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Autore: Sakkaku    23/04/2017    2 recensioni
Questa storia è ambientata intorno al Medioevo, la protagonista si ritrova a nascondersi in un villaggio dove pensa di riposarsi solo per qualche giorno e ripartire. Le cose andranno diversamente e una parte del suo passato tornerà a galla.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mythological Creatures'
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Capitolo 17

 

Il Cerbero amava rovinare le vite alle fiere, era un passatempo che aveva scoperto essere molto divertente. Attualmente i suoi obiettivi erano le Arpie e le Chimere o per meglio dire, i due prescelti che avrebbero dovuto porre fine alla loro faida secolare, la razza vincente avrebbe dimostrato la superiorità della sua specie nei confronti dell'altra.
Come rappresentante delle Chimere hanno scelto mio fratello, la prima Chimera venuta al mondo, invece le Arpie dal canto loro avranno scelto la loro combattente migliore, forte e furba. Per loro due come può essere normale che nessuno della loro razza li abbia cercati? Dopo secoli hanno trovato un modo pacifico per determinare la propria superiorità e perdono anni a rincorrersi? Allora era meglio se la risolvevano alla vecchia maniera: chi annientava più nemici aveva la vittoria e mostrava la propria preminenza” pensò il Cerbero mentre svolgeva il suo solito giro di controllo. “E' assurdo! Hanno scelto di sacrificare i loro migliori combattenti, con la speranza di concludere la loro faida e loro non si sono ancora battuti dopo tutto questo tempo... forse non dovrei lamentarmi. Passo del mio tempo per seguirli perché sono divertenti, ma ora sto iniziando ad annoiarmi, quindi gli manderò un incentivo per aumentare la competizione.”
Il suo potere era immenso e nonostante le due creature mitologiche fossero a iarde di distanza, il Cerbero li attaccò. Per evitare che accusassero il loro nemico di quell'attacco a sorpresa, con la mente dimostrò loro che entrambi erano stati braccati da una fiera molto più potente di loro due messi assieme. Il Cerbero aveva percepito del terrore insinuarsi nei loro cuori. Un enorme sorriso spuntò nelle tre teste della creatura, era il suo divertimenti preferito creare paura pura e divorare l'anima umana quando non vi era più un minimo barlume di speranza, solo terrore.
- Direi di muoverci. Se questo messaggio non è stato preso seriamente, farò cambiare a quei due idea facilmente. Sto architettando un piano diabolico - disse la testa a sinistra.
- Lo sappiamo già, Bud – borbottò quella a destra.
- Bob, Bud, dovreste smetterla di battibeccare, per me che sono in mezzo è veramente seccante.
- Scusaci Bram - entrambi dimostrano di essere veramente dispiaciuti.
Il capo era lui e poteva toglier loro la parola con un solo battito di ciglia, era lui che possedeva la percentuale magica maggiore. Il Cerbero prese le sembianze di tre coyote, convocò nella foresta le due fiere e vi parlò in prima persona, per poi tornarsene nell'ade, perché c'era bisogno di lui.


Gina mandò una giovane cameriera a cercare Benjamin. La sua tenuta era impeccabile, l'aveva controllata in modo minuzioso, la fattucchiera era sicura che fosse linda e pulita. S'illudeva.
Caroline la riprese - Ti rendi conto della tua posizione? Come puoi lavorare con una manica della divisa sporca di sangue? Ti sei almeno disinfettata il taglio?
Tutte quelle domande misero in ansia Gina “Questa maledetta ha visto una gocciolina così minuscola? Capisco perché è a capo di tutte le cameriere, ma è davvero esagerata. A chi importa se ho una goccia di sangue? Per fortuna ignora che prima la divisa era completamente sporca.”
- Devi stare più attenta - la ramanzina di Caroline continuava - La nostra divisa dimostra come siamo. Se sembriamo delle persone sporche, chi prenderà seriamente il lavoro che svolgiamo? Come possiamo pretendere che ci rispettino quando siamo le prime a non avere la decenza di trattare con cura i nostri abiti? - pronunciava le parole con veemenza solo con l'intento di dar fastidio alla donna.
Cosa vuole adesso questo parassita?” pensò Caroline vedendo arrivare Benjamin, faticava a tollerare la sua presenza, era una persona falsa e meschina, il suo istinto ogni volta le diceva di stargli lontano o di ucciderlo.
- Mi hai cercato Gina? - domandò ignorando completamente la capo cameriera.
- Sì, mi dovresti aiutare con quella cosa - rispose vagamente la donna.
- Si può sapere di cosa state parlando? Gina sai che il regolamento vieta lavori extra o favori in cambio di una ricompensa vero?
- Lo so bene. Questa è una faccenda tra me e lui.
Benjamin si sentiva a disagio, la presenza di Caroline lo rendeva nervoso e irrequieto.
Maledetta strega! Perché diavolo mi fai chiamare se poi nemmeno possiamo discutere tranquillamente senza giochi di parole?” pensò l'uomo sfiorando l'elsa della spada legata alla cinta.
Quel gesto, la Delfine, lo trovò divertente “Ahahah, crede che possa temere la sua spada? Ho incontrato spadaccini più abili e forti di lui in passato. Probabilmente ignora che sono cresciuta su una nave di marinai, anche se forse è più corretto chiamarli pirati e che ho abbordato e saccheggiato diverse navi” scosse la testa, quei bei tempi oramai facevano parte del passato.
Quei due umani si comportavano in modo strano, era palese che nascondessero qualcosa.
Se non fosse il Cerbero che si aggira nei paraggi, li controllerei a distanza con la magia, però rischierei di essere scoperta e voglio evitare di avere dei contatti lui... potrebbe obbligarmi a tornare al villaggio e questo è l'esatto opposto di quello che voglio” pensò Caroline, ignorando di proposito l'uomo, riprese a dialogare con la sua subordinata.
- Se credi di eludere una punizione, ti stai illudendo! - diede loro le spalle - Ti attendo in sala a fine turno - senza aggiungere altro si allontanò.
La Delfine interruppe le proprie mansioni per seguire personalmente il luogo in cui i due umani si stavano dirigendo. Per la prima volta vide un passaggio segreto di cui ignorava l'esistenza.
Deve essere quello di Midolf! Quindi avevo ragione sulla teoria di una cospirazione contro Falco Nero” pensò Caroline rimanendo nascosta e attendendo che uscissero nuovamente dal passaggio. Vide Benjamin trasportare un corpo, riconobbe il volto di Denny contorto in una smorfia di dolore e sorpresa.
Non si sono degnati neanche di chiudergli gli occhi” era disgustata, nonostante conoscesse la razza umana, si domandava come riuscissero a commettere simili atrocità tra di loro senza un vero motivo.
Quanto notò un taglio nel petto, s'incupì. Andando contro quanto si era ripromessa, frugò velocemente nella mente di Gina, dopo aver appurato che l'utilizzo del cuore era culinario, si rilassò.
Certo... è troppo stupida per conoscere quell'incantesimo” sospirò, affrettandosi ad annullare la sua aura magica.
Caroline si allontanò dal passaggio segreto per occuparsi delle sue faccende e controllare se le altre cameriere stessero svolgendo al meglio le loro mansioni.
Benjamin aiutò Gina ad avvolgere il corpo esanime di Denny in un lenzuolo, dopodiché lo nascosero dentro una sacca in pelle da viaggio per allontanare gli occhi dei curiosi. Mentre lei si apprestava a legare la sacca, lui giustificava l'uscita non programmata alle guardie della torretta come un pattugliamento per farli riposare. Benjamin si allontanò a passo lento per dimostrare che si guardava intorno in modo accurato, almeno finché gli alberi non ebbero coperto completamente la sua presenza. In seguito si avviò al trotto, in direzione del fiume. La corrente era molto forte, con potenti mulinelli, appena la sacca toccò l'acqua venne risucchiata da un vortice.
Ora anche questo passo è concluso. Se Gina ha fatto tutto in modo corretto, Midolf tornerà in vita” pensò Benjamin continuando a fissare il corso d'acqua, doveva passare del tempo prima di fare ritorno, altrimenti le sentinelle avrebbero sospettato qualcosa. L'uomo si mise in bocca uno stelo d'erba e iniziò a mordicchiarlo, mentre appoggiava la schiena al tronco dell'albero dove era legato il cavallo, che pascolava tranquillamente.

 

Il Cerbero aveva notato un'umana interessante. All'apparenza sembrava un insulsa fattucchiera, eppure aveva una nozione magica reale, qualcuno doveva averle parlato, una qualche fiera annoiata probabilmente, perché l'incantesimo poteva riportare per davvero in vita un morto regalando l'immortalità a lui e a chi era l'artefice del sortilegio.
- Dobbiamo scoprire chi è il traditore e punirlo! - Bram era furioso, perché quella cosa era sfuggita al suo controllo assoluto, probabilmente troppo occupato ad osservare la Chimera e l'Arpia.
Quel comportamento era una grave violazione del regolamento delle creature mitologiche: mai, per nessuna ragione o motivo era acconsentito insegnare magia agli umani. Il Cerbero si concentrò per trovare il colpevole, quando trovò la creatura che per diletto aveva insegnato la formula magica all'umana, ne fu stupito. In genere era risaputo che gli Ofiotauri non brillassero d'intelletto, eppure arrivare a tanto era molto anche per loro. In un batter d'occhio si precipitò nel luogo in cui si trovava la fiera.
- Ti sei scomodato solo per questo? Perché dovrei essere punito? L'elemento più importante non riuscirà mai a trovarlo. Le sue chance sono praticamente nulle! - si difese l'Ofiotauro appena vide il Cerbero capì il motivo della sua visita.
- Taci stolto! Gli hai dato un sacco di indizi e un incantesimo quasi completo. Hai violato la più essenziale delle nostre regole, sarei preso poco seriamente da tutte le altre fiere se ti lasciassi impunito. Se credi che ti risparmierò rischiando di diventare lo zimbello di tutti, ti sbagli di grosso! Anzi, dopo oggi lo diventerai tu: di certo sarai ricordato nella storia e ti utilizzerò per farne un caso esemplare. Sicuramente nessuno imiterà le tue gesta, di questo puoi starne certo!
- Cosa hai in mente di fare per punirmi? Mi strapperai la carne? Romperai le mie ossa? Oppure le mie corna? - domandò l'Ofiotauro dondolando la propria coda da serpente.
- Pffft, mi ritieni così poco creativo? Niente di tutto ciò. Diventerai il mio schiavo personale. Ogni richiesta di sopralluogo dovrai effettuarla e farmi rapporto entro dieci minuti, se sbaglierai o tarderai ti verrà inflitta una punizione. Per tua informazione, ogni volta interpellerò una fiera diversa e saranno loro a fare quello che vogliono di te, per un intera giornata. Ovviamente tutto questo senza ucciderti, altrimenti saranno loro a prendere il tuo posto. Allora, cosa ne pensi?
L'Ofiotauro rabbrividì. Avrebbe preferito qualsiasi tortura a quel umiliazione pubblica, sarebbe diventato lo zimbello di tutte le creature mitologiche, oltre al fatto che avrebbe annientato la reputazione della sua razza, i quali appena ne avrebbero avuto l'occasione di certo gliela avrebbero fatta pagare a caro prezzo. La fiera deglutì cercando di calmarsi e di nascondere la paura, ma dal ghigno del Cerbero capì che era inutile. Al suo olfatto nulla poteva sfuggire.
– La tortura è meglio! Pensaci. Ho molta resistenza fisica! Dopotutto sono per metà toro, potrei sopportare un supplizio per delle ore o per delle intere giornate.
- No – rispose il Cerbero – Mi annoio subito. La ruota della tortura verrà eseguita al tuo primo sbaglio, non essere così impaziente di conoscerla! – sorrise di nuovo – Ti regalo un viaggio di sola andata per la mia umile dimora. Inizia a strisciare, devi farti un'idea della sua grandezza o rischi di perderti.
L'Ofiotauro pensò di soffocare a causa della mancanza dell'ossigeno, in realtà vi era presente solo in forma rarefatta.
Il Cerbero si sentì soddisfatto. Ora aveva un passatempo a due passi da casa, quindi poteva imporre la fine della faida tra Chimere e Arpie o meglio obbligarli a uccidersi. Prima però doveva occuparsi della fattucchiera e del suo compagno, solo dopo avrebbe spostato nuovamente la sua attenzione alle due fiere.

  
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