 

«Elena, come è che diceva sempre lei, proprio a questo tavolo» chiese Bonnie.

«Boy likes girl» cominciò Elena.

«Girl likes boy» continuò Bonnie.

«SEX» gridarono insieme attirando l’attenzione dei vicini di tavolo.

Caroline si mise una mano sugli occhi, avrebbe voluto sprofondare.

«Io non lo so mica che vi è preso» esclamò Caroline «tutti che volete rinvangare il passato, ieri sera Rebekah…»

«Cosa cosa…» sbottò Bonnie.

«Lo hai raccontato a Barbie Klaus e non vuoi raccontarlo a noi?» finì la frase Elena.

«Non la chiamare così» disse Caroline facendo un sorriso «Rebekah voleva solo sapere cosa fosse successo quel giorno, perché il fratello le era sembrato strano al ritorno a New Orleans»

«Care…» le disse Bonnie prendendole una mano «Io ero… l’Ancora! Stavo cercando ancora di abituarmi, vedevo fantasmi ovunque, Katherine aveva rubato il corpo ad Elena, non ci siamo potute essere in quel momento, per fare le amiche e ascoltarti, poi sono successe molte cose, poi c’era Stefan e non ci sembrava più il caso! Ma ora… i Mikaelson sono ritornati nelle nostre vite, credo che sia arrivato il momento di capire a che punto eravamo quando le nostre strade si sono allontanate»

Caroline per la seconda volta in meno di ventiquattro ore raccontò i fatti di quel giorno.

Bonnie e Elena l’ascoltarono senza interromperla.

«… gli ho detto “bene” mi sono avvicinata e l’ho baciato» arrivò a raccontare Caroline.

Bonnie e Elena che fino a quel momento erano state serie ed attente, cominciarono a sorridere.

“Loro i dettagli li vogliono!“ pensò Caroline sorridendogli di rimando.

«Lui mi ha guardato in un modo, mi ha sorriso in un modo… poi ha reagito, mi ha sbattuto contro l’albero più vicino e mi ha strappato il top“ ricominciò a raccontare Caroline.

Bonnie e Elena fecero un sorriso ancora più aperto e la incoraggiarono a continuare con un cenno del capo.

«E’ stato… molto intenso, molto da Klaus… è stato delicato solo quando mi ha sbottonato e tolto i pantaloni “Questi ti servono per tornare a casa” mi disse con il suo modo ironico»

«Perché il top non ti serviva?» chiese Bonnie.

«Beh, avevo un giubottino… i pantaloni mi servivano di più» rispose Caroline ridendo.

«Lo abbiamo fatto così, in piedi contro un albero, senza neanche spogliarci del tutto…» Caroline non ce la faceva a raccontare tutto alle sue amiche, fece una pausa e aggiunse mentalmente “Ci siamo completamente lasciati andare, è stato animalesco, passionale… è stato come se ci conoscessimo da sempre, come se sapessimo già come toccarci, cosa piacesse all’altro… i nostri respiri e i nostri gemiti erano sincronizzati ed è così che siamo venuti nello stesso momento senza chiedere o aspettarci…“, poi continuò «è avvenuto in maniera abbastanza impetuosa diciamo…» disse invece a voce alta.

«Poi ha finito di spogliarmi lentamente… senza staccarmi gli occhi di dosso, ha preso la sua giacca e l’ha stesa a terra e mi ci ha fatto adagiare sopra…» poi di nuovo si lasciò sopraffare dai ricordi “Ed è rimasto in piedi a fissarmi per un lungo attimo, si è sdraiato tra le mie gambe e ha osservato, accarezzato, baciato ogni centimetro del mio corpo, è stato sensuale, appassionato, lento…“ 

«… e lo abbiamo rifatto con più calma… è stato come fare l’amore con due uomini diversi ed è stato bellissimo con tutte e due… siamo restati abbracciati per un po’, senza parlare… io non sapevo proprio che cosa dire… poi lui mi ha accarezzato il viso e mi ha dato un bacio tra i capelli.

Mi ha sussurrato “Ti ho fatto una promessa e ora la manterrò“ e ha cominciato a rivestirsi, l’ho fatto anche io… poi ha semplicemente detto “Goodbye, Caroline“ ed è sparito…»

Non le aveva guardate mentre parlava, troppo persa nei suoi ricordi.

Non aveva il coraggio di alzare lo sguardo, ma quando lo fece vide solo Bonnie ed Elena, nessun biasimo o condanna, solo due ragazze che avevano appena sentito le confidenze di una amica.

«E da quel giorno non lo hai più visto e sentito?» chiese Bonnie.

«Rivisto mai» rispose Caroline «ci ho parlato una volta al telefono, ma è stato accidentale… quando Stefan stava scappando da Rayna Cruz, ho chiamato e mi ha risposto lui perché Stefan si era dimenticato il telefono al bar»

«E che vi siete detti?» chiese Elena.

«Nulla di che» rispose la vampira «avevo appena avuto Josie e Lizzie, le bambine piangevano, lui mi ha dato dei consigli su come farle smettere» rise «poi mi ha preso un po' in giro, chiedendomi del college e dei miei piani per il futuro, si ricordava esattamente le mie parole, mi ha detto che gli dispiaceva per la mia mamma e visto che ero terrorizzata per Stefan mi ha rassicurato e promesso che se ne sarebbe occupato lui, è stata una telefonata breve… qualche anno dopo, quando quella cacciatrice si era risvegliata, sono andata a cercarlo a New Orleans … ma come sappiamo è stato imprigionato per cinque anni, quindi non l’ho potuto vedere»

«Cinque anni di torture mentali e fisiche, per tenere al sicuro la sua famiglia…» commentò Bonnie.

«Già… in quella telefonata mi disse che la sua famiglia metteva a dura prova il suo buonsenso e lo portava a fare cose indicibili, mentre loro trovavano sempre un modo creativo per torturarlo, ma in fin dei conti la sua famiglia era la cosa che lo rendeva felice»

“It’s not a crime to love what you cannot explain“ (***) aggiunse mentalmente.

«Come ti dicevo oggi Care, niente è tutto bianco o tutto nero…» fece Elena.

«Si è fatto tardi, dovremmo rientrare» disse Caroline.

«Prima facciamo un salto in libreria?» chiese Bonnie «Voglio prendermi un libro che mi è stato consigliato…» aggiunse.

«Che libro?» chiese Elena.

«Beh… mi sono data al romance erotico» sghignazzò Bonnie «dopo 50 sfumature, è stato un prolificare di nuovi titoli».

«Cerchi suggerimenti per il prossimo appuntamento con il bel veterinario?» la canzonò Elena.

«Può darsi» rispose Bonnie «ma non mi sembra che sia necessario» aggiunse maliziosa.

 

Andarono in libreria e mentre le sue due amiche si divertivano a leggere trame di quello che, in effetti, si era rivelato un filone letterario molto fertile, Caroline vagava nel negozio curiosando e ripensando a quelle ultime ore, quando tutti avevano fatto a gara per farle ricordare cose che si era imposta di dimenticare “Senza riuscirci“ ammise.

Vide un libro e le venne in mente un fatto, un ricordo, uno scambio di battute… e come le era successo altre volte, non resistette alla voglia di prenderlo, senza neanche rifletterci era già in cassa a pagarlo.

Elena e Bonnie stavano pagando i loro acquisti, lessero il titolo e la guardarono interrogative.

«Il padre delle mie bimbe è un professore di storia, mi ha trasmesso un po' della sua passione» si giustificò Caroline.

 

Tornarono a casa e ognuna di loro andò nella propria stanza per prepararsi per la cena.

Caroline si avvicinò alla cassapanca, l’apri e ci mise dentro il nuovo acquisto.

 

Cenarono alla mensa insieme a tutti, Rebekah era seduta vicino ad Oliver e parlavano allegri.

“Sembra tranquilla“ rifletté Caroline.

Dopo cena andò nel salottino e qualche minuto dopo entrò l’Originale.

«Ciao» la salutò Caroline.

«Ciao…» le rispose l’altra facendole vedere una scatola che aveva in mano «sono venuta con un offerta di pace».

«Che cosa è?» chiese Caroline sorridendo.

«Praline al cioccolato, vengono dall’Italia e sono le mie preferite… nocciole del Piemonte, pistacchi di Bronte, mirto della Sardegna, peperoncino dalla Calabria, arance siciliane… il meglio del BelPaese, introvabili qui… Nik me le fa portare direttamente dall’Italia… anche se preferisce farmi credere che sia di Elijah l’idea… è l’ultima scatola! Ed è un po' cominciata» si giustificò.

«Veramente allettante» esclamò Caroline entusiasta «posso prepararti qualcosa?» le domandò indicandogli il bicchiere pieno che aveva in mano.

«Beh… gradirei un bel cocktail, una parte di 0 negativo una di A e una di B positivo, con una spruzzata di AB così… per dargli un po' di brio! Mescolato e non shakerato mi raccomando» scherzò Rebekah.

«Come desidera signorina» rise Caroline.

Caroline stava porgendo il bicchiere a Rebekah, quando entrarono Bonnie ed Elena.

«Abbiamo preparato una cheesecake» fece Bonnie mettendola sul tavolino.

«E questa viene direttamente dalle cantine di casa Salvatore» asserì Elena poggiando una bottiglia di Bourbon.

Chiacchierano per un po' del più e del meno, mangiarono i cioccolatini di Rebekah, concordando che non avevamo mai assaggiato niente di simile e si finirono anche mezza torta.

Semplicemente quattro ragazze che si godevano il dopocena.

«Sai che facciamo» disse Elena, prendendo dalla credenza quattro bicchierini da shot «sedetevi a terra intorno al tavolinetto, giochiamo a non ho mai!» esclamò prendendo anche la bottiglia di Bourbon.

Caroline si sedette davanti a Rebekah, con a sinistra Elena e a destra Bonnie.

«Inizio io con una facile facile» disse Elena «non sono mai morta!» esclamò bevendo, seguita dalle altre tre.

«Non ho mai bevuto sangue direttamente da una vena!» disse Caroline guardando Rebekah e buttando giù il suo bicchierino.

L’Originale guardò Bonnie interrogativa, dopo aver visto che anche la strega aveva bevuto.

«Hai idea di quante volte ho rischiato di morire, per stare dietro a loro? Ho bevuto il sangue praticamente di tutti!» spiegò la ragazza scatenando una risata generale.

«Comunque tocca a me… non ho mai cercato di uccidere nessuna di voi” proclamò bevendo… e lo fecero anche tutte le altre.

«Non ho mai… ucciso nessuna di voi» disse allora Rebekah guardando Elena, poi si accorse che stava bevendo anche Caroline «Chi?» le chiese stupita.

«Elena…» rispose Caroline con un’alzata di spalla.

«Mi ha spezzato il collo» raccontò l’amica ridendo... «Non ho mai ucciso un Originale» dichiarò poi bevendo e guardando Rebekah.

Anche l’Originale si scolò il suo bicchierino «Capirai… ho perso il conto di quante volte ho ucciso i miei fratelli in tutti questi secoli!» spiegò.

«Non sono mai stata salvata da un Originale» disse allora Caroline e bevvero tutte.

«Non ho mai salvato un Originale» affermò allora Bonnie e anche in questo caso alzarono tutte il loro bicchierino.

Rebekah guardava Caroline «Tu hai salvato me» mormorò.

«Te lo ricordi…» le rispose l’altra.

«Certo! Alaric stava per uccidermi con il pugnale che gli aveva fatto mia madre, sei arrivata in tempo per un soffio! E tu hai salvato Nik» fece poi rivolta a Bonnie «invece tu ci hai salvato tutti dicendo ad Elijah il piano di mia madre…» sorrise guardando Elena «certe cose non si dimenticano» spiegò.
«Ma ora tocca a me… movimentiamo un po' la serata…» aggiunse maliziosa l’Originale alzando un sopracciglio 

«Non ho mai… fatto sesso con un vostro fidanzato» bevve ridendo… e bevvero anche Elena e Caroline.

«Non ho mai fatto sesso con due uomini! Che sono stati vostri fidanzati-barra-amanti» rincarò la dose Elena! 

Rebekah e Caroline rifletterono un attimo e poi bevvero…

«Non ho mai fatto sesso con TRE! uomini che sono stati vostri fidanzati-barra-amanti» scoppiò a ridere Caroline! 

Elena e Rebekah erano piegate in due dal ridere e bevvero anche loro.

«A parte che mi sento esclusa! Ma come tre?» chiese Bonnie.

«Stefan, Damon e Matt» replicarono in coro le altre, non riuscendo a smettere di ridere.

«Oh, mio Dio… è vero… anche tu con Damon! E con Stefan! Come ho fatto a dimenticarmelo» rifletté Bonnie rivolta a Rebekah.

«Ad essere precisi, io con Stefan ci sono stata prima di loro due! Negli anni 20!» chiarì lei fintamente offesa «e poi anche dopo…» aggiunse continuando a ridere.

«Ok… non posso farmi battere così! Fatemi pensare!» fece Bonnie guardandosi intorno «Non ho mai fatto sesso con un vostro fratello!» esclamò soddisfatta scolandosi il bicchiere tutto d’un fiato.
Caroline buttò giù il suo bicchierino.

«Pure tu hai fatto sesso con uno dei miei fratelli?» chiese allora Rebekah sconvolta

«Non con uno dei tuoi!» gridò Bonnie «Con quello di Elena!»

«Ah… ok!» sbuffò rassicurata l’Originale.

«Non ho mai baciato uno dei vostri fratelli» affermò Elena bevendo, seguita da Caroline e Bonnie.

«Mi hai rubato il turno!» protestò Rebekah… poi come se fosse stata colpita da una folgorazione esclamò «Ma loro non hanno fratelli! Quale dei miei hai baciato?»

Oramai le due umane erano quasi ubriache, Caroline non riusciva a smettere di ridere vedendo la reazione sconvolta di Rebekah, il clima era decisamente sopra le righe…

«Elijah…» riuscì a dire Elena mentre rideva a crepapelle.

«Come sarebbe a dire che hai baciato Elijah?» domandò Bonnie con le lacrime agli occhi. «Quando? Come? Dove?»

«Mi ha scambiato per Katherine, la sola volta che mi sono fatta passare per lei, ho rimediato proprio un gran bel bacio» spiegò Elena cercando inutilmente di rimanere seria.

Rebekah la guardava con gli occhi sgranati.

«Ad essere sincera… io ho quasi baciato Kol» confessò Bonnie, poi guardando la reazione ancora più sconvolta di Rebekah, aggiunse «Ehi! Mica è colpa nostra se hai dei fratelli uno più sexy dell’altro!».

«Devo decidere che cosa mi sconvolge di più …
il fatto che Bonnie pensa che i miei fratelli siano sexy…
Elena che bacia Elijah…
o che quello zuccone, dopo tutti quei secoli, ancora correva dietro le gonnelle della Petrova!» rifletté incredula l’Originale.

«A pensare che fino a qualche ora fa, non riuscivo a togliermi dalla mente l’immagine di Caroline e Nik che si davano da fare!» aggiunse sospirando.

Rebekah guardò le altre tre che le stavano sorridendo e ricambiò il sorriso divertita.

«Certo che ne abbiamo fatte di cose in questi anni!… Ne abbiamo passate tante e non ci siamo sempre odiati… a quanto pare» rifletté sghignazzando la vampira originale.

«Direi proprio di no» confermò Caroline.

«Rebekah…» attirò la sua attenzione Elena «volevo chiederti una cosa… mi farebbe molto piacere se fossi una delle mie damigelle al matrimonio…» 

Rebekah rimase a bocca aperta, ora lo stupore era di un altro genere…

«Certo» rispose «ne sarei felice…» e sembrava sinceramente commossa.


 

(*) “Io sono il male assoluto e non posso farne a meno“

“No, è perchè tu sei ferito, il che significa che c’è una parte di te che è umana“

“Come puoi pensare una cosa del genere?“

“Perchè l’ho vista“

 

(**) “Sono venuta per distrarti“

“Non mi dire…“

 

(***) “Non è un crimine amare ciò che non puoi spiegare“

 
   
 
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