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Autore: Lulumiao    23/04/2017    3 recensioni
A chi non è capitato di guardarsi allo specchio e di non trovarsi molto attraenti? Nozomi sta vivendo questa esperienza, ma forse Eli le farà cambiare idea.
Storia molto fluff e dolce Nozomi x Eli, buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Eli Ayase, Nozomi Tojo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver ceduto all’insistenza dei miei compagni di università fissati con Love Live!, dopo i loro infiniti “Nico Nico niiiiii” ho visto le due stagioni dell’anime e ho scaricato il videogioco sul cellulare, ovviamente entrando anche io nel giro diabolico della dipendenza e dello shipping yuri selvaggio.
Quella che state per leggere è una NozoEli. Nozomi è la mia preferita, un gradino sopra alle altre :3 Ma anche Nico, Maki, Eli e Umi sono tanto carine >////<
Questa fan fiction è venuta inutilmente sdolcinata, perdonatemi :( Forse alla fine vi si saranno cariati i denti.
Il titolo è il primo verso di Garasu no Hanazono, il duetto di Nozomi e Eli, e significa più o meno “un labirinto di sogni, un labirinto di gigli”.
 
Io vorrei tanto sposare Nozomi, ma mi dicono che Nozomi è di Eli e che non la posso toccare u.u
 
Buona lettura <3
P.S.: spero che i personaggi non siano OOC.
P.P.S.: adesso “Nico Nico niiiiii” lo dico anche io, salvatemi D:
 
 
 
Yume no meiro, yuri no meiro
 
 
 
 
Era primavera e la bella stagione si faceva sentire, con le sue fioriture mozzafiato e il canto degli uccellini. Le giornate serene si alternavano a quelle più nuvolose o addirittura piovose, ma quel giorno c’era un caldo quasi estivo e per Nozomi ed Eli la camera da letto si era rivelata il luogo più fresco dove trascorrere tranquillamente un sonnacchioso pomeriggio domenicale.
Il pranzo a casa di Nico era stato abbondante come al solito e aveva lasciato Eli e Nozomi poco inclini a qualsiasi attività che non fosse correlata col dormire.
Infatti proprio in quel momento le due ragazze erano appisolate sul letto matrimoniale che condividevano da anni; una mano di Nozomi era posata tra i capelli di Eli, dormivano entrambe.
 
Erano circa le sei quando Nozomi si svegliò, cercando di capire che ore fossero. È tardi, pensò, guardando l’ora sul cellulare. Sullo sfondo c’era una foto abbastanza recente che ritraeva lei ed Eli abbracciate. Erano passati quasi vent’anni da quando avevano fatto le school idol, ma Eli non era cambiata per niente, pensò Nozomi. I capelli biondi, gli occhi azzurri e il viso snello erano sempre gli stessi, e se c’era qualche capello bianco (Nozomi sapeva che c’era), be’, non si notava. Nozomi sorrise, pensando a quanto fosse fortunata ad aver sposato la ragazza più carina e adorabilmente testarda del liceo, seconda in testardaggine forse solo a Maki.
Posando lo sguardo sulla se stessa nella foto, Nozomi si disse che non poteva farsi altrettanti complimenti. Il vero problema non era qualche ruga che cominciava ad apparire qua e là, che si notava poco ed era inevitabile andando avanti con gli anni, e non era neanche qualche capello bianco che anche lei cominciava ad avere; erano cose che Nozomi si aspettava, invecchiare è normale.
Quello che Nozomi non si aspettava era il cambiamento nel suo corpo che stava avvenendo da qualche tempo e che la stava portando a diventare rotonda come la sua teiera a forma di porcellino.
Nozomi era sempre stata la più formosa delle Muse, contando anche la dimensione del suo seno che era sempre piaciuta sia a lei sia ad Eli, dimensione che fortunatamente non le aveva mai fatto avere un seno cadente. Fino a qualche tempo prima Nozomi si piaceva, era contenta del suo corpo, anzi, lo ammirava proprio, anche perché Eli non mancava mai di farle notare quanto secondo lei fosse stupenda. Ma da un po’ di tempo aveva iniziato a notare i fianchi più larghi, una pancetta più sporgente, il viso più rotondo, le guance paffute, le cosce più morbide. La prova che non fosse tutta una sua fissazione era che effettivamente gran parte dei suoi vestiti non le entrava più e ne aveva dovuti comprare di nuovi, cercando di scegliere modelli non molto aderenti.
Ed Eli sicuramente se ne era accorta.
Nozomi sospirò, scacciando i brutti pensieri: non voleva rovinarsi la domenica. Si alzò senza svegliare Eli e andò in bagno.
 
Al suo ritorno trovò Eli sveglia, ma ancora visibilmente assonnata. La bionda la accolse con un grande sbadiglio e si girò a pancia in su.
«Ti ho svegliata quando mi sono alzata, amore?» le chiese Nozomi, sedendosi sul letto.
La voce di Eli era piena di sonno. «Non credo, quando mi sono svegliata non c’eri. Che ore sono?».
«Le sei e venti» rispose Nozomi. «Abbiamo dormito tutto il pomeriggio. Io mi sono svegliata poco fa». Detto questo si mise a spostare i panni dalla tavola da stiro all’armadio.
« I pranzi di Nico sono impegnativi» disse Eli, rigirandosi nel letto. «Ma ne vale sempre la pena» aggiunse. «Ed era da un po’ che non vedevamo le altre. Mi mancavano».
«Anche a me» disse Nozomi, intenta a piegare una camicia. «Con gli impegni di tutte non è facile trovare un giorno per vederci. Stavolta siamo state da Maki e Nico, la prossima volta potremmo ritrovarci qui da noi».
«Per me andrebbe benissimo, ma non ne posso più del vicino pazzo convinto che facciamo parte di una setta satanica e che ci raduniamo per invocare i demoni» si lamentò Eli mettendosi seduta sul letto.
Nozomi rise. «È colpa mia, Eli, è per quella volta che per socializzare volevo fargli un trucco con i tarocchi, ma appena li ha visti è scappato nel suo appartamento».
Eli scoppiò a ridere, quella storiella la divertiva sempre. Avrebbe pagato per poter essere presente alla scena.
«È esattamente da quel giorno che ci evita e che si fa il segno della croce ogni volta che ci vede» continuò Nozomi, facendosi prendere anche lei dalla risata.
«Be’, non è stata una gran perdita» disse Eli, calmando l’ilarità. Si stiracchiò. «Vuoi che ti aiuti con i vestiti?».
«No, grazie, faccio da sola. Ho quasi finito» rispose Nozomi, dividendo gli ultimi vestiti in due pile, una sua e una di Eli. Mentre piegava gli abiti notò quanto larghi fossero i suoi in confronto a quelli di Eli. Una volta portavano più o meno la stessa taglia.
 «Allora quando hai finito torna a letto» disse Eli, ributtandosi sul cuscino. «Oggi mi sento pigra, voglio restare qui finché la fame non mi costringerà ad alzarmi».
Nozomi sistemò l’ultima maglietta ed eseguì gli ordini. Si stese vicino a sua moglie, girandosi su un fianco verso di lei.
«Sai, amore, prima ti ho sognata. Era un sogno particolare» disse Eli, ormai completamente sveglia.
Nozomi era stupita. «Davvero? Di solito sono io che faccio sogni strani».
Eli rise. «Non so, forse mi hai trasferito un po’ del tuo potere spirituale».
«E che cosa hai sognato?» le chiese Nozomi, curiosa. Le cose mistiche erano una delle sue più grandi passioni.
Eli le prese una mano e la strinse. «Eravamo in un giardino pieno di fiori. Stavamo camminando tranquillamente, sembrava un’atmosfera da fiaba. All’improvviso ti sei fermata e mi hai detto che non te la sentivi di proseguire e che saresti tornata indietro. Non sembravi a tuo agio».
«Interessante. Potrebbero esserci diverse significati. Secondo te cosa significa?» chiese Nozomi, che credeva fermamente nell’interpretazione dei sogni.
«Forse riguarda più te che me. Magari il mio subconscio vuole avvisarmi che tu non stai bene. C’è qualcosa che ti turba?».
Nozomi non si aspettava una risposta così profonda, che era la stessa che avrebbe dato lei, su un tema così poco preso in considerazione come l’interpretazione dei sogni, ma forse vent’anni di amicizia, diciotto di fidanzamento, dieci di convivenza e cinque di matrimonio avevano davvero permesso ad Eli di prendere un po’ di potere spirituale da Nozomi. «Forse c’è qualcosa che mi turba». Non aveva molta voglia di parlare dei suoi rotolini di grasso, ma non voleva neanche mentire ad Eli. Si erano sempre dette tutto, in fondo.
«Davvero? Che cosa?» chiese Eli, avvicinandosi di più con un’espressione leggermente preoccupata.
«Ho detto “forse”» rispose Nozomi, in imbarazzo.
Eli non si fece ingannare. «Nozomi, se c’è qualcosa che non va dovresti dirmelo. Vorrei aiutarti. Lo sai che ti amo» disse, accarezzandole i capelli scuri.
Nozomi si sentì rassicurata dalle coccole. Cercò le parole giuste. «Non è niente di serio, tesoro, sta’ tranquilla. È solo che ultimamente non sono più sicura della mia bellezza» disse Nozomi, cercando una risposta nell’espressione stupita dell’altra.
«Nozomi» cominciò Eli, «La tua bellezza non è mai cambiata. Sei sempre la donna più bella della mia vita» disse, accarezzandole la guancia. «Cos’è che non ti piace?».
Nozomi esitò. «Non sono cambiata molto, ma…».
«Ma?».
«…Ma ultimamente la golosità sta prendendo il sopravvento e sto diventando una foca» concluse Nozomi.
Eli non era convinta. «Vuoi dire che stai ingrassando?».
«Sono già grassa» rispose Nozomi. «E non mi piaccio molto. E ho paura di non piacere neanche a te». Finalmente era riuscita a dirlo. Le carte glielo avevano predetto, che oggi sarebbe stata una giornata di confessioni.
«Amore, non hai mai detto una cosa così idiota in vent’anni, te lo assicuro» la rimproverò Eli, tirandosi su a sedere.
«È la verità, Eli. Non ti sei accorta che ho dovuto ricomprare gran parte dei vestiti?».
Eli incrociò le braccia. In quel momento ricordava tanto a Nozomi il tempo in cui la bionda era la presidentessa del consiglio studentesco del liceo e appariva sempre molto seria e distaccata. «Certo che me ne sono accorta. Ma per me è un cambiamento del tutto marginale, come se ti fossi tagliata i capelli. Ti trovo sempre bella. E poi sei ingrassata veramente poco, giuro che me ne sono accorta appena».
Una cosa che Nozomi sapeva fare bene era capire se gli altri mentivano, e analizzando occhi e voce di sua moglie capì che stava dicendo la verità. «Forse è perché mi vedi tutti i giorni e non noti molto la differenza. Ma la bilancia e la taglia non mentono» disse Nozomi, triste, sedendosi anche lei. «Non mi piaccio come prima e soprattutto vorrei continuare a piacere a te».
«Nozomi, a me piaci. A trentacinque anni è normale prendere qualche chilo, non sei più giovanissima, gli ormoni cambiano… Forse ingrasserò anche io» rispose Eli, prendendole le mani. «E poi ti ripeto che il cambiamento è minimo».
«Tu sei sempre uguale, Eli» disse Nozomi, ricambiando la stretta. «Non è piacevole vedersi lievitare all’improvviso. Quando ci siamo sposate ero in forma, adesso non potrei mai rientrare nel vestito che indossavo quel giorno». Guardò la foto sul comodino di Eli, che le ritraeva nel giorno del loro matrimonio, entrambe belle e felici.
«Quando ci siamo sposate io ero convinta che tu fossi un angelo, e ne sono ancora convinta» ribatté Eli, abbracciandola dolcemente.
Il calore dell’altra tranquillizzò Nozomi. Eli le accarezzò la schiena. «Ma capisco che tu voglia dimagrire, neanche a me piacerebbe vedermi grassa. Come prima cosa, forse dovremmo smettere di andare a pranzo da Nico».
Nozomi rise, stringendo Eli. La cucina di Nico non era dietetica.
Eli sciolse l’abbraccio per guardarla negli occhi. «Ma c’è una cosa di cui non devi dubitare: io ti amerò sempre e mi piacerai sempre, anche se diventerai una foca. Le foche sono carine».
Nozomi arrossì. «Non ho mai dubitato del tuo amore, avevo solo paura che il mio corpo non ti piacesse più. Per me la tua approvazione è importante».
Eli le diede un bacio a stampo. «Accetto tutto di te, anche i difetti. E ti assicuro che i pregi che amo superano i difetti».
Nozomi le sorrise furbamente. «E io che pensavo che mi avessi sposata solo per le tette!».
Eli diventò rossa come un peperone. «N-Nozomi…» Poi si ricompose. «Ebbene sì, hai scoperto il mio segreto» rispose, impettita.
Nozomi scoppiò a ridere e la baciò. Ora si sentiva più leggera.
«…Be’, anche per quello» continuò Eli, sottovoce.
Nozomi la baciò di nuovo. «Ti piacerò anche quando avrò le guance grosse come palloni?» chiese, divertita.
«Le tue guance sono così morbide che adoro baciarle e più sono morbide meglio è» rispose Eli, appunto baciandole le guance. «Senti, foca, che ne dici di una passeggiata prima di cena?».
«È una buona idea. Così magari smaltisco qualche caloria. E poi cena non troppo grassa» rispose Nozomi, dandole un ultimo bacio e alzandosi.
Eli la imitò, infilandosi le scarpe. Poi esitò.«Nozomi?».
L’altra si voltò verso di lei.
«Grazie per esserti confidata con me. Hai anche dato un senso al mio sogno» disse, sorridendo.
«Sono io che devo ringraziarti, ora sono meno preoccupata. Andiamo, è già tardi» disse Nozomi, uscendo dalla camera.
Eli la guardò da dietro. Effettivamente aveva messo su un po’ di ciccia, ma non poteva definirla grassa. L’unica cosa che le dispiaceva di quella faccenda era che per qualche tempo forse avrebbe dovuto rinunciare a viziarla con i dolci. Sperava solo che Nozomi non facesse lo stesso con lei, Eli adorava i dolci, soprattutto la cioccolata.
Mentre usciva dalla stanza Nozomi ci ripensò e si voltò verso Eli. «Sai, anche io ti ho sognata».
«Davvero? E cosa hai sognato?».
«Ho sognato di regalarti una torta al cioccolato. E la mangiavi tutta con gusto».
Eli si meravigliò. Ogni tanto pensava che sua moglie leggesse nel pensiero.
 
 
 
 
  
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