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Autore: malukuku    08/06/2009    5 recensioni
"Aluya era una ragazza strana. Hiroshi l’aveva sempre saputo.
Per questo non si sorprese più di tanto quando gli disse che non era nemmeno una ragazza."
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aluya

Sapeva che Aluya fosse strana ancora prima che la vedesse parlare con le lucciole e restare con i piedi a mollo nel fiume per ore.

Prima di tutto perché aveva un aspetto strano.
Non tanto per il colore dei capelli che erano di un nero anonimo, lisci e lunghi, né per il taglio degli occhi che erano due pozzanghere d’acqua limacciosa. C’era qualcosa di strano nel suo modo di parlare, di camminare, di respirare addirittura.

Quando parlava non faceva mai gesti di troppo e non aveva problemi a fissare chiunque, chiunque, dritto negli occhi.
Eppure era impossibile definirlo un comportamento sfacciato. Incuriosito forse, ma il termine ancora non rendeva bene giustizia allo sguardo attento che dedicava a tutti, senza distinzioni.

Quando camminava lo faceva come se stesse seguendo una musica che sentiva solo lei.
O forse stava seguendo lo strano battito del suo cuore.
Tum. Da da tum.
Tum. Da da tum.
Faceva così il suo cuore.
Lo sapeva perché una volta le era caduto addosso finendo con la faccia sul suo seno piatto e acerbo (non l’aveva fatto apposta!).
E, stranamente per l’appunto, il volto non le si era acceso d’imbarazzo e rabbia e il suo cuore non aveva cambiato ritmo.
L’aveva scansato, si era rimessa in piedi e, dopo essersi ripulita i bermuda con due pacche, aveva ripreso a camminare con quel suo passo danzante.

Poi, quando respirava lo faceva sempre a pieni polmoni, non preoccupandosi di non fare rumore con il naso.
Sembrava che l’aria non le bastasse mai. E questo era strano.

Quindi Hiroshi sapeva che quella ragazza nuova fosse strana, ma comunque non riusciva proprio a starle lontano.
Aluya faceva questo effetto un po’ a tutti, sia in classe che a scuola, sia alle ragazze che ai ragazzi. Addirittura per strada: perfetti sconosciuti si voltavano per qualche attimo nella sua direzione, come se avessero sentito un odore che conoscevano ma di cui dovevano vedere la fonte per poterlo identificare.

A pensarci bene, Aluya funzionava proprio come un odore nostalgico. Un ricordo d’infanzia, la voce di un vecchio amico che non si vedeva da tempo, un bel paesaggio ammirato da qualche parte durante una qualche gita in famiglia, un deja-vu, una ninnananna. Un mistero.

Aluya era una ragazza strana. Hiroshi l’aveva sempre saputo. Per questo non si sorprese più di tanto quando gli disse che non era nemmeno una ragazza.

- Io sono la Terra. – gli bisbigliò Aluya in un orecchio in quella che non era una lingua che Hiroshi potesse capire o conoscere, ma che comunque capì come avrebbe potuto capire un film in arabo di cui già conosceva la trama.
- Ma agli altri non lo dire. -
Hiroshi annuì e Aluya fece lo stesso prima di prendergli una delle borse della spesa e accompagnarlo fino a casa, la luce rossa del tramonto che le batteva sulla schiena.

Quella notte Hiroshi dormì come un sasso. In fondo non era successo niente che avrebbe potuto disturbargli il sonno.
Aveva sempre saputo che Aluya fosse strana: quel giorno aveva solo avuto un’ulteriore conferma.

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Rantoli dell’Autrice
Ho scaricato una colonna sonora di un Anime che è un’opera d’arte! Non riesco a smettere di ascoltarla -w-
La signorina Yoko Kanno, la compositrice (si potrà dire?), è fenomenale! :D

  
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