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Autore: Lady Lara    23/04/2017    3 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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LIV Capitolo
Rotta verso il futuro …
 
Il potere dell’amore … cosa può fare la sua forza immensa? È veramente la magia più vera e inarrestabile che esista al mondo?  Quanti cambiamenti e quanti miracoli può l’amore? Quanto la sua presenza rende felici e quanto la sua mancanza getta via il cuore e l’anima, di chi non si sente amato, in un baratro di oscurità? L’amore è vita … l’amore è luce …
 
L’amore si stava riflettendo negli occhi azzurri di Killian e negli occhi verdi di Emma. Il potere  oceanico  traspariva da lui e quello di immensi prati  traspariva da lei, in un connubio sublime, in cui le onde dell’oceano lambivano, carezzevoli, le sponde di quei prati, la cui tenera erba fremeva, scossa dalla brezza marina.
Onde sensuali, di desiderio puro e assoluto, partivano da entrambi, in una forza magnetica che li attraeva irrimediabilmente l’uno verso l’altra, fino ad incatenare saldamente i loro sguardi.
Conoscevano la loro individualità, ma ora, più di ogni altra cosa, conoscevano la loro indissolubile unione. L’essere ormai un “noi” che aveva bisogno solo di essere riconosciuto dal mondo …
 
 
Killian aveva atteso il ritorno di Emma. Era stata da Belle pochi minuti ed era tornata da lui. Egli sapeva come far star bene la donna che amava, ne aveva ogni intenzione, a prescindere dai messaggi più o meno larvati e sottintesi di malizia, del vecchio Frate Benedictus.
 
“ Benedetto … di nome e di fatto!”
 
Aveva sorriso ad Emma, l’aveva accolta tra le braccia, ancora baciata e accarezzata, invitandola ad un’ultima passeggiata serale. La luna, con la sua luce argentea, rendeva struggente quell’angolo di giardino. Ma più struggenti erano i sentimenti d’amore e preoccupazione che entrambi avevano per il “loro” bambino in pericolo.
 
Emma aveva avuto una sorta di collasso quel pomeriggio e Killian voleva regalarle una notte di dolcezza e spensieratezza. Abbracciati, sotto il grande salice piangente, riscaldati dai loro corpi e dai loro baci, non avevano avuto bisogno delle parole per dirsi quanto si desiderassero. Non ne avevano mai bisogno in verità … era tutto così spontaneo! Anche prendersi per mano, intrecciare le loro dita, era un atto d’amore ed ogni loro sguardo poteva essere il preludio della passione fisica che li investiva e ardeva in un unico rogo.
 
Ancora alloggiavano nell’infermeria e Killian aveva chiuso a chiave la porta, rispondendo alle battute di Emma con altrettanto spirito e guardandola in un modo che a lei giunse come un chiaro messaggio delle sue intenzioni. Killian sentiva fastidio per la ferita, lo si vedeva da alcuni suoi movimenti mentre camminava. Non si era lamentato di nulla, ma all’occhio esperto di Emma non era sfuggito e lei stessa, preoccupata per il suo benessere, aveva posto dei limiti al loro giacere insieme. Ma come potevano entrambe resistere l’uno all’altra, quando si attraevano come calamite? Era una scusa adeguata o mendace, quella di Killian, di considerare modi alternativi per amarsi e darsi reciproco piacere e felicita?
La verità tra loro emergeva velocemente! Bastava il primo sfiorarsi … lo sguardo che dagli occhi si posava sulle labbra e poi … poi un bacio … poi … un altro … un altro … ancora … sempre più avidi, profondi, desiderosi di diventar una cosa sola. Mani frenetiche che febbricitanti si insinuavano sotto gli abiti, impazienti di assaporare la nudità e il calore dei loro corpi. Mani che stringevano possessive la  carne morbida di lei e i muscoli potenti e scolpiti di lui. Fino a ritrovarsi, finalmente privi di ostacoli, distesi l’uno al fianco dell’altra su quei due letti affiancati, avvinghiati in un abbraccio che era un’ennesima dichiarazione d’amore.
 
Emma era distesa e Killian al suo fianco era volto verso di lei, sovrastandola con il torace, mentre le sue braccia erano piegate, a sorreggerlo, ai lati di lei. La guardava in viso con le labbra sensuali schiuse in un sorriso, un ciuffo ribelle di capelli bruni gli ricadeva sulla fronte, mentre lei non poteva distogliere lo sguardo dai suoi penetranti e magneti occhi azzurri.
 Emma vide il ciuffo di capelli coprire la fronte di Killian, una caratteristica che aveva in comune con Henry. Le somiglianze tra i due erano veramente molte! Emma si chiedeva come non se ne fosse accorta dal primo momento che aveva visto Killian, ma forse allora le circostanze non lo avevano consentito. Sollevò la mano destra e fece scorrere quei capelli bruni lentamente tra le dita, riportandoli in ordine e godendo della loro morbidezza. A lui piaceva che lei gli accarezzasse la testa e socchiuse gli occhi un secondo, assaporando quella carezza innocentemente affettuosa. La mano di Emma si spostò sul bel volto del suo amore, accarezzandone la guancia coperta da un rado velo di barba che diventava più folta verso il mento. Trovava che la barba gli donasse come a pochi uomini e gli conferisse un’aria malandrina che ben si poteva addire ad un pirata … il “suo pirata”! Un pirata gentiluomo, un raro tipo di pirata! Ma lei sapeva bene quale origine avesse avuto l’essere pirata di Killian. Più che un pirata era un eroico patriota! Emma lo amava anche per questo e, per questo motivo, lo aveva scelto come alleato per la missione che avevano portato a termine, brillantemente, nel Maine. Quante avventure avevano vissuto dal loro incontro? Quanti momenti magici tra loro! Lui le aveva insegnato cosa fosse l’amore vero, passionale, totale! Lui l’aveva fatta risorgere dai muri che la barricavano e lei aveva ridato speranze e luce al cuore deprivato di Killian. Si erano incontrati negli intenti e si erano uniti nella passione, scoprendo le loro vere identità, ritrovando i due giovani che non si erano potuti vedere in viso anni prima, ma che si erano sentiti vicini come se fossero le parti di un tutto destinato a completarsi.  Era veramente così, sentivano le loro anime affini, erano un corpo ed un’anima!
 
Emma sollevò anche la mano sinistra e con ambedue scivolò sui pettorali di Killian, dandogli un piccolo, evidente, brivido di piacere. Era un piacere anche per lei toccarlo, lo era stato fin dalla prima volta che lo aveva fatto, con la scusa di curarlo per la febbre, mentre lui era incosciente. Lo aveva accudito, rinfrescato e … accarezzato amorevolmente, godendo della vista del suo maschio corpo, giovane e atletico. Tutto l’attraeva di lui, aveva superato ogni sua possibile aspettativa, nessun altro uomo al mondo avrebbe mai potuto significare lo stesso per lei. Il sorriso di Emma era il riflesso dell’amore che traspariva dai suoi occhi, Killian lo sentiva nel profondo e ricambiava completamente ogni suo sentimento. Nessuna altra donna al mondo avrebbe avuto mai per lui il significato e l’importanza di Emma. Lei era la donna per la quale poteva valer la pena di sacrificare la propria vita, affinché lei avesse avuto salva la sua!
 
Non resistette a quello sguardo amorevole e si chinò su di lei per baciarla sulle labbra. I biondi capelli di Emma erano sparsi sul cuscino come un’aureola d’oro, staccandosi da lei, Killian ne prese un boccolo, attorcigliandoselo intorno al dito, portandoglielo, poi, dietro l’orecchio sinistro, uno dei gesti che faceva sempre e che lei amava tra i suoi modi di fare. Fu lei a quel punto a cercargli le labbra e la tenerezza diventò presto passione.
 
Nonostante la cautela che avevano prospettato all’inizio, istintivamente lei  schiuse le gambe e lui vi si portò nel mezzo. Percepivano chiaramente il bisogno reciproco, la tensione sessuale tra loro stava salendo sempre più veloce e imperiosa.  Le labbra di Killian scesero lungo il suo collo, soffermandosi, solleticandola con piccoli baci, nel calore dell’incavo della clavicola, poi fino al seno. Emma conosceva ormai bene la passionalità e la carezza di quelle morbide e sensuali labbra e quello era un motivo per desiderarle ancor più ardentemente su di sé. Era un’emozione a cui non voleva rinunciare per nulla al mondo. Chiuse gli occhi assaporando il dolce calore che emanava da esse e l’umidità avvolgente della lingua di lui, che stuzzicava e succhiava i suoi teneri e ormai turgidi e scuri capezzoli.
Le mani di Emma tornarono al capo di Killian, accarezzandolo e facendo scorrere ancora i suoi capelli tra le dita, stringendoli di più ogni volta che lui la faceva sussultare e gemere di piacere. Riaprì gli occhi quando sentì la sua mano andare in basso, carezzevole,  lungo il suo fianco e poi sul ventre; la vide sparire sotto il bianco lenzuolo che avvolgeva i loro fianchi e mentre Killian tornava sulla sua bocca per un nuovo profondo bacio, li richiuse, agognando il suo tocco. Poi quello che desiderava giunse, egli aveva trovato il suo centro, la fonte del suo piacere  e, con la maestria dell’esperienza e dell’amore che per lei provava, iniziò ad accarezzarla con dita leggere. L’eccitazione di Emma arrivò al culmine e non riuscì a restare passiva, inarcandosi  e cercando un maggiore contatto con il suo corpo virile, volendo di più. Egli la capì e lasciò che le sue dita scivolassero nella profondità fluida e calda di lei, facendola tremare fortemente. Anche Killian  gemette di eccitazione in quel momento, stimolato irrimediabilmente dal piacere che sapeva essere riuscito a provocare nella donna che amava. A sua volta lei lo cercò e lo trovò, ma non voleva che la tensione gli facesse dolere la ferita non completamente guarita e ancora coperta dalla garza che il buon Frate gli aveva applicato, non più tardi di quel mattino. Cercò quindi di farlo sdraiare al suo fianco, ma lui, dolcemente, senza parlare, le fece cenno con le labbra di tacere e stare buona, poi le sorrise con il suo sguardo malizioso. Emma sentì un nuovo flusso di eccitazione e seguì i suoi movimenti con impazienza, avendone capito le intenzioni. Killian continuò a disseminarle il seno e l’addome di baci, lei sentiva il solletico della morbida barba e il freddo dei ciondoli della sua collana che le scorrevano, contemporaneamente, sulla pelle candida. Sospirò e gemette ancora, quando sentì giungere le labbra del suo uomo lì, dove prima l’aveva accarezzata teneramente. Il nuovo piacere che la irradiò, la portò vicino al Paradiso, gioendo della generosità del suo Killian. Sapeva bene che voleva renderla felice e farla star bene … lo faceva sempre, rinunciando anche al suo stesso piacere! Questa volta non sarebbe stato così, nonostante la ferita che ancora affliggeva il suo corpo.
Emma gli accarezzò ancora i capelli e lo riportò su di sé cercando ancora la sua bocca da baciare, poi finalmente riuscì a farlo adagiare sul letto, intenzionata a ricambiare con tutto il suo amore. Gli avvolse il collo con le braccia e lo tempesto di baci su tutto il viso, facendolo ridere divertito dalla sua irruenza. Poi continuò quella serie di contatti tra le sue labbra e la pelle calda di Killian, percorrendolo centimetro per centimetro, mordicchiandolo e succhiandolo. Lo fece anche con i suoi capezzoli, facendolo sussultare di piacere, fino poi a scendere verso la sua virile intimità, ricambiando le sensazioni paradisiache che lui le aveva fatto provare poco prima. Killian aveva sgranato gli occhi e deglutito, vedendola avvolgerlo con le sue morbide labbra, mentre il cuore gli batteva sempre più veloce nel petto. Aveva ributtato la testa indietro sul cuscino, godendo di quanto la sua Emma stesse facendo di lui e per lui. Le parlò in tono scherzoso, con la voce arrochita dall’eccitazione.
 
– Amore … lo sai che ti stai approfittando di un “povero invalido” che non può prenderti come vorrebbe?
– Mmmm … se da invalido mi hai fatto sentire quello che ho sentito … non vedo l’ora che tu guarisca completamente Capitano, ma per il momento lascia che sia io a tenere il timone nelle mani e a guidare la nave …
 
Killian rise di gusto.
 
– Te l’ho già detto che stai diventando una piratessa sfacciata Swan? Ero io quello dei doppi sensi o sbaglio?
– Ma tu sei stato il primo a volermi al timone con te sulla Jolly Roger e io ne ho sopportati parecchi dei tuoi doppi sensi, quindi ora sarai il mio prigioniero e il gioco lo condurrò io, tu riposati e non fare sforzi!
– Swan … non ti posso promettere che resterò passivo a lungo …
- Allora avvertimi quando vorrai essere … liberato!
 
Emma continuò ad elargirgli dolci carezze e sensuali baci, mentre Killian ricadeva sul cuscino, arrendendosi, beato, al piacere che provava.
 
– Se sei tu la prigione che mi rinchiude … voglio essere tuo prigioniero per il resto della mia vita Emma …
- Allora sarò la tua prigione … adesso Capitano …
 
La voce di Emma arrivò tremendamente sensuale alle orecchie di Killian e la sua eccitazione giunse al punto del non ritorno. Lei lo sentì pulsante e fremente sotto il suo dolce tocco e capì che il momento di “liberarlo” era vicino, ma voleva che arrivassero insieme a quel momento di esplosione di luce. Si sollevò, provocante e sensuale, ed egli, ormai perduto, la vide porsi a cavalcioni sul proprio bacino, impossessandosi di lui, lentamente, facendolo scivolare a fondo dentro di sé, con un movimento languido e sensuale delle anche. Killian ansimava con le labbra schiuse e il petto che si alzava e abbassava al ritmo impazzito del suo cuore. Guardandola con passione le strinse il fianco, affondando le dita nella sua morbida carne e incoraggiandola a muoversi su di lui. Emma gli stava donando tutta se stessa e lo faceva godendone appieno anche lei, i suoi occhi erano languidi e lo sguardo appassionato e seducente, mentre si passava la lingua sulle labbra ad inumidirle. Le sue mani viaggiavano sugli addominali di Killian, risalendo verso il suo petto villoso e il collo, aprendosi sul suo mento, accarezzandogli le guance e sfiorandogli la linea delle labbra con i polpastrelli, che lui afferrò velocemente e delicatamente tra esse, succhiandoli eroticamente. I suoi lunghi capelli biondi erano scompigliati e le ricadevano sugli zigomi arrossati, sciolti sul procace seno, fino a sfiorare e solleticare l’addome di Killian, continuando a muoversi ritmicamente su di lui. Agli occhi del suo uomo era una visione meravigliosa vederla così febbricitante di desiderio per lui, sciolta, senza più nessun tabù, completamente fiduciosa in lui, libera di essere se stessa e di amarlo come voleva e come preferiva!
 
– Sei una forza della natura Emma, mi fai sentire come in un uragano e poi mi dai la pace del sole che squarcia le nubi … Sei così calda adesso, sembri bruciare … e io sto bruciando con te … non ti resisterò ancora per molto …
 
Erano pronti entrambi … si abbandonarono completamente alle onde piacevoli di quell’oceano d’amore, le onde lambirono l’erba tremante per la brezza e poi … poi finalmente il sole squarciò il grigiore delle nuvole che avevano coperto tutto il giorno il loro cuore!
 
***
 
La cera della candela si scioglieva lenta, mentre la fiamma, che bruciava lo stoppino, illuminava la piccola stanza, nella quale tutto era immerso nella penombra del buio serale. La stessa luce dorata si proiettava sul torace seminudo dell’uomo allungato sul giaciglio lì a fianco.
 
L’Ammiraglio Jonas Alexis Frasmer era poggiato con la schiena sul cuscino che aveva rialzato verso il muro. Le braccia erano incrociate dietro il collo robusto, mentre stava semi disteso, assorto nei suoi pensieri e nei suoi ricordi. Gli stivali di cuoio marrone erano posti vicino alla sedia, sulla quale aveva messo in ordine la sua giacca da ufficiale della Royal Navy. I galloni dorati, sulle spalle dell’indumento, brillavano alla poca luce. Jamie non si era spogliato del tutto, si era lasciato in dosso gli aderenti pantaloni bianchi, che esaltavano le sue gambe muscolose e la camicia sbottonata sull’ampio e glabro torace atletico. 
I pensieri, che facevano mulinello nella sua testa, erano veramente numerosi e si accavallavano ed inseguivano, tracciando le rotte più svariate, nella ricerca di soluzioni per il da farsi.
 
Quel giorno aveva salvato la vita al piccolo Henry, il bambino che aveva scoperto essere il figlio del suo più grande amico di gioventù: Killian Jones.
Si chiese se Killian si fosse ripreso e se avesse saputo di essere lui il padre del piccolo che Emma aveva allevato. Una domanda a cui non poteva dar risposta se non giungendo a Storybrooke ed accertarsi che fosse vivo e vegeto.
 
Possibile che Killian fosse riuscito a batterlo sul tempo anche con la paternità?
Jamie rise tra sé.
 
“Diavolo di un Jones! Nemmeno lo sapevi e lo cercavi da anni!”
 
L’amichevole rivalità che c’era tra loro, fin dall’Accademia per Ufficiali della Royal Navy, si risvegliava, divertita, nell’animo dell’ammiraglio. Anche lui era diventato padre, di recente, ma ancora ignorava se avesse un figlio o una figlia. Disse a se stesso che aveva poca importanza alla fine dei conti. Ciò che importava era la salute di quella creatura e della sua splendida madre …
 
“Dio Clairette se mi manchi! Non vedo l’ora di rivederti … dovrò sopportare per qualche giorno il tuo broncio per il fatto che non sono tornato con Bill, ma so che capirai … sei una donna troppo intelligente e saggia per non capire! Sono stato un uomo fortunato con te …”
 
Quando pensava a sua moglie Clairette, Jamie non poteva non pensare ai loro sensuali abbracci, al grande amore che nutrivano l’uno per l’altra, all’affiatamento sessuale e ai loro lunghi ed intensi amplessi. Il desiderio di lei diventava bruciante nella lontananza, ma c’erano state situazioni per le quali aveva dovuto porre in secondo piano la sua famiglia. C’erano persone da salvare … tante persone! Tra queste alcune erano suoi affetti profondi: Killian, August, Emma …
 
Disteso sul suo pagliericcio ritornò con la mente a quei maledetti momenti di oltre tre mesi prima.
 
-o-
L’Orgoglio del Regno, la nave sotto il suo comando, durante il ritorno in patria, in seguito alla fine della sua missione di dar la caccia al “famigerato” Captain Hook, si era incrociata con la Queen’s Anne Revenge. Quei due “maledetti bastardi” di Rumbl Mc Cassidy e il suo losco compare di misfatti, Blackbeard, avevano approfittato dell’abbrivio a loro favorevole, per colpire gravemente la nave ammiraglia della Royal Navy. Non avevano dichiarato la loro identità ed avevano agito da pirati quali erano. L’albero maestro dell’”Orgoglio del Regno” era andato distrutto, numerosi i feriti e alcuni i morti. Lo stesso Ammiraglio era stato colpito sulla fronte, sopra l’occhio sinistro, con un pezzo del legno schizzato via dall’albero abbattuto. Lui e Bill O’Brian, il Capitano assegnato alla nave  e suo vecchio amico, avevano dovuto ordinare di mollare del tutto l’albero abbattuto e resettare il cordame e il velame dei due alberi restanti. Erano a meno di tre settimane dalla loro meta e, i giorni seguenti all’attacco, erano rimasti in stallo anche a causa dello scarsissimo abbrivio.
 
Il medico di bordo aveva visitato Jamie e gli aveva consigliato assolutamente riposo in branda, non c’era da scherzare con un colpo in fronte, poteva essere in corso un trauma cranico con versamento ematico intracranico!
Il “prode” o, come meglio lo aveva definito l’Ufficiale Medico, “incosciente” Ammiraglio, se ne era bellamente infischiato dei consigli, preoccupato, più che di se stesso, dei suoi uomini e della nave al suo comando. Dopo il tempo che aveva perso svenuto nella sua cabina, aveva preteso di uscire sul ponte ad inventariare i danni e, quando si era reso conto della situazione, lo sconforto gli aveva attanagliato il cuore. Aveva guardato verso l’orizzonte, là dove si trovava la terra che dovevano raggiungere, la sua amata Scozia. Nonostante il fortissimo mal di testa che lo stava afferrando, riuscì a vedere un puntino scuro lungo la linea che separava il mare dal cielo. Aveva avuto appena il tempo di chiamare Bill al suo fianco, per avvisarlo di quanto appena aveva veduto, che stramazzò a terra, nuovamente svenuto. Il medico di bordo aveva imprecato nel vederlo riportare, a braccia di due marinai, nell’infermeria.
 
– Mai visto un uomo più caparbio Ammiraglio! Gli ordini dell’Ufficiale Medico devono essere eseguiti anche da un ufficiale in più alta carica! Devo arrivare ad incatenarti al letto Jamie?
 
L’ Alto  Ufficiale non aveva risposto ma, approfittando del fatto che si stava riprendendo, aveva iniziato subito a dar l’ordine al marinaio al suo fianco di chiamargli il Capitano O’Brian. Il Medico di Bordo non aveva potuto che allargare le braccia e sollevare gli occhi al cielo.
 
– Un tipico Scozzese … non c’è altro da dire!
 
Jamie era fiero di esserlo e sorrise al Medico, mentre Bill si apprestava ad entrare senza bussare.
 
– Bill controlla all’orizzonte! Prima di perdere i sensi mi è sembrato di vedere una nave … se è dei nostri abbiamo qualche possibilità in più …
- Una nave Jamie? Se non sapessi della tua vista d’aquila potrei supporre un’allucinazione dovuta al malore!
– Fai diagnosi al mio posto O’Brian?
– No Dottore … non mi permetterei mai!
– Ecco! Bravo! Tanto il nostro caro Ammiraglio non ti ascolterebbe in ogni caso!
 
Jamie fu lui a sollevare gli occhi al cielo ora, con una certa impazienza.
 
– Vai Bill o mi alzo e vado io!
– No! Non ci pensare nemmeno Ammiraglio o ti incateno veramente questa volta!
 
Il Medico aveva atterrato con una mano sul torace Jamie, che già stava provando a rialzarsi dal letto.
 
– Jamie … ora te lo dico chiaramene e spero per l’ultima volta! Non mi piacciono affatto questi svenimenti … temo che tu non mi abbia detto nemmeno la completa verità su come ti senti! Quelli che erano sospetti, temo che siano ormai i fatti! Ci sono alte probabilità che tu abbia accumulato un versamento ematico nel lobo frontale sinistro! Rischi di perdere la vista e peggio la vita. Stai a riposo qualche giorno e vediamo di fare una diagnosi più precisa. Potresti avere bisogno di un intervento chirurgico e qui a bordo non ne ho né i mezzi né gli strumenti!
– Quindi? Pensi che starò a letto ad aspettare di diventare cieco e schiattare? Ho delle responsabilità anche sui miei uomini, è tra loro che devo stare!
– Jamie … capisco quali sono le tue responsabilità e ti ammiro per la tua devozione! Il riposo ti aiuterebbe a non aggravare la situazione e a darci il tempo di arrivare in Patria e provvedere chirurgicamente!
– In caso di bisogno d’intervento … se mi rifiutassi di farmi operare?
 
Il Medico lo guardò fisso in volto e si accigliò preoccupato.
 
– Non posso dirlo con certezza Jamie … non esistono strumenti per guardare nel cranio se non aprendolo … ma di certo … se l’ematoma interno dovesse continuare a crescere … avresti meno di sei mesi di vita … hai appena avuto un figlio Jamie, cerca di startene calmo per lui, non farne un orfano prima di conoscerti!
 
Il pensiero di suo figlio o figlia, intristì Jamie. Non poteva negare che il suo Medico di bordo avesse ragione. Decise di dargli ascolto … almeno per il momento.
 
Il Capitano O’ Brian tornò una ventina di minuti dopo, con la bella notizia: una nave all’orizzonte. Jamie aveva visto bene! In più sembrava trattarsi proprio di una nave della flotta inglese, un vascello da guerra, la sua linea era inconfondibile!
 
Bill aveva calcolato che con lo scarso abbrivio che aveva l’Orgoglio del Regno e invece l’ottimo della nave in arrivo, entro poche ore si sarebbero incrociati.
L’Ammiraglio suggerì al Capitano di segnalare, appena ve ne fosse stata la giusta distanza, le proprie generalità e chiedere quelle della nave che stavano per avvicinare. Un loro aiuto sarebbe stato veramente provvidenziale nella loro condizione!
Mentre Jamie approfittava del tempo necessario, per fare quanto prescritto dal Dottore, presto Bill tornò per dargli le notizie tanto attese. La nave era effettivamente un vascello da caccia della Royal Navy, denominato Pearl. Al suo comando c’era il Tenente Robert Maynard. Il fatto che a bordo della Pearl il più Alto Ufficiale fosse solo un Tenente di Vascello, era estremamente positivo per l’Ammiraglio Framer. Il Tenente non avrebbe potuto fare a meno di obbedire ai suoi ordini!
 
Nei giorni seguenti gli uomini della Pearl si unirono a quelli dell’Orgoglio del Regno per lavorare insieme a resettare al meglio il sartiame. Si doveva fare in modo che la Nave Ammiraglia potesse rientrare in Patria senza eccessivi rischi.
 
Jamie aveva voluto accogliere il Tenente Maynard, in piedi, nel suo ufficio, vestito con la sua uniforme migliore, non aveva intenzione alcuna di farsi vedere malandato.
Dopo i tipici saluti di rito, l’Ammiraglio aveva dato il riposo al Tenente ed era passato ad una cortesia meno formale, offrendogli dell’ottimo scotch-whisky della sua riserva personale. Il Tenente era un uomo alto e snello, aveva un bel portamento, era biondo, portava i capelli corti con due lunghe basette sulle guance, i suoi baffi erano molto curati, Jamie pensò che li impomatasse per tenerli così precisi e arricciati verso l’alto, lo sguardo del Tenente era attento e guardingo. Jamie lo giudicò intrepido e intelligente. Seppe dall’ufficiale inglese che da mesi erano stati ingaggiati dal Governatore della Virginia per eliminare una volta per tutte Blackbeard. Jamie sapeva ovviamente che da anni la Virginia stava facendo la guerra al pirata. I suoi attacchi si verificavano soprattutto lungo la costa americana infatti. Le navi richieste alla Royal Navy, dal Governatore Alexander Spotswood, erano ben quattro, una era partita proprio da Glasgow ed era stato lui stesso a dare l’ordine dell’armamento.
Maynard, seguendo le tracce del pirata era tornato praticamente in Scozia, la nave di Blackbeard era stata avvistata all’isola di Arran pochi mesi prima e sembrava aver ripreso la rotta per le Americhe. Jamie fu costretto a confermare quanto saputo dal Tenente, raccontandogli della loro disavventura e della sfortuna che li aveva perseguitati. Aggiunse al racconto anche il gravissimo particolare che il Tenente Maynard non avrebbe mai sospettato. Blackbeard aveva un complice d’eccellenza: il Duca  Rumbl Mc Cassidy.
 
– Quell’uomo è una vergogna per noi Scozzesi Tenente! Si è macchiato di delitti sanguinosi e orrendi, facilitato dal credito che è riuscito a guadagnarsi con  Re Guglielmo III. Nonostante l’abbiamo visto in persona sulla Queen’s Anne Revenge, sia io che Il Comandante O’Brian e il nostro Primo Ufficiale, temo che sarà difficile far sottoscrivere al Re un mandato di cattura per lui!
– Ammiraglio Fraser! Da quanto mancate da  casa?
– Sono almeno sei mesi Tenente! Perché mi fate questa domanda?
– Perché non credo avrete problemi con Re Guglielmo! È morto circa tre mesi fa!
– Morto?!
– Si, una stupida polmonite trascurata!
– E chi è salito al trono?
– L’unica possibile erede al momento, una Scozzese di casa Stuart, ne dovreste essere contento! Ora sul trono d’Inghilterra siede la Regina Anna Stuart, figlia di Giacomo II, ben accetta anche agli Inglesi, è infatti anglicana, nonostante le origini familiari!
 
Jamie non fece trasparire i suoi veri sentimenti, cercò di mantenere un’espressione imperscrutabile, ne era un vero maestro! Il Capitano O’Brian, che era stato presente per tutto il tempo nella stessa stanza, ebbe un sussulto di vera gioia e si beccò un’occhiataccia di Jamie. Tanto che si rese conto che avrebbe dovuto prendere lezioni dall’Ammiraglio per imparare a nascondere il proprio temperamento! Maynard era Inglese purosangue, meglio non destare sospetti sulle proprie simpatie politiche!
 
Jamie rifletté che con un nuovo regnante, ben disposto ad abbattere la maggior parte dell’operato del suo predecessore, probabilmente la relazione che avevano scritto sul Pirata Captain Hook, sarebbe stata accettata senza intoppi e Killian Jones avrebbe potuto riscattarsi in quanto vittima, “ingiustamente accusata”, dal Duca Mc Cassidy. Killian avrebbe potuto avere il perdono della Regina, ma era necessario lavorare bene con lei.
 
Anna Stuart non era un politico, era una donna passionale ed emotiva, Jamie conosceva la sua storia e la sua personalità. Era una donna affezionata al suo popolo e ad esso molto vicina, aveva un concetto tipicamente in stile Stuart anche nell’idea taumaturgica del sovrano sul popolo. Una delle convinzioni di quella donna, come della maggior parte dei sovrani inglesi, era che solo con il tocco della propria mano poteva far guarire dalla Scrofola qualsiasi popolano!
 
Jamie rise mentalmente di quell’idiozia, ma le sue labbra rimasero impassibili come il suo sguardo. Nella sua mente si fece sempre più spazio l’idea di far sapere al suo amato amico Jones, della dipartita dell’odiato Guglielmo III.
 Sapeva con certezza che Mc Cassidy e Black si stavano dirigendo a Storybrooke e sapeva che anche Killian ed Emma stavano tornando alla penisola. Ci sarebbe stata battaglia e lui voleva essere lì a dar manforte ai suoi amici. Non poteva tornare indietro con “L’ Orgoglio del Regno”, in quelle condizioni dovevano solo procedere verso la destinazione prefissata, in fin dei conti erano più vicini a Glasgow che alle Americhe! Decise che la nave avrebbe fatto il suo percorso senza di lui, aveva la scusa di inseguire coloro che avevano causato quel disastro! Maynard non avrebbe potuto opporsi ai suoi ordini, avrebbe dovuto accettarlo a bordo e lasciargli prendere il comando della “Pearl”. Non aveva intenzione di indispettire il Tenente inglese, era soltanto una questione d’ Onore e di Gerarchia militare, non lo avrebbe di certo destituito dalle sue funzioni, anzi! Lo avrebbe gratificato con maggiori responsabilità, lo avrebbe considerato come un “Capitano” e, da quel poco che aveva potuto capire di quell’uomo, ne sarebbe stato onorato e orgoglioso. Bill sarebbe rimasto su “L’Orgoglio del Regno” e avrebbe riportato tutti a casa, presentando il rapporto che avevano firmato ambedue, con il Tenente Rogers, al Commodoro Thatcher. L’unico ostacolo poteva essere il suo Medico di bordo e quel maledetto colpo che aveva preso in fronte!
 
I ragionamenti dell’aitante Ammiraglio scozzese si erano svolti in pochi secondi e altrettanto velocemente aveva verbalizzato l’idea di partire con Maynard  al comando della Pearl, promettendogli un avanzamento di carriera alla fine della missione. Black e il Duca dovevano essere catturati assolutamente “Vivi o Morti”, l’onta dell’offesa subita e tutti i loro misfatti ai danni di innocenti, dovevano essere lavati con il loro stesso sangue!
 
Jamie si era accalorato nell’esprimersi, lasciando Bill interdetto a guardarlo in silenzio e il Tenente Maynard a condividere in pieno l’idea dell’Alto Ufficiale, sicuramente gongolando per la promessa dell’avanzamento di carriera. Essere il Primo Ufficiale dello stimatissimo Ammiraglio Framer, avrebbe fatto un gran bell’effetto sul suo curriculum di servizio!
Sarebbero partiti appena l’Ammiraglio avesse trasferito il suo baule militare sulla Pearl. Maynard andò via euforico, per tornare sulla sua nave a far preparare l’alloggio per l’Ammiraglio.
 
Bill aveva capito che gli intenti di Jamie andavano oltre l’interesse e la vendetta sui due “Pirati”, oramai lo conosceva abbastanza per sapere che quell’accalorarsi era una pantomima per il Tenente Maynard e ne ebbe la conferma direttamente da lui e rise quando Jamie gli confidò della sua preoccupazione per la reazione del Medico di bordo.
 
– Vecchio mio, non hai paura della battaglia che affronterai con Black e Rumbl e ti spaventa il nostro Dottore?!
 
Jamie non aveva raccontato tutta la verità sulla sua salute a Bill o anche lui avrebbe preso le parti del Medico per farlo restare a riposo. Quando ne parlò con il Dottore, questi sbiancò e gliene disse di ogni colore, chiamandolo “pazzo suicida”, ma alla fine Jamie riuscì ad essere convincente. L’unica cosa che rimase da fare al medico, fu di renderlo più cosciente dei sintomi che avrebbe potuto avere, non solo tendenza allo svenimento per la perdita dell’equilibrio e la progressiva cecità, avrebbe potuto avere improvvise afasie e quello sarebbe stato un segnale nefasto del progredire dell’edema intracranico. Gli consigliò di non stimolare la retina con troppa luce e gli procurò una benda nera da mettere sull’occhio della parte colpita, era l’unico aiuto che poteva dargli, per il resto … lo rimise nelle mani di Dio! I rischi ormai l’Ammiraglio li conosceva e lui si tolse ogni responsabilità facendogli firmare una dichiarazione in proposito.
 
Due ore dopo l’Ammiraglio Jonas Alexis Framer prendeva il comando della Pearl e si accingeva a dare l’ordine di partire alla volta delle Americhe, meta: Penisola di Storybrooke, dove avrebbero raggiunto i nemici della loro Patria.
 
 
-o-
 
La giornata era stata faticosa e drammatica, i morti avevano avuto la loro sepoltura in mare, i pirati sopravvissuti erano stati fatti prigionieri e la Queen’s Anne Revenge era stata presa in possesso della Royal Navy. Il Secondo Ufficiale della Pearl era passato al comando della nave pirata, insieme a parte dell’equipaggio, e seguivano la nave Ammiraglia e la “Stella del mattino” verso Storybrooke. Avrebbero riconsegnato Henry alla madre e avrebbero rimpinguato le scorte di viveri per tornare in Inghilterra.
 
Sdraiato alla luce della candela sul comodino, Jamie si massaggiò la fronte, sull’occhio sinistro. Il dolore in quel momento era piuttosto forte. Si tolse la benda e si rese conto che con quell’occhio  vedeva solo ombre. Stava peggiorando! Purtroppo il suo Ufficiale Medico aveva fatto una esatta diagnosi. Se era esatto anche il suo calcolo sui mesi che gli restavano da vivere, senza l’intervento chirurgico che gli aveva prospettato, era già a metà del percorso … difficilmente sarebbe tornato da sua moglie e suo figlio!
 
La constatazione di Jamie fu ben amara, ma non era tipo che si arrendeva all’autocommiserazione! Con lentezza si alzò dal letto per darsi una rinfrescata al viso. Sbandò sentendo che la testa gli girava. Si appoggiò alla parete, si riprese e si tolse la camicia già aperta. Versò dell’acqua nella bacinella. Mentre si bagnava il volto, sentì bussare alla porta e diede il permesso di entrare.
 
Il Tenente Maynard entrò senza esitazione, ma si scusò di aver interrotto la sua toeletta. Jamie fece un gesto di non preoccuparsi con la mano e gli disse di accomodarsi. Maynard non accettò e rimase in piedi a guardarlo, nella sua parziale nudità. Jamie aveva le sembianze di una statua di un Apollo greco e il Tenente ne ammirò le fattezze da buon estimatore della bellezza, nel suo senso estetico più vasto.
 
– Cosa succede Robert?
 
Quando erano a tu per tu avevano preso l’abitudine di chiamarsi per nome come due vecchi amici.
 
– Nulla di grave Jamie, mi volevo complimentare con voi per il colpo di quest’oggi a Blackbeard. Avete rischiato grosso con il bambino, ma avete avuto una mira da maestro …
- Vi ringrazio …
- Inoltre … volevo accertarmi che stesse bene … In questi mesi vi ho osservato attentamente e ho notato che in alcuni momenti tendete a perdere l’equilibrio … voi amico mio mi avete nascosta la verità sul vostro stato di salute. Vi chiedo di consultare un medico appena arriveremo sulla terra ferma …
- Non è nulla di preoccupante Robert, state tranquillo! Piuttosto …che notizie ci sono sul ferito?
– Già, il ferito! È stazionario direi! Ancora privo di conoscenza … ma attaccato alla vita nonostante la situazione disperata … francamente mi chiedo come possa ancora essere vivo con quella ferita!
– Un mistero veramente Robert, ma cerchiamo di fare tutto il possibile per farlo giungere a Storybrooke.
– Non sarà facile … ci vorranno buoni cinque o sei giorni, speriamo che si mantenga l’abbrivio attuale, male che vada faremo un altro funerale in mare!
– La prospettiva della maggior parte dei marinai in fin dei conti!
 
Maynard salutò l’Ammiraglio e andò via, lasciandolo a rimuginare sull’altro ferito che sapeva stesse lottando tra la vita e la morte a Storybrooke. Non poteva sapere che in quel momento Killian era più vivo che mai e tra le braccia della donna che amava, ma in cuor suo sperava che fosse veramente così.
 
***
Il Colonnello August Charming Pendràgon vegliava sul sonno di suo nipote Henry. Finalmente il piccolo si era addormentato! Se lo stavano riportando a casa sano e salvo era merito del suo carissimo amico Jamie! Se non fosse stato per la sua mira micidiale ora … August non voleva nemmeno pensarlo! Come avrebbe potuto tornare da Emma senza quel bambino? Per sua sorella Henry era tutta la sua vita! Il piccolo in più era figlio naturale di Killian, l’uomo che lei amava. Sperò che anche a Storybrooke le cose stessero procedendo bene e che il Capitano si fosse ripreso. Per sua sorella avere con lei il bambino e il suo vero padre, sarebbe stata la gioia assoluta!
 
 
Henry emise un profondo sospiro nel sonno e ad August si strinse il cuore per tutto quello che quel povero piccino aveva dovuto subire in quei pochi giorni. In fin dei conti erano stati solo cinque giorni, quelli necessari per raggiungere la nave pirata, ma per il bambino erano stati in ogni caso “troppi”!
 
Erano partiti la sera stessa dell’attacco, cercando di perdere il minor tempo possibile e senza sapere dove Blackbeard fosse veramente diretto. Erano stati fortunati ad incontrare la Pearl il secondo giorno di navigazione. August non avrebbe mai immaginato che quella nave fosse diretta a Storybrooke e, soprattutto, non avrebbe nemmeno osato sognare che fosse al comando di Jamie! Grazie a lui e al Tenente Maynard avevano saputo che Black non poteva aver fatto rotta verso l’Inghilterra e insieme avevano unito le forse per inseguirlo verso sud.
August e Jamie avevano avuto la possibilità di raccontarsi reciprocamente gli eventi accaduti  dalla partenza dell’Ammiraglio da Storybrooke. Jamie era dispiaciuto per il gravissimo ferimento di Killian, ed era rimasto piacevolmente sorpreso dal sapere che il piccolo che stavano cercando fosse suo figlio.
 
– Killian è sempre stato un uomo molto determinato! Ricordo che tutte le volte che si poneva un obiettivo faceva in modo di raggiungerlo con il massimo dei risultati! Anche in quest’occasione … non solo ha ritrovato il bambino di Milah, come le aveva promesso … nel contempo ha ritrovato la “principessa dei suoi sogni” e ha scoperto che ha fatto da madre a suo figlio …
- Purtroppo non sa ancora che Henry è suo figlio … Emma lo ha scoperto grazie a Frate Benedictus che le ha fatto notare che padre e figlio hanno lo stesso segno sulla spalla …
- Henry ha il segno dei Flinth?! Le quattro macchie sul deltoide?
– Dei Flinth?
– Si, un ramo antico dei suoi antenati … ne è orgoglioso, diceva che le aveva anche suo padre ma non Liam! Prendeva in giro il Capitano Liam dicendogli che lui non era un vero Flinth Jones!
 
August sorrise a ricordare la conversazione avuta con Jamie. Anche Henry era un “vero” Flinth Jones! Sperò che Killian fosse sopravvissuto … non aveva detto al bambino che era ferito gravemente.
 
Henry sospirò ancora nel sonno e August ripensò a poche ore prima, quando il piccolo, in braccio a Jamie, che lo aveva appena salvato dallo strangolamento per opera di Blackbeard, si era proteso verso di lui per abbracciarlo. Jamie glielo aveva deposto tra le braccia e Eduard, che lo affiancava, non aveva resistito a scompigliare i capelli con affetto a quello che era suo nipote per sangue.
 
Henry aveva detto tante di quelle cose una dietro l’altra, come faceva di solito se aveva tanto da dire, che August non aveva capito nulla. La cosa più importante per lui in quel momento era di abbracciarlo forte, poi, sulla “Stella del Mattino” lo aveva lasciato sfogare. Henry aveva pianto per un amico che aveva trovato sulla nave pirata. August aveva capito che in qualche modo quel “Peter” lo aveva aiutato a sopravvivere, ma da come diceva suo nipote la sua gentilezza era stata ripagata da Black con la morte. Aveva cercato di consolare il dolore del bambino dicendogli di ricordare il suo amico per le cose buone che aveva fatto per lui ed Henry gli aveva risposto che non poteva credere che Peter fosse veramente morto.
 
– Non può essere morto anche lui come il mio pa …
 
August aveva notato come Henry avesse troncato la parola a metà e avesse abbassato la testa, quasi vergognandosi, non aveva capito il perché … non poteva essere che si vergognasse di piangere per suo padre Neal!
 
La verità l’aveva scoperta poco dopo, quando gli aveva preso il mento tra pollice e indice per fargli sollevare il visetto. Henry aveva puntato gli occhioni azzurri nei suoi e lo aveva spiazzato con una domanda a bruciapelo.
 
– È vero che sono figlio del Capitano Jones?
 
August era rimasto senza parole, non sapeva cosa rispondere.
 
– Ma che dici Henry?
–  Me lo ha detto Blackbeard e quando ho chiesto spiegazioni a Peter mi ha raccontato di mio nonno Rumbl, di una ragazza che si chiamava Milah e che era la fidanzata di Killian. Io sono veramente loro figlio?
 – Henry … è una storia molto complicata e dolorosa … è meglio che te la racconti Emma …
- Questo significa che è tutto vero! Killian è il mio vero papà!
 
August era rimasto in silenzio, consapevole della scaltrezza del piccolo, sicuramente ereditata da suo padre, e si rese conto che gli occhi speranzosi e indagatori di Henry aspettavano una risposta.
 
– Saresti contento se fosse vero?
 
Henry era diventato rosso sulle guance e aveva abbassato gli occhi, non riuscendo a trattenere un sorriso. Ad August fu chiaro che Henry fosse contento della cosa. Rispose al piccolo e mai come in quel momento il Colonnello pregò che il Capitano Killian Flinth Jones sopravvivesse!
 
– Si Henry, credo che Killian sia il tuo vero papà!
– Grazie … grazie zio August!
 
Con entusiasmo il bambino aveva abbracciato quello che era stato fino a quel momento suo zio e il coraggioso Colonnello sentì che gli si inumidivano gli occhi per la tenerezza nei suoi confronti.
Dopo quel momento Henry aveva iniziato a rilassarsi ed era riuscito a raccontare altri momenti della sua prigionia, fino agli ultimi atti. Si era soffermato, nel racconto, maggiormente sui momenti divertenti, narrandoli in modo comico, ridendo e facendo ridere suo zio, finché non si era nuovamente rattristato per Peter. August l’aveva fatto mettere a letto e avevano recitato insieme una preghiera per tutte le persone a loro care, vive o morte, poi la stanchezza aveva avuto il sopravvento e il bambino si era addormentato.
 
Lo vegliava nel sonno e sapeva il perché di quei sospiri, ma sapeva anche che Henry fosse un bambino dal carattere forte e avrebbe superato tutto. Pregò  che il “Buon Dio” gli desse la possibilità di trovare vivo il suo vero padre ed avere reciprocamente la possibilità di essere una famiglia insieme …
 
***
 
Storybrooke il giorno seguente …
 
Il sole di un nuovo giorno aveva fatto capolino tra le nuvole che decoravano la linea dell’orizzonte. I raggi filtravano luminosi tra i voluttuosi cumuli di bianco vapore acqueo, aprendosi a raggiera in uno spettacolo del Creato che solo un cuore insensibile non avrebbe apprezzato ed amato.
 
Frate Benedictus guardava estasiato lo spettacolo che gli si stava offrendo e ne rendeva grazie, ringraziando il Signore anche del miracolo operato sulla vita del giovane Capitano Jones. Pregò con tutta l’anima che presto all’orizzonte si potesse avvistare la “Stella del Mattino”, con a bordo il piccolo Henry. Gli voleva molto bene e sapeva quanto somigliasse al Capitano, non solo per i tratti somatici, ma anche per il temperamento. Si chiese se Killian ed Emma si fossero svegliati, non aveva intenzione alcuna di disturbarli, avevano sofferto tanto! Era giusto e auspicabile che si fossero lasciati andare all’amore. Un sorriso affettuoso si dipinse sul suo viso barbuto, augurandosi che la nottata fosse andata veramente così per quelle due anime affini …
 
***
Emma aprì lentamente gli occhi, abituandosi alla luce accecante che, penetrando tra le tendine bianche della finestra, inondava il suo corpo nudo, facendole brillare come un’aureola dorata i  lunghi capelli. Si rese conto di avere la testa poggiata sulla spalla sinistra di Killian, mentre la sua mano, custodita tra le dita del suo uomo, era poggiata sul suo petto villoso, all’altezza del cuore. Anche nel sonno Killian voleva tenerla stretta a sé, quasi timoroso che lei potesse scappar via o essergli portata via da una forza maligna, indipendente dalla loro volontà. Emma sentiva che il braccio sinistro di Killian le circondava la vita, non avrebbe potuto staccarsi da lui neppur volendo e francamente non ne aveva nessuna intenzione! Adorava crogiolarsi tra le braccia del suo amore, respirare l’odore della sua pelle e scaldarsi con il calore del suo corpo. Sorrise guardandone il bel viso rilassato. Le labbra di Killian erano leggermente schiuse e respirava con calma. Emma si sentiva serena come non era da settimane ed era quasi spaventata da quella serenità. Pensò che fosse il risultato della notte d’amore trascorsa con lui. Sorrise ancora e inspirò profondamente al ricordo delle loro tenere e passionali carezze. Forse il beneficio delle loro “calde” effusioni si rifletteva anche sul suo ottimismo? Emma non sapeva il perché, ma era fiduciosa di rivedere Henry quanto prima. Si sollevò leggermente, stando attenta a non schiacciare il fianco ferito di Killian. Il braccio di lui, per spinta d’inerzia, scivolò dalla vita ai suoi glutei, regalandole un’involontaria carezza che la fece sorridere ancora. Lasciò che la sua mano sinistra continuasse ad essere racchiusa in quella del suo uomo, posta lì, sul suo torace, sentendo con essa il battito calmo del suo cuore pulsante. Lo guardò ancora, percorrendone la linea delle folte sopracciglia brune e poi  scendendo verso le sue labbra sensuali schiuse. Sentì il proprio cuore riempirsi di intenso amore per lui e desiderò baciare quelle labbra che sembravano attenderla per quello. Non perse altro tempo e pose le sue su di esse, carezzandone il bordo schiuso con la punta della lingua. Killian reagì nel sonno, assaporandosi le sue stesse labbra, mugolando di piacere e in un sospiro chiamandola per nome. Lei ebbe la certezza di essere nei suoi pensieri anche nel sonno. Sorrise ancora e depose un altro leggero bacio sulle labbra di Killian, decidendo di lasciarlo riposare ancora. Con delicatezza si liberò dal suo abbraccio cercando di non svegliarlo. Si alzò dal letto e si diresse verso i suoi abiti, caduti sul pavimento dalla sera prima. Killian, silenziosamente, aprì gli occhi, percependo l’assenza del dolce peso di lei, e la vide, in piedi, di spalle, mentre si chinava a raccogliere i suoi indumenti, ne ammirò la curva della schiena, la vita stretta e le forme arrotondate dei glutei.
 
 – Ti ho mai detto che sei una visione celestiale senza quegli abiti addosso?
 
Emma scattò in piedi sorpresa, voltandosi verso di lui, coprendosi sul davanti con l’abito e arrossendo.
 
– T-ti ho svegliato! Scusami …
- Volevi già lasciarmi? Appena che sarà sorto il sole!
 
Killian si era sollevato dal letto e se ne stava seduto a guardarla con sguardo ammirato, il lenzuolo scivolato sui fianchi e il dorso nudo poggiato alla sponda del letto.
Emma lo guardò, a sua volta catturata dall’avvenenza e dalla sensualità che egli riusciva ad emanare.
 
– No, non volevo lasciarti … avevo intenzione di andare ad ordinare ad Edith di preparare in casa la stanza per te e per Jefferson … penso che sia ora che lasciate l’infermeria …
 
Parlando Emma si riaccostò a Killian, ancora coprendosi sul davanti. Lui le sorrise maliziosamente e lei arrossì ancora di più.
 
– Sei bellissima Emma … e quel rossore sulle guance ti rende così innocente e sensuale che tu non immagini l’effetto che mi fai … eppure non ci dovrebbero essere più muri tra me e te … vieni qui …
 
Emma era già vicina e Killian le prese la mano sinistra facendole cadere l’abito che si stava drappeggiando sul seno. Percorse il suo corpo con sguardo amorevole e desideroso di accarezzare la sua pelle morbida. Si spostò verso di lei e la fece ricadere sul letto, accoccolata tra le sue braccia. Mentre la teneva con il braccio sinistro, le accarezzò una guancia rosea, vide l’emozione negli occhi di lei e le sue labbra rosse che si schiudevano. Non si trattene dal baciarla con trasporto, ricambiato da lei, che si strinse di più al suo torace, portandogli la mano sinistra alla nuca, tra i capelli bruni, accostando maggiormente i loro visi.
 
– Ti amo Emma … ti amo, sarò sempre al tuo fianco … sempre e voglio che tu sia al mio …
 
Tra una parola e l’altra aveva continuato a baciarla, mentre lei aveva gli occhi lucidi per l’emozione. Una lacrima spuntò all’angolo del suo verde occhio destro e rotolò lungo la guancia.
 
– Amore mio perché piangi?
 
Killian si era accigliato preoccupato dalla reazione di Emma.
 
– Non è nulla Killian è solo … è solo che sono così incredibilmente felice … sei qui con me … sei mio e io sono tua … ti amo da sentire il cuore che mi scoppia e mi sento in colpa per tutta questa felicità, perché ancora non sappiamo nulla del nostro piccolo Henry …
- Amore … Henry tornerà … tornerà presto …
- Si … si lo so! Ma finché non lo stringerò a me non sarò del tutto tranquilla!
– Beh! Io non sono un piccoletto simpatico da coccolare e vezzeggiare, ma sono un tipo affascinante no?! Puoi consolarti un minimo stringendo me su questo tuo meraviglioso seno!
 
Killian riuscì a sdrammatizzare, facendo ridere Emma, e si tuffò con le labbra tra i suoi seni, baciandoli e solleticandone la sommità, con piccoli, leggeri e sensuali cerchi, tracciati con il polpastrello dell’indice, provocandole l’ovvia reazione e un sospiro di piacere che soffocò, impossessandosi delle sue labbra tumide. Tornò nuovamente al suo seno per cercare quelle gemme turgide con le labbra, accarezzandole morbidamente con la lingua e strappandole nuovi gemiti di piacere, mentre lei gli si offriva inarcandosi verso la sua bocca e reclinando la testa all’indietro.  Tenendola ancora con il braccio sinistro desiderò regalarle nuovamente un piacere più intenso e insinuò delicatamente la mano tra le sue cosce aperte, dove la trovò palpitante e già pronta ad accoglierlo. Non avrebbero mai smesso di coccolarsi ancora, scambiandosi altri innumerevoli baci e intime carezze, finché Emma non decise che doveva fare quello che si era prefissa quando si era alzata, quindi, nonostante le proteste di Killian, che avrebbe continuato volentieri, si rivestì, buttandogli i suoi indumenti sul letto e incoraggiandolo a vestirsi a sua volta.
Avrebbero fatto colazione in casa, insieme a Belle, che sicuramente si sarebbe alzata da lì a poco.
 
Dando un ultimo bacio al Capitano, lo lasciò vestirsi e si diresse in casa a dar disposizioni per la colazione e per le camere degli ospiti.
Un’ora dopo si ritrovarono ancora nell’infermeria, con Jefferson e Padre Benedictus che aveva appena controllato la ferita di Killian. I margini della lesione erano ormai del tutto richiusi, il Medico era pienamente soddisfatto.
 
– Fra’ Benny, pensi che Killian e Jefferson possano lasciare l’infermeria? Avrei intenzione di ospitarli in casa e liberarti le stanze per altri possibili pazienti!
– Jefferson è completamente ristabilito e Killian penso che …
 
Il Frate si soffermò creando una certa apprensione in Emma e nel Capitano, poi con un sorriso furbo e alzando un sopracciglio si rivolse direttamente a Killian.
 
– … penso che ormai possa fare tutto ciò che ha voglia di fare!
 
Killian a sua volta sollevò un sopracciglio, ormai si era abituato ai riferimenti maliziosi di Frate Benedictus, ma non era sicuro di apprezzarli del tutto, lo faceva sentire così scoperto quell’uomo!  Come se lo conoscesse da anni nel profondo dell’animo, era una sensazione che a volte gli appariva inquietante, ma stimava il religioso e sentiva un grande affetto nei suoi confronti. Quindi gli rispose con un sorriso altrettanto furbo e con un grazie malandrino, attirandosi una pacca sulla spalla dal vecchio frate.
 
– Emma … scusami … ti ringrazio per l’ospitalità, ma io preferirei alloggiare da Angus, potrei dare una mano al vecchio Sebastian con il peschereccio …
 
Jefferson aveva espresso le sue intenzioni, lasciando Emma perplessa, ma Frate Benny aggiunse un ulteriore suo parere.
 
– Figliolo, mi rendo conto che qui ti annoi … puoi anche alloggiare da Angus, ma ti sconsiglio per un’altra settimana di sforzare il braccio e la spalla. Con Sebastian ti affaticheresti abbastanza …
- Jeff … accetta l’ospitalità di Emma e quando vorrai scendere alla taverna potrai farlo!
 
Un po’ in imbarazzo, alla fine Jefferson ascoltò sia il Frate che il suo Capitano, accettò di risiedere nel palazzo e, con Killian ed Emma, si apprestò a lasciare l’infermeria.
 
Ai due uomini un valletto mostrò le loro stanze. Emma aveva fatto in modo che quella di Killian fosse sullo stesso piano della sua, non avrebbero avuto difficoltà a poter passare la notte insieme. La colazione fu abbondante e “ricostituente”, i due convalescenti furono trattati veramente con accortezza. Belle fu deliziosamente di compagnia e Jefferson non si trattenne dal farle i suoi sinceri complimenti, per la sua amabilità e il suo fascino, dicendole che il Colonnello August doveva ritenersi un uomo di grande fortuna ad averla presto in moglie. Belle lo ringraziò educatamente ed Emma, vedendola imporporarsi, la tolse dall’imbarazzo chiedendole dell’antico libro che stava tentando di tradurre. I due uomini si interessarono della cosa ed Emma, ridendo, disse che si trattava di un libro gelosamente custodito da Frate Benny, e che, se si fosse accorto del furto di Belle, non sarebbe stato molto contento! Ciò incuriosì il lato pirata di Killian e Jefferson, tanto che chiesero all’unisono a Belle di poter vedere questo “misterioso” volume.
 
– Sapete! Da quello che mi è sembrato di capire … credo sia stato scritto da un antico druido … non ho certezze in riguardo … alcune parole sono in latino e lì non ho problemi nella traduzione, ma il resto …
- Il resto?
– Non saprei … è una lingua che non ho mai letto da nessuna parte … forse è un linguaggio ormai estinto, una forma di antico Gaelico credo …
 
I due uomini si guardarono in viso e sorrisero rivolgendosi contemporaneamente a Belle.
 
– Lady Belle … noi siamo Irlandesi … il Gaelico è la nostra lingua madre, anche se l’Inglese ci è stato imposto, fin da piccoli ci viene tramandata la nostra lingua …
- Si My Lady, Killy dice il vero! Da piccolo, grazie alla sua gentilissima madre, Lady Helen, ho avuto la possibilità di studiare con lui e un istitutore che veniva tutti i giorni nella dimora del Conte Flinth Jones, suo padre. Ci ha insegnato anche il latino e, oltre alla grammatica inglese, non ha trascurato il nostro Gaelico. Il padre di Killy ci teneva particolarmente!
– Mi aiutereste con il volume? Anche se è una forma antica di Gaelico, magari capite comunque in parte cosa dice il libro!
 
Killian e Jefferson si guardarono e acconsentirono entrambi di buon grado, in fin dei conti avrebbero passato ancora altri giorni lì alla rocca, poteva essere un modo per passare il tempo senza annoiarsi. Anche Emma rimase entusiasta dell’idea, poteva essere divertente e interessante, inoltre lei e Killian avrebbero passato anche il giorno insieme, senza creare chiacchiere e pettegolezzi nella servitù.
 
La curiosità per quel manoscritto contagiò in breve tutti e da dopo la colazione si ritrovarono in biblioteca tutti e quattro. Belle, con molta accortezza, prese il volume rilegato in logora pelle ingrigita dal tempo e, delicatamente, lo pose sul tavolo elegantemente intarsiato.
Killian e Jefferson si guardarono intorno. La biblioteca era molto bella e ben illuminata, aveva delle alte volte affrescate con immagini epiche ed Emma disse che quello era il “regno” di Belle. Era proprio alla giovane Baronessa Francese che era stato affidato il compito di occuparsi  di quell’ambiente, cosa che aveva accettato con grande entusiasmo, vista la sua passione per la lettura e i libri in generale.
I due uomini si avvicinarono contemporaneamente al volume e Belle lo aprì in un punto preciso dove aveva lasciato un segnalibro.
 
Killian rimase sorpreso dal disegno che vi vide tracciato sopra e Jefferson gli diede una gomitata al braccio in un gesto di complicità. Fu Emma però a parlare, anche lei meravigliata.
 
– Belle! Ma quella è Excalibur! Non capisco  … il disegno vicino è la daga di Rumbl! Che significa?
-  Vorrei saperlo anche io Emma! Poche sere fa guardavo la spada e la daga che il nostro armiere Jim aveva ripulito e portato nello studio di August e mi sono ricordata di aver intravisto, in un libro di Frate Benedictus, le stesse immagini. Quando le vidi il libro era nelle mani del nostro Medico e, quando si accorse che sbirciavo, chiuse immediatamente il volume. Lo aveva nascosto tra i suoi libri proibiti e io due giorni fa l’ho cercato per capire qualcosa su quelle due armi così somiglianti. Vedete? Il nome Excalibur si capisce bene dalla calligrafia … anche alcune cose in latino, ma per il resto sono in alto mare!    
 
Killian ruotò il libro verso di sé e Jefferson. Ambedue scorsero quelle parole vergate chissà quanti anni prima e convennero che si trattasse veramente di Gaelico, in una forma più arcaica rispetto a quello che loro parlavano.
 
– Da quanto riesco a capire dice che una donna malvagia uccise la regina e volle la vendetta su l’uomo che l’aveva incolpata, per cui fece forgiare un pugnale simile alla spada del Re!
– Quindi quella daga è nata con uno scopo malefico!
 
Emma aveva posto la domanda rivolgendosi direttamente a Killian, che aveva tradotto una piccola parte della pagina.
 
– Sembrerebbe proprio così Swan!
- Ed è arrivata fino a noi, dopo secoli, con gli stessi scopi malvagi!
 
Belle aggiunse il suo pensiero con uno sguardo mesto. Emma, che sapeva la sua storia, capì il significato di quello sguardo e le pose una mano sulla spalla, in segno di solidarietà. Jefferson osservava a sua volta i due disegni e tentava di leggere e capire.
 
– C’è un nome dell’autore Lady Belle?
– Si Sir Jefferson! È in parte cancellato … guardate!
 
Killian passò l’indice sulla scritta.
 
– Si vede ben delineata una M e il finale del nome IN, la parte centrale è cancellata!
 
Il nome dell’autore era sulla prima pagina e Killian sfogliò delicatamente le pagine di pergamena seguenti. I bordi iniziali di ogni pagina erano ornati con ghirigori floreali, molto graziosi. Killian lesse ancora:
 
– “Sono stato il testimone del nascere di un amore che non avrà mai altri pari al mondo … un amore destinato a tornare nei secoli … un amore che porta alla rinuncia per il bene supremo e altruistico. Ho visto e viaggiato nel tempo e nello spazio … ciò che è stato creato per essere unito si ritroverà nel tempo, oltre la vita e oltre la morte … finché il giuramento verrà pronunciato … io ho visto …
 
Belle, Emma e Jeff ascoltavano Killian tradurre ciò che riusciva a capire.
 
– Scusate, ma la mia traduzione non è completa … leggo tra un rigo e l’altro … alcune parole sono troppo arcaiche … non ne capisco il significato!
 
Emma intervenne ponendo una domanda a Belle.
 
– Credi che sia semplicemente un racconto romanzato o che sia una vera testimonianza?
– Questa è una domanda interessante Emma! Me la son posta anche io!
– Ma dai  mie belle Signore! Sarà un romanzo! Una cosa romantica per allietare le serate di qualche Dama del Medioevo!
 
Jefferson era un uomo spiccio, non aveva nemmeno una gran pazienza per la lettura e, a parte il breve pezzo letto da Killian, sulle  due armi, non si era incuriosito più di tanto. Emma e Killian invece sembravano veramente incuriositi, forse era più esatto dire “turbati”. Emma si era avvicinata al fianco del Capitano e lo stava incoraggiando ad andare avanti con le pagine seguenti. Killian lesse ad alta voce quella lingua sconosciuta, Jefferson riusciva a capire in parte, ma ogni tanto si accigliava, non riuscendo a distinguere alcuni significati.
 
– Cosa significa Killian?
– Emma … credo che questo libro parli di una storia che io e te conosciamo, poiché ci è stata tramandata …
- La storia di Excalibur ovviamente!
– Si amore mio … ma credo che ci siano dettagli ben più precisi e veritieri di quanto conosciamo …
 - Che significa Killian?
– Credo che sia la vera storia di quelli che conosciamo come Artù, Ginevra e Lancillotto …
- Anche se così fosse perché Frate Benny dovrebbe tenere il libro nascosto? Cosa c’è da tenere nascosto e proibito?
– Credo che dovremmo chiederlo a lui! Da quello che mi è sembrato di capire … questo libro è come un …
- Un?!
 
Gli altri tre lo guardavano interrogativi.
 
– Come un “portale” sul futuro!
– Killy che accidenti significa “un portale sul futuro”?!
 
Killian si era accigliato e scurito in volto, Emma gli prese la mano e intrecciò le dita alle sue, sentendo un presagio nel cuore. Killian si voltò verso il suo viso, incrociò il suo sguardo e gli si illuminò nuovamente il viso con un sorriso per lei.
 
– Non so come esprimere diversamente il concetto … ma credo che Belle debba rimettere al suo posto il volume … non sono interessato a conoscere prima il futuro … lo voglio vivere attimo per attimo e tu Emma sai con chi …
- Oh … Killian!
 
La Principessa si emozionò alle parole del suo amato, mentre Belle e Jeff si sentirono vagamente di troppo in quel momento. Si scambiarono uno sguardo d’intesa e poi Belle rimise nel cassetto il libro, uscendo dalla stanza con Jefferson e lasciando soli Emma e Killian che guardandosi così intensamente, occhi negli occhi, non si erano nemmeno accorti che gli altri due erano usciti.
 
Killian portò la mano al viso di Emma accarezzandone la pelle di pesca, guardandola come se la vedesse per la prima volta. Lei, con il viso sollevato verso il suo, gli sorrideva, poi, come sempre, in quella magia di attrazione che esplodeva tra loro, Killian le cinse la vita con le braccia, stringendola a sé, lei gli portò le braccia al collo e le loro labbra si unirono, schiudendosi in un sensualissimo bacio, in una danza dolcissima delle loro lingue che si intrecciavano, possedendosi e scambiandosi silenti la loro reciproca dichiarazione d’amore.
 
 
Quanto tempo era passato da che Belle e Jefferson avevano lasciato i loro amici in biblioteca, non stettero lì a calcolarlo, anche perché quel tempo lo passarono a passeggiare in giardino e a chiacchierare amabilmente di avventure per mare e desideri per il futuro.
 Fu così che Belle seppe della nostalgia di Jeff per la sua famiglia, della sua amata Giglio Tigrato e della sua piccola Grace. Jefferson era un bel giovane, come notò Belle, e da quanto egli raccontava della sua sposa, era un uomo molto innamorato. Per ottenerla in moglie, le raccontò che aveva dovuto sottoporsi ad una serie di prove di forza e coraggio, davanti al capo del villaggio, che altro non era che lo stesso padre di Giglio Tigrato, il  Capo Grande Aquila.
 
– Quindi la vostra sposa è una Principessa Pellerossa?!
– Si My Lady ed è una guaritrice … somiglia molto ad Emma per carattere e sono diventate molto amiche quando siamo tornati con lei nella nostra Isola.
 
Belle era veramente incuriosita, Emma le aveva raccontato dell’isola di Killian, Neverland, ma non aveva detto molti particolari, si era soffermata soprattutto sulla scoperta del Rubeus Noctis, che i nativi chiamavano Sogna Ombra e ovviamente sul matrimonio con Killian, celebrato dallo sciamano Aquila Bianca.  Aveva tante di quelle domande da rivolgere al giovane timoniere, sulle usanze di quel popolo, la loro storia! Ma fu impedita da Emma e Killian che, finalmente, uscirono dalla biblioteca, con i visi arrossati. Era chiaro come avessero passato quei minuti e Belle con Jefferson non poterono che invidiarli bonariamente, sentendo la mancanza dei loro reciproci partner. Belle si chiese se August fosse sulla via del ritorno e Jeff immaginò in cosa potesse essere impegnata in quel momento la sua donna con la sua bambina …
 
 
La mattinata passò piacevolmente e si ritrovarono a pranzo con Frate Benedictus che era molto allegro e gioviale, contento che i due Irlandesi stessero bene e migliorassero di ora in ora. Il Rubeus Noctis, che aveva aggiunto ai cicatrizzanti, aveva fatto veramente miracoli, era fiero del suo lavoro! Ne parlò anche a tavola, ma notò che gli altri quattro commensali non erano molto loquaci.
 
– Figlioli, che problema c’è? A parte la preoccupazione per Henry, August e gli altri … ho l’impressione che mi stiate nascondendo un segreto!
 
Killian alzò un sopracciglio, Jefferson distolse lo sguardo, Belle decise di trovare interessante il suo piatto semivuoto ed Emma sgranò gli occhi, consapevole che Frate Benedictus era un abile lettore dell’animo umano o forse, in modo più inquietante, della mente stessa.
 
Certo che gli nascondevano qualcosa! Avevano sbirciato nel suo libro proibito e stavano tutti morendo dal desiderio di chiedergli spiegazioni!
 
– Decisamente ho l’impressione che abbiate qualcosa da dirmi e da chiedermi!
 
I quattro si scambiarono sguardi vagamente furtivi e Frate Benedictus, storse divertito la bocca.
 
– Allora?! Chi ha il coraggio di cominciare con le domande?
– Beh! Ecco … in effetti avremmo delle domande da rivolgerti …
- Dimmi pure Emma!
– Sai … questa mattina ci siamo intrattenuti in biblioteca e … e ci siamo incuriositi con un tuo libro.
- Mmm?!
– Un libro scritto in Gaelico antico … da quello che hanno capito Killian e Jefferson …
- Ovvio … sono Irlandesi! … Belle … per caso hai sbirciato di nuovo tra i libri proibiti?
 
La giovane rialzò lo sguardo vergognoso dal piatto semivuoto, arrossì e ammise con un cenno della testa.
 
– Quello dell’ultima volta immagino! Il libro del Druido Merlin …
- Merlin? Vuoi dire che il Mago Merlino è esistito veramente?
– Mago! È una parola esagerata Belle! Era uno studioso di stelle, fenomeni della natura, erbe e rimedi … diciamo una specie di … ME!
– Quindi non si tratta di una narrazione romanzata ma … di una vera e propria testimonianza quello scritto!
– Si, Jefferson … direi che è la testimonianza di quanto visto dallo stesso scrittore …
- Mi sono incuriosita a causa della somiglianza tra Excalibur e la daga di Rumbl … sembrano forgiate dalla stessa mano e ho ricordato che avevo visto la loro immagine in quel libro … per questo ho voluto saperne di più. Killian ha tradotto delle parti e si è capito che si narra di Artù, Ginevra e Lancillotto, non la storia che si sa in generale, ma una storia ben diversa che Killian dice simile a quanto tramandatogli dai suoi antenati e lo stesso per Emma!
– Cara Belle! Chi più dei nostri Emma e Killian potrebbero saper meglio di loro la verità?! … Emma è l’ultima discendente di Artorius Pendràgon, il vero nome di Re Artù, Killian ha nel suo nome la risposta! Lancillotto era il soprannome del giovane intelligente e coraggiosissimo pastore che diventò Primo Cavaliere della Tavola Rotonda: Cillian Flinth. La pronuncia attuale di quel nome è … guarda la coincidenza … Killian! Il nostro Capitano si chiama Killian Flinth Jones, penultimo discendente di Sir Lancillotto, visto che l’ultimo discendente attuale è il piccolo Henry!
 
Emma e Killian si guardarono in viso con un sorriso emozionato al pensiero del loro bambino, poi Killian rispose al Frate.
 
– Si, mio fratello Liam aveva circa nove anni più di me e quando nacqui suggerì ai miei genitori di chiamarmi come il nostro antenato … nostro padre gli aveva da poco raccontato la sua storia e la fantasia dei bambini è portata a vedere cavalieri coraggiosi e belle principesse da salvare …
- Ma … Frate Benedictus, se pure il libro narra di una versione più precisa della storia di Re Artù … per quale motivo è un libro da tenere segreto?
– Mia cara Belle … quel libro cambia la visione su Re Artorius! Nonostante fosse l’ottimo condottiero e impareggiabile sovrano di Avalon e tutta Albion, il vero fautore dell’unione dei tre popoli, Celti, Sassoni e Pitti, fu semplicemente l’amore di due giovani amanti, Gwyneth di Gandar, Principessa Sassone, e l’umile pastore Celta Cillian Flinth. Il volume parla soprattutto del loro amore … un amore incondizionato … un amore altruistico che li portò a rinunciare al loro per il bene dei loro popoli. I loro simboli sono ancora sulla spada che essi stessi inventarono e fecero forgiare segretamente. Furono loro ad inventare la leggenda della Spada nella Roccia e fu Cillian a convincere il suo migliore amico, Artorius, a compiere l’impresa di estrarla per diventare il Re designato …
 
Emma e Killian erano muti e assorti nell’ascoltare il frate, non si erano nemmeno accorti che, stando seduti vicini, si erano presi per mano, intrecciando saldamente le loro dita in quel contatto che aveva un sapore estremamente intimo e di condivisione. Sentivano che il racconto del frate li riguardasse più di quanto la realtà avrebbe potuto ritenere ammissibile.
 
 – Continuo a non capire il senso del “Libro Proibito”!
-  L’immensità di quell’amore, Belle, è qualcosa di eterno, qualcosa che va oltre l’umana comprensione, oltre la vita e oltre la morte. Come dice anche la storia più comunemente conosciuta, Ginevra e Lancillotto non ebbero un lieto fine. Pur essendosi conosciuti e amati prima che Artorius conoscesse la bella Principessa Sassone, fu lui a sposarla e non Cillian, il quale partì in missione per l’attuale Irlanda e lì diede vita alla sua discendenza con la donna che scelse di sposare. Cillian e Gwyneth continuarono ad amarsi nell’anima e quando lui fu richiamato in patria da Artorius, trovò la donna che amava assassinata da una cortigiana, Morgana, innamorata di Artorius ed intenzionata a prendere il posto di Gwyneth nel suo cuore e sul trono. Non fu così ovviamente, Artorius era molto innamorato di sua moglie … non smise di piangerla fino alla sua stessa morte. Morgana fu scoperta colpevole e condannata ai lavori forzati, ma con il suo fascino riuscì ad attuare altri suoi loschi intenti di vendetta, seducendo il Lord della fortezza in cui era detenuta …
- E Sir Lancillotto? Seppe che si era trattato di omicidio?
 
Frate Benedictus non rispose subito alla domanda di Belle. Improvvisamente la sua espressione era cambiata, rimase a guardare fisso Killian ed Emma, seduti di fronte a lui, ma sembrava contemporaneamente vedere oltre di loro, il suo sguardo era diventato “assente”.
 
– Ho visto Cillian con il cuore che si spezzava, mentre sul pelo dell’acqua vedeva l’anima della sua Gwyneth .. ho visto la sua anima raggiungerla e, come due stelle luminose sollevarsi … finalmente unite, per tornare da dove le anime arrivano … il cigno e l’uncino si dovevano ritrovare … lo avevano giurato … oltre quella vita … oltre la loro morte. Un amore così deve ritornare per avere la sua realizzazione …
 
Killian sentiva nel cuore un profondo dolore di lutto, il dolore per una perdita vissuta secoli prima, non se ne stava rendendo conto, ma strinse ancor di più la mano di Emma e lei, con gli occhi lucidi, all’idea di quel cuore innamorato spezzato dal dolore per la perdita della donna amata, ricambiò la stretta … erano lì … erano lì … erano insieme … Solo questo risuonava adesso nella loro mente “loro si erano ritrovati”.
 
– Come sarebbe TU LI HAI VISTI?!
 
Benedictus sembrò ridestarsi improvvisamente.
 
– Co- come?! Io? No … no … Merlin … lo dice Merlin nel suo scritto Belle!
– Si … Killian ha tradotto qualcosa su quanto visto come testimone di questo amore da parte di Merlin e ha detto che quel libro è come un “portale sul futuro”! Sembra come se ci fosse della magia in quel libro e non ha voluto leggere altro … sto sbagliando Killian?!
– Quello che ho detto in quel momento Belle è quello che ho sentito … non voglio sapere del futuro …
- Belle … quel libro è proibito poiché in sostanza parla di un fenomeno che la religione cattolica non  ammette.  
– Cosa?
 
Jefferson ora sembrava il più curioso.
– Merlin sosteneva di aver viaggiato nel tempo e nello spazio … cosa dubbia da un punto di vista corporeo … probabilmente aveva il dono della chiaroveggenza e il concetto, che la nostra religione non tollera, centrale invece in religioni quali la Celtica e le Orientali, è quello della reincarnazione. I due amanti sfortunati si sarebbero reincarnati oltre la morte. La loro anima sarebbe ritornata in nuovi corpi, forse con sembianze simili … non so. Ma dovete ammettere che idee di questo genere non sono divulgabili. Credere e parlare di cose di questo genere porterebbe alla condanna per stregoneria. Merlin stesso sarebbe stato condannato al rogo …
 - La profezia del ritorno del Cigno e dell’Uncino, che si sarebbero ritrovati nel tempo però è singolarmente somigliante a Emma e Killian! Sarà pure una coincidenza …
- La tua osservazione Jefferson è interessante … dovrebbero essere i diretti interessati a sapere cosa hanno sentito incontrandosi la prima volta … quella potrebbe essere una piccola prova e non una coincidenza!
 
Frate Benedictus fece quest’ultima affermazione guardando maliziosamente quelli che erano i due diretti interessati. Killian pensò che erano solo affari suoi e di Emma, non gli piaceva certo condividere i loro pensieri intimi con gli altri. Sapeva che era stato attratto da Emma anche senza averla vista in viso e per lei era stato lo stesso. Per quanto lo riguardava potevano essere anche la reincarnazione di Cillian e Gwyneth, ma aveva tutta l’intenzione di far andare la loro storia d’amore in tutt’altro modo rispetto a quella dei loro antenati.
 
– Signori! Sono stanco di queste chiacchiere! Penso che in fin dei conti Jefferson avesse ragione a dire che fosse in realtà un romanzo per Dame Medioevali! Voglio essere protagonista della mia vita e del mio destino e voglio che Emma sia al mio fianco e sia protagonista anche lei della sua vita e del suo destino, non voglio leggere il mio futuro su un libro … lo voglio vivere ogni giorno della nostra vita … Ora se ci volete scusare … ho voglia di uscire in giardino con la mia Lady Emma. Madame ... mi fate l’onore di accompagnarmi?
 
Killian non aveva lasciato un momento la mano di Emma e, facendo questa sdrammatizzante dichiarazione, si alzò facendola alzare con lui. Lei gli sorrise, acconsentendo ad accompagnarlo in giardino. Bastava con quella storia! Aveva risvegliato una profonda tristezza in entrambi, la tristezza che avevano vissuto Cillian e Gwyneth quando avevano dovuto rinunciare al loro amore. Loro due non ne avevano nessuna intenzione! Il futuro era il loro!
***
 
Il pomeriggio passò velocemente, arrivava così presto il buio in Novembre!
Jefferson si presentò a cena rasato di fresco. Era stata una piacevole sorpresa. Belle ne ammirò il bel volto, non resistendo ad esternare il suo positivo giudizio e Killian prese in giro il suo fraterno amico, che era sempre stato un rubacuori, fino a prima di incontrare la sua Giglio Tigrato.
 
– Di solito si lascia crescere la barba per un po’, quando partiamo da Neverland e quando stiamo per tornare si rifà bello per la sua sposa!
– Quindi Killian, dobbiamo dedurre da questo indizio che la partenza per Neverland è prossima!
 
Killian spostò lo sguardo da Belle ad Emma, al suo fianco, e il suo sguardo allegro si rabbuiò un attimo, leggendo negli occhi di Emma il suo stesso pensiero.
 
– Non senza Henry Belle … non senza Henry …
- Pardonnez - moi! Ho usato una frase infelice!
 
Belle quando era in imbarazzo o comunque emozionata, perdeva il controllo sul suo inglese e si esprimeva automaticamente nella sua lingua madre. Emma allungò una mano a toccare la sua sul tavolo.
 
– Non ti scusare Belle, sappiamo di quanto anche tu sia preoccupata, sia per Henry che per August!
 
La giovane nobildonna francese abbassò tristemente lo sguardo e Jefferson cercò di riportare l’allegria con una sua battuta spiritosa, riuscendo a strappare un sorriso a tutti. Finita la cena fu sempre Jefferson a proporre un’ultima passeggiata in giardino e tutti accettarono. Il bel timoniere Irlandese porse il braccio a Belle e dietro di loro, prendendosi per mano, anche il Capitano e la Principessa si incamminarono verso il giardino.
 
La notte era preziosa per Killian ed Emma. Nel buio potevano perdersi nel loro amore, baciarsi e accarezzarsi in un angolo del giardino, non visti o cercarsi silenziosamente tra le stanze del piano dove alloggiavano.
 
Dopo essersi scambiata la buonanotte con gli altri, in giardino, ed essersi congedati per andare a dormire, Emma attendeva impaziente il suo amato nella sua stanza da letto. Non erano distanti e lui l’avrebbe trovata con estrema facilità.
 
Jefferson e Belle non avevano sonno. Trovavano molto piacevole la loro reciproca compagnia e rimasero in giardino, vicini all’affaccio sul mare, sotto il grande salice piangente. Belle conosceva le costellazioni e sorprese Jefferson con dovizia di particolari su di esse. Anche Jefferson, da esperto navigatore, le conosceva e si ritrovarono ad indicarle una ad una e a parlarne. Belle sapeva a menadito le leggende collegate ad esse e ne narrò qualcuna all’uomo al suo fianco che la guardava incantato. Indicando una costellazione con il braccio teso, Belle si accostò inavvertitamente al petto di Jefferson. L’uomo trovò piacevole quel contatto e spontaneamente le pose il braccio intorno alla vita. Belle sussultò guardandolo in volto e restando attratta dagli occhi chiari di Jefferson, somiglianti a quelli del suo August. Si ammutolì, senza riuscire a pronunciare altro. Jeff la stava guardando con ammirazione, ma forse la mancanza della sua Giglio Tigrato gli stava giocando un brutto scherzo. Lo sguardo di Jefferson si spostò sulle labbra schiuse di Belle, i loro visi erano molto vicini, le loro labbra erano ad un tiro di bacio e lui inspirò lentamente il buon profumo che la giovane emanava. Belle gli prese delicatamente il braccio che le aveva posto intorno alla vita e lo allontanò da sé, ma rimasero ancora molto vicini. Anche a lei la mancanza di August stava giocando un tiro mancino? Jefferson aveva veramente un bel viso, Belle ne era pienamente cosciente, non era difficile per una donna esserne attratta, ma lei amava August e sapeva che lui amasse Giglio Tigrato.
Jefferson prese la mano di Belle nella sua e la portò sul suo petto.
 
– Perdonatemi My Lady … non ho intenzione di mancarvi di rispetto, ma il vostro nome è la descrizione perfetta della vostra persona. Siete una donna bella nel corpo quanto nella mente. Avete una sapienza rara per una donna e un’intelligenza vivace … vi apprezzo e sono attratto da voi come non vorrei esserlo … vi sto desiderando e non è lecito … ne per me ne per voi …
- Avete ragione Jefferson … ci si può desiderare … si può essere attratti in una chimica del corpo … potremmo … ma non sarebbe amore, sarebbe solo un fugace momento che ci porterebbe ad un doloroso pentimento e al rammarico di aver tradito chi amiamo veramente.
- È veramente così mia incantevole Lady, ma siete una grande tentazione … credo che il Colonnello non avrebbe potuto non amarvi … vi auguro ogni felicità con lui … tornerà presto vedrete … permettetemi di riaccompagnarvi in casa ora …
 
Dette queste ultime parole  Jefferson le porse nuovamente il braccio e rientrarono. Vicino alla scalinata, dove si sarebbero divisi per andare ognuno nella sua stanza, galantemente Jefferson depose un bacio sul dorso dell’affusolata mano di Belle.
 
– Buona notte My Lady …
– Bonne nuit monsieur …
 
Con un dolce sorriso, che scaldò il cuore a Jefferson, Belle salì le scale, non si accorse che l’uomo continuò a guardarla emettendo un sospiro di nostalgia.
 
Rientrata nella sua stanza, Belle si tolse lo scialle dalle spalle e si liberò dell’abito che indossava. Rimase con la sottoveste e la culotte e si guardò nello specchio. Vide la sua immagine per intero e si tolse gli ultimi indumenti, restando completamente nuda davanti allo specchio. Era snella, candida. Sentì nella mente la voce del suo August che le ripeteva quanto fosse bella. Sorrise alla sua immagine. Il suo corpo era stato ferito profondamente ... lei lo sapeva bene … ma non si vedevano cicatrici su di esso … le cicatrici profonde erano incise nella sua anima.  Indossò la camicia da notte e pensò che l’attrazione che aveva sentito per Jefferson poco prima, in un vero e proprio desiderio sessuale, non le sarebbe mai capitata se August non l’avesse veramente guarita con la sua devozione ed il suo amore. Si sentì felice, innamorata ancor di più del suo futuro sposo, si sentì finalmente completamente libera dalla possessione maligna che Rumbl aveva continuato ad avere su di lei fino a prima di essere stata di August. Non aveva più paura di amare, già lo sapeva e sentire l’attrazione per Jefferson e rifiutarlo per l’amore che nutriva per August, la rese ancora più cosciente. Pensò intensamente ad August e vide la sua immagine sorridente dietro le palpebre chiuse.
 
– August … torna presto amore mio!
 
 
Nella sua stanza Jefferson si era buttato vestito sul letto e guardava il soffitto tenendo le braccia incrociate dietro la testa. Pensava che era molto facile essere attratti da una bella donna come la Baronessa e si stava rendendo conto di quanto fosse difficile resistere se non si fosse già coinvolti da un amore vero. Lui aveva la fortuna di viverlo un amore vero. L’immagine di Giglio Tigrato, con i suoi occhi di ossidiana e i lunghi capelli neri, svolazzanti al vento, sembrò materializzarsi sulla volta bianca del soffitto. Sorrise a quell’immagine.
 
– Ti amo mio fiore … tornerò presto … mi manchi tanto!
 
***
 
Emma sentì il leggero bussare alla sua porta e, con i sensi all’erta, capì che  l’aveva raggiunta. Non lo fece attendere e gli aprì tirandolo dentro con impazienza ed irruenza. Lui rispose con la stessa passione e desiderio, afferrandola per la vita e poggiandola al muro, mentre la baciava con ardore. Killian indossava i suoi pantaloni in pelle e la camicia, era a piedi scalzi. Emma, egualmente a piedi nudi, indossava soltanto una delle sue camicie da notte di lino bianco, lunga fino a terra. I suoi capelli erano sciolti sulle spalle e ben spazzolati, lucenti al chiarore delle cinque alte candele, poste nel candelabro d’argento, ad illuminare la stanza. Il loro bacio li lasciò senza fiato, si staccarono solo per riprendersi, ansimando, desiderosi di ricominciare la danza che avevano appena iniziato. Si gettarono nuovamente l’uno sulle labbra dell’altra, con un desiderio crescente di possedersi del tutto.
 
Ancora con le labbra unite le une alle altre, Killian accarezzò la schiena di Emma e prendendola per i fianchi l’alzò dritta verso il suo petto, portandola verso il principesco letto a baldacchino che campeggiava nell’elegante stanza. Posandola in piedi vicino al letto le fece scorrere la camicia da notte su per le snelle gambe, fin sopra i fianchi, consapevole che non aveva altro indosso. Egli non portava la cintura e i primi due bottoni dei suoi pantaloni erano già aperti. Emma si ritrovò seduta sul letto, con Killian che scendeva in ginocchio davanti a lei, tra le sue gambe. Mentre lui le accarezzava sensualmente e delicatamente le cosce, dalle ginocchia ai glutei, lei, impaziente,  afferrò i lembi della sua camicia nera e, in un sol colpo aprì i pochi  bottoni che non impedivano di lasciar in mostra un ampio triangolo del torace atletico di Killian. La camicia scivolò velocemente dalle spalle e dalle braccia del Capitano. Lei lo attirò verso di sé con desiderio, circondandogli i fianchi con le gambe e attirandolo con le braccia intorno al collo mentre, avidamente, cercava le sue sensuali labbra, incorniciate dalla barba bruna sfumata di chiaro castano. Killian ricadde su di lei, sul letto. Impazziva di desiderio quando lei si comportava in quel modo, riusciva ad eccitarlo come niente altro al mondo. Mentre approfondivano voluttuosamente il loro bacio, le fece scorrere la camicia da notte su per i seni, fino a sfilargliela completamente, poi lei insinuò le mani nei suoi pantaloni, sui suoi muscolosi glutei e fece sparire le ultime barriere di vestiario che li separavano, unendosi finalmente come volevano, muovendosi in un ritmo così assonante e piacevole, diretto da Emma, che ancora voleva preservare il suo amato nella convalescenza. Killian si sentiva bene come non mai, in quelle poche altre ore era migliorato e rovesciandola sulla schiena riprese il suo ruolo attivo, dandole il piacere che entrambe anelavano.
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La possedette in un’unione che la riempì profondamente, nel corpo e nell’anima, lei, a sua volta, stringendosi palpitante intorno a lui, lo face sentire il “suo uomo”, forte e potente nella sua virilità. Si diedero l’uno all’altra senza risparmiarsi, gemendo per il piacere reciproco, godendo l’uno dell’altra, fino all’ultima perdita totale di controllo, arrivando alle vette più alte del loro amore.
La pace dei sensi li accolse dolcemente nell’abbraccio del sonno e così, uniti, Emma tra le braccia di Killian, si ritrovarono nella luce del mattino seguente.
 
***
 
I giorni si susseguirono veloci, passati in così piacevole compagnia. Killian e Jefferson ripresero ad allenarsi nel combattimento, stavano cercando di rimettersi in forma perfetta, si erano lamentati che l’ottima cucina di Betty li avrebbe fatti ingrassare, ma a vederli combattere a dorso nudo, entrambe atletici e scattanti, era fuor di dubbio che avessero un filo di adipe sugli addominali. Davanti ad Emma e a Belle i due Irlandesi si pavoneggiavano senza ritegno, facendole ridere di cuore. Belle vedeva con che sguardo amorevole si guardassero Emma e il suo Pirata, mentre lei e Jefferson avevano stabilito un rapporto di stima e amicizia. Jefferson rimase in tutto tre giorni alla Rocca, da che Emma lo aveva ospitato in casa, poi decise di prendere una stanza da Angus e dare una mano a Sebastian, anche il mare gli mancava, ma almeno per quello poteva fare subito qualcosa!
 
– Se vai tu vengo anche io da Angus, ce ne andremo a pesca insieme!
– Non dire fesserie Killian, sei stato peggio di me, riguardati ancora e poi … qui hai Emma … pensi di avere bisogno di andare a pesca?
 
In effetti con Emma al suo fianco mancava solo Henry per essere completamente felice. Il loro “Piccolo Fiore”, che cresceva in seno alla donna che amava, era un’ulteriore speranza di futura felicità e Killian decise che la pesca era una piacevole attività che poteva rinviare. Non avendo altro da fare poteva dedicarsi completamente ad Emma ed effettivamente, oltre alla notte, riuscivano ad avere anche diverse ore del giorno per starsene in camera sua o di lei ad amarsi.
***
 
Era trascorsa una buona settimana dal risveglio di Killian dal coma. Anche quella notte l’avevano trascorsa nella calda stanza di Emma, abbracciati in quel dolce contatto della loro pelle nuda, godendo l’uno dell’altra nel fare l’amore per ore. Emma si era svegliata più presto del solito, una strana ansia l’aveva destata. Killian dormiva al suo fianco, a pancia in giù, con il volto verso di lei e il braccio destro a tenerla vicina a sé. Emma scivolò dal letto piano e lo coprì amorevolmente con le coltri. Dall’alta finestra si vedevano le strie rosate dell’Aurora, lei ne dedusse che la giornata sarebbe stata serena. Si avvicinò al suo scrittoio italiano, aprì il primo cassetto a destra e tirò fuori il contenitore tubolare, in cuoio, che custodiva l’annullamento del matrimonio con Neal. Aveva indossato la camicia da notte che la sera prima Killian non le aveva dato occasione di mettere, dopo che l’aveva fatta uscire lui stesso dall’abito che indossava. Rimase in piedi mentre sfilava il documento dalla sua custodia. Lesse ancora una volta quanto suo padre, da Governatore del Maine, vi aveva scritto sopra. Scorse con le dita lungo lo strappo che lei stessa aveva accidentalmente provocato al documento.
 
 Pensò a Neal, a come era finita in realtà la loro storia, al gesto eroico che lui aveva fatto con amore per salvarle la vita e al perdono che le aveva chiesto. Sospirò, poi prese il documento nella sua parte alta e, con gesto deciso, lo strappò del tutto. Non era più necessario il divorzio … era vedova … non ci sarebbe stato scandalo e il nome di Neal non sarebbe stato infangato con le motivazioni della separazione. Con la mano destra lasciò ricadere sulla scrivania i pezzi di pergamena e si spostò verso la finestra.
 
Con passo leggero, quasi impercepibile, Killian si era alzato e aveva visto.
 
Lo sentì che le prendeva la mano destra, intrecciando le loro dita, con la sua posta sul dorso di quella di lei, mentre con il braccio sinistro la strinse a sé. Il calore del torace di Killian attraversò la camicia da notte di Emma, lo sentì poggiandosi a lui con la schiena.
 
 – Love … sei mattiniera anche oggi … ho visto che hai strappato l’annullamento …
- Si … ovviamente non è più necessario …
 
Killian si accorse del tono triste nella sua voce e lesse la sua anima come spesso faceva. La strinse al petto, tenendola con la schiena contro di sé e avvolgendola anche con il suo stesso braccio,  senza lasciarle andare la mano.
 
– Stavi pensando a Neal …
- Si … nonostante tutto … è stato crudele come è morto …
- Forse ne è stato contento alla fine … si è sacrificato per salvarti la vita.
- E  ci ha dato una nuova possibilità …
- A proposito di nuove possibilità … e  se io facessi in modo di cancellare i tuoi pensieri tristi?
 
Le baciò la guancia destra, che lei stava voltando sorridendo verso di lui, mentre, dopo aver sciolto la mano dalla sua, le stava sollevando la camicia da notte sul fianco destro, accarezzandole l’esterno della coscia e passando ad accarezzare il suo morbido monte di Venere. Come poteva dirgli di no, se usava quel tono sensuale di voce e quelle carezze?
Emma tirò il cordoncino dello scollo della camicia da notte e questa le scivolò dalle spalle, consentendo a Killian di ricevere il dono della vista del suo seno. Le depose una scia di baci sulla spalla destra, mentre la sua mano era risalita ad impossessarsi del seno roseo di Emma.
 
– Adoro il tuo seno … la tua pelle morbida … mmm … il tuo sapore Swan …
 
Emma era rilassata tra le braccia di Killian, desiderosa ancora di abbandonarsi a lui languidamente, come la notte appena trascorsa e come le notti precedenti, ma ad un certo punto lui la sentì irrigidirsi.
 
– Swan … love … che hai?
 
Emma puntava gli occhi oltre il vetro della finestra e Killian ne seguì la direzione.
 
– Killian … la tua nave è qui … sta attraccando …
- Per tutti i numi … non ci posso credere … la mia vecchia ragazza ha un accompagnatore indesiderato …
- Quella è una nave della Royal Navy!
- E a quanto pare la missione deve essere riuscita … sono seguiti dalla Queen Anne’s Revenge …
 
 
 
Angolo dell’autrice
Buona domenica a tutti, sono tornata! Spero che ne abbiate piacere e che vi faccia ancora piacere leggere questa mia lunghissima storia. A volte mi chiedo se ho esagerato! Comunque tranquilli … sta finendo!
Abbiamo avuto finalmente un bel po’ di coccole tra i nostri protagonisti! Mi direte: “Dopo le stragi che ai fatto!”  Si, era ora, mi sento meglio anche io! Anzi, visto gli spoiler del nostro telefilm preferito, mi auguro che, con il matrimonio, magari è la volta buona che la “battaglia finale” di Emma sia tra le lenzuola con Killian e non una cosa nefasta! Che ne pensate? So che gongolate all’idea! Ho inserito un disegnino un po’ osè … se vi pare … “troppo” lo tolgo! Fatemi sapere!
Riguardo ad alcuni personaggi nominati, tipo il Tenente Maynard, Blackbeard, il Governatore della Virginia … sono esistiti veramente e Black fu ucciso proprio dal Tenente della Pearl. Molte cose raccontate a livello storico corrispondono alla verità. La Regina Anna credeva veramente di essere una guaritrice, ovviamente non lo era! Dal punto di vista cronologico Black è morto prima della mia storia e lo stesso Guglielmo III, ma qua ci stavano bene così, mi son presa una sorta di licenza poetica! Tutte le erbe che ho nominato, a parte l’inesistente Rubeus Noctis,  hanno veramente le proprietà descritte e se io stessa dovessi essere un personaggio del racconto, per la persona che sono, per i miei interessi e la professione, a parte la differenza sessuale, sarei Frate Benedictus, pur condividendo il pensiero di tutte le femminucce che leggono, che  sarebbero ben felici di essere Emma, fortunata lei ad aver un innamorato come Killian Jones!
Che altro dire? Henry sta attraccando con tutti gli altri. Jamie … si, sono preoccupata per lui! Ancora ci sono altre cose da vedere e da risolvere …
Ringrazio tanto chi legge e chi lascia i suoi commenti, mi auguro che mi accompagnerete fino all’ultimo rigo di questo racconto.
Un caro saluto a tutti!
Lara
   
 
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