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Autore: Voglioungufo    23/04/2017    2 recensioni
“Io l’ho già capito” inizia a canticchiare Sasuke.
“Cosa?” gli va dietro Naruto.
“Ma loro ancora no!”
“Chi?”
“Si stanno innamorando! Il nostro trio, diventerà un duo”
“Oh”
“Fra stelli e pleniluni, c’è aria di magia! È un attimo così romantico, vedrai la porta via…”
“Smettetela subito, idioti” sbotta Sakura arrossendo vistosamente. Poi, molto coraggiosamente, si dà alla fuga chiudendosi in bagno.
Naruto sospira pesantemente. “La nostra bambina è cresciuta davvero”
|SAKUHINA|NARUSASU| GRUNGE!AU|
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Smells like teen spirits'
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3. You shook me all night long (AC/DC)

“'Cause the walls start shaking
The earth was quaking
My mind was aching

And we were making it and you
Shook me all night Long

 

Ino si guarda le unghie perfettamente curate immediatamente dopo aver suonato al campanello di casa Uzumaki-Uchiha-Haruno e ignora con disinvoltura le grida che sente dall’altra parte della porta – sicuramente Sakura e Naruto.

È proprio il biondo ad aprirle la porta con un enorme sorriso sulla faccia. “Ino-chan!” l’accoglie come se non la vedesse da mesi.

La ragazza arriccia le labbra in un sorriso sincero ed entra nel piccolo bilocale senza attendere oltre, l’entrata-soggiorno-cucina è relativamente disordinata e forse è per questo che Sasuke, seduto sul divano, ha una faccia estremamente infastidita. Tutto nella regola insomma.

“Sakura?” domanda.

Un minuto!” la sente gridare dal bagno seguita immediatamente dal rumore preoccupante di qualcosa infranto a terra. Anche Sasuke pare udirlo e la sua faccia si fa, se possibile, ancor più funesta. Naruto invece ridacchia e le rivolge un’occhiata rilassata.

“Vuoi qualcosa mentre l’aspetti?”

“Sono apposto, non preoccuparti” lo rassicura “Temo solo di fare tardi” aggiunge a voce più alta palesemente rivolta all’altra ragazza.

“Ho detto che sto arrivando!” la sente strepitare.

Ino rotea gli occhi e poi torna a rivolgersi ai due ragazzi. “Voi fate qualcosa ‘sta sera?”

“Danno Ghost Busters alla televisione” risponde Naruto “Stiamo preparando i popcorn”

“Oddio, non vi piacerà quella schifezza, spero”

“E’ divertente!” lo difende punto sul vivo “E mi piace la canzone”

Il breve dibattito viene interrotto dall’entrata in scena di Sakura con i capelli elettrici sulle spalle e la maglietta nera malamente infilata dentro un paio di pantaloncini rossi. Tiene in una mano una spazzola e nell’altra un paio di converse da mettere ai piedi, in bocca un fermaglio e un borsa pende dalla spalla insieme alla camicia a quadri verdi di Naruto.

Butta tutto sul divano. “Sono pronta” dice frenetica cercando sia di infilarsi una scarpa che di pettinarsi i capelli elettrici. Sasuke è costretto ad alzarsi per non beccarsi una gomitata al centro della faccia, raccoglie da terra il gatto Madara e lo abbraccia come a farsi scudo. Il gatto non protesta adattandosi immediatamente alla nuova sistemazione.

 “Hai tutto?” domanda divertito Naruto.

Sakura annuisce con frenesia raccogliendo i capelli nel fermaglio, si infila la camicia a mo’ di giacca e afferra la borsa. “Tutto” ripete “Voi non distruggete casa mentre non ci sono”

Sasuke sembra risentirsi di quella insinuazione e assottiglia gli occhi offeso.

“Te l’affidiamo, Ino-chan” cinguetta invece Naruto.

“Ve la riporterò sana e salva come ogni volta” garantisce divertita da tutta quella eccessiva protezione.

Sasuke sembra intenzionato a dire qualcosa, forse una grande perla di saggezza che illuminerà l’umanità, ma poi sembra cambiare idea e si limita a stringere di più Madara al petto. E pensare che era stato proprio lui ad opporsi alla proposta di prendere un gatto, invece adesso non lo molla mai peggio di un bambino con il proprio pupazzo.

“Noi andiamo, ciao!”

“Divertitevi!” è l’ultima cosa che riesce a dire Naruto prima che la porta gli venga chiusa in faccia. Subito dopo si gira con un sorriso a trentadue denti.

If there's something strange in you’ neighborhood /Who you gonna call?” canticchia stonato con espressione eloquente, poi si getta a tuffo sul divano gridando: “Ghostbusters!” ma appena le sue chiappe colpiscono i cuscini una smorfia di dolore esce dalle sue labbra. Stringe gli occhi e infila una mano fra il suo sedere e il divano,  tira fuori l’oggetto di metallo che gli ha fatto male durante la caduta. Lo mostra a Sasuke.

Un paio di chiavi. Le chiavi di casa di Sakura.

Sasuke alza gli occhi al cielo. “Meno male che aveva preso tutto” commenta. Poi va a prendere i pop corn.

 

 

“Certo che potevi vestirti anche più carina” dice Ino dopo essere uscita dal parcheggio e aver messo la seconda. Pigia il piede sull’acceleratore e abbassa i finestrini “Stiamo andando a una festa, non al Pub Taka”

“E che differenza fa?” commenta Sakura appoggiando un gomito sul finestrino aperto con il vento che le schiaffa la faccia “Non ho nessuna intenzione di passare ore a sistemarmi per diventare una persona di plastica perfetta solo perché la società pretende che io lo faccia” sbotta.

Ino rotea gli occhi nello stesso momento in cui mette in terza. “Tu e il tuo anticonformismo del cazzo” impreca “Tanto per cominciare la società non ti impone proprio nulla, se fai una cosa la fai solo per te stessa, ecco”

Sakura è stufa di quel discorso che ormai intraprendono sempre più spesso. Getta la testa all’indietro soffiando come una bambina capricciosa. “Davvero, perché dovrei farlo allora? Non ha senso. Io sono così e basta, perché fingermi qualcosa che non sono?”

“Perché dovresti farlo?” ripete Ino strabuzzando gli occhi “Perché è un gesto d’amore, ecco perché. Ma guarda questo deficiente, mia nonna in bicicletta va più veloce!” aggiunge infastidita pigiando sull’acceleratore per iniziare un sorpasso.

Sakura ridacchia per quello sfogo, ma mantiene il punto della situazione. “Un gesto d’amore? Ma verso di chi?”

“Verso sé stessi,cazzo, è ovvio no?” batte una mano sul volante per enfatizzare il concetto e nel mentre si ferma la semaforo rosso “Seguimi” continua mentre aspettano il verde “Quando ti piace una cosa, quando sei affezionata a un oggetto, lo tratti bene, no? Insomma, fai in modo di non romperlo e fai sempre attenzione a come lo maneggi e cerchi di non rovinarlo e di far risaltare tutti i lati positivi…. Ecco, così funziona anche con le persone, in particolare con sé stessi” la macchina romba quando pigia sull’acceleratore allo scoccare del verde, parte velocemente e scala prima in seconda, poi in terza “Insomma, se ti ami è ovvio che cerchi di trattarti con cura e non maltratti il tuo corpo, capisci dove voglio arrivare, porca puttana? Una persona che si tratta bene e si tiene ben ordinata non ha una bassa autostima, non necessariamente almeno. Semplicemente, sa quello che vale e si coccola. È un gesto d’amore, cazzo!”

“Sì, capisco” borbotta “Sembri la psicoterapeuta, però. Solo più volgare” aggiunge.

“Perché gli amici servono a questo” ride Ino “Per impedirti di aver bisogno di una psicoterapeuta”

Sakura vorrebbe ribattere ma viene distratta dalla musica alla radio. Strabuzza gli occhi e un sorriso estasiato compare sul suo volto ormai completamente dimentica della conversazione.

“Gli AC/DC!” si esalta e fulminea fa scattare la mano verso la rotellina per alzare il volume, la chitarra elettrica riempie immediatamente l’abitacolo rischiando di assordare le orecchie delle guidatrice.

“Abbassa un po’!” protesta, ma in realtà sta ridendo. Anche Sakura ride sollevata dalle note di quella canzone familiare. Appoggia la testa all’indietro e guarda i lampioni accesi correre lungo la strada contro di loro.

“Questa sarà la notte della nostra vita” proclama“Me lo dice la pancia”

 

**

Hinata non doveva accettare l’invito.

Se lo ripete nella testa da quando ha messo piede all’interno di quella discoteca. Lo aveva capito immediatamente che non sarebbe stata una buona idea, anche quando la piccola Hanabi le si era presentata davanti con la proposta di accompagnarla a quella festa poco lontana dal centro. Era stata così convincente che Hinata non aveva proprio saputo trovare un buon motivo per rifiutarsi, soprattutto perché la sua motivazione vincente era stata: “Se continui a nasconderti dal mondo non potrai mai migliorare”. Di Hinata si possono dire molte cose, ma non che sia una codarda. Lei vuole migliorare, vuole uscire da quello scomodo guscio che le impedisce di vivere come una persona normale e che la trascina sempre negli angoli del mondo. Lo vuole davvero ed è abbastanza coraggiosa da provare a superare i propri limiti.

Ma questo è stato un errore.

È come dire a una persona che soffre di vertigine che per migliorare deve buttarsi giù con il paracadute. O peggio, proporre a una claustrofobica di superare la propria paura chiudendosi dentro un armadio stretto al buio per una giornata intera. Insomma, non puoi prendere qualcuno che soffre di agorafobia e metterlo in una stanza chiusa e superaffollata, è ovvio che sentirà malissimo.

All’inizio ci ha provato a ignorare la morsa allo stomaco, i crampi e la sensazione di essere costantemente fissata, ha cercato di rilassarsi e stare con la sua sorellina e le sue amiche ma alla fine ha dovuto scappare via andando a nascondersi nel bordo della pista da ballo. Lì, però, la situazione non è affatto migliorata. Ci deve essere qualche legge non scritta che considera qualsiasi bella ragazza da sola a bordo pista come abbordabile, altrimenti non si spiega per quale motivo abbia già avuto quattro proposte di ballare insieme. Ovviamente, ha rifiutato.

Si sente il cuore battere troppo forte a ritmo con la musica e sembra pronto a sfondare la gabbia toracica da un momento all’altro per scappare via. Le risulta difficile respirare, come se avesse un laccio attorno alla gola, così prende respiri lunghissimi per avere più aria possibile. Non le sembra abbastanza. Le gira la testa. Lì dentro fa ridicolamente caldo. Si è seduta su uno dei divanetti neri che costeggiano la sala sperando di restare un po’ in disparte, ma anche lì continua ad avere la terribile sensazione che tutti la stiano fissando. Non doveva venire. Non doveva venire.

Prende un lungo respiro, le sembra di essere su una barchetta traballante in balia delle onde, invece che essere seduta su un divanetto. Liscia le pieghe del vestito violetto per distrarsi ma la sensazione di disagio strisciante non sparisce e allora getta la schiena all’indietro per trovare maggior conforto in una posizione distesa. Le luci della discoteca si riflettano colorate sul soffitto in lampi di luce che le feriscono gli occhi, tutto il suo corpo rimbomba di musica ma non la sente veramente.

Chiude gli occhi abbandonandosi alle sensazioni.

“Va tutto bene?”

Si alza di scatto strabuzzando gli occhi e ha un leggero capogiro per il gesto troppo brusco, il cuore inizia a batterle ancora più forte dall’ansia di essere stata notata.

Un caschetto rosa sconvolto e spettinato è la prima cosa che le salta agli occhi, poi riconosce il resto della figura sottile e androgina che ha davanti.

“Sakura?”

 La cameriera del Sannin’s, la ragazza con cui ha riempito un album da disegno, la ragazza che per qualche motivo la distrae sempre, la ragazza che adesso la sta guardando sorpresa e preoccupata.

“…Hinata?” domanda in contemporanea l’altra. Successivamente, si guardano entrambe imbarazzate perché nessuna delle due dovrebbe conoscere il nome dell’altra, ma questo non è possibile perché due decerebrati (conosciuti al mondo con il nome di Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha) hanno ben deciso di mettersi in mezzo e fare di testa loro.

Sakura cerca di non pensare a quanto possano essere stati imbarazzanti i suoi coinquilini preferendo ignorare la situazione surreale. Certo, non immaginava che la ragazzina timida e silenziosa del locale fosse tipa da feste.

“Ti senti male?” le domanda gridando tornando a premere sul motivo che l’ha fatta avvicinare. Non è affatto raro che in discoteche del genere dove l’aria diventa viziata e l’afa insopportabile che qualcuno si senta male, specialmente se magari quel qualcuno è andato giù pesante con l’alcool. È una situazione che le è successo molto spesso, per questo si è avvicinata istintivamente.

Hinata si stringe nelle spalle ed esita brevemente, poi ammette alzando appena la voce: “Mi gira solo un poco la testa”

Sakura annuisce con fare professionale e le tende la mano. “Ti accompagno fuori a prendere una boccata d’aria”

La mora guarda quella mano tesa verso di lei con esitazione, come se potesse morderla, ma alla fine la prende alzandosi dal divanetto. “Grazie” dice con lo sguardo basso, i capelli che le scivolano sul volto.

Sakura sorride incoraggiante notando quanto sia scivolosa e fredda e la mano dell’altra ragazza, anche il colorito del suo viso è fin troppo pallido e sembra un fioco fantasma fra le luci epilettiche. Ha la pelle d’oca sulle braccia scoperte nonostante il caldo afoso dentro la stanza. La guarda preoccupata mentre la porta lungo il bordo della pista da ballo verso l’uscita, sta respirando troppo velocemente e non espira abbastanza aria.

Sta iperventilando, costata preoccupata.

“Siamo quasi fuori” cerca di rassicurarla stringendo la mano fredda e sudata “Ti fa male il petto?” domanda.

Hinata annuisce piano. “Un pochino” ma lo dice così piano che Sakura non sente e la vede solo muovere le labbra. Barcolla un poco e si vergogna profondamente per essere così debole e patetica, sta per avere un serio attacco di panico, se ne rende conto fin troppo bene, e le punte della dita le formicolano. Per non parlare della percezione distorta della realtà, le sembra di essere bloccata senza via di fuga. Ne ha avuti così tanti fin da bambina che riconoscerli è fin troppo facile.

Lo stato di agitazione continua anche quando Sakura riesce a portarla fuori dalla discoteca, l’aria fredda sulla sua pelle nuda è sia rassicurante che crudele.

“Siediti” le consiglia Sakura accorta facendola scivolare a terra con la schiena contro il muro dell’edificio.

“Non riesco a respirare” ammette con un filo di voce, è come se avessero stretto un laccio di cuoio attorno al suo collo. Si sente soffocare.

“Espira” le consiglia Sakura cercando di non starle troppo appresso “Concentrati su qualcosa e cerca di respirare correttamente” si morde le labbra non sapendo bene cosa fare. Si chiede se sia il caso di chiamare un’ambulanza, il petto di Hinata si alza e abbassa in maniera violenta come se fosse scosso da singhiozzi e il suo sguardo è un po’ vacuo, sbatte troppo spesso le palpebre. Deve trovare un modo per arginare quella crisi di panico.

Senza pensarci troppo, appoggia le proprie labbra su quelle dell’altra ragazza. Fa solo una leggera pressione e poi le socchiude accarezzandole brevemente senza approfondire troppo il contatto. Tiene intrappolate le labbra della Hyuuga solo per pochi secondi, poi si stacca completamente rossa in volta e pregando che l’altra non abbia preso troppo male quel gesto troppo estremo.

Hinata la guarda con la bocca socchiusa, gli occhi sbarrati e il volto completamente rosso come se fosse un’aliena.

Sakura si sposta imbarazzata una ciocca rosa da davanti il viso. “Va meglio?” domanda controllando il nervosismo.

Hinata resta in silenzio per qualche secondo troppo impegnata a metabolizzare quanto successo ma poi annuisce lentamente rendendosi conto che la sua mente si è completamente snebbiata e non fatica più a respirare. “C-come hai fatto?” balbetta.

Sakura stende le labbra in un sorriso nervoso. “Magia” prova a scherzare, poi aggiunge: “A volte il metodo migliore per arginare un attacco di panico è trattenere il respiro, molti sintomi sono causati dal’iperventilazione. Quando ti ho… baciata… tu hai trattenuto il fiato” si morde un labbro “Mi dispiace essere stata così brusca, ma mi hai presa un po’ di sorpresa e non mi è venuto in mente altro”

“G-grazie” arrossisce e Sakura apre la bocca per chiederle se deve chiamare qualcuno ma una voce squillante la interrompe prima ancor che possa iniziare.

“Hinata! Ecco dov’eri finita! Perché sei a terra? Oddio, ti sei sentita male? Hai avuto un attacco di panico?”

Sakura scatta in piedi come una molla mentre una ragazzina sui quattordici anni (come ha fatto ad entrare nella discoteca?!) si avvicina leggermente seccata e preoccupata insieme. Assomiglia in maniera disarmante alla mora: stessa forma del viso, stesso colorito, stesso colore dei capelli e stessi occhi. Però ha un modo di muoversi più sicuro e deciso, quasi aggressivo.

Anche Hinata cerca di alzarsi, ma più lentamente e traballando, stando appoggiata con la schiena al muro. “Sto bene” accenna un sorriso nervoso “Adesso sto bene”

La ragazzina la ignora totalmente e punta gli occhi chiari su Sakura. “Sono Hanabi” si presenta “Sua sorella. L’hai aiutata tu? Ti ringrazio”

Sakura si stringe nelle spalle. “Dovere”

“Come ti senti adesso? Vuoi tornare a casa? Devo chiamare papà?” e a questa prospettiva sembra molto dispiaciuta e seccata.

“Va tutto bene…” ripete Hinata mordendosi le labbra “Se vuoi restare non devi per forza andare. Ci vado da sola, a casa, stai pure con Kiba e Shino”

Hanabi sembra rincuorata da quella idea ma resta preoccupata. “Sei sicura? Non voglio farti stare da sola”

“Le faccio compagnia io!”

Sakura non si accorge di averlo detto finché non lo propone ad alta voce. Le due sorelle Hyuuga si voltano a guardarla.

“Sei sicura? Ma vi conoscete?” domanda corrucciando lo sguardo.

“In un certo senso” fa spallucce “Ovviamente, solo se ti sta bene, Hinata” aggiunge precipitosamente.

Hinata è arrossita sulle guance, ancora. “S-sì, non è un problema”

“Fantastico!” esulta Hanabi. “Ti ringrazio tantissimo. E prenditi cura di lei”

Sakura sorride all’esuberanza di quel soldo di cacio così in contrasto con il carattere dell’altra sorella. “Assolutamente” assicura fintamente solenne. Tanto, non ha nulla da fare, ha perso di vista Ino praticamente subito. Se deve indovinare, la bionda sarà sicuramente finita da qualche parte a limonare con Shikamaru. Davvero, Sakura non vede l’ora che i due facciano pace con loro stessi e decidano se essere solo migliori amici, o amici con benefici o fidanzati. Quel loro tira-e-molla è sfiancante per lei quanto all’epoca lo fu quella tra Naruto e Sasuke.

“Vuoi fare una passeggiata?” propone a Hinata smettendo di pensare agli insopportabili casini amorosi di tutte le persone che conosce “Così magari ti riprendi meglio”

“Grazie mille” ripete per la centesima volta “Mi dispiace di averti creato qualche problema”

“Ma quale problema e problema” la rassicura iniziando a camminare. La mora la segue immediatamente mantenendo una certa distanza.

Il fatto è che Hinata si vergogna abbastanza per quello che è appena successo, insomma dal punto di vista dell’altra ha avuto un attacco di panico totalmente a caso. 

“Potremmo, per favore, evitare posti troppo affollati?” domanda stringendo le mani a pugno “Non sono a mio agio. È per questo che prima…” è così imbarazzante.

Sakura annuisce. “Certamente”

“Mi dispiace. Non volevo crearti disturbo e metterti in situazioni scomode”

“Ma dai” ribatte vivacemente “Conosco Sasuke da quando ho nove anni, questo per dire che ormai sono abituata a trattare con gente socialmente incapace o problematica. Cioè, con questo non intendo che tu lo sia” si affretta ad aggiungere spalancando gli occhi e sventolando una mano “E’ solo… è solo per dire che sono abituata a situazioni peggiori, non volevo offenderti”

Hinata accenna un sorriso che nasconde velocemente dietro una manina. “Non mi sono offesa” rassicura.

“Guarda, magari Sasuke si fosse limitato ad avere un attacco di panico. No, lui deve attaccare briga con chiunque lo sfiori per sbaglio” sbuffa, poi si rende conto di un particolare “Ehm, Sasuke è un mio amico. Disagiato. Molto disagiato, ma tutti i miei amici lo sono”

Hinata si ricorda Sasuke, era il moro dietro al biondo che parlava a cascata. Non le era sembrato una persona socialmente incapace, le era solo parso un po’ esasperato dai modi irruenti del ragazzo biondo.

 

Deve essere molto tardi, Hinata non sa a che ora è arrivata alla discoteca con la sorella e i suoi amici e nemmeno per quanto tempo è riuscita a resistere lì dento, ma le strade di Seattle gira pochissima gente, solo ogni tanto incappano in gruppetti di ragazzi leggermente ubriachi che scoppiano in risate brusche simili a fuochi artificiali. Ma appena voltano l’angolo ogni rumore sparisce e restano sole le voci leggere di Sakura e Hinata mentre parlano. In realtà è Sakura a parlare, Hinata interviene solo qualche volta quando è direttamente interpellata. La Hyuuga si sente pericolosamente affascinata da quella ragazza con i capelli rosa così spontanea e vivace, ogni tanto si imbarazza e si mangia le parole, la guarda spesso direttamente negli occhi quando parla, gesticola molto come a volerle spiegare i concetti nel miglior modo possibile.

L’aria è calda, c’è solo una leggera brezza a mitigare la notte, e nonostante tutto nel suo vestitino viola Hinata sta comoda. Sakura ha legato una camicia in flanella attorno alla vita. Sono poco distanti dal centro, i negozi sono tutti chiusi mentre i locali si accingono a far scendere le saracinesche. Poco lontano da loro un cameriere sta sistemando le sedie fuori dal bar ancheggiando al ritmo della musica che viene da esso. Non c’è più nessuno cliente ma la radio continua a funzionare.

Sakura smette subito di parlare, lascia la bocca socchiusa e la sua attenzione viene catturata dalla melodia che esce dal bar. Un sorriso si impossessa della sue labbra e gli occhi cominciano a brillarle.

“Adoro questa canzone!” dice cambiando totalmente argomento e, senza preavviso, inizia a ballare in mezzo alla strada canticchiandola con un sorriso enorme.

I'm burnin' through the sky yeah / Two hundred degrees / That's why they call me Mister Fahrenheit / I'm trav'ling at the speed of light / I wanna make a supersonic man out of you

Hinata la guarda e sorride sentendosi contagiata da quella allegria sfrenata e senza rendersene conto inizia a muovere leggermente la testa a ritmo. Ha vagamente idea di che canzone sia, a casa sua tutto ciò che non viene direttamente dalla mano di qualche Mozart o Beethoven della situazione non è considerata musica, perciò è davvero raro per lei ascoltare qualche canzone del genere.

Il suo cuore inizia a battere velocemente quando Sakura si volta di scatto verso di lei facendo ondeggiare i corti capelli rosa e la guarda sorridendo furba, un piccolo ghigno che fa agitare Hinata. L’Haruno inizia ad avvicinarsi verso di lei canticchiando “Don’t-stop-me-now” come se volesse avvertirla. E Hinata non la ferma nemmeno quando le prende le mani e la trascina in quella stramba danza improvvisata al centro della strada di Seattle, con solo un barista che sta per chiudere il locale, l’eco di quella canzone e i lampioni come spettatori.

Sakura ora sta cantando a squarciagola mentre improvvisano piroette e si muovono in un walzer scoordinato tentando di andare a tempo. 

Hinata si è letteralmente lasciata travolgere e ha abbandonato ogni rimostranza, anzi dopo un momento di passivo imbarazzo per quel gesto così limpido e spontaneo fatto dall’altra ragazza, ha iniziato a seguirla nella danza.

È divertente.

È così divertente che Hinata sta ridendo senza nemmeno rendersi conto. Non ha mai fatto una cosa così idiota in tutta la sua vita.

Quando la canzone finisce scoppia a ridere anche Sakura e il barista smette di spazzare con la scopa iniziando a battere le mani per l’esecuzione delle due ragazze. Sakura ride ancora più forte mentre Hinata nasconde la faccia dietro le mani, ma la rosa gliele afferra costringendola in un goffo inchino. Poi la trascina correndo via per la via senza smettere di tenerle la mano, ha ripreso a cantare quella canzone anche se la musica è finita, anche se è quasi senza fiato nella corsa.

Si gira verso la mora a guardarla con gli occhi che brillano:

“Vieni, Hinata” dice “Abbiamo tutta la notte davanti a noi”

 

Quella notte sembrò tutta la loro vita

 

 

 

 

References:

You Shook me all night along è una canzone degli AC/DC uscita nel 1980 direttamente dal famosissimo album Black in back.  È la mia canzone preferita degli AcDc e la sveglia che usavo quest’estate xD La amo in maniera spropositata.

Ghost Busters è un film statunitense del 1984 del regista Ivan Reitman; Naruto sta canticchiando la canzone omonima usata come colonna sonora.

Don’t stop me now è invece dei grandissimi Queen, uscita nel 1978 nell’album Jazz, è inoltre una delle colonne sonore dei film Notte prima degli esami.

Per l’agorafobia mi limito a copio-incollarvi la definizione perché più avanti saranno gli stessi personaggi a parlarne in maniera più specifica: “Timore ossessivo che coglie nell'attraversare una piazza o un vasto luogo aperto; può essere sintomo di psicastenia.

In più, il fatto di Sakura che riesce a bloccare l’attacco di Hinata con un bacio è ispirata a una scena di un episodio di Teen Wolf della terza stagione.

   
 
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